Dear Friends, Carissimi Amici,
sono tornato questa notte nella mia cara città ed ho il cuore, gli occhi e la mente pieni di incontri che cercherò di raccontarvi man mano che gli impegni me ne daranno la possibilità, ma di certo la prima cosa che mi viene da dire è: grazie.
Il primo grazie va a Gilbert, che sento sempre più "di casa". Non è mai stato un interesse letterario, il mio, ma mai come adesso capisco il perché ho iniziato a seguirlo già da quando avevo cinque anni. Gilbert è un aiuto alla cosa più importante della nostra vita, e cioè dare IL senso alla vita stessa, per cui la mia gratitudine va misurata solamente in tonnellate.
Secondo, un altro grazie va agli amici inglesi: ricordo con grande affetto Martin Thompson, che ha organizzato la bellissima conference di Beaconsfield, accogliendoci calorosamente e con grande senso dell'ospitalità, sacrificando il suo tempo e stando con noi venuti da lontano, condividendo con noi i momenti più intensi. Sono molto lieto che mi abbia chiesto di partecipare alla conference ma soprattutto che abbia voluto condividere con me la sua vita di padre di famiglia. Ma devo ricorda anche Francis Thompson e tutti gli altri amici ed amiche che hanno lavorato materialmente alla conference, come piccoli hobbit, silenziosamente ed efficacemente, ospitandoci, gestendo tutto questo incontro complesso e articolato, sorridendoci sempre e pazientando soprattutto con me. Mi sono sentito a casa.
Terzo, il cuore va al nostro carissimo amico Stratford Caldecott, che ci ha invitati a casa e che ha molto, molto bisogno delle nostre preghiere. Il suo cuore è vivacissimo e ci ha spronati ad andare avanti nel nostro lavoro di portare Chesterton nelle cose di ogni giorno. In particolare a me ha detto che è vero ciò che da un po' andiamo dicendo qui in Italia, e cioè che sia giunta l'ora del Popolo della Contea (e su questo tornerò molto volentieri su questo blog). Sua figlia Tessa ha parlato brillantemente in sua vece alla conference ed è stato molto bello.
Un grazie speciale va al mio amico Spencer, padre Spencer Howe, paziente, servizievole, gentile e soprattutto presente come sacerdote. Servirgli messa per me è stato un onore. Mi ha aiutato a fare tutto, preparare il discorso, girare, mostrarmi tutte le cose chestertoniane in giro, ma devo dire che mi ha fatto un grandissimo regalo portandomi a Tyburn ed al Santuario dei Martiri Inglesi a Londra, vicino ad Hyde Park (proprio di fronte allo Speaker's Corner). Ci dovete andare assolutamente, questi uomini sono di un'attualità sconcertante. Andavano lieti al martirio come le spose all'altare, disse di alcuni di loro San Tommaso Moro, che li seguì di lì a poco.
Intanto iniziamo così, poi vedrò di raccontarvi tutto con calma.
Tutto bellissimo.
Nella foto: Gilbert Keith Chesterton, Frances Chesterton née Blogg, Dorothy Collins e Marco Sermarini, vecchi amici.
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