domenica 19 settembre 2010

Paolo Rodari oggi su Newman...

Newman precursore del Concilio? Non proprio

Questa mattina Benedetto XVI è a Cofton Park (Birmingham) dove celebra la messa per la beatificazione del cardinale John Henry Newman.

Alle 12 a Rendal reciterà l'Angelus. Poi nel pomeriggio l'incontro coi vescovi d'Inghilterra e Scozia e infine la cerimonia di congedo all'aeroporto di Birmingham.

Mi sembra che le cose più importanti su Newman il Papa le abbia dette ieri.

Da decenni è in corso un aspra battaglia su chi sia davvero Newman per la chiesa. Un precursore del Concilio? Un seguace della libera coscienza e d'un certo liberalismo ecclesiale? Un ispiratore d'un ecumenismo fondato sul dialogo senza la meta ultima del ritorno di tutti i cristiani alla piena comunione con Roma? Oppure è stato altro? Oppure è stato un grande difensore di una fede che trova nella ragione un suo fondamento, di una fede che già nella coscienza correttamente ispirata riscopre le verità che intende seguire?

Ieri il Papa ha fugato ogni equivoco.

Ha detto Benedetto XVI: "Newman ha descritto il proprio lavoro come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale. Qui vi è la prima lezione che possiamo apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni, quando un relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta che, quali uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo stati creati per conoscere la verità, per trovare in essa la nostra definitiva libertà e l'adempimento delle più profonde aspirazioni umane. In una parola, siamo stati pensati per conoscere Cristo, che è Lui stesso la via, la verità e la vita".

Se c'è una cosa che Newman ha combatutto è ogni modalità di vivere la religione in modo privatistico. Ogni modalità di relativismo e liberalismo religioso.

Dice poi il Papa: "L'esistenza di Newman, inoltre, ci insegna che la passione per la verità, per l'onestà intellettuale e per la conversione genuina comportano un grande prezzo da pagare. La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita, ed in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall'umana eloquenza o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata. Non lontano da qui, a Tyburn, un gran numero di nostri fratelli e sorelle morirono per la fede; la testimonianza della loro fedeltà sino alla fine fu ben più potente delle parole ispirate che molti di loro dissero prima di abbandonare ogni cosa al Signore. Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l'essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità ultima come individui, e quale fondamento di una società giusta e umana".

Newman ci insegna poi "la passione per la verità, per l'onestà intellettuale e per la conversione genuina comportano un grande prezzo da pagare". Ratzinger parla di "conversione genuina". Newman si convertì. Torno in comunione con Roma. Non è forse questo il senso d'un sano ecumenismo? Oggi il Papa potrebbe parlare anche di questo. Ma intanto, ieri, ha già dato la linea. Newman fu tante cose, ma non certo un precursore del Concilio.

Leggi qui "Se segui Newman c'è un prezzo da pagare".
Pubblicato su palazzoapostolico.it domenica 19 settembre 2010


Nessun commento: