lunedì 26 marzo 2007

Giusto, padre Brown...



L'altro giorno ho acquistato su internet la canzoncina della sigla de I Racconti di Padre Brown. E mi è ripartito l'entusiasmo, ed insieme la commozione.
I Racconti di Padre Brown nel 1970 furono messi in scena in TV grazie alla bravura e alla simpatia del guizzante Renato Rascel. Furono trasposti sei episodi della serie: La croce azzurra, Le colpe del principe Saradine, Il duello del dottor Hirsch, Il re dei ladri, I tre strumenti di morte, La forma sbagliata.
I Racconti di Padre Brown furono trasmessi per la prima volta dalla RAI tra il Dicembre 1970 e il Febbraio 1971, con una media di ascolto di oltre 18 milioni di telespettatori.

Spesso ruba la gente / perchè non ha niente / Così crede la gente / d’esser nullatenente / Ma se ciò che hai / fosse quello che ti resta da un naufragio sopra un isola deserta / grideresti di gioia / d’avere una coperta da mettere addosso / ed un bottone d’osso, un berrettino rosso / una cannuccia, un temperino / nelle tue mani... / Avresti un piffero dai suoni strani / per fare il verso ai gabbiani / Sapessi che bellezza / Sapessi che ricchezza / Sapessi che allegria ...”: ogni episodio de I racconti di Padre Brown era aperto da queste parole, voglio dire bellissime parole che sono la parafrasi di un intelligentissimo discorso tratto non da I Racconti di Padre Brown bensì da Ortodossia, sulle celebri note della canzone ‘Grazie, Padre Brown’ scritta da Renato Rascel appositamente per la serie televisiva e cantata da lui stesso insieme ai 4+4 di Nora Orlandi e ai Cantori Moderni di Alessandroni. Renato Rascel veste ottimamente i panni del pretino inglese di Norfolk, nato nel 1910 dalla penna di Gilbert Keith Chesterton.

Il segreto di Padre Brown è una profonda conoscenza dell’animo umano: egli scava nell’animo delle persone sino a immedesimarsi in loro, mettersi nei loro panni, e chiedersi che cosa avrebbe fatto al posto loro. Il trucco funziona, perchè in questo modo egli riesce puntualmente a bagnare il naso alla polizia. Vittorio Cottafavi firma la regia, mentre Arnoldo Foà interpreta Flambeau, il ladro redento (come è raccontato nel primo episodio della serie televisiva, in realtà avvenuto, nella) sempre pronto ad aiutare l’amico prete nelle sue indagini.

Toni ironici, talvolta apertamente comici, smorzano l’aspetto drammatico che fa da sfondo ad ogni racconto, e danno talora origine a sequenze spassose per lo spettatore (come l’interpretazione di Mario Pisu, nei panni del Prefetto di Parigi, o quella di Oreste Lionello nei panni dell’ispettore Gilder). Molto interessanti sono anche i dialoghi tra Padre Brown e Flambeau, sulle questioni della fede e - più in generale - della condizione umana. sono spesso tratti da altre opere di Chesterton.

Gli episodi sono correntemente in vendita sia in vhs che in dvd.

1 commento:

L'Uomo Vivo ha detto...

Sì, caro Berlicche, la faccenda si svolse tra il '70 e il '71, ed io, piccolo Uomo Già Vivo, non ne persi una puntata.
Confesso che ogni volta che canto la canzoncina, tutt'altro che scema, mi commuovo.