venerdì 15 aprile 2016

L'uomo comune - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

"L'emancipazione moderna si è rivelata una nuova persecuzione dell'uomo comune".
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A distanza di circa un secolo, siamo costretti a dar ragione a Chesterton. Chi pensava che il progresso materiale, la proclamazione dei "diritti" (dall'emancipazione delle donne alle rivendicazioni sociali) fossero apportatori di nuove libertà ha dovuto constatare e ricredersi. Quella che è davvero aumentata è una sempre più palese oppressione: la donna è stata svuotata della propria femminilità al punto da esserle negato persino il concepimento naturale; alla famiglia è stata sottratta la prole dopo aver diviso la moglie dal marito; il risparmio è stato reso impossibile da una leva finanziaria opprimente.
Si potrebbero citare tanti altri esempi ma ciascuno porterebbe ad una medesima conclusione: "L'emancipazione moderna si è rivelata una nuova persecuzione dell'uomo comune". Il progresso ha perseguitato l'uomo comune e si è formato come un'anti-chiesa: "Il progresso ha una sua agiologia, un suo martirologio, un suo insieme di leggende miracolose, come una qualsiasi altra religione". Qual è la più famosa fantasia progressista che ha permesso l'avanzarsi della persecuzione? Chesterton (1874-1936), pur non avendo vissuto il giovanilismo e la rivoluzione del '68, non aveva dubbi: "La più famosa è la fantasia secondo la quale la persona giovane e progressista sarebbe sempre martirizzata da quella vecchia e ordinaria. E' falso. E' la persona vecchia e ordinaria a essere quasi sempre il martire. E' la persona vecchia e ordinaria a essere sempre più spogliata di tutti i suoi vecchi e ordinari diritti". 
Chesterton era ben consapevole di andare contro le convinzioni moderne e si sforzava di allontanare da sé ogni intellettualismo e ogni riferimento alla mondanità e alle mode. Egli soleva andare, anche all'apice della sua popolarità, nelle vecchie osterie, soprattutto quelle con le insegne colorate, dove si poteva mangiare il pane umile e bere il vino rosso dei cristiani. In quelle locande, in quelle taverne malviste dall'aristocrazia intellettuale della sua epoca, egli si sentiva soltanto un uomo, un uomo comune: "E' certo che molti pensatori e scrittori moderni provano un vero disprezzo per l'uomo comune; è altrettanto certo che io stesso provo disprezzo per coloro che provano tale disprezzo". 
Egli rilevava che gran parte degli errori progressisti fossero causati dall'uomo non comune: "Chiunque potrebbe prevedere che gli ignoranti commetteranno errori. Ciò che invece nessuno avrebbe potuto pensare o osato immaginare sono gli errori degli acculturati…E' un fatto storico che le catastrofi che abbiamo vissuto e che stiamo attualmente vivendo non siano state causate dalla gente pratica e prosaica che si ritiene non sappia nulla, bensì dalla gente assolutamente teorica che sapeva di sapere tutto. Il mondo può trarre una lezione dai propri sbagli, ma si tratta soprattutto degli errori di chi impartisce lezioni". 
Fu proprio l'uomo non comune che condusse l'uomo sulla strada del progresso, verso la prigionia, quella che ancora stiamo vivendo. Ecco perché ogni emancipazione, ogni moda si rivelano ingannevoli, illusorie e lasciano dietro di sé una traccia dell'oppressore. Una presunta maggiore libertà che soffoca le vere e naturali libertà dell'uomo comune.

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