giovedì 28 febbraio 2019

Eresie e follie – di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

"La prossima grande eresia sarà semplicemente un attacco alla morale, e soprattutto alla morale sessuale"
Rimango sempre sbalordito, ogni volta che lo leggo, dalla lungimiranza (a me non piace il termine abusato di "profezia") con cui Chesterton scriveva queste righe sul G.K.'s Weekly il 19 giugno 1926: "La prossima grande eresia sarà semplicemente un attacco alla morale, e soprattutto alla morale sessuale… Le radici della nuova eresia, Dio lo sa, sono profonde come la natura stessa, il cui fiore è la lussuria della carne e la lussuria dell'occhio e l'orgoglio della vita". 
La triplice concupiscenza, della carne, dell'occhio e della superbia, oggigiorno divenuta manifesta fuori e dentro la Chiesa, era ricondotta dal grande scrittore inglese alla viltà e alla vergogna della modernità che aveva abbandonato le profonde radici vitali della tradizione e del cattolicesimo: "La prossima grande eresia viene dall'energia esultante e vivente dei ricchi decisi a divertirsi finalmente, senza che né il papato, né il puritanesimo, né il socialismo li trattengano… Dico che l'uomo che non sa vedere questo non può vedere i segni dei tempi". 
Altro che i "segni dei tempi" postconciliari! Altro che attuale "parresia" proclamata ma in realtà bandita nei fatti! Chesterton denunciava quasi un secolo fa ciò che abbiamo sotto gli occhi miseramente ora. Quanta cecità, potremmo dirla con Chesterton, anche negli uomini di Chiesa fino alla resa finale completa alla lussuria, alla pedofilia, alla follia. Quando scrisse il saggio su San Francesco d'Assisi, lo scrittore inglese ribadì l'importanza di contenere la lussuria e lo fece con una frase efficace e concisa: "Nel momento in cui la sessualità smette di essere un servo diventa un tiranno". Potremmo dire, a conclusione di questa frase, che ne stiamo sperimentando l'effettiva tirannia dentro e fuori la Chiesa. 
Ancora, in uno dei suoi ultimi saggi, The well and the shallows" (Il pozzo e le pozzanghere) del 1935, lo scrittore londinese precisava maggiormente la follia di questa nuova eresia: "Ai più recenti modernisti è stato lasciato di proclamare una religione erotica che esalta la lussuria e proibisce la fertilità… Una visione che riduce la proprietà a mero godimento di denaro equivale precisamente alla visione che riduce l'amore a mero godimento sessuale. In entrambi i casi un piacere incidentale, solitario, servile e persino segreto si sostituisce alla partecipazione a un grande processo creativo, inclusa persino l'eterna Creazione del mondo". 
Se non fosse ancora del tutto evidente l'esatta ricognizione dei fatti, l'analisi profonda delle cause prossime e remote che erano balenate nella mente lucida di Chesterton, mi permetto di segnalare una "scoperta" che ho fatto più recentemente e che mi ha lasciato letteralmente stordito e stupefatto. Mi sono imbattuto, incredibilmente, in un articolo del 26 luglio 1930 pubblicato sul G.K.C' Weekly dal titolo: "The equality of sexlessness", in cui Chesterton scriveva: "Quando tutti saranno senza sesso ci sarà uguaglianza. Non ci saranno né donne né uomini. Non ci sarà altro che una fraternità, libera ed eguale. L'unico pensiero consolante è che la cosa durerà per una sola generazione". 
Incredibile, mi sono detto, aveva anticipato persino l'ideologia gender! Non stava parlando infatti del sesso degli angeli, ma dell'autodistruzione dell'uomo e della Chiesa. Non a caso, mai come in questi terribili giorni che stiamo vivendo, ogni genere di eresia e di follia sembrano dilagare senza più impedimento. Non a caso, chi odia visceralmente l'uomo e la donna creati da Dio, è quell'angelo ribelle che suggerisce, istiga, seduce con l'orgoglio e la lussuria. Non a caso, la Chiesa in sfacelo si finge scandalizzata dalla pedofilia di molti suoi membri come se fosse una terribile "novità"! Chesterton l'aveva detto pubblicamente, con parresia, cent'anni fa! Perché non è stato ascoltato?

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