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domenica 29 agosto 2021

Un aforisma al giorno.

Reliquiario di Sisto V, Montalto Marche,
particolare.

Gli uomini non producono arte per essere contenti. Sono contenti, e perciò producono arte.

Gilbert Keith Chesterton, Daily News, 8 aprile 1905.

Un aforisma al giorno.


Preferirei che un ragazzo imparasse nella scuola più rude il coraggio di colpire un politico, o che guadagnasse nella scuola più dura l'apprendimento per confutarlo - piuttosto che guadagnasse nella scuola più illuminata l'astuzia per copiarlo.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 31 agosto 1912.

Un aforisma al giorno.


Nell'esprimere idee confuse, i moderni hanno grande sottigliezza e simpatia. È nell'esprimere idee chiare che trovano generalmente i loro limiti.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 12 settembre 1931.

sabato 28 agosto 2021

Un aforisma al giorno (verissimo!!!).

È davvero ironico che, mentre il comunista colto (senza offesa) lacera gli abiti degli altri e sparge ceneri sulle loro teste, altrove, in molti luoghi tranquilli, sulle colline di Lanark come nel mezzo dei miei fuggiti di Buckingham, sacerdoti e frati, che hanno rinunciato per primi alla proprietà privata, ricostruiscono le fattorie e le famiglie del distributismo.

Gilbert Keith Chesterton, Il pozzo e le pozzanghere.

La rivoluzione agricola benedettina nell'alto medioevo

Overstrand, qui la seconda casa dei Chesterton. Qualche notizia sulle case dei Chesterton (compresa la prima).

Overstrand, Battersea.

Overstrand, qui si trovava il secondo appartamento abitato da Gilbert e Frances appena sposati, a Battersea, Londra. Vi abitava anche una coppia che divenne per tutta la vita amica dei Chesterton, Rann Kennedy e sua moglie (è lui che raccontò che una volta incontrò Gilbert per le scale del condominio che stava scrivendo una cosa che temeva di dimenticare sul polsino della camicia...). Il biografo Michael Ffinch aggiunge anche un particolare bellissimo: quelle famiglie si aiutavano economicamente in maniera spontanea ed affettuosa. Qui trovate traccia di ciò che vi dico: https://uomovivo.blogspot.com/2017/11/i-chesterton-in-altre-parole-rann.html

Qui, in fondo all'articolo, trovate un'altra bella testimonianza di Rann Kennedy su Chesterton: https://uomovivo.blogspot.com/2009/07/chesterton-beato-domani-se-ne-discute.html

1 Edwardes Square, Kensington,
la prima casa dei Chesterton.


La prima casa era a 1 Edwardes Square, Kensington, a poche centinaia di metri (o di yarde?) dalla casa dove Gilbert aveva trascorso buona parte della sua infanzia, a 11 Warwick Gardens, sempre a Kensington (ammirate la blue plaque dedicata al nostro eroe; poi leggete anche questo, è interessante). A Edwardes Square rimasero un anno circa. Erano in affitto, poi passarono a Battersea, e da lì alla piccola Beaconsfield. Nella cittadina del Buckinghamshire abitarono prima a Overroads (la casa che abbiamo contribuito a salvare dalla demolizione - quello è un articolo ma se cercate "Overroads" col motore di ricerca nell'occhiello in alto a sinistra trovate altro ancora) e poi a Top Meadows (qui trovate qualche foto, ma se girate il blog c'è dell'altro), nel terreno di fronte. Quest'ultima fu costruita proprio dai Chesterton, prima un ambiente che serviva a Gilbert da studio, poi tutto il resto della casa dove si trasferirono nel 1922, e vi rimasero fino alla morte. Di Top Meadows divenne poi usufruttuaria Dorothy Collins, la segretaria - quasi figlia dei Chesterton, quindi di proprietà della Chiesa Cattolica per disposizione testamentaria di Gilbert. La casa fu poi venduta, dopo che per alcuni anni servì alla Saint Barnabas Society, un organismo della Chiesa Cattolica che aiuta i pastori anglicani che decidono di diventare cattolici e perdono lo stipendio del governo britannico. Ora la abita una famiglia che ci ha molto aiutato nell'opera volta a scongiurare la demolizione di Overroads, che non gode della protezione delle case munite di blue plaque (Overroads era solo una casa d'affitto, mentre la blue plaque viene conferita solo alle case in cui la personalità che si vuole celebrare ha abitato come proprietaria).

