venerdì 27 gennaio 2012

Civiltà Cattolica tris recensisce il nostro GKC grazie al nostro Andrea Monda

G.K.Chesterton. L'enigma e la chiave – di Ubaldo Casotto, Edizioni Lindau, pp.157, euro 12,00
La superstizione del divorzio – G.K.Chesterton, SanPaolo, pp. 162, euro 14,00
I paradossi del signor Pond – G.K. Chesterton, pp.208, euro 18,00
All'inizio della biografia di San Tommaso scritta nel 1933, Gilbert Keith Chesterton, che dieci anni prima aveva dedicato una splendida agiografia a San Francesco d'Assisi, mette a confronto i due santi e osserva che se per il Poverello d'Assisi poteva essere sufficiente un bozzetto, per l'Aquinate non sarebbe bastata una vasta e dettagliata mappa geografica. Da questo punto di vista si può dire che Chesterton assomiglia più all'Aquinate: la sua personalità e la sua creatività sono così poliedriche, quasi si trattasse di un mostro tentacolare, che è praticamente impossibile farne un ritratto senza rischiare di finire come quei cartografi di cui parla Borges che su ordine dell'imperatore cinese realizzarono una mappa dell'Impero cinese grande quanto l'Impero stesso. 
E' impresa davvero ardua quella di ridurre “in scala” il genio multiforme di Gilbert Keith Chesterton, poeta, scrittore, pittore, umorista, giallista, apologeta, drammaturgo, saggista, giornalista...  e questa poliedricità è confermata dalle ultime tre opere pubblicate, le prime due “di” la terza “su” Chesterton: I paradossi del signor Pond fa riferimento alla dimensione narrativa, La superstizione del divorzio può essere ricondotta alla saggistica e alla polemica giornalistica, mentre il saggio di Ubaldo Casotto  G.K.Chesterton. L'enigma e la chiave è un tentativo di introdurre il lettore italiano nell'intero mondo chestertoniano.
Protagonisti de I paradossi del signor Pond, una raccolta di otto racconti mistery uscita postuma nel 1937, sono appunto Mr. Pond e i suoi paradossi. Il primo è “un ometto pacato”, che assomiglia tanto all'altro tranquillo e più famoso ometto creato dalla fantasia di Chesterton, Padre Brown. Come il celebre prete cattolico anche Mr. Pond si diletta a fare il detective, cioè ha a cuore la ricerca della verità, a cui arriva grazie alla perspicacia, cioè alla capacità di cogliere l'altro lato della vita, di rovesciare i punti di vista più comuni per intuirne la verità più profonda. Il suo è un approccio appunto paradossale che poi è proprio quello del suo autore che con l'arma (e il gusto) del paradosso ha combattuto appassionanti battaglie tese a scuotere la tranquilla società inglese a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Uno dei dibattiti più vivaci fu quello intorno alla questione del divorzio che lo scrittore affrontò soprattutto attraverso il suo lavoro quotidiano di giornalista che nel 1920 portò alla pubblicazione di un volume (La superstizione del divorzio, finalmente pubblicata in Italia grazie alla traduzione di Pietro Federico) che mostra il Chesterton più polemico e difensore della ragione contro la superficialità e la superstizione. 
E' davvero impossibile scrivere una presentazione esauriente del proteiforme genio londinese, però qualcuno c'ha provato: Ubaldo Casotto, giornalista torinese, ha scritto una introduzione-invito alla lettura di sole 150 paginette, intitolato G.K.Chesterton. L'enigma e la chiave (sempre delle edizioni Lindau che ormai hanno intrapreso la titanica impresa di pubblicare tutto Chesterton), che, per efficacia e freschezza, sarebbe piaciuta allo stesso scrittore inglese. Casotto riesce nella folle impresa perché non solo conosce Chesterton molto bene, ma lo ama; meglio: lo conosce proprio perché lo ama e quasi si identifica in lui, così come fa Padre Brown, che per individuare il colpevole dei delitti su cui indaga, si immedesima nella persona del reo fino a identificarlo, smascherarlo (e perdonarlo). Qui il reo è lo stesso Chesterton, oggetto delle indagini di Casotto che, lavorando “dal di dentro”, conducendoci nel mistero della sua scrittura attraverso una rete fitta e intelligente di citazioni delle principali saggi e romanzi dello scrittore, finisce per svelare tutti i segreti celati all'interno della sua vasta e articolata opera letteraria; da qui il titolo, molto chestertoniano, dato a questo libretto che si rivela quanto mai prezioso visto anche il fatto che in Italia manca ancora una vera e propria bibliografia critica dedicata allo scrittore inglese (che pure aveva suscitato a suo tempo molto interesse anche in critici del calibro di Emilio Cecchi). Casotto in altre parole possiede la chiave per entrare nell'enigma-Chesterton e questa chiave è costituita dal paradossale accostamento tra l'umiltà dell'amore che ha per il suo autore e una ragione spigliata e a tratti audace con cui intus-legge in mezzo alla sconfinata produzione chestertoniana. Un libretto dunque piccolo, umile e intelligente che illustra uno scrittore che ha fatto della ragione, dell'umiltà e della gratitudine (perchè “pensare è ringraziare” ricorda Heidegger) i pilastri della sua opera finalmente riscoperta anche in Italia.

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