lunedì 21 febbraio 2022

Come Cecchi agganciò Chesterton nel 1929 e lo invitò pure a pranzo...

Finalmente il giornale comincio a riprendere fiato e a riorganizzarsi con proprie iniziative. Provvide, ad esempio, ad intervistare nel novembre del 1929 il saggista cattolico inglese Gilbert Keith Chesterton, che era di passaggio a Roma. La persona adatta per l’intervista si trovò nel collaboratore Emilio Cecchi, acquisto recente del giornale. Lo stesso Cecchi, del resto, si era messo a disposizione del redattore capo Oreste Rizzini*.

* “Bottazzi, dell’ufficio di Roma [redattore del Corriere], mi comunicò che è a Roma G. K. Chesterton; e mi pregò se pensavo io ad intervistarlo. Perché lo Chesterton non parla che inglese. Io scrissi dello Chesterton su giornali italiani, dal 1909; lo conobbi di persona a Londra (e Beaconsfield) nel 1919; e lo rividi a Roma nel 1921. Son stato poi il suo primo traduttore italiano, fino dal 1920. Spererei, dunque, che lo Chesterton mi desse modo di fare un’intervista non banale… Ma ci sono guai. Lo Chesterton è venuto per scrivere un libro sulla Questione Romana (come farà poi? Perché non sa l’italiano). Sta tappato in casa di amici inglesi. Non se ne sa l’indirizzo. La polizia non dà l’indirizzo senza autorizzazione del Consolato. Il Consolato, naturalmente, mantiene la consegna, affidatagli dallo scrittore, di non dire dove sta. Per consiglio dell’Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio, mandai un telegramma di saluto allo Chesterton, presso il Consolato; per vedere di innescarlo; ma finora niente. Alla Presidenza del Consiglio, non risulta, finora, abbia chiesto di vedere l’on. Mussolini. Non trascuriamo, io e Bottazzi, altre strade; per esempio nell’ambiente Vaticano. So che lo Chesterton, fra una diecina di giorni, vedrà i giornalisti, tutti insieme; e farà delle dichiarazioni. Ma ho fatto sapere che, al Corriere, questo poco può interessare; e che ci vuole un’intervista speciale. Di tutto questo ho voluto avvertirla; perché sappia che non trascuriamo la cosa…“. Lettera, datata Roma 2 novembre 1929, in ACS. Cecchi pochi giorni dopo riuscire ad agganciare e Chesterton che lo invitò a pranzo e gli concesse l’intervista.

Glauco Licata, Storia del Corriere della Sera.

Bella questa testimonianza, di cui abbiamo una conferma di primissima mano: una pagina del diario di Leonetta Cecchi Pieraccini, moglie di Emilio Cecchi, che racconta l'episodio della visita di Chesterton e signora a Casa Cecchi nel Novembre 1929:

https://uomovivo.blogspot.com/2017/10/echi-di-chesterton.html


Il resoconto fu pubblicato anche sulla Chesterton Review Edizione Italiana:

https://uomovivo.blogspot.com/2014/07/la-scheda-della-chesterton-review.html

Ci feci anche un post per me simpatico e divertente qualche annetto dopo aver ascoltato quel bel resoconto (le cose si apprezzano anche con il tempo):

https://uomovivo.blogspot.com/2017/09/arrovesciare-arrovesciamo.html

Marco Sermarini


Leonetta Cecchi Pieraccini è seduta vicino
a Giuseppe Ungaretti, e suo marito Emilio Cecchi
è il secondo da destra.

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