La recente scomparsa di padre Ian Boyd, fondatore del G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture, ci ha dato modo di renderci conto dell'importanza del suo lavoro nel tenere vivo l'interesse per il pensiero e l'opera del nostro Gilbert.
Abbiamo ritrovato un'intervista che rilasciò a Paolo Pegoraro per l'Osservatore Romano di cui vi offriamo un breve estratto e il collegamento al testo integrale.
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Cosa c'è di vivo, oggi, nelle opere e nel messaggio di gkc?
L'opera di Chesterton è qualcosa di compatto ed è quindi molto difficile separare le varie componenti. In generale egli ha offerto una visione "sacramentale" del mondo, un'idea del divino che è mediata attraverso le cose materiali. In questo senso egli ha molto cose importanti da dire intorno all'economia, alla famiglia; realtà che egli vede essenziali per la crescita dell'uomo e della società. Egli era a favore della piccola imprenditoria, dei corpi intermedi, della distribuzione della ricchezza e nutriva una sorta di intenso affetto nei confronti delle realtà locali, sentendo l'importanza dell'attaccamento al proprio luogo di origine. Chesterton ha lottato con passione a favore della casa e della famiglia. Ma queste sono solo due delle tante cose che egli aveva da dire.
Il resto nel collegamento qui sotto:
https://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/138q05a1.html
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