sabato 30 marzo 2019

Alcune cose note ai lettori del blog finiscono in un volume...

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In una lettera a Tatiana Schucht dell'11 agosto 1930, Gramsci spiega che stava cercando di riprendere con forza a scrivere nonostante le condizioni alle quali lo sottoponeva la detenzione e consigliava a Tatiana di recuperare un libro capace di emozionarla: «Sai che è stata pubblicata la continuazione delle avventure di padre Brown? Il libro è uscito presso la casa editrice Alpes di Milano e si intitola La saggezza di padre Brown; ti informo perché il primo volume, mi pare, ti era piaciuto molto e se nel primo il padre Brown era ingenuo mentre nel secondo è saggio chissà quali progressi avrà fatto la sua capacità di induzione e di introspezione psicologica».
Gramsci era rimasto molto colpito dalla narrativa di Chesterton tanto che in una successiva missiva del 6 ottobre analizza la qualità delle sue storie mettendole a confronto con quelle di un altro autore: «Chesterton ha scritto una delicatissima caricatura delle novelle poliziesche più che delle novelle poliziesche propriamente dette. Il padre Brown è un cattolico che prende in giro il modo di pensare meccanico dei protestanti e il libro è fondamentalmente un'apologia della Chiesa Romana contro la Chiesa Anglicana. Sherlock Holmes è il poliziotto protestante che trova il bandolo di una matassa criminale partendo dall'esterno, basandosi sulla scienza, sul metodo sperimentale, sull'induzione. Padre Brown è il prete cattolico che attraverso le raffinate esperienze psicologiche date dalla confessione e dal lavorio di casistica morale dei padri, pur senza trascurare la scienza e l'esperienza, ma basandosi specialmente sulla deduzione e sull'introspezione, batte Sherlock Holmes in pieno, lo fa apparire un ragazzetto pretenzioso, ne mostra l'angustia e la meschinità».
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