martedì 16 giugno 2020

Un aforisma al giorno.


Era stata dichiarata guerra tra Assisi e Perugia. Sarebbe di moda usare un certo spirito satirico, oggi, dicendo che quelle guerre non scoppiavano, ma duravano indefinitamente tra i comuni dell'Italia medioevale. Sarà sufficiente dire che se una di quelle guerre fosse realmente durata, senza interruzioni, per un secolo, avrebbe probabilmente ucciso un numero di uomini infinitamente minore di quanti ne uccide in un anno una delle nostre guerre scientifiche fra i grandi moderni imperi industriali. Ma i cittadini delle repubbliche medioevali potevano essere chiamati a morire solo per quanto di più sacro avevano, per le case che abitavano, per gli altari che veneravano, per i governatori o delegati che conoscevano: non esisteva per loro la più vasta visione che chiama adesso a morire per le recentissime notizie di lontane colonie riferite da giornali anonimi. E se ne deduciamo per nostra esperienza che la guerra doveva paralizzare la civiltà, dobbiamo almeno ammettere che quelle cittadine guerriere dettero un buon numero di paralitici che rispondono ai nomi di Dante e Michelangelo; Ariosto, Tiziano, Leonardo, Colombo, non escludendo Caterina da Siena e il Soggetto di questa storia.
Gilbert Keith Chesterton, San Francesco d'Assisi 

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