venerdì 28 giugno 2024

Sono centocinquantacinque anni che è nata Frances Blogg e centoventitrè che Gilbert e Frances si sono sposati.




Come saprete, oggi festeggiamo il compleanno di Frances (28 Giugno 1869) e il matrimonio di Gilbert e Frances, che fu celebrato il 28 Giugno 1901, venerdì, ed era anche il trentaduesimo compleanno di Frances, che aveva quindi cinque anni più di Gilbert).

Lo sposalizio fu celebrato dopo tre anni di fidanzamento a St. Mary Abbot, la chiesa parrocchiale anglicana di Kensington, nota per il suo enorme pinnacolo situato proprio all'ingresso. Il neogotico attuale cresce sui resti della chiesa medievale del XII secolo. 


Tutte le mie visite a Kensington mi sono immaginato quel glorioso giorno per i due ragazzi, ne ho parlato coi miei figli, coi miei alunni, coi miei amici…


Il matrimonio fu celebrato da padre Conrad Noel, noto come The Red Vicar, cioè il Vicario Rosso, perché era un socialista cristiano, di tendenza anglocattolica in teologia ma decisamente schierato politicamente; il simpaticone, di cui trovate ampia traccia in questo blog (fu persona importante per entrambi gli sposi), quando era curato nella chiesa di Thaxted nell'Essex, divenne famoso perché appese fuori della sua chiesa la bandiera del Sinn Fein, il partito nazionalista, repubblicano ed indipendentista irlandese, e la bandiera di San Giorgio, cioè la vera bandiera d'Inghilterra che non è mai stata l'Union Jack. Noel ebbe un ruolo fondamentale con Frances nel riavvicinare Gilbert alla fede cristiana. Non tutti sanno che Chesterton si riavvicinò prima all'anglicanesimo grazie a sua moglie, a Noel e ad altri pastori anglicani di tendenza anglocattolica e socialisteggiante; solo dopo iniziò la sua marcia di avvicinamento a Roma. Gilbert, battezzato nella Chiesa Anglicana, crebbe fattivamente come un non conformista (come dicono gli anglofoni), con qualche puntata nella Chiesa Unitariana frequentata discontinuamente dai genitori.


La cugina quindicenne di Frances, Rhoda Bastable, che fu sempre presente nella vita dei Chesterton, fu la testimone della sposa assieme alla piccola Doris Child di otto anni, figlia di un'amica di famiglia; tra gli invitati John Butler Yeats, pittore, padre dello scrittore irlandese William Butler Yeats (i Blogg ne erano amici), con le sue due figlie Elizabeth e Susan. Elizabeth ha lasciato un interessante commento in una lettera, in cui raccontò di essere stata al matrimonio e che Gilbert desiderò che fosse il  più formale possibile mentre Frances cercò solo l'essenziale della cerimonia. Ma sapevamo che ad uno piaceva il mare e all'altra tutt'altro... Nonostante queste differenze il matrimonio funzionò alla grande.


Aneddoto: Charles Bastable, nipote di Frances, dodicenne, fu spedito a tutta velocità a pochi minuti dal rito a comprare una cravatta per Gilbert che ritenne non fosse argomento da tenere in considerazione nella preparazione (in altre parole se l'era dimenticata…). 


Secondo aneddoto: Annie Firmin, amica d'infanzia di Chesterton, rise tutto il tempo con Marie Louise, la mamma dello sposo, per la targhetta del prezzo che campeggiava sulla suola delle scarpe nuove di zecca del nostro eroe quando si inginocchiò.


Terzo aneddoto: Gilbert (è lui a dircelo) si fermò in latteria a bere un bicchiere di latte, perché lì ci era sempre stato da bambino con la mamma, e comprò una pistola perché non si sa mai, se la vita è un'avventura e sposarsi è come un duello… dovevano pure recarsi in viaggio di nozze nell'Essex e qualche pirata può sempre esserci… (queste le testuali motivazioni).