Di Overroads di recente abbiamo anche fornito i dati censuari estraendoli dai registri del Census d'Inghilterra e Galles. Qui in questo post trovate anche diverse foto delle mappe, e in quest'altro la rocambolesca visita alla casa, con il consenso degli allora proprietari, di uno strano gruppo di matti che mi vedeva tra i suoi membri).

Non potevamo mancare, noi italiani, visto che il nostro Emilio Cecchi visitò proprio quella casa, "la casetta del gigante". Nel post appena segnalato trovate notizie e anche foto di persone che si sono recate lì e sulla tomba di Chesterton, Frances e Dorothy.

Da ultimo voglio suggerirvi un filmato più unico che raro, ma sin troppo trascurato: suor Sabina Nicolini, cioè la Nipote del Drago, entrò con scienza e coscienza a Top Meadows alcuni anni fa e ci fece il dono di queste bellissime vivissime immagini.

Personalmente sono stato in questi posti (salvo Battersea) tre volte, portandovi amici, famiglia e scolari. Credo che valga la pena per un vero chestertoniano. Momenti bellissimi, è andare a casa di un amico.

Marco Sermarini

Aforismi in lingua originale - Uno dei passi più gloriosi di Ortodossia.

Joy, which was the small publicity of the pagan, is the gigantic secret of the Christian.

Gilbert Keith Chesterton, Orthodoxy.

Immagine: Cristo risorto appare a Maria, di El Greco

venerdì 27 agosto 2021

Un aforisma al giorno.

Nella lotta per l'esistenza, è solo su coloro che resistono per dieci minuti dopo che tutto è senza speranza, che la speranza comincia a sorgere. 

Gilbert Keith Chesterton, The Speaker, 2 febbraio 1901.

giovedì 26 agosto 2021

Un aforisma al giorno.

C'è un corollario alla concezione di essere troppo orgogliosi per combattere. È che gli umili debbano fare la maggior parte dei combattimenti. 

Gilbert Keith Chesterton, L'uomo Eterno.

Un aforisma al giorno.

Non guardate le facce sui giornali illustrati; guardate le facce per strada. Vedete quale grande e ragionevole numero di esse sono facce forti, umili, piene di umorismo e di duro lavoro, facce con occhi tristi e bocche umoristiche.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 16 novembre 1907.

mercoledì 25 agosto 2021

Un aforisma al giorno.

Il prezzo è una cosa folle e incalcolabile, mentre il valore è una cosa intrinseca e indistruttibile.

Gilbert Keith Chesterton, Il pozzo e le pozzanghere.

Aforismi in lingua originale - Una delle pagine più belle e divertenti di Eretici.

It is exactly because our brother George is not interested in our religious difficulties, but is interested in the Trocadero Restaurant, that the family has some of the bracing qualities of the commonwealth. It is precisely because our uncle Henry does not approve of the theatrical ambitions of our sister Sarah that the family is like humanity. The men and women who, for good reasons and bad, revolt against the family, are, for good reasons and bad, simply revolting against mankind. Aunt Elizabeth is unreasonable, like mankind. Papa is excitable, like mankind. Our youngest brother is mischievous, like mankind. Grandpapa is stupid, like the world; he is old, like the world.

Gilbert Keith Chesterton, Heretics.

Aforismi in lingua originale - Questo lo si dovrebbe riconoscere facilmente...

Fires will be kindled to testify that two and two make four. Swords will be drawn to prove that leaves are green in summer.

