mercoledì 20 settembre 2017

Un aforisma al giorno (sempre grazie a Brunelli), bello.

I DAGO ITALIANI

La feccia di tutte le facce che siamo riusciti a togliere o a prendere a prestito dal più basso livello dell’intelligenza americana o dalla sua deficienza è la moda ora diffusa in quasi tutta l’Inghilterra di usare la parola «dago». Il significato storico di questa espressione è molto divertente. Il Dago, parlando in generale, è un membro di quelle razze oscure che hanno colonizzato il sud America e le cui origini si devono ricercare nelle penisole del Mediterraneo. Le principali caratteristiche del Dago sono i coltelli, i cenci, passioni romantiche, un comportamento ardito, aglio e chitarre. 
Muniti di queste cose gli individui in questione creano continue noie assolutamente sproporzionate alla loro importanza, o in altre parole, alla loro ricchezza e hanno formato una tremenda seccatura per tutte quelle solide comunità che hanno buoni rapporti con il regno della legge. Per esempio, molto tempo fa una banda di questi desperados ingaggiò una tremenda zuffa a coltello, dopo di che uno di loro venne lasciato per morto e gli altri vennero perseguitati dagli amici di quello con una tipica forma di vendetta meridionale. Questo sordido incidente venne gonfiato e fatto argomento di dramma e di melodramma sino a che ogni scolaretto dovette imparare che il nome del morto era Giulio Cesare e che l’uomo che lo pugnalò pronunciò una certa retorica affermazione di essergli amico. Altri incidenti egualmente meschini e sensazionali hanno disgratamente adulato la vanità del Dago; sembra che un Dago proveniente da una di quelle sudice isolette sia fuggito e fattosi soldato come tanti altri buoni a nulla abbia causato molte seccature a tutta l’Europa sino a che la carriera criminate ebbe termine con la sua cattura e la prigionia di Sant’Elena. Vi è un’altra sordida storia sulla quale non occorre soffermarsi e che si riferisce ad un marinaio fuggito di casa il quale si fece con grande vanagloria una enorme reclame ed aggiunse insulto all’insulto scoprendo effettivamente l’America. 
Si dice qualche volta scortesemente che quella scoperta avrebbe dovuto esser passata sotto silenzio, ma è giusto aggiungere che la Britannia venne scoperta da un altro Dago e che magari anche questa scoperta avrebbe dovuto venir sepolta nel silenzio. 
Sarebbe certo stato più di buon gusto se tutti i Dago avessero passato sotto silenzio tutte le cose da loro fatte nella storia, ma se lo avessero fatto non sarebbe rimasta forse molta storia.


Gilbert Keith Chesterton, La risurrezione di Roma

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