Frances Blogg, come l'ha definita correttamente la mia amica Nancy Carpentier Brown, era La Donna che fu Chesterton. Mai definizione più precisa. Dal canto suo Chesterton non si risparmiò con Frances. Volle infatti accelerare il matrimonio anche se non era ancora sicuro sulle proprie gambe dal punto di vista economico (era ancora alle prime armi seppure già arriso da un certo successo), ma la drammatica morte recente in un incidente stradale della sorella della sua futura moglie lo indussero a lanciarsi. Bravo, bravissimo. Perché Gilbert lo fece pensando così di rallegrare Frances che era tanto triste per la perdita della sorella Gertrude. Frances apprezzò e partirono (come ho già avuto modo di ricordare) per la grande avventura che nessuno dovrebbe rifiutare, come diceva lui.


Come si conobbero i ragazzi?


Nel 1896, la famiglia Blogg teneva degli incontri culturali la domenica pomeriggio nella propria casa, con amici e vicini, per un tè ed una vivace conversazione (gli avvisi che venivano mandati si intitolavano "Tea and Lively Conversation": Blogg simpatici).


In uno di questi vivaci pomeriggi culturali, Lucian Oldershaw, compagno di scuola e di dibattiti di Gilbert (anche lui membro del Junior Debating Club, prima palestra di Gilbert sorta alla St. Paul's School) invitò il nostro. Lucian si era innamorato delle ragazze Blogg e i suoi occhi caddero (letteralmente) sulla bionda Ethel. Coinvolse Gilbert e descrisse la casa ed il suo clima ma soprattutto le ragazze, per lui davvero graziose. Lo invitò.


Gilbert e Frances non si erano mai incontrati prima, anche se avevano diversi amici in comune. Si incontrarono per la prima volta in una imprecisata domenica dell'autunno del 1896, nella sala della casa di Frances al numero 8 di Bath Road, che si trovava a Bedford Park, quello che allora era un sobborgo non lontano da casa di Gilbert. Un quartiere molto originale di artisti, socialisti, intellettuali. Dobbiamo sapere che la famiglia Blogg era molto intima della famiglia Yeats, ricordate William Butler Yeats? Era il vate della Rinascita Celtica, una sorta di bardo dell'indipendenza irlandese. Ecco, stava da quelle parti e conosceva bene Frances e la sua famiglia. 

Gilbert s'innamorò a prima vista, un vero colpo di fulmine, e pensò e credette subito che lei sarebbe stata fedele e leale (insomma, vide subito che era una brava ragazza):


“Se avessi qualcosa a che fare con questa ragazza, cadrei immediatamente in ginocchio davanti a lei: se le parlassi, lei non mi ingannerebbe mai: se dovessi confidare in lei, lei non mi rifiuterebbe: se la amassi, non giocherebbe mai con me: se mi affidassi a lei, non mi tradirebbe mai: se mi ricordassi di lei, lei non si scorderebbe mai di me". (GKC in Nancy Carpentier Brown, The Woman Who Was Chesterton, ACS Books, 2015)

Marco Sermarini


Un aforisma al giorno - Il tempo degli sforzi da eroe per una vita normale.

S’avvicina il tempo – e per alcuni è già venuto – in cui una vita normale, una vita da onest’uomo, richiederà sforzi da eroe. Quale supremo dono della vita attraverso la morte è quest’obbligo di essere eroi soltanto per esistere, per restare fedeli a una banale linea di vita, che i nostri antenati seguivano così naturalmente come respiravano!

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.



giovedì 27 giugno 2024

#150volteChesterton - 150 anni fa nasceva G.K. Chesterton. Il difensore di Nico e degli altri | di Mammaoca.


Oggi 29 maggio 2024 festeggiamo i 150 anni dalla nascita di Chesterton, e forse complice l’istituzione della giornata mondiale dei bambini da parte di papa Francesco, ho pensato che proprio il nostro Gilbert ha trovato sempre il modo di servirli, riverirli e difenderli i bambini. 

Ne ho parlato in più occasioni, anche qui sul blog, raccontando di come Chesterton e la moglie Frances organizzassero ogni anno a Natale a Beaconsfield, nella loro casa, bellissime recite natalizie per i bambini che abitavano lì vicino, creando biglietti d’auguri, poesie e canzoni proprio per loro. Non solo, i bambini arrivavano in casa sua nei momenti più impensabili, leggete qui una sua divertente giornata.

Il resto qui:

https://mammaoca.com/2024/05/29/150-anni-fa-nasceva-g-k-chesterton-il-difensore-di-nico-e-degli-altri/

martedì 25 giugno 2024

Aiutiamo il signor Chesterton a sostenere la sua scuola!

