Cari amici,
sono esterrefatto da quello che sta succedendo proprio perché c'è un evidentissimo corto circuito nella ragione di questi uomini che non vogliono lasciare andare questo bambino e per le motivazioni che adducono. Non scrivo una parola in più di quello che è ben descritto nell'articolo che trovate qui sotto. Mi rivolgo a tutti voi soci della nostra Società Chestertoniana Italiana perché invochiate il nome dell'inglese Chesterton affinché interceda per il piccolo Alfie e per la sua coraggiosa famiglia presso Nostro Signore Gesù Cristo.
Potete diffondere tranquillamente questo post e diffondere soprattutto le preghiere al nostro caro Chesterton.
Marco Sermarini
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Alfie, trattative ad oltranza, medici pronti per il "blitz"
Thomas sta portando via Alfie dall'Alder Hey Hospital. In un video che ci ha inviato spiega: «Sono qui con Alfie...ho un documento del Christian Legal Center, dice che ho il diritto di portare fuori dall'ospedale mio figlio». Ma «non mi fanno uscire da qui...Stanno chiamando la polizia». Fuori c'è già l'aereo pronto per portare Alfie in Italia. Proteste davanti all'ospedale: «Salvate Alfie». Preghiamo. Dopo una notte consulva, le trattative sono serrate. Medici polacchi pronti per il blitz.
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Thomas Evans sta portando via suo figlio Alfie dall'Alder Hey Hospital di Liverpool. In un video (qui visibile) che ci ha inviato Thomas spiega: «Sono qui con Alfie. Guardate cosa ho qui con me, ho un documento del Christian Legal Center (l'ufficio legale che lo sta difendendo) e che dice che «ho il diritto di portare fuori dall'ospedale mio figlio».
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Il documento, firmato da Pavel Stroilov, dice così: «Caro Tom, mi hai chiesto di chiarire se sia legale portare via tuo figlio Alfie dall'Alder Hey Hospital senza il consenso dell'ospedale. Nella situazione di Alfie, ciò sarebbe fattibile solo con il supporto di un team di professionisti medici e con le necessarie attrezzature di supporto vitale. Con riserva di ciò, posso confermare che tale rimozione sarebbe lecita secondo la legge inglese».
Ma l'Alder Hey ha chiamato la polizia per fermare Thomas. Nel video che ci ha inviato Thomas ci dice: «Questo è mio figlio…no ho una diagnosi». Poi Thomas mostra un macchinario portatile e spiega: «Questo è un ventilatore, abbiamo la ventilazione». Poi mostra il piccolo Alfie e continua: «Questo è mio figlio. Sto tremando, sto tremando, non mi fanno uscire da qui, questo è mio figlio. Stanno chiamando la polizia. Qui davanti ho mio figlio innocente, guardate come è innocente. Come possono farci questo?». La polizia ha detto a Thomas che se tocca suo figlio sarà arrestato per violenza personale, mentre all'ospedale è permesso di ucciderlo. Fuori c'è già l'aereo pronto per portare Alfie in Italia e medici pronti a soccorrerlo
ORE 20:30: L'ospedale sta richiedendo un ordine di protezione di emergenza per detenere Alfie.
ORE 21:30: Fuori dall'ospedale la strada è bloccata da una protesta. Il popolo di Alfie suona i clacson e grida: «Liberate Alfie Evan!Salvate Alfie Evans!».
ORE 22: È arrivato Pavel Stroilov, l'avvocato degli Evans, in volo da Londra e sta entrando in ospedale.
ORE 22:50: I servizi sociali vogliono togliere la potestà genitoriale a Thomas e Kate e prendere in custodia Alfie. L'avvocato degli Evans continua a resistere.
