Tutti abbiamo letto nei libri scientifici e, in realtà, in tutti i romanzi, la storia dell’uomo che ha dimenticato il proprio nome. Quest’uomo vagabonda per le strade notando e apprezzando ogni cosa; solo non ricorda chi è. Dunque, ogni uomo è quello della storia. Ogni uomo ha dimenticato chi è. Si può comprendere l’universo, ma non si riesce mai a capire il proprio io, che sembra più lontano delle stelle. Amerai il Signore Dio tuo, ma non conoscerai te stesso. Siamo tutti sottoposti alla stessa calamità mentale, abbiamo tutti dimenticato il nostro nome. Abbiamo dimenticato chi siamo realmente. Ciò che chiamiamo buonsenso, razionalità, praticità e positivismo significa solo che, in certi momenti della vita particolarmente piatti e privi di entusiasmo, dimentichiamo anche di avere dimenticato. Tutto ciò che chiamiamo spirito, arte ed estasi significa soltanto che, per un terribile istante, ci ricordiamo di avere dimenticato. Tuttavia, anche se camminiamo per le strade (come l’uomo senza memoria del racconto) con una specie di ottusa ammirazione, si tratta pur sempre di ammirazione. Non solo di ammirazione nel suo significato latino, ma anche nel suo senso inglese. La meraviglia contiene un positivo elemento di lode. Questa è la prossima pietra miliare da porre sicuramente lungo il nostro cammino nel paese delle fate.
Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.
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