mercoledì 29 maggio 2024

#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Un tocco di mattino eterno.

Oggi sono molto più propenso a immaginare che un melo sotto la luce della luna sia un fantasma o una ninfa del color dell'argento; o a vedere i mobili trasformarsi in modo fantasmagorico e trascinarsi nel crepuscolo, come in un racconto di Poe o di Hawthorne. Da bambino, invece, ero colto come da uno stupore fiducioso a contemplare il melo come se fosse un melo. Ero sicuro della sua realtà, come ero sicuro della sorpresa che provocava: sicuro, per citare il pro-verbio, come è sicuro che è Dio ad aver creato le piccole mele asprigne. Le mele potevano essere piccole come ero io; ma erano solide e anch'io lo ero. C'era un tocco di mattino eterno in quell'umore. E preferivo contemplare il fuoco piuttosto che immaginare i volti illuminati dal suo bagliore. Fratello Fuoco, che san Francesco amava, mi sembrava un fratello più di quei volti sognanti che appaiono agli uomini che hanno conosciuto emozioni diverse dalla fraternità. Non so se, come si suol dire, io abbia mai pianto perché volevo la luna, ma sono certo che mi sarei aspettato che fosse solida come un'immensa palla di neve; e mi sarebbe rimasta una brama maggiore per quelle lune lì, ben concrete, che per gli inconsistenti bagliori di luna.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



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