mercoledì 17 marzo 2010
Padre Aldo Trento ha conquistato l’ennesimo pubblico, questa volta all’università Bocconi. Uno a cui piace definirsi un “asino” ha tenuto incollata alle sedie una platea di studenti di economia di alcuni atenei milanesi, raccontando come gestisce la Fondazione San Rafael, che prende il nome dalla chiesa di cui fino a pochi mesi fa è stato parroco, ad Asuncion in Paraguay.
Padre Aldo ha spiegato come partendo dall’Io e dalla Realtà è riuscito a salvare se stesso dal “male di vivere” che per lungo tempo lo ha attanagliato e da lì ha sviluppato le sue opere sociali che sono un modello per tutta l’America Latina. Le imprese profit della Fondazione sono tutte in utile e il 60% dell’utile netto va alle opere di carità, come la clinica per malati terminali San Riccardo Pampuri.
Il suo “modello di business”, per dirlo alla bocconiana, pur non perseguendo la massimizzazione del profitto, come insegnano i manuali di management, è assolutamente efficace. Secondo padre Aldo alla base di ogni impresa ci sono tre regole: duro lavoro, allenamento della mente e relazione con il Mistero. I bocconiani prendono appunti.
La Fondazione San Rafael ha un vantaggio rispetto a tutti i suoi “competitors”, l’attenzione straordinaria all’educazione e la totale dedizione alla persona: pur potendo contare su finanziamenti cospicui in milioni di dollari, in Paraguay nessuna ONG (organizzazione non governativa) è riuscita a creare una realtà simile.
L’incontro ha dimostrato come padre Aldo possa affascinare anche quando parla di economia e di business, il suo modo totalmente libero di relazionarsi con la realtà abbraccia ogni esperienza umana, dalla storia, alla scienze alla pedagogia. I bocconiani ascoltano e scrivono. E se le “regole” di padre Aldo valessero anche per l’economia mondiale?
(Michele Fontolan)
Padre Aldo Trento ha conquistato l’ennesimo pubblico, questa volta all’università Bocconi. Uno a cui piace definirsi un “asino” ha tenuto incollata alle sedie una platea di studenti di economia di alcuni atenei milanesi, raccontando come gestisce la Fondazione San Rafael, che prende il nome dalla chiesa di cui fino a pochi mesi fa è stato parroco, ad Asuncion in Paraguay.
Padre Aldo ha spiegato come partendo dall’Io e dalla Realtà è riuscito a salvare se stesso dal “male di vivere” che per lungo tempo lo ha attanagliato e da lì ha sviluppato le sue opere sociali che sono un modello per tutta l’America Latina. Le imprese profit della Fondazione sono tutte in utile e il 60% dell’utile netto va alle opere di carità, come la clinica per malati terminali San Riccardo Pampuri.
Il suo “modello di business”, per dirlo alla bocconiana, pur non perseguendo la massimizzazione del profitto, come insegnano i manuali di management, è assolutamente efficace. Secondo padre Aldo alla base di ogni impresa ci sono tre regole: duro lavoro, allenamento della mente e relazione con il Mistero. I bocconiani prendono appunti.
La Fondazione San Rafael ha un vantaggio rispetto a tutti i suoi “competitors”, l’attenzione straordinaria all’educazione e la totale dedizione alla persona: pur potendo contare su finanziamenti cospicui in milioni di dollari, in Paraguay nessuna ONG (organizzazione non governativa) è riuscita a creare una realtà simile.
L’incontro ha dimostrato come padre Aldo possa affascinare anche quando parla di economia e di business, il suo modo totalmente libero di relazionarsi con la realtà abbraccia ogni esperienza umana, dalla storia, alla scienze alla pedagogia. I bocconiani ascoltano e scrivono. E se le “regole” di padre Aldo valessero anche per l’economia mondiale?
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