Fate come Chesterton: acquistate anche voi online il blocchetto della lotteria della Scuola Chesterton

Per tutti gli amici vicini, ma soprattutto lontani, ricordiamo che da quest'anno è possibile *acquistare il blocchetto ONLINE*, direttamente dal sito della nostra Scuola!

Aprite il link: https://www.scuolachesterton.org/sostienici e acquistate comodamente da casa seguendo le semplici indicazioni riportate sul sito.

Sosteniamo la nostra scuola!

Il nostro amico Joe Grabowski intervista Matt Kelly, il batterista dei Dropkick Murphys, grande fan di Chesterton. Poi scappano fuori anche cenni agli Iron Maiden.

 


Joe Grabowski è un nostro caro amico ed uno dei vicepresidenti della Society of G. K. Chesterton, la Società Chestertoniana Americana. Conduce una rubrica su YouTube intitolata Uncommon Sense.

Questa puntata è dedicata all'intervista a Matt Kelly, il batterista dei Dropkick Murphys, un gruppo americano di Celtic Punk, musica che - direbbe un mio amico - trita.

Matt è famoso, oltre che per la sua bravura, anche perché la sua grancassa ha la facciona di Chesterton attaccata sopra. Gli è molto grato, infatti dice che grazie a Chesterton è riuscito a riavvicinarsi alla Chiesa e alla pratica della religione, a riconciliare filosofia e teologia, a conoscere il distributismo.

L'intervista indugia molto sui temi della fede e sul ruolo di Chesterton nell'approccio ad essa. È interessante.

Ad un certo punto Matt Kelly fa un cenno ad una canzone degli Iron Maiden (Revelation) in cui sono inserite alcune parole di O God of Earth and Altar, un inno ecclesiastico composto da Chesterton. Degli Iron Maiden abbiamo parlato diverse volte (qui e qui; nel secondo post si parla di Bruce Dickinson, il cantante del gruppo, che dice di apprezzare molto gli inni e accenna proprio a questa circostanza).

Questi incroci imprevisti mi affascinano e il fatto che Chesterton ne sia la causa conferma la sua vitalità e la sua capacità di attraversare indenne il tempo.

Marco Sermarini

lunedì 24 giugno 2024

Matt Kelly fa gli auguri all'uomo il cui volto adorna la sua grancassa.

Buon compleanno al Principe del Paradosso, all'Apostolo del Senso Comune, all'uomo il cui volto adorna la mia grancassa... no, non Wilford Brimly, non Teddy Roosevelt, intendo G.K. Chesterton. Il mio autore preferito e fonte di ispirazione quotidiana. In questo giorno del 1874 Gilbert Keith Chesterton nacque a Kensington, Londra, Inghilterra. "Il primo fatto sulla celebrazione di un compleanno è che si tratta di un modo per affermare in modo sfacciato, e persino ostentato, che è una buona cosa essere vivi....Ma c'è un secondo fatto sui compleanni, e sul canto di nascita di tutta la creazione, un fatto che segue davvero questo; ma che, a quanto mi sembra, l'altra scuola di pensiero quasi si rifiuta di riconoscere. Il punto di questo fatto è semplicemente che è un fatto. Nel rallegrarmi del mio compleanno, mi rallegro di qualcosa che non ho provocato io stesso" (GKC 21/3/1935)

Matt Kelly, il batterista dei Dropkick Murphys.



domenica 23 giugno 2024

Un aforisma al giorno - Nulla di più spaventoso del fatto che Dio si è fatto carne.

Tutto quello che il più terribile dei bestemmiatori ha da dire è mite e timido rispetto a quello che abbiamo da dire noi. Si possono scandagliare le fogne per trovare battute sconce, ma non si può dire nulla di più spaventoso del fatto che Dio si è fatto carne. La pietà ha anticipato tutte le profanità. Tutti gli oratori profani che ho sentito non hanno fatto altro che esporre ed elaborare nei dettagli, e forse con una certa ottusità, il semplice epigramma dell'Incarnazione. I santi hanno fatto lo scherzo; i bestemmiatori si limitano a spiegarlo. Potete ridere se lo ritenete opportuno; ma prima di voi i cieli ridevano più forte di voi e tutti i figli di Dio gridavano di gioia.

Gilbert Keith Chesterton, Daily News, 11 gennaio 1908.



