martedì 8 aprile 2008

Medici contro l’obbligo della pillola del giorno dopo

di Antonio Gaspari

(i neretti sono i nostri che riportiamo questo come il precedente articolo, ringraziando Zenit)

ROMA, lunedì, 7 aprile 2008 (ZENIT.org).- Continua a far discutere la vicenda di due giovani che avrebbero avuto difficoltà in Toscana a trovare un medico disponibile a prescrivere o a somministrare la ‘pillola del giorno dopo’.

A fronte delle pressioni del Ministro della Sanità, dell’Assessore alla Sanità della Toscana, al Presidente dell’Ordine dei Medici di Pisa, per costringere i medici a rinunciare all’obiezione di coscienza, si è scatenata una vera e propria rivolta.

Il dott. Giovanni Belcari, medico chirurgo di Pontedera ha scritto una lettera aperta, in cui sostiene che “né il ministro Livia Turco, né l’assessore regionale Enrico Rossi e nemmeno il presidente dell’Ordine dei medici di Pisa Giuseppe Figlini potranno mai imporre a un medico di assecondare la volontà della paziente, dando a lei la responsabilità di una scelta che quello stesso medico non ha compiuto in autonomia, e quindi in scienza e coscienza”.

Il dott. Belcari, fa riferimento al Codice deontologico dell’Ordine dei medici, ed in particolare agli articoli 3, 4, 13, 22 e 58, per difendere l’obiezione di coscienza.

Una deontologia che si rispetti – ha scritto Belcari – mai può obbligare un medico alla prescrizione di un farmaco non salvavita”, per questo sia l’Ordine dei Medici che il Comitato nazionale per la Bioetica hanno “riconosciuto all’unanimità al medico la possibilità di rifiutare la prescrizione della pillola appellandosi alla clausola di coscienza”.

Il medico di Pontedera ha indirizzato la lettera al Direttore sanitario della Usl 5 di Pisa Rocco Damone e al Presidente dell’Ordine dei medici Figlini, ed ha chiesto il sostegno ai colleghi ginecologi, neonatologi, psichiatri, anestesisti, medici di guardia e del 118.

Interpellato da ZENIT, il dott. Belcari ha affermato che ha già raccolto più di 65 firme, tra cui quelle di diversi docenti universitari, e conta di arrivare a cento entro un paio di giorni.

Tra i primi firmatari della lettera aperta alcuni nomi di spicco come il professor Virgilio Facchini, ex Primario di Ginecologia, il professor Pietro Iacconi, in servizio al Dipartimento di Chirurgia generale al Santa Chiara di Pisa e il professor Massimo Ermini della Facoltà di Medicina e chirurgia.

Sullo stesso tema l’Associazione Nazionale Medicina & Persona, in un comunicato recapitato a ZENIT, ha ribadito che “una deontologia che si rispetti non può obbligare un professionista alla prescrizione di un farmaco ‘non salvavita’ in modo coercitivo”.

Perchè “sarebbe la fine del rapporto medico-paziente in cui la responsabilità e libertà di prescrizione, spettano solo al medico, che se ne assume la responsabilità, se non altro per rispetto delle competenze”.

In merito al diritto all’obiezione di coscienza, Medicina & Persona menziona in particolare alcune leggi esistenti nel nostro Paese (la 194/78, la legge 40/2004) e il Codice di Deontologia Medica del 2006 come “espressione di questo diritto inalienabile che intendiamo continuare a sostenere e tutelare”.

Il comunicato conclude con l'appello del Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCEO), il dott. Amedeo Bianco, a “difendere il valore delle decisioni ‘in scienza e coscienza’ che fanno parte del dovere di ogni medico e che sono garantite oggi dal Codice di Deontologia Medica”.

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