giovedì 31 ottobre 2024

Un Natale Distributista.



Quest'anno per i tuoi regali natalizi scegli di sostenere l'acquisto del nuovo terreno destinato alla nuova Scuola Libera Gilbert Keith Chesterton! 
 
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Chiara: 345 930 3829
I nostri regali di Natale sono stati pensati e realizzati dai ragazzi della Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati e gli alunni della Scuola G. K. Chesterton di San Benedetto del Tronto. Giovani amici che hanno scelto di spendere il proprio tempo libero del periodo pre-natalizio per mettere a frutto i propri talenti, il tutto a sostegno del Progetto Sottocolle.
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Partecipando ai nostri eventi (cene, spettacoli,ecc...) avrai l'occasione di sostenere il Porgetto Sottocolle, in quanto il ricavato viene interamente donato ad esso. Scopri gli eventi sulla pagina instagram e Facebook della Scuola Libera G.K.Chesterton.

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martedì 29 ottobre 2024

Un aforisma al giorno - L'uomo, l'unico animale selvaggio.

Alcuni moderni sognatori affermano che le formiche e le api hanno una società superiore alla nostra. Esse hanno, effettivamente, una civiltà, ma questo non fa che ricordarci che si tratta di una civiltà inferiore. Chi ha trovato mai un formicaio decorato di statue di formiche celebri? Chi ha mai visto un alveare con scolpite le immagini di splendide regine dell’antichità? No, l’abisso fra l’uomo e le altre creature può avere una spiegazione naturale, ma è un abisso. Si parla di animali selvaggi; ma l’uomo è l’unico animale selvaggio. È l’uomo che ha rotto i freni. Gli altri sono animali sottomessi, che seguono la rude rispettabilità della tribù o della specie. Tutti gli altri sono animali domestici; l’uomo solo è sempre ribelle, sia come depravato sia come monaco. È proprio dove la biologia si ferma che incomincia la religione.


Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.



lunedì 28 ottobre 2024

Un aforisma al giorno - Un dogma sull'origine dell'uomo.

La Dichiarazione d'Indipendenza basa dogmaticamente tutti i diritti sul fatto che Dio ha creato tutti gli uomini uguali; ed è giusto; perché se non sono stati creati uguali, sicuramente si sono evoluti in modo ineguale. Non c'è base per la democrazia se non attraverso un dogma sull'origine divina dell'uomo.

Gilbert Keith Chesterton, Quello che ho visto in America.


La copertina della prima edizione di
What I Saw in America.



domenica 27 ottobre 2024

Un aforisma al giorno - Il governo diventa Dio.

Una volta abolito Dio, è il governo che diventa Dio.

Gilbert Keith Chesterton, Christendom in Dublin.


La copertina della prima edizione di
Christendom in Dublin.


sabato 26 ottobre 2024

Un aforisma al giorno - Impedire di perdere l'umiltà e la gratitudine.

 ... E l'intero scopo della vera arte, del vero romanticismo - e, soprattutto, della vera religione - è quello di impedire agli uomini di perdere l'umiltà e la gratitudine che sono grate per la luce del giorno e il pane quotidiano; di impedire loro di considerare la vita quotidiana noiosa o la vita domestica angusta; di insegnare loro a sentire nella luce del sole il canto di Apollo e nel pane l'epopea dell'aratro. Ciò di cui c'è più bisogno ora è l'immaginazione ad alta intensità. Intendo il potere di rivolgere la nostra immaginazione verso l'interno, sulle cose che già abbiamo, e di farle vivere. Non si tratta solo di cercare nuove esperienze, che diventano rapidamente vecchie. È imparare a vivere le nostre esperienze. È imparare a godere dei nostri piaceri. Così com'è, siamo circondati da un tumulto che viene giustificato come l'unico modo di essere giovani, ma che in realtà sembra essere un modo rapido di invecchiare.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 20 settembre 1924.




venerdì 25 ottobre 2024

Giuseppe Rusconi su Rossoporpora ci informa che il card. Ravasi ha citato Chesterton.

(...)