ORE 23:30: Thomas esce dall'ospedale e conferma che i negoziati sono ancora in corso, che vogliono privare lui e Kate del diritto di decidere le cure per loro figlio. «Potrei portare via Alfie ma i dottori me lo impediscono. In realtà potrei andare su e portare via Alfie però, come sapete, ci sono centinaia di poliziotti e dicono che se lo faccio sarei arrestato per aggressione. Ho la rappresentanza legale per Alfie ma sarei arrestato per aggressione. Che senso ha? Non c'è alcun ordine del tribunale che dice che Alfie deve rimanere in questo ospedale adesso. Io e Kate abbiamo piena responsabilità su Alfie e potremmo portarlo a quell'ambulanza li che ha tutte le attrezzature necessarie. Probabilmente non possiamo partire stanotte perché tutti gli aeroporti sono stati chiusi. Ma alla fine quel che conta è che Alfie è stabile, noi abbiamo piena responsabilità e non c'è dottore in quell'ospedale che può più dire una parola su mio figlio, solo quelli dell'aereoambulanza». Thomas chiede di continuare la protesta pacifica fuori dall'ospedale e chiede sostegno a tutto il popolo di Alfie.
ORE 24:10: I genitori hanno conferito il "dovere delle cure" di Alfie a medici esterni all'Alder Hey. La richiesta dell'ordine di protezione di emergenza serve a scalvalcare l'accusa di detenzione illegittima del bimbo avanzata dalla difesa degli Evans.
ORE 00:30: Thomas esce di nuovo dall'ospedale dice che il suo avvocato ha ottenuto che la ventilazione non sia rimossa domani. L'ospedale però vuole rimuoverla comunque sabato. Ripete che aveva un team di medici polacchi, un ventilatore e un'ambulanza pronti. L'avvocato continua la mediazione per portare via Alfie. L'ospedale non ha prove per detenere Alfie, mentre lui ne ha per portarlo via. Thomas chiede a chi sta manifestando di rimanere fino alla fine. Alfie, diminuite le dosi troppo alte di farmaci con effetti sedativi, migliora sempre di più. Il piccolo guerriero non smette di combattere. «E nemmeno noi», grida il popolo di Alfie's Army.
ORE 10.30: Notte convulsa all'esterno dell'Alder Hay dove centinaia di persone si sono radunate per protestare contro la polizia che ieri sera ha impedito a Thomas e Kate Evans di portar via il piccolo Alfie dall'ospedale. Il team di medici polacchi ha lasciato momentaneamente Liverpool ma è pronto a tornare non appena ci sarà la possibilità di interventire. Le trattative sono in corso e Thomas è sempre più determinato a impedire l'esecuzione della sentenza.
ORE 16: In un comunicato stampa rilasciato dalla famiglia Evans, vengono ringraziati tutti coloro che stanno sostenendo la famiglia, fuori dall'ospedale Alder Hey. E si prega di mantener vivo il sostegno almeno finché Alfie non verrà rilasciato vivo dalla struttura.
La situazione, dal punto di vista giudiziario, è la seguente: il giudice Hayden ha negato che Alfie sia imprigionato, ha rifiutato l'appello al diritto di habeas corpus (non incarcerare una persona finché non ritenuta colpevole) ed è rimasto in silenzio quando l'avvocato Paul Diamond ha affermato il diritto dei genitori, Tom e Kate, di accompagnare il figlio fuori dall'ospedale. Dunque i genitori hanno esercitato il loro diritto quando ieri, 12 aprile, hanno formalmente revocato il mandato di cura all'Alder Hey per trasferire il bambino all'ospedale Bambino Gesù. Il fatto che l'ospedale abbia chiamato la polizia, trasferito tutti i bambini e chiuso tutti gli accessi è da considerarsi come una violazione del diritto. "Stanno interpretando il dovere di cura come un dovere di uccidere".
Nel frattempo i genitori di Alfie continuano ad auspicare un pronto trasferimento presso l'ospedale Bambino Gesù e ringraziano l'ospedale neurologico Carlo Besta di Milano per aver messo a disposizione personale e attrezzatura per una migliore diagnosi.
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