Sul Times online (precisamente alla pagina del supplemento letterario del prestigioso giornale), troverete l'articolo dal titolo "The Paradox Who Was Chesterton" (Il paradosso che fu Chesterton, nome che vuole parafrasare il titolo di una delle sue grandi opere, L'Uomo che fu Giovedì).
L'articolo è di A. N. Wilson (personaggio piuttosto singolare: nato anglicano e avviato alla vocazione clericale nel ramo anglocattolico della Comunità Anglicana, si fa cattolico romano e quindi torna alla Chiesa d'Inghilterra per poi dichiararsi ateo, divorziato, risposato...), e recensisce il volume di William Oddie CHESTERTON AND THE ROMANCE OF ORTHODOXY - The making of GKC 1874–1908, uscito recentemente per i tipi di Oxford University Press.
Oddie era pastore anglicano, poi convertitosi al cattolicesimo, oggi è il direttore del Catholic Herald di Londra. E' autore anche di un volume su Giovanni Paolo II ("John Paul the Great: Maker of the Post-conciliar Church"), di un volume intitolato "The Roman Option - Realignement of English Church", oltre che di studi su John Henry Newman.
La tesi del volume, secondo l'originale recensore, è che, dall'esame delle idee di Chesterton-studente poeta e amante delle discussioni degli anni '80 dell'800, sino a quelle del Chesterton-"Ortodosso", si possa vedere come egli fosse già cattolico ben prima dell'ufficiale ingresso nella Chiesa di Roma. Oddie sostiene inoltre che Chesterton abbia assorbito molte delle sue "idee cattoliche ante litteram" non, come sempre supposto, dal suo amico Belloc né da padre John O'Connor, ma da sua moglie Frances, devota anglocattolica, e dai suoi (di lei) eroi dell'Alta Chiesa, come Charles Gore, Conrad Noel e Percy Dearmer. Oddie porterebbe a suffragio di ciò articoli citati sinora solo in parte dell'epoca dei contributi di Chesterton al Debater (la rivista che editava assieme a Lucian Oldershaw e altri compagni di scuola), lettere e altro.
Oddie accrediterebbe un'evoluzione dal Chesterton addirittura comunista degli anni scolastici al Chesterton unitariano (la particolare inclinazione religiosa dei suoi familiari, non genuinamente anglicani ma appartenenti alla Chiesa Unitariana) sino al Chesterton anglocattolico dell'incontro con Frances Blogg, sua futura moglie.
Uno dei documenti scoperti da Oddie sarebbe una lettera di Chesterton scritta negli anni 1892-93 in cui egli (ancora comunista) dice: "Mi piacerebbe partecipare a un tea-party di circa sei individui. Cristo, Walt Whitman, San Francesco, Robert Burns, e il signor Tom Mann, intorno al nostro tavolo ci sarebbe molto divertimento". Il Mann citato non è l'autore dei Buddenbrook ma l'organizzatore della campagna elettorale di Keir Hardie, scozzese padre del laburismo britannico.
Sarebbe un libro da leggere tutto, per capire esattamente la tesi dell'autore che qui illustriamo per brevissimi tratti.
Di Williamo Oddie trovate anche questo articolo, dal titolo G. K. Chesterton was not an anti-Semite, apparso sul Catholic Herald, in cui Oddie dimostra l'infondatezza della tesi, diffusa in un certo mondo inglese e protestante, secondo cui Chesterton sarebbe stato antisemita, polemica recentemente riemersa.
L'articolo è di A. N. Wilson (personaggio piuttosto singolare: nato anglicano e avviato alla vocazione clericale nel ramo anglocattolico della Comunità Anglicana, si fa cattolico romano e quindi torna alla Chiesa d'Inghilterra per poi dichiararsi ateo, divorziato, risposato...), e recensisce il volume di William Oddie CHESTERTON AND THE ROMANCE OF ORTHODOXY - The making of GKC 1874–1908, uscito recentemente per i tipi di Oxford University Press.
