giovedì 19 giugno 2014

Passeggiando per Fleet Street non potevamo pensare che a questo...

Fleet Street nel Marzo 2014
Attraversando questa strada
abbiamo pensato a questa pagina
Il nostro Gilbert era famoso per il suo vagare apparentemente distratto per Fleet Street, la via dei giornali dove si trovava il trono di Gilbert, il regno di Chesterton. Attraversava la strada leggendo libri anche sotto la pioggia (Aidan Mackey, il nostro druida chestertoniano, ci ha detto che nella Chesterton Library c'è una copia di un libro posseduto da Chesterton che non si sa quant'acqua abbia preso... non sono leggende!), fermandosi a volte in mezzo, tra lo scampanio delle carrozze o dei primi clacson.
Passando da quelle parti ci è sembrato di rivederlo così...
Non era immerso nel nulla, era immerso nella Verità.

«Camminando per Fleet Street potreste incontrare una 
forma la cui vastità oscura i cieli. Grandi onde di capelli emergono da sotto il morbido cappello a tesa larga. Un mantello che potrebbe essere un'eredità di Porthos galleggia sulla sua struttura colossale. Si ferma in mezzo al marciapiede a leggere il libro in mano, e una cascata di risate che va dalle note di testa sino alla voce mediana sgorgano nell'aria che ascolta. Guarda in alto, si aggiusta gli occhiali pince-nez, osserva che non è in una carrozza, si ricorda che avrebbe dovuto essere in una carrozza, si gira e chiama una carrozza. Il veicolo sprofonda sotto il peso insolito e pesantemente rotola lontano. Porta Gilbert Keith Chesterton.

Il signor Chesterton è la figura più importante nel panorama letterario di Londra. Egli è come un visitatore uscito da qualche fiaba, una leggenda in carne e ossa, una sopravvivenza dell'infanzia del mondo. La maggior parte di noi sono creature del nostro tempo: pensiamo i pensieri del nostro tempo, indossiamo i suoi abiti, ci rallegriamo per le sue catene. Se cerchiamo di sfuggire alla tirannia temporale, è attraverso il cancello della rivolta che passiamo. Alcuni si danno all'ascetismo o ad alcune fantastiche affettazioni del momento. Alcuni inventano utopie (...) e ostentano cravatte rosse con aria di sfida di fronte a uomini ed angeli. Il mondo è una catena, ma sono liberi. Ma in tutto questo sono ancora i figli del nostro tempo, fugaci e consapevoli. Le stravaganze del signor Chesterton non hanno nessuna di queste qualità. Egli non è un ribelle. E' un viandante dei secoli, che si ferma alla locanda della vita, a scaldarsi al fuoco e a far risuonare le travi del tetto con la sua risata allegra.

Ora e luogo sono accidenti: egli è elementare e primitivo. Egli non è del nostro tempo, ma di tutti i tempi. Uno lo immagina bere avidamente dal corno di Skrymir, o scambiare scherzi con Falstaff alla Boar's Head ad Eastcheap, o entrare nei festini intellettuali alla Mermaid Tavern, o incontrare  Johnson fianco a fianco e affrontarlo colpo su colpo. Con Rabelais creava disordini, e Don Chisciotte e Sancho erano i suoi "veri fratelli". Sembra di vederlo scendere dal crepuscolo di una favola, attraverso i secoli, cercando ovunque ci sia buona compagnia, e accogliendo ovunque egli chiama, perché egli non porta alcun culto del tempo o pedanteria delle scuole con lui.

Ha la freschezza e immediatezza della visione del bambino. In un senso molto reale in effetti non ha lasciato mai uscire l'età d'oro alla luce del giorno comune, dove il tono è grigio e le cose hanno perso la loro immaginazione. Vive in un mondo romanzesco, popolato da giganti e allegro per le risate leggere delle fate. L'universo visibile è pieno di magia e mistero. Gli alberi sono giganti che agitano le braccia in aria. Il grande globo è un vasto caravanserraglio che trasporta tutti noi in una magnifica avventura nello spazio. Si muove in un'atmosfera di incanto, e può inciampare su una storia d'amore al prossimo incrocio. Una bellezza in difficoltà può chiamarlo da qualche segreto cavità; qualche tiranno gigante può cavalcare come Apollyon sulla strada mentre gira su Carmelite Street. E' un bene che abbia il suo bastone animato con lui, perché non si sa mai quello che potrebbe accadere in questo mondo incredibile. La memoria non va indietro nel tempo, quando la spada non era il suo compagno costante. La sua di solito era una spada di legno, con cui si accostava un elmo di legno brillante dei pigmenti di Apollo. Quelli erano i giorni in cui il corno di Rolando echeggiava di nuovo attraverso Roncisvalle, e Lancillotto andava dritto avanti verso la giostra, e

Per sempre la forma squamosa del peccato mostruoso
giacque vinta al fine, piega su piega contorta».

Tratto da "Gilbert Keith Chesterton" in Prophets, Priests, & Kings, di Alfred George Gardiner (1914) - nostra traduzione. Gardiner (1865-1946) era un giornalista britannico, autore e redattore del Daily News.

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