Gilbert Keith Chesterton, Heretics.

martedì 24 agosto 2021

Un aforisma al giorno.

Null'altro che l'estrema e forte e sorprendente dottrina della divinità di Cristo darà quel particolare effetto che può veramente scuotere il sentimento popolare come una tromba; l'idea del re in persona che serve nei ranghi come un comune soldato.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.

Ecco il testo dell'articolo che ingenerò la questione della "più romantica delle avventure". Un accenno all'autore, don Giovanni Barra.

Nel collegamento qui sotto trovate il saggio La visione della Chiesa in G. K. Chesterton di don Giovanni Barra. È acquistabile in vari formati digitali ad un prezzo modico.

Forse non tutti ricorderanno questo saggio e soprattutto il ruolo che ha giocato nella creazione di uno dei più citati apocrifi chestertoniani italiani, cioè: "La vita è la più bella (o la più romantica) delle avventure ma solo l'avventuriero lo scopre".

https://rivista.vitaepensiero.it/scheda-articolo_digital/giovanni-barra/la-visione-della-chiesa-in-g-k-chesterton-888888_1956_0008_0571-337844.html

Ne parlammo in quest'occasione in cui demmo conto della ricerca fatta e dell'inventio della fonte dell'apocrifo:

https://uomovivo.blogspot.com/2013/05/la-vita-quotidiana-e-la-piu-romantica.html

Poi questa ricerca fu ripresa anche da Stefano Lorenzetto in un suo libro:

https://uomovivo.blogspot.com/2020/03/stefano-lorenzetto-riprende-una-nostra.html

Ora volevamo mettervi a disposizione la fonte stessa, che è quel numero della rivista Vita e Pensiero, anzi più precisamente quell'articolo di quel numero del 1956.

Merita però di essere ricordato l'autore dell'apocrifo, il fecondissimo don Giovanni Barra (1914 - 1975), sacerdote della Diocesi di Pinerolo di cui è in corso la causa di beatificazione. Barra, oltre a dedicarsi al lavoro pastorale a tutto tondo con la fondazione di una parrocchia e con l'apostolato presso i giovani e tante altre notevoli opere, fu anche scrittore prolifico di libri e saggi per varie case editrici. Vita e Pensiero lo vedeva come collaboratore stabile attraverso sedici titoli di saggi diversi tra cui articoli su Antoine de Saint Exupery, Graham Greene, Charles Maurras, Daniel Rops, Emmanuel Mounier. Tra questi saggi spicca per noi quello su Chesterton.

Di Chesterton nell'anno 1954 tradurrà per la Morcelliana La Chiesa cattolica e la conversione.



Lavoratore infaticabile, morirà prematuramente dopo alcuni anni di difficoltà fisiche. Un uomo impegnato ad egual titolo e misura nella vita del prete strettamente intesa ed in quella culturale. Acute le sue riflessioni sul pensiero di Chesterton, tutt'altro che scontate. Come ho sempre sostenuto, l'apocrifo che egli creò aveva il merito di cogliere il senso sintetico ed acuto di una parte di Eretici. Al di là delle questioni formalmente filologiche, la sua sintesi coglie il nocciolo duro di uno degli aspetti più significativi del pensiero di Chesterton (un po' come dicevo a proposito delle appropriate addende al Padre Brown televisivo del 1970 da parte dello sceneggiatore Edoardo Anton).

Meritava di essere ricordato, questo sacerdote sicuramente dall'animo chestertoniano.

Marco Sermarini

Don Giovanni Barra | La Fedeltà

Don Giovanni Barra

Riproposizioni - Sempre a proposito di Chesterton e Brasile…

… undici anni fa segnalammo un chestertoniano anche da quelle parti, lo scrittore e sociologo Gilberto Freyre, richiamato anche nell'articolo del precedente post.

Ecco, c'è sempre qualcosa da scoprire e, se lo si è già scoperto, da riscoprire.

