venerdì 14 giugno 2024

88 anni dopo l'Uomo Vivo è sempre più vivo.

 

Gilbertone lieto in terra viventium.



Domenica 14 Giugno 1936, poco dopo le ore dieci del mattino Chesterton morì. Era la domenica nell'Ottava della solennità del Corpus Domini.

«In quello stesso giorno sua moglie Frances scrisse una lettera a Padre O'Connor: "Il nostro amato Gilbert è morto questa mattina alle 10:15. Era privo di sensi da qualche tempo, ma aveva ricevuto gli Ultimi Sacramenti e l'Estrema Unzione, mentre era ancora in possesso delle sue facoltà...».

(Maisie Ward, Return to Chesterton, p. 270 - nostra traduzione).

Oggi, pensando alla ricorrenza della morte del nostro caro amico Chesterton occorsa proprio nell'Ottava del Corpus Domini, mi è tornata alla mente una nota che lessi nella biografia di Maisie Ward.

Maisie Ward racconta che una delle sorelle Nicholl (giovanissime ragazze e bambine che rimasero legate per sempre con un affetto speciale assieme alla propria famiglia ai coniugi Chesterton) ricordava che la redazione del libro su San Tommaso d'Aquino segnò un visibile e profondo cambiamento in Chesterton. 

Tra le varie cose che questo lavoro provocò c'è che Gilbert imparò a memoria la sequenza Lauda Sion Salvatorem, inno eucaristico composto da San Tommaso. Recitava ripetutamente a memoria, numerose volte, le ultime due strofe il cui testo è poco sotto.


Lo faceva battendo il pugno ritmicamente sul bracciolo della sedia ove abitualmente sedeva in casa. 


Poi diceva con soddisfazione: 


«che riassunto del Paradiso: l'esatto capovolgimento dell'espressione colloquiale "giù tra i morti". Là hai - letteralmente "la terra dei viventi". Sì, amici miei, noi vedremo tutte le cose buone nella terra dei viventi».


Vedremo tutte le cose buone nella terra dei viventi, perché quella è la terra dei viventi.


Un'altra definizione che usava per il Paradiso erano le due parole latine "in patria": 


«Ti spiega tutto: "la nostra terra natia"».


Ti spiega tutto, è vero. Queste parole riecheggiano quelle del primo eroe della mia vita, il beato Pier Giorgio Frassati, che parlava della "Vera Patria".


Ecco le strofe che Chesterton più amava ripetere, nella lingua latina in cui sono state composte e nella traduzione italiana:


Bone Pastor, panis vere,

Iesu, nostri miserére:

tu nos pasce, nos tuére:

tu nos bona fac vidére

in terra vivéntium.


Tu, qui cuncta scis et vales:

qui nos pascis hic mortales:

tuos ibi commensáles,

coherédes et sodales

fac sanctórum cívium. Amen.

Allelúia.


(trad.: Buon pastore, pane vero,

o Gesù, abbi pietà di noi:

Tu nutrici, proteggici,

Tu fa' che noi vediamo le cose buone

nella terra dei viventi.


Tu, che tutto sai e puoi,

che qui pasci noi mortali:

facci lassù Tuoi commensali,

coeredi e compagni

dei santi cittadini. Amen.

Alleluia).


Poi un'altra cosa.


È sempre Maisie Ward che ce la racconta. È un episodio che raccolse in occasione della stesura della seconda parte della biografia di Chesterton intitolata Return to Chesterton. Riguarda Edward Macdonald, uno dei suoi collaboratori al G. K.'s Weekly, il suo settimanale, ed è una vivissima testimonianza della vicinanza alla gente comune del nostro caro amico Gilbert:


«Il giorno dopo la sua morte (di Gilbert, ndr) Edward Macdonald passò davanti al negozio di un barbiere più in là di Chancery Lane (una strada centrale di Londra, vicino Fleet Street, ndr). L'uomo stava insaponando il viso di un cliente ma riconoscendo Macdonald lasciò il cliente e corse fuori col pennello in mano. "Voglio solo dire che mi è dispiaciuto di sentire la notizia", "era un grande uomo". Macdonald gli chiese se conoscesse Chesterton. "Mai letto una parola di quello che ha scritto" rispose il barbiere "ma lo ascoltavo sempre per radio. Sembrava che stesse seduto a fianco a me nella stanza"».