Oddie era pastore anglicano, poi convertitosi al cattolicesimo, oggi è il direttore del Catholic Herald di Londra. E' autore anche di un volume su Giovanni Paolo II ("John Paul the Great: Maker of the Post-conciliar Church"), di un volume intitolato "The Roman Option - Realignement of English Church", oltre che di studi su John Henry Newman.
La tesi del volume, secondo l'originale recensore, è che, dall'esame delle idee di Chesterton-studente poeta e amante delle discussioni degli anni '80 dell'800, sino a quelle del Chesterton-"Ortodosso", si possa vedere come egli fosse già cattolico ben prima dell'ufficiale ingresso nella Chiesa di Roma. Oddie sostiene inoltre che Chesterton abbia assorbito molte delle sue "idee cattoliche ante litteram" non, come sempre supposto, dal suo amico Belloc né da padre John O'Connor, ma da sua moglie Frances, devota anglocattolica, e dai suoi (di lei) eroi dell'Alta Chiesa, come Charles Gore, Conrad Noel e Percy Dearmer. Oddie porterebbe a suffragio di ciò articoli citati sinora solo in parte dell'epoca dei contributi di Chesterton al Debater (la rivista che editava assieme a Lucian Oldershaw e altri compagni di scuola), lettere e altro.
Oddie accrediterebbe un'evoluzione dal Chesterton addirittura comunista degli anni scolastici al Chesterton unitariano (la particolare inclinazione religiosa dei suoi familiari, non genuinamente anglicani ma appartenenti alla Chiesa Unitariana) sino al Chesterton anglocattolico dell'incontro con Frances Blogg, sua futura moglie.
Uno dei documenti scoperti da Oddie sarebbe una lettera di Chesterton scritta negli anni 1892-93 in cui egli (ancora comunista) dice: "Mi piacerebbe partecipare a un tea-party di circa sei individui. Cristo, Walt Whitman, San Francesco, Robert Burns, e il signor Tom Mann, intorno al nostro tavolo ci sarebbe molto divertimento". Il Mann citato non è l'autore dei Buddenbrook ma l'organizzatore della campagna elettorale di Keir Hardie, scozzese padre del laburismo britannico.
Sarebbe un libro da leggere tutto, per capire esattamente la tesi dell'autore che qui illustriamo per brevissimi tratti.
Di Williamo Oddie trovate anche questo articolo, dal titolo G. K. Chesterton was not an anti-Semite, apparso sul Catholic Herald, in cui Oddie dimostra l'infondatezza della tesi, diffusa in un certo mondo inglese e protestante, secondo cui Chesterton sarebbe stato antisemita, polemica recentemente riemersa.
2 commenti:
Vi segnalo anche questo:
http://www.ncregister.com/site/article/17134/
Cari amici chestertoniani, ho appena finito di leggere il San Tommaso del nostro amatissimo Autore, pregandolo di “illuminarmi” nella lettura. Gli ho detto: caro Gilbert, io non sono materialista come te e San Tommaso, il mio Cristianesimo è ancora infiorato di buoni sentimenti e visioni celestiali, perciò aiutami a capire; voglio essere lieta e gioiosa come te. Siccome nell’affrontare e giudicare la realtà faccio funzionare il buonsenso ho capito che sono una “filosofa” e pure una filosofa tomista! Ora ho cominciato a leggere L’Uomo Eterno, con la magistrale presentazione di Luca Volontè. Troppo forte quando G.K.C dice che per capire la Chiesa bisogna essere o molto vicino o molto lontano; con la via di mezzo non si capisce niente; come il Signore nell’Apocalisse che preferisce i “molto caldi o i molto freddi” e vomita i tiepidi! Sto cominciando a ragionare come un extraterrestre, eheh…
Un saluto e un abbraccio affettuosissimo da una chestertoniana che guarda il mondo con lo sguardo di una fanciulla!
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