Una delle cose più belle che mi capitano è di trovare dopo anni cose che ho già trovato di cui non ricordavo proprio nulla.

Marco Sermarini

http://uomovivo.blogspot.com/2010/08/freyre-amava-chesterton.html?m=1

giovedì 19 agosto 2021

Tommaso Moro, Newman e Chesterton, 3 chiavi per il cattolico di oggi | Dolors Massot su Aleteia.

Tommaso Moro, John Henry Newman e Gilbert K. Chesterton sono tre grandi nomi della cultura inglese, con il tratto in comune di essere cattolici. Con una particolarità: tutti e tre hanno lottato contro gli ostacoli che la società imponeva loro per vivere pienamente e in libertà la propria fede.

La libertà era per loro l’obiettivo che si presenta come meritevole di conquista, anche se per questo bisogna rinunciare alla vita, perché la conquista della vita eterna procede di pari passo con la libertà. Tommaso Moro e John Henry Newman lo hanno fatto eroicamente e sono santi. Tommaso Moro è morto martire, condannato per non aver ceduto alla volontà del re Enrico VIII, che aveva provocato uno scisma con la Chiesa di Roma per il fatto di voler rompere il suo matrimonio con Caterina d’Aragona per sposare Anna Bolena.

Il resto qui: 

https://it.aleteia.org/2021/08/12/tommaso-moro-newman-e-chesterton-tre-chiavi-per-il-cattolico-di-oggi/


mercoledì 18 agosto 2021

“L’insalata del Colonnello Cray”: prediche nelle oliere | Luca Fumagalli su Radio Spada.

Il decimo racconto della raccolta La saggezza di Padre Brown (1914), ovvero L’insalata del Colonnello Cray (The Salad of Colonel Cray), non è nulla di che. Divertente il titolo e spiazzante l’esordio, ma per il resto si tratta della solita presunta maledizione che, in realtà, si rivela essere il prodotto delle astute macchinazioni di un rivale in amore. Abbastanza confuso è anche il procedere delle indagini; i personaggi, poi, ad eccezione del Colonnello e del Maggiore Putnam, sono comparse sbiadite incollate in qualche modo sullo sfondo della vicenda principale. Infine inizia a venire a noia pure l’espediente dell’analessi, quando la linea temporale degli eventi si interrompe per far raccontare a uno dei protagonisti fatti accaduti nel passato, fondamentali per riorientare un lettore altrimenti confuso e stordito dalle troppe informazioni contraddittorie.

Il resto qui sotto:

https://www.radiospada.org/2021/08/il-mercoledi-di-padre-brown-linsalata-del-colonnello-cray-prediche-nelle-oliere/?fbclid=IwAR1MJYh93bBT8O8-f1fm4P7pTdxuBifB1KB4rMGsm1YaLYMNafSSHZItnl8

Un approfondimento su Edoardo Anton, sceneggiatore/adattatore de I Racconti di Padre Brown.

 I Racconti di Padre Brown sono ancora nella memoria di molti italiani, e possiamo dire che sia una delle riduzioni cinematografiche più riuscite della serie gialla del nostro Chesterton. Una delle sei puntate riscosse addirittura ventuno milioni di spettatori. Si dirà che all’epoca c’erano solo il Canale Nazionale e il Secondo Canale, ma ci si poteva anche non sedere di fronte al televisore, eppure questo accadde. Questo per dire della qualità della produzione ma soprattutto dell’interesse che destò il prete inglese creato da Chesterton. 


C’è anche da dire che erano gli anni del Commissario Maigret con Gino Cervi, di Nero Wolfe con Tino Buazzelli e Paolo Ferrari, e tante altre belle produzioni di genere giallo o poliziesco. Questo creò una predisposizione e del gradimento in più.
In ogni caso io ricordo (avevo cinque anni) che tutti ci aspettavamo ci sarebbe stato un seguito, come fu per le numerose serie di Maigret. Purtroppo non ci fu, sono certo che queste possibili puntate in più avrebbero avuto un grande successo.

