domenica 10 maggio 2020

Belloc sulla conversione di Chesterton.

Hilaire Belloc, in piedi.
Passeggiando per i sentieri di Beaconsfield ebbi una conversazione privata con lui (Gilbert Chesterton, ndr) nel cui corso  mi disse, circa due o tre anni prima di essere ricevuto nella Chiesa Cattolica, che un ostacolo che sempre gli si presentava era il carattere alieno della Fede (cattolica, ndr) agli occhi di un moderno inglese. Disse che io stesso ero cosmopolita nelle esperienze, perché avevo spesso parlato con lui del modo in cui a venti anni mi ero sradicato  ed ero andato in giro per tutta l'America da solo ed avevo più tardi intrapreso l'avventura di arruolarmi in un esercito straniero. Inoltre avevo un nome straniero e certi vincoli di sangue all'estero. Feci notare che tra le sue conoscenze più intime a parte me c'era l'esempio di Maurice Baring. Mi rispose giustamente che Maurice Baring era egli stesso cosmopolita nella sua esperienza e nel suo profilo. "Ciò che voglio," disse (ricordo le sue precise parole, perché ebbero una grande impressione su di me), "è qualcuno interamente inglese che tuttavia sarebbe entrato" (nella Chiesa Cattolica, ndr).

Hilaire Belloc, On the place of Gilbert Chesterton in English Letters, nostra traduzione 

Una famosa foto di Chesterton.

Nessun commento: