giovedì 26 giugno 2014

Il nostro Pino Noia sulla intelligentissima pensata della Regione Lazio circa l'obiezione di coscienza dei medici a proposito di pillola del giorno dopo

Totalitarismo inaccettabile

     

Giuseppe Noia: «L'arroganza di pochi calpesta i diritti di tutti»

Il presidente dei ginecologi cattolici durissimo sulla scelta di Zingaretti: si procede senza confronti per silenziare le coscienze.

Da tutte le parti in cui si guarda, la decisione del governatore del Lazio sugli obiettori è «inaccettabile». Un «totalitarismo culturale che mira a intimorire le persone, che procede con la logica della reticenza e dell'inganno e ora ha anche l'ardire di silenziare le coscienze ». Giuseppe Noia, presidente dei ginecologi cattolici, è un fiume in piena.

Professore, parla di totalitarismo culturale. Cosa intende?

È in atto un'involuzione, per cui le idee e l'arroganza di pochi cercano di calpestare i diritti di tutti gli altri. Così accade anche questa volta: in nome di una non meglio specificata libertà della donna si passa sopra la libertà dei medici e degli operatori sanitari. E alla donna si continua a dire, a suon di menzogne, che tutto può e tutto deve pretendere. Le viene detto che un embrione non è vita a sette giorni, che una pillola le renderà più facile l'aborto, che buttare via un figlio è una trauma solo per colpa di chi le vorrebbe far cambiare idea. Salvo poi assicurarla che quel figlio, se invece lo desidera e non riesce ad averlo, può reclamarlo a tutti i costi. Ma ciò che è ancora più grave sono qui le dinamiche della decisione della Regione Lazio.

Si riferisce al fatto che le nuove linee guida sono stata approvate frettolosamente lo scorso aprile, senza grandi proclami?

Piuttosto nell'assoluto silenzio, senza confronti, perché così procedono appunto i totalitarismi: temono le idee, perché le idee sono forti, allora silenziano le coscienze. O almeno ci provano.

Perché la decisione di agire a livello dei consultori?

Perché i consultori sono stati ridotti a mere dispense di pillole e aborti. Perché così, almeno, li vorrebbero certe istituzioni. Un fatto che da tempo noi ginecologi cattolici andiamo denunciando, ricordando come invece proprio i consultori siano nati come luoghi di formazione e sostegno all'affettività e alle famiglie, come punti di riferimento dove le donne possano trovare un aiuto concreto nel momento del bisogno e dell'incertezza che anche una gravidanza non voluta comportano. Chiedere ai medici di essere meri esecutori, e far valere questa assurda pretesa nei consultori, è quanto di più avvilente ci sia per quei luoghi e per chi vi opera.

Il tutto a dispetto di quello che dice la legge 194...

Certo, perché i totalitarismi che se ne fanno delle leggi? In ogni caso, come ginecologi e medici cattolici, ci opporremo con forza a questa decisione: non accetteremo chi tenta di annientare le nostre coscienze.

Leggi l'articolo completo tratto dal quotidiano Avvenire del 25 Giugno 2014...

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