Ecco qui sotto una breve scheda dei crediti:

Anno di programmazione: 1970 - 1971 (miniserie TV settimanale di sei puntate andata in onda sul Canale Nazionale, o Primo Canale, della Rai dal 29 Dicembre 1970 al 6 Febbraio 1971: le altre puntate andarono in onda il 5 Gennaio 1971, il 12 Gennaio 1971, il 19 Gennaio 1971 e il 26 Gennaio 1971).

Ogni puntata durava sessanta minuti circa, in bianco e nero.

Regia: Vittorio Cottafavi (1914 - 1998).

Sceneggiatura: Edoardo Anton (1910 - 1986).

Scenografie: Carlo Cesarini da Senigallia (1923 - 1996).

Costumi: Corrado Colabucci (1935 -  2002).

Musiche: Vito Di Tommaso.

Fotografia: Corrado Bartoloni - Sandro Messina.

Attori: Renato Rascel - Padre Brown (1912 - 1991), Arnoldo Foà - Flambeau (1916-2014), Paolo Bonacelli - Il commissario capo (1937), Filippo De Gara - L’Ispettore Valentin (1928 -  1989), Vittorio Fanfoni - Johnny (1944 - 2016), Mario Pisu (1910 - 1976).

Oltre che in dvd per le Edizioni San Paolo, la serie è disponibile qui: https://www.raiplay.it/programmi/iraccontidipadrebrown

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Vorrei dire una parola in più sul successo e sullo spirito di questa produzione.

Ciò che mi ha sempre colpito è la fedeltà allo spirito dei racconti, cosa che li rende ancora fruibilissimi e utili per chi voglia approcciare il cuore delle idee di Chesterton. A mio avviso non si può dire altrettanto di alcune produzioni più vicine a noi nel tempo, che sono semplicemente basate su alcuni personaggi dei Racconti ma non ne hanno molto altro.

E’ singolare vedere, ad esempio nell'episodio Il duello del Dottor Hirsch, un passaggio ragguardevole e significativo di Ortodossia, o meglio del suo spirito: nei primi minuti della puntata Padre Brown e Flambeau passeggiano su uno dei più alti livelli della Tour Eiffel, e ragionano sulla bellezza di Parigi, e sul fatto che c’era e poteva non esserci. Ecco, ne Il duello del Dottor Hirsch non c’è niente di tutto questo, ma nella eccezionale parafrasi televisiva l’autore della sceneggiatura dipinge questo quadro, anche in maniera originale, ripercorrendo quella bella pagina in cui Chesterton dice che la pagina più poetica del romanzo di Robinson Crusoe è l’elenco degli oggetti salvati dal naufragio. Non vengono usate le stesse parole, ma gli stessi concetti. Non c’erano in padre Brown, ma nella testa di Chesterton sì.

Cosa dedurre da ciò? Che lo sceneggiatore, Edoardo Anton, conosceva bene l’opera di Chesterton, e che ne coglieva gli aspetti più centrali, dipingendoli con originalità (ad un certo punto fa passare una bella giovane davanti ai due investigatori er dire che anche lei c’era e poteva non esserci…). Se “citava” (nella sostanza, non letteralmente) Ortodossia vuol dire che la conosceva bene, se di Ortodossia citava quella pagina, ecco, non è una pagina secondaria e trascurabile, se vogliamo è uno degli aspetti più determinanti del pensiero di Chesterton (la magia, la gratitudine…). Ci sono anche delle sottolineature che non esistono nei Racconti, come quando nel primo episodio televisivo fa dire a due signori, marito e moglie, che Padre Brown era “paradossale”, come a dirlo del suo autore.

Insomma, è sempre una sorpresa trovare queste citazioni delle altre opere di Chesterton, e le dobbiamo ad Edoardo Anton, lo sceneggiatore.




Ma chi era Edoardo Anton?

Edoardo Anton, pseudonimo di Edoardo Antonelli, nacque a Roma il 7 