#150volteChesterton - Da l’Osservatore Romano - McLuhan e Greene su GKC.

sabato 22 giugno 2024

Oggi Chesterton Day 2024 - #150volteChesterton - Il compleanno è un dogma.

Il compleanno è un dogma che nessun uomo normale nega, una formula fondamentale di confessione fondamentale; e ringrazia il Cielo, in modo implicito, per la nostra creazione, la nostra conservazione e tutte le benedizioni di questa vita.

Gilbert Keith Chesterton, The Pessimist and the Birthday Book, in The New Witness, 5 Luglio 1917 
(ora raccolto in Brave New Family).



venerdì 21 giugno 2024

Un aforisma al giorno - #150volteChesterton - Compleanno, un episodio di cui non possiamo fare a meno.

Ho appreso dal mio quotidiano che William Shakespeare è nato qualche tempo fa e che la gente sta celebrando il suo comportamento meritevole a questo riguardo. È un tratto o un segno molto profondo e nobile [...] il fatto che, quando desideriamo fare regali o accendere falò in loro onore, scegliamo per l'ammirazione un episodio di cui non potrebbero fare a meno. Con l'umiltà dei veri mistici ci loderemo a vicenda in modo tale che sia chiaro che stiamo solo lodando Dio. Se mai dovessimo prendere l'abitudine di fare regali a un uomo nel giorno di qualche sua azione meritoria, nel giorno in cui ha scritto una poesia o ha sparato a un milionario, possiamo essere perfettamente certi di essere diventati pagani con tutta l'arroganza senza cuore del paganesimo.

Gilbert Keith Chesterton, Christian World, citato in The Unitarian Register, volume 84, 1905.




giovedì 20 giugno 2024

Un aforisma al giorno - #150volteChesterton - Posso non ringraziare nessuno per il regalo di compleanno della nascita?

Ma anche se (come l'uomo senza memoria del romanzo) camminiamo per le strade con una sorta di ammirazione a metà, si tratta comunque di ammirazione. È ammirazione in inglese e non solo ammirazione in latino. La meraviglia ha un elemento positivo di lode. Questa è la prossima pietra miliare da segnare definitivamente sulla nostra strada attraverso il paese delle fate. Nel prossimo capitolo parlerò degli ottimisti e dei pessimisti nel loro aspetto intellettuale, nella misura in cui ne hanno uno. Qui sto solo cercando di descrivere le enormi emozioni che non possono essere descritte. L'emozione più forte era che la vita era tanto preziosa quanto sconcertante. Era un'estasi perché era un'avventura; era un'avventura perché era un'opportunità. La bontà della fiaba non era intaccata dal fatto che potessero esserci più draghi che principesse; era bello essere in una fiaba. La misura di ogni felicità è la gratitudine; e io mi sentivo grato, anche se non sapevo a chi. I bambini sono grati quando Babbo Natale mette nelle loro calze giocattoli o dolci. Non potrei essere grato a Babbo Natale quando mi mette nella calza il dono di due gambe miracolose? Ringraziamo le persone per i regali di compleanno, come sigari e pantofole. Posso non ringraziare nessuno per il regalo di compleanno della nascita?

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.




Un aforisma al giorno - #150volteChesterton - Dimentichiamo di aver dimenticato.

Ogni uomo ha dimenticato chi è. Si può capire il cosmo, ma mai l'io; l'io è più lontano di qualsiasi stella. Amerai il Signore Dio tuo, ma non conoscerai te stesso. Siamo tutti afflitti dalla stessa calamità mentale: abbiamo tutti dimenticato il nostro nome. Abbiamo tutti dimenticato ciò che siamo veramente. Tutto ciò che chiamiamo buon senso e razionalità e praticità e positivismo significa solo che per alcuni punti morti della nostra vita dimentichiamo di aver dimenticato. Tutto ciò che chiamiamo spirito, arte ed estasi significa solo che per un terribile istante ci ricordiamo di aver dimenticato.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.




XXII Chesterton Day - #150volteChesterton! Vi aspettiamo!!!


 

mercoledì 19 giugno 2024

Un aforisma al giorno - Innalzare il gallo affinché il santo non si glorii.

