Senza la famiglia siamo impotenti davanti allo Stato, certo, e forse mai come durante questa pandemia l'abbiamo visto.
Elicotteri e pattuglie per controllarci, misure che spesso ci hanno reso contro la nostra volontà nemici gli uni degli altri, inviti alla delazione d'altri tempi.
Mai come oggi è invece importante stringerci nei rapporti che ci radicano ai nostri familiari e che radicano le nostre famiglie le une alle altre.
Non è per una sfiducia "ideologica", ma quando lo Stato assume il volto poco amico di chi deve controllarti e penalizzare, si capisce sempre meglio cosa voleva dire Chesterton.
Posso raccontare un'esperienza vera e poco ideologica.
In questi giorni la nostra Scuola Libera "G. K. Chesterton", a San Benedetto del Tronto, ha sentito sulla propria pelle la distanza dello Stato e la diffidenza preconcetta verso quest'esperienza di libertà ammessa dalla stessa Carta Costituzionale. I nostri alunni (come pure quelli delle altre scuole parentali d'Italia, alcune delle quali si sono riunite di recente nel Coordinamento delle Scuole Parentali Cattoliche) non sanno quando si svolgeranno gli esami d'idoneità (previste per il passaggio da un anno all'altro) e i maturandi dovranno aspettare il 15 Settembre. Non c'è nessuna ragione di carattere sanitario, educativo o altro, e non si comprende perché le cose debbano andare così per noi.
Per fortuna hanno tutti famiglie solide e motivate per seguire questo percorso di libertà, e non sarà certo questa traversia a farci smettere. Però questo è uno dei segnali che non vorremmo vedere (ne abbiamo visti tanti altri in giro: ostilità verso la religione, controlli spesso eccessivi, eccetera).
Senza la famiglia siamo impotente davanti allo Stato. Allora ci uniamo e non abbiamo paura.
Marco Sermarini
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