lunedì 26 marzo 2018

La missione di Chesterton, cioè la nostra missione.



Qui sopra: un Chesterton attorno ai venticinque anni, forse un po' meno, forse un po' di più, quando aveva iniziato a lavorare per la sua missione. Seriamente, con gioia. Questo per dire che prima si comincia, meglio è.

Quante cose vorrei pubblicare di Chesterton!

A volte basta una paroletta al momento giusto per far partire una rivoluzione, e lui di parole rivoluzionarie ne ha dette davvero tante.

Sarebbe bello lasciargliele dire, ogni giorno. Le mie giornate spesso sono un po' piene, non sempre approdo, ma ci provo tutti i santi giorni.

Stasera, se avrò tempo, ne tirerò fuori qualcuna. Ci sono dei pozzi infiniti, tra le sue opere. L'Uomo Eterno negli ultimi tempi mi fa delle sorprese spettacolari.

Ogni giorno penso con gioia e trepidazione che Chesterton possa aiutarvi come sta aiutando la mia famiglia e me. Ci vuole coraggio di farlo parlare secondo i suoi schemi e i suoi desideri. Per cui spesso vi propongo il suo buon cuore, il suo regalare sassolini colorati a tutti, come i bimbi. Non sono cose piccole, sono cose grosse purché le prendiate sul serio, come i bimbi, per l'appunto.

Nei suoi diari giovanili Chesterton scrisse (dopo il tunnel tremendo da cui uscì grazie a Stevenson, Whitman e Giobbe) che la sua missione sarebbe stata quella di dire a tutti che il mondo e la sua vita avevano un perché (grosso modo, a spanne, come lo so dire io, cioè "alla Chesterton", quello che sbagliava sempre le citazioni nei libri perché li citava "by heart", cioè a memoria. Io a orecchio). Ecco, quella fu la sua missione. Qualcuno disse giustamente che la cosa più grande e bella che fece fu di dare speranza, e ci riuscì, eccome. Allora a mia volta vorrei darvi speranza, la Società Chestertoniana vuole darvi speranza, e siccome è fatta di piccoli uomini affida questo compito al Nostro Eroe. Aiutateci sempre, diffondete le sue frasi, i suoi aforismi, la sua faccia. Giovano a molti.

Ciao, e state contenti!

Marco Sermarini

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