Roma ha innalzato il gallo di Pietro più in alto dell'aquila di Cesare, non per predicare l'orgoglio ai re ma per predicare l'umiltà ai pontefici. Il gallo canta per sempre affinché il santo non si glorii mai


Gilbert Keith Chesterton, William Cobbett.




martedì 18 giugno 2024

Un aforisma al giorno - Budda, Platone e San Francesco.

Francesco era straordinario in questo senso più vero e più alto, che era uno di quegli uomini che nascono con una visione assolutamente originale delle cose dentro la loro testa, che creano l'unica cosa indistruttibile: un'atmosfera. Con ognuno di questi uomini si crea veramente un nuovo cielo e una nuova terra, perché essi non vedono il cielo e la terra che vedono gli altri. Se Buddha, Platone e San Francesco avessero guardato lo stesso albero, si sarebbero trovati in tre mondi diversi. Buddha avrebbe visto nell'albero un'incarnazione grossolana in cui era immiserita una forza celeste, uno spirito in disgraziato incognito. Platone lo avrebbe visto come l'ombra di un albero perfetto esistente nel mondo ideale. Francesco lo avrebbe visto semplicemente come "Frate Albero", un individuo vicino della parrocchia del Cosmo, un compagno silenzioso ma divertente, un uomo, per così dire, con i capelli verdi e una gamba sola. L'intera concezione si fondava, ovviamente, sulla dottrina cristiana del grande Padre, la cui memoria era una cronaca infinita, in cui era scritto chiaramente il nome d'ogni pietra o erba. Ma egli diede alla dottrina una svolta individuale di straordinaria bellezza e umorismo con l'idea di trovare ovunque pettegolezzi e parenti nel grottesco cameratismo dei boschi e delle colline. I suoi "Frate Lupo" e "Sora Allodola" hanno in realtà tanto in comune con il "Brer Wolf" e la "Sis Cow" di Zio Remus* quanto con qualsiasi filosofia panteistica. Aveva troppo amore per ogni singola cosa per avere un volgare amore per la Natura.

Gilbert Keith Chesterton, The Speaker, 1 dicembre 1900.

*Zio Remus è il personaggio immaginario nonché narratore di una raccolta di racconti popolari afroamericani compilata e adattata da Joel Chandler Harris e pubblicata in forma di libro nel 1881.




lunedì 17 giugno 2024

Un ex libris dei Chesterton.


 

La scrittura sembra quella di Frances.

Il libro era nella biblioteca dei Chesterton ed ora negli uffici della parrocchia cattolica di Santa Teresa e dei Martiri Inglesi di Beaconsfield.

"Please return to Top Meadows Cottage Beaconsfield Bucks" cioè "per favore restituite presso Top Meadow Cottage Beaconsfield Buckinghamshire".

Bella cosa.

sabato 15 giugno 2024

Riproposizioni - Uomini comuni e uomini straordinari.

Tutti gli uomini sono uomini comuni; gli uomini straordinari sono quelli che si rendono conto di tutto ciò.


Gilbert Keith Chesterton, La serietà non è una virtù.




venerdì 14 giugno 2024

La famosa sedia del barbiere di Chesterton, oggi presso la Chesterton Collection.

La famosa sedia del barbiere...



 

Chesterton e la sua tomba e i suoi amici.

Italiani ed americani
sulla tomba di Chesterton
in una bella foto, Ottobre 2022.


Dale Ahlquist offre del tabacco
al Nostro Eroe, Marzo 2014.

 
Una rappresentanza della
Scuola Libera G. K. Chesterton,
Aprile 2018.

Il ricordino di Chesterton scritto da Walter de la Mare ("Knight of the Holy Ghost...") e il famoso telegramma di Papa Pio XI ("defender of the catholic faith").

Il ricordino della morte
di Chesterton 
con i versi del suo amico 
Walter de la Mare.

Il famoso telegramma di Papa Pio XI
in occasione della morte di Chesterton
(ne abbiamo una copia donataci da Aidan Mackey)

88 anni dopo l'Uomo Vivo è sempre più vivo.

 

Gilbertone lieto in terra viventium.



Domenica 14 Giugno 1936, poco dopo le ore dieci del mattino Chesterton morì. Era la domenica nell'Ottava della solennità del Corpus Domini.