(dall'Introduzione di Radio Chesterton)


Mi immagino la scena di quest'omino comune, un barbiere con il pennello in mano, che esce per strada e vuole rendere il suo umile omaggio ad un grande uomo al quale si era sentito così vicino da pensarlo seduto a fianco a lui nella bottega di barbiere, nelle sue cose quotidiane, pur non avendo letto una sola parola delle sue meravigliose opere. Non lo aveva sentito estraneo, lontano, pur sentendolo parlare poeticamente di ogni bella cosa, lo aveva sentito ed avuto vicino, mistero della nostra fede e della nostra umanità abbellita e redenta da Cristo.



Chiaramente l'omino non è quello della foto però mi immagino una scena così, manca lo scatto che ritrae quest'uomo comune che deve dire ad uno degli amici di Chesterton che è dispiaciuto di aver perso anche lui un amico. La scena la immagino, sono passato vicino quella stradina di Londra.

Chancery Lane, City of London

Oggi la strada è così e si affaccia su Fleet Street, che una volta era la sede di quasi tutti i giornali inglesi che contavano, ed era il regno incontrastato di Chesterton.

Ci andai la prima volta con il mio caro amico padre Spencer Howe e ci ho portato la mia famiglia al completo ed alcuni miei coraggiosi e fortunati alunni.

Questo è l'anno del centocinquantesimo compleanno di Gilbert, e vorrei celebrarne altri cinquemila, qui e in terra viventium. Cinquemila è un numero per dire per sempre, concetto che applico a tutte le persone care e a tutti quelli di cui divento amico (per sempre), lascito involontario di Chesterton a tutti i suoi amici, qui ed in terra viventium.

Ho già detto mille volte della rilevanza della carità che fece, della speranza che elargì a piene mani e della fede che propagò e difese. Oggi vorrei che facessimo mente locale sul fatto che quella carità ci ha raggiunto per vie apparentemente casuali ma in realtà segno di un bene insostituibile che Dio vuole per noi, che quella speranza è arrivata qui e ne ha generata altra e che quella fede ce l'ha fatta amare anche lui. Per cui oggi possiamo dire questa fede, questa speranza e questa carità, qui presenti per noi, grazie a Dio e all'eroismo allegro che Gilbert ha usato.

Non mi stancherò mai di stupirmi davanti a questo portento, che ha portato alla Vera Fede gente già da quando non era convertito e che ha continuato a fare conquiste a Cristo dopo la conversione e che continua anche adesso da morto. 

Ma che morto, quale morto... È più vivo lui in terra viventium che...

Ricordo pure quest'anno che si dice che le sue ultime parole siano state queste:

«La questione ora è chiara. È tra luce e tenebre e ognuno deve scegliere la sua parte».


Fate un bel gesto: comprate su Pump Street (www.pumpstreet.it) e cominciate un bel libro di Chesterton proprio oggi e non mollatelo, e poi non mollate più Chesterton, non vi deluderà mai. Fatene un altro: pregate la preghiera che ripropongo e chiedetegli di farvi qualche bel miracolo, ad esempio di avere il suo stesso buon cuore, di vivere allo stesso suo modo l'amicizia anche con il più piccolino dei piccoli.



È il giorno più adatto per recitare questa preghiera, per tutte le nostre necessità, per gli amici, per i nemici, per la Santa Chiesa (e ricordo che abbiamo a disposizione migliaia di santini di tutti i tipi, colori e fattezze, guarda qui).


Marco Sermarini




Dio Nostro Padre,

Tu riempisti la vita del tuo servo Gilbert Keith Chesterton 

di un senso di meraviglia e gioia, 

e desti a lui una fede 

che fu il fondamento del suo incessante lavoro, 

una carità verso tutti gli uomini, in particolare verso i suoi avversari, 

e una speranza che scaturiva dalla sua gratitudine di un'intera vita per il dono della vita umana.

Possano la sua innocenza e le sue risate, 

la sua costanza nel combattere per la fede cristiana in un mondo che perde la fede, 

la sua devozione di una vita per la Beata Vergine Maria 

e il suo amore per tutti gli uomini, specialmente per i poveri, 

portare allegria ai disperati, 

convinzione e calore ai tiepidi 

e la conoscenza di Dio a chi non ha fede. 

Ti chiediamo di concedere le grazie che Ti imploriamo 

attraverso la sua intercessione (e specialmente per...) 

perché la sua santità possa essere riconosciuta da tutti 

e la Chiesa possa proclamarlo beato. 

Te lo chiediamo per Cristo Nostro Signore.

Amen.


(Ecco, caro Gesù, dacci 

questa stessa fede, 

questa stessa speranza 

e questa stessa carità, 

e daccele per intercessione di Gilbertone. 

Amen, evviva)


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