"La verità non è in cima alla torre, ma in fondo al pozzo. Per gli occhi, Roma è notevolmente una città di fontane. Nel guardare queste fontane, mi nacque vagamente nella mente l’idea che esse pure fossero l’espressione perfetta di un qualche cosa, e che se le acque profonde erano il cuore della città, le fontane ne potevano essere i polmoni. E ricordai quindi che una fontana è l’espressione esatta di un paradosso: una specie di prodigioso capovolgimento destinato a mostrare che l’acqua può cadere verso l’alto e scorrere a monte. L’acqua, già piegata e umile nonostante la sua lucentezza tra le rocce dove San Francesco l’accarezzava come creatura viva, qui si slancia altissima come in volo, come se il pozzo potesse farsi vulcano. Anche l’acqua è in stato di ribellione, o almeno di resurrezione. E quando ritrovai questa parola capii l’immagine che non mi dava tregua, capii che Roma è la Roma delle fontane perché dappertutto esiste in essa questo senso di cose segrete lanciate in alto dal profondo".
Gilbert Keith Chesterton, La resurrezione di Roma
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