«In quello stesso giorno sua moglie Frances scrisse una lettera a Padre O'Connor: "Il nostro amato Gilbert è morto questa mattina alle 10:15. Era privo di sensi da qualche tempo, ma aveva ricevuto gli Ultimi Sacramenti e l'Estrema Unzione, mentre era ancora in possesso delle sue facoltà...».

(Maisie Ward, Return to Chesterton, p. 270 - nostra traduzione).

Oggi, pensando alla ricorrenza della morte del nostro caro amico Chesterton occorsa proprio nell'Ottava del Corpus Domini, mi è tornata alla mente una nota che lessi nella biografia di Maisie Ward.

Maisie Ward racconta che una delle sorelle Nicholl (giovanissime ragazze e bambine che rimasero legate per sempre con un affetto speciale assieme alla propria famiglia ai coniugi Chesterton) ricordava che la redazione del libro su San Tommaso d'Aquino segnò un visibile e profondo cambiamento in Chesterton. 

Tra le varie cose che questo lavoro provocò c'è che Gilbert imparò a memoria la sequenza Lauda Sion Salvatorem, inno eucaristico composto da San Tommaso. Recitava ripetutamente a memoria, numerose volte, le ultime due strofe il cui testo è poco sotto.


Lo faceva battendo il pugno ritmicamente sul bracciolo della sedia ove abitualmente sedeva in casa. 


Poi diceva con soddisfazione: 


«che riassunto del Paradiso: l'esatto capovolgimento dell'espressione colloquiale "giù tra i morti". Là hai - letteralmente "la terra dei viventi". Sì, amici miei, noi vedremo tutte le cose buone nella terra dei viventi».


Vedremo tutte le cose buone nella terra dei viventi, perché quella è la terra dei viventi.


Un'altra definizione che usava per il Paradiso erano le due parole latine "in patria": 


«Ti spiega tutto: "la nostra terra natia"».


Ti spiega tutto, è vero. Queste parole riecheggiano quelle del primo eroe della mia vita, il beato Pier Giorgio Frassati, che parlava della "Vera Patria".


Ecco le strofe che Chesterton più amava ripetere, nella lingua latina in cui sono state composte e nella traduzione italiana:


Bone Pastor, panis vere,

Iesu, nostri miserére:

tu nos pasce, nos tuére:

tu nos bona fac vidére

in terra vivéntium.


Tu, qui cuncta scis et vales:

qui nos pascis hic mortales:

tuos ibi commensáles,

coherédes et sodales

fac sanctórum cívium. Amen.

Allelúia.


(trad.: Buon pastore, pane vero,

o Gesù, abbi pietà di noi:

Tu nutrici, proteggici,

Tu fa' che noi vediamo le cose buone

nella terra dei viventi.


Tu, che tutto sai e puoi,

che qui pasci noi mortali:

facci lassù Tuoi commensali,

coeredi e compagni

dei santi cittadini. Amen.

Alleluia).


Poi un'altra cosa.


È sempre Maisie Ward che ce la racconta. È un episodio che raccolse in occasione della stesura della seconda parte della biografia di Chesterton intitolata Return to Chesterton. Riguarda Edward Macdonald, uno dei suoi collaboratori al G. K.'s Weekly, il suo settimanale, ed è una vivissima testimonianza della vicinanza alla gente comune del nostro caro amico Gilbert:


«Il giorno dopo la sua morte (di Gilbert, ndr) Edward Macdonald passò davanti al negozio di un barbiere più in là di Chancery Lane (una strada centrale di Londra, vicino Fleet Street, ndr). L'uomo stava insaponando il viso di un cliente ma riconoscendo Macdonald lasciò il cliente e corse fuori col pennello in mano. "Voglio solo dire che mi è dispiaciuto di sentire la notizia", "era un grande uomo". Macdonald gli chiese se conoscesse Chesterton. "Mai letto una parola di quello che ha scritto" rispose il barbiere "ma lo ascoltavo sempre per radio. Sembrava che stesse seduto a fianco a me nella stanza"».


(dall'Introduzione di Radio Chesterton)


Mi immagino la scena di quest'omino comune, un barbiere con il pennello in mano, che esce per strada e vuole rendere il suo umile omaggio ad un grande uomo al quale si era sentito così vicino da pensarlo seduto a fianco a lui nella bottega di barbiere, nelle sue cose quotidiane, pur non avendo letto una sola parola delle sue meravigliose opere. Non lo aveva sentito estraneo, lontano, pur sentendolo parlare poeticamente di ogni bella cosa, lo aveva sentito ed avuto vicino, mistero della nostra fede e della nostra umanità abbellita e redenta da Cristo.



Chiaramente l'omino non è quello della foto però mi immagino una scena così, manca lo scatto che ritrae quest'uomo comune che deve dire ad uno degli amici di Chesterton che è dispiaciuto di aver perso anche lui un amico. La scena la immagino, sono passato vicino quella stradina di Londra.

Chancery Lane, City of London

Oggi la strada è così e si affaccia su Fleet Street, che una volta era la sede di quasi tutti i giornali inglesi che contavano, ed era il regno incontrastato di Chesterton.

Ci andai la prima volta con il mio caro amico padre Spencer Howe e ci ho portato la mia famiglia al completo ed alcuni miei coraggiosi e fortunati alunni.

Questo è l'anno del centocinquantesimo compleanno di Gilbert, e vorrei celebrarne altri cinquemila, qui e in terra viventium. Cinquemila è un numero per dire per sempre, concetto che applico a tutte le persone care e a tutti quelli di cui divento amico (per sempre), lascito involontario di Chesterton a tutti i suoi amici, qui ed in terra viventium.

Ho già detto mille volte della rilevanza della carità che fece, della speranza che elargì a piene mani e della fede che propagò e difese. Oggi vorrei che facessimo mente locale sul fatto che quella carità ci ha raggiunto per vie apparentemente casuali ma in realtà segno di un bene insostituibile che Dio vuole per noi, che quella speranza è arrivata qui e ne ha generata altra e che quella fede ce l'ha fatta amare anche lui. Per cui oggi possiamo dire questa fede, questa speranza e questa carità, qui presenti per noi, grazie a Dio e all'eroismo allegro che Gilbert ha usato.

Non mi stancherò mai di stupirmi davanti a questo portento, che ha portato alla Vera Fede gente già da quando non era convertito e che ha continuato a fare conquiste a Cristo dopo la conversione e che continua anche adesso da morto. 

Ma che morto, quale morto... È più vivo lui in terra viventium che...

Ricordo pure quest'anno che si dice che le sue ultime parole siano state queste:

«La questione ora è chiara. È tra luce e tenebre e ognuno deve scegliere la sua parte».


Fate un bel gesto: comprate su Pump Street (www.pumpstreet.it) e cominciate un bel libro di Chesterton proprio oggi e non mollatelo, e poi non mollate più Chesterton, non vi deluderà mai. Fatene un altro: pregate la preghiera che ripropongo e chiedetegli di farvi qualche bel miracolo, ad esempio di avere il suo stesso buon cuore, di vivere allo stesso suo modo l'amicizia anche con il più piccolino dei piccoli.



È il giorno più adatto per recitare questa preghiera, per tutte le nostre necessità, per gli amici, per i nemici, per la Santa Chiesa (e ricordo che abbiamo a disposizione migliaia di santini di tutti i tipi, colori e fattezze, guarda qui).


Marco Sermarini




Dio Nostro Padre,

Tu riempisti la vita del tuo servo Gilbert Keith Chesterton 

di un senso di meraviglia e gioia, 

e desti a lui una fede 

che fu il fondamento del suo incessante lavoro, 

una carità verso tutti gli uomini, in particolare verso i suoi avversari, 

e una speranza che scaturiva dalla sua gratitudine di un'intera vita per il dono della vita umana.

Possano la sua innocenza e le sue risate, 

la sua costanza nel combattere per la fede cristiana in un mondo che perde la fede, 

la sua devozione di una vita per la Beata Vergine Maria 

e il suo amore per tutti gli uomini, specialmente per i poveri, 

portare allegria ai disperati, 

convinzione e calore ai tiepidi 

e la conoscenza di Dio a chi non ha fede. 

Ti chiediamo di concedere le grazie che Ti imploriamo 

attraverso la sua intercessione (e specialmente per...) 

perché la sua santità possa essere riconosciuta da tutti 

e la Chiesa possa proclamarlo beato. 

Te lo chiediamo per Cristo Nostro Signore.

Amen.


(Ecco, caro Gesù, dacci 

questa stessa fede, 

questa stessa speranza 

e questa stessa carità, 

e daccele per intercessione di Gilbertone. 

Amen, evviva)