Gianfranco Ravasi ha ricordato infine ChestertonIl mondo non perirà per mancanza di meraviglie, ma di meraviglia e il naturalista, geologo e beato danese del Seicento Niccolò Stenone: Belle sono le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, bellissime quelle che si ignorano.

(...)

La citazione si trova qui:

https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1208-mons-alwan-sul-libano-cantico-delle-creature-rahere-giullare.html


San Francesco d'Assisi, Margaritone d'Arezzo
(particolare).


giovedì 24 ottobre 2024

Un aforisma al giorno - Fragili palazzi e terre ostili.

L’orgoglio erige fragili palazzi al cielo, 

come l’uomo che costruisce con la sabbia, 

ma il piede sicuro dell’umiltà

conquista le terre più ostili.

L’orgoglio tratta le torri come giocattoli 

che colpiscono il sole e poi crollano, 

ma il piede sicuro dell’umiltà

si aggrappa alla terra come un albero.

Gilbert Keith Chesterton, La ballata del cavallo bianco.





mercoledì 23 ottobre 2024

Un aforisma al giorno - Colui che è stato servo...

“Ecco, questo è un annuncio veritiero”,

urlò Alfred, “in nome della spada che porto:

colui che è accusato di essere un servo cattivo 

potrà diventare un buon re.

Colui che è stato servo

conosce tutto, meglio dei preti e dei re,

ma colui che è stato un servo cattivo, 

conosce fino in fondo la terra".

Gilbert Keith Chesterton, La ballata del cavallo bianco.




martedì 22 ottobre 2024

Un aforisma al giorno - Attenti all'isolamento e all'orgoglio...

Col pensare in isolamento e con orgoglio si finisce con l'essere idioti.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.




lunedì 21 ottobre 2024

Un aforisma al giorno - Le porte del cielo sono solo socchiuse.

Ogni uomo semplice che passi sui campi 

nell’ombra che segue il tramonto

può ascoltare tra una stella e l’altra, 

dall’uscio socchiuso dell’oscurità scesa,

il concilio, più antico di tutto ciò che esiste, 

e i discorsi di colui che è Uno e Trino.

Le porte del cielo sono solo socchiuse, 

noi non sorvegliamo il nostro oro, 

l’uomo può indagare l’origine del mondo 

o leggere il nome del peccato senza nome; 

ma se egli fallirà o vincerà

a nessun uomo saggio può essere detto.

Gilbert Keith Chesterton, La ballata del cavallo bianco.




domenica 20 ottobre 2024

Un aforisma al giorno - Il Cavallo Bianco - Così si usa la tradizione...

Immagino (...) che il Wessex di Alfred avesse un sangue davvero eterogeneo; in ogni caso, il valore fondamentale della leggenda è di fondere i secoli preservando il senso, quasi per osservare tutte le epoche in uno scorcio d’effetto. A questo serve la tradizione: a condensare la storia.

Gilbert Keith Chesterton, La Ballata del cavallo bianco, Prefazione.



sabato 19 ottobre 2024

Riproposizioni - Un aforisma al giorno - 25 ottobre 2008 - La prima volta che citammo l'apocrifo chestertoniano più discusso d'Italia...

Il blog è sostanzialmente una specie di organo di Barberia o a rullo, con la differenza rispetto a questo spettacolare strumento che purtroppo non si ripete, ma va sempre avanti. Allora ultimamente mi sono messo alla ricerca, come avrete visto, di perle finite per sbaglio nello scarico del lavandino, per citare Chesterton.

Il 25 ottobre 2008 proponemmo un aforisma molto noto, il famosissimo

La vita è la più bella delle avventure ma solo l'avventuriero lo scopre,


che riportammo, come si può vedere dal collegamento qui sotto, senza la fonte. All'epoca avevamo iniziato a citare le opere da cui gli aforismi sono tratti, ma in quel caso non potemmo farlo:

https://uomovivo.blogspot.com/2008/10/un-aforisma-al-giorno-78.html

Iniziò la lunga saga delle nostre ricerche della fonte di questa frase così poetica e oserei dire quasi pittorica, tanto sono vivi la sua luce e i suoi colori (non vi immaginate l'avventuriero con piglio romantico, il capello scarmigliato e quant'altro...? Io sì). Le ricerche non ebbero mai l'esito sperato, cioè libro, traduzione e relativa pagina. Però alla fine scoprimmo l'arcano. Qui sotto trovate altri collegamenti relativi a questa vicenda annosa, che di tanto in tanto ripropongo. Non so perché, però mi ha sempre colpito questa storia paradossale di un giornalista che ha scritto torrenti impetuosi anzi mari di parole che ancora non abbiamo finito di contare e scoprire (qualche settimana fa è scappato fuori l'ennesimo inedito...) ma a cui si debbono attribuire anche frasi che non ha detto (in questo caso, lo ribadisco, si trattò di una sintesi geniale di un capitolo di Eretici ad opera don Giovanni Barra -- c'è dell'altro).

Qui sotto trovate le tracce di quella che è diventata una vera e propria "quest" di sapore quasi medievale, anche se si trattava non del Santo Graal, e nemmeno era la "quest" al contrario de Il Signore degli Anelli, però ha generato carta ed attenzione:

Ma Chesterton l'ha detta o non la detta? Non l'ha detta.


Ecco il testo dell'articolo che ingenerò la questione della "più romantica delle avventure". Un accenno all'autore, don Giovanni Barra.


Meritammo anche l'attenzione di un serio e bravo giornalista come Stefano Lorenzetto, che la richiamò in un suo libro:

Detto questo, godetevela ancora, e ripassate anche il testo che la ingenerò, Eretici, delle cui frasi è pieno questo blog (c'è l'apposita etichetta "Eretici", o se preferite quella in lingua originale "Heretics") e il saggio di don Giovanni Barra, che merita anch'esso.

Chesterton è lui stesso la "permanent anticipation of surprise", l'avrà ereditata dal babbo Ed che lo aveva educato ad aspettarsi ogni sorta di meraviglia in ogni secondo. Non finirà mai di stupirci e di questo sarò eternamente grato a Dio e a lui.

Marco Sermarini





venerdì 18 ottobre 2024

Chesterton in altre parole - Brocard Sewell - Vita al Weekly.


Quando doveva passare una notte o qualche giorno in città, di solito alloggiava ad Artillery Mansions, in Victoria Street, dove a volte dovevo portargli delle bozze che richiedevano un'attenzione immediata o ritirare un articolo per il Weekly. Più spesso lo vedevo in Little Essex Street, nell'ufficio del Weekly, dove appariva di tanto in tanto, ansimando pesantemente su per le scale ripide e strette, e sprofondando con gratitudine nella poltrona girevole della redazione normalmente occupata da Edward Macdonald. Durante le conferenze editoriali tirava un leggero sigaro e mi sembra di ricordare che gli venisse fornito un unico bicchiere di sherry, che sorseggiava lentamente.


Scarabocchiava sul blocco di carta che gli veniva fornito, ma questo non interferiva con la sua attenzione per il lavoro da svolgere. Dopo la sua partenza, il fratello di Edward, Gregory Macdonald, si è sempre appropriato di questi scarabocchi, che ora costituiscono una preziosa collezione.

Brocard Sewell, Devereux Nights, in John Sullivan, G. K. Chesterton. A Centenary Appraisal, nostra traduzione.

Nella foto in alto: Artillery Mansions, dove Chesterton occasionalmente si fermava.

Nella foto sotto: il Cheshire Cheese, uno dei locali frequentati da Chesterton, che si trova in Little Essex Street, stove era la sede del G. K.’s Weekly.



giovedì 17 ottobre 2024

Riproposizioni (6 ottobre 2008) - Un aforisma al giorno - La verità oscilla ma resta in piedi.

È facile essere pazzi; è facile essere eretici; è sempre facile lasciare che un’epoca si metta alla testa di qualche cosa, difficile è conservare la propria testa; è sempre facile essere modernisti, come è facile essere snob. Cadere in uno dei tanti trabocchetti dell’errore e dell’eccesso, che, da una moda all’altra, da una setta all’altra, sono stati aperti lungo il cammino storico del Cristianesimo – questo sarebbe stato semplice. E’ sempre semplice cadere; c’è una infinità di angoli a cui si cade, ce n’è uno soltanto a cui ci si appoggia. Perdersi in un qualunque capriccio, dallo Gnosticismo alla Christian Science, sarebbe stato ovvio e banale. Ma averli evitati tutti è l’avventura che conturba; e nella mia visione il carro celeste vola sfolgorante attraverso i secoli, mentre le stolide eresie si contorcono prostrate, e l’angusta verità oscilla ma resta in piedi.


Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.


Il post originale è in questo collegamento:

https://uomovivo.blogspot.com/2008/10/un-aforisma-al-giorno-75.html



mercoledì 16 ottobre 2024

Chesterton è attuale - Riproposizioni - 11 ottobre 2007 - da Tempi del 30 agosto 2007. "Berlicche" usa Chesterton...

L'11 ottobre 2007, cioè ben diciassette anni fa, segnalavamo questo passaggio dal settimanale Tempi. Era tratta dalla rubrica "Berlicche", tenuta da un solerte emulo del Berlicche di C. S. Lewis:


«Sfuggito inspiegabilmente ai nostri chesterton-hounds, cani dai sottilissimi sensi che colgono odore, sapore, riflessi, ciccia e rumore di chestertonismo, vi segnaliamo questo bell'articolo uscito su Tempi dello scorso 30 agosto 2007.


Berlicche parla dei "dubbi" di Madre Teresa e usa anzi bestemmia Chesterton, ma guardate come...


Mio caro Malacoda, ho apprezzato l'entusiasmo con cui ti sei buttato sulle lettere di Madre Teresa di Calcutta in cui confessava la sua "notte oscura", consigliando giornalisti a destra e a manca per un adeguato sfruttamento delle medesime ai fini della nostra causa. Ma ti devo correggere. Primo perché l'entusiasmo non è sentimento che un diavolo possa permettersi (è cosa che ha a che fare con il calore per Dio, mentre noi dobbiamo mantenerci freddi), secondo perché l'argomento della "notte oscura" è per noi controproducente. Perché tu lo capisca ti invito a leggere questa pagina di quel maledetto convertito inglese che ci ha procurato tanti problemi, Chesterton.


Il seguito lo trovate cliccando il titolo dell'articolo.


Bello. Grazie a... "Berlicche". Chesterton è sempre più attuale.


Torniamo a pubblicare Chesterton, editori svegli e intelligenti!»


Qui sotto il post originale:

https://uomovivo.blogspot.com/2007/10/chesterton-attuale-12.html



lunedì 14 ottobre 2024

L’arcivescovo di Zagabria cita tre volte Chesterton.


 L'arcivescovo di Zagabria ha citato tre volte Chesterton nell'omelia di venerdì. In occasione dell'accoglienza delle reliquie delle ferite di San Francesco nella basillica di Sant'Antonio da Padova a Zagabria il prelato ha celebrato la Santa Messa e ha pensato bene durante l’omelia di ridestare l’attenzione sul Poverello d’Assisi grazie alle parole di Chesterton (in verità alcune delle righe più belle: la prima citazione è una delle migliori intuizioni sul San Francesco d'Assisi, quando Chesterton illustra il passaggio da uomo buono a santo, la seconda riguarda la coscienza dell’immensità del debito verso Dio da parte di San Francesco e il paradosso della gratitudine che ne deriva, la terza è la singolarità della “buona notizia” del peccato originale).

Dražen Kutleša (1968) è l’arcivescovo in questione, in carica dal 2023.

https://www.zg-nadbiskupija.hr/homilija-nadbiskupa-kutlese-prigodom-dolaska-relikvije-krvi-svetog-franje-asiskoga-o-800-obljetnici-primanja-stigmi/25163#_ednref5

domenica 13 ottobre 2024

Un aforisma al giorno ma tratto da Aretusa...

Aretusa fu una rivista letteraria e culturale uscita tra il 1944 e il 1946. Ebbe una vita breve inversamente proporzionale al respiro degli scopi che si prefisse, scopi di educazione del popolo dell'Italia liberata, di difesa della libertà e della democrazia, di interesse civile. Vi trovarono spazio gli scritti, oltre a quelli del Nostro Eroe, di Giorgio Bassani, Benedetto Croce, William WeaverCorrado AlvaroWalter BinniUgo FoscoloLeone GinzburgNatalia GinzburgVitaliano BrancatiAndré BretonItalo Calvino, Delio CantimoriAldo Capitini, Giorgio Caproni, Giosuè CarducciPericle FazziniFederico García Lorca, GoetheGerard Manley HopkinsJames JoyceCarlo LeviEugenio MontaleAlberto MoraviaGeno PampaloniCesare PaveseGiaime PintorMarco PoloRilkeCarlo Salinari, Jean-Paul SartreIgnazio SilonePaul ValéryElio Vittorini, per citare solo alcuni.

La sua vita fu comunque breve.

Detto questo, veniamo al dunque. Pangea, la "rivista avventuriera di cultura & idee", il 17 agosto 2022 ha riesumato questo brano di Chesterton, inserito nella rubrica "Note e documenti" del numero 2 di Aretusa.

Lo scritto è un estratto dal libro su Charles Dickens del 1906, ed è un mosaico di alcuni stralci del capitolo intitolato "The Dickens Period".

Ve lo propongo come ulteriore conferma della considerazione tutt'altro che trascurabile di cui godeva Chesterton in quei tempi nella nostra patria.

Marco Sermarini




UNA DELLE CONSEGUENZE - Dirette e certe dell'idea che tutti gli uomini sono uguali è il produrre immediatamente uomini grandi. Uomini superiori, direi, senonché l'eroe considera se stesso grande, non superiore. Cosa che ci è stata nascosta, negli ultimi tempi, da una sciocca venerazione di uomini sinistri ed eccezionali, uomini privi di cameratismo o di ogni virtù comunicativa. Questo tipo di Cesare esiste: un grande uomo che fa che tutti gli uomini si sentano piccoli. Ma il vero grande uomo è quello che fa sì che ogni uomo si senta grande.

Carlyle uccise gli eroi; dopo di lui non se n'è più avuti. Uccise l'eroico (che egli sinceramente amava) costringendo ogni uomo a farsi questa domanda: «Sono forte o debole?» La risposta di ogni onest'uomo (sì, anche di Cesare o Bismarck) sarebbe certamente: «debole». Egli chiedeva candidati per un aristocrazia definita, di uomini che potessero tenersi coscientemente sopra i proprii compagni. Ne fece, per così dire, la richiesta pubblicitaria; promise loro gloria, onnipotenza. Essi non sono ancora apparsi né appariranno...

Ma noi, del periodo postcarlyliano, siamo divenuti difficili in fatto di grandi uomini. Ogni uomo esamina se stesso, ogni uomo esamina il suo vicino per vedere se essi o lui si adeguino esattamente alla linea che si è tracciata della grandezza. La risposta è naturalmente: « no ». E più d' un uomo che avrebbe potuto essere un profeta maggiore è contento di chiamarsi un ‹poeta minore›. Siamo difficili da soddisfare e di scarsa fede. Possiamo a stento credere che esista quel che è un grande uomo. Essi (nel diciottesimo secolo) potevano a stento credere che vi fosse quel che si chiama un piccolo uomo. Ma noi non facciamo se non pregare che i nostri occhi possano contemplare la grandezza, invece di pregare che i nostri cuori ne siano riempiti. Cosí, per esempio, il Partito Liberale (al quale io appartengo) nel suo periodo di esilio andava dicendo ‹ Oh, se avessimo un Gladstone » e simili. Era un andar sempre chiedendo di essere rinforzati dall'alto, invece di rinforzarci noi stessi dal basso con la nostra speranza, e con la nostra collera e con la nostra gioventù. Ognuno attendeva un capo. Ogni uomo dovrebbe aspettare un'opportunità di guidare.

Se un dio discenderà sulla terra, esso discenderà innanzi agli occhi dei valorosi. Le nostre proteste e le nostre litanie non valgono nulla; le nostre lune nuove ed i nostri sabbati sono delle abominazioni. Il grande uomo verrà quando tutti ci sentiremo grandi, non quando tutti noi ci sentiamo piccoli. Egli apparirà in un qualche splendido momento in cui tutti sentiremo che potremmo• fare a meno di lui. G. K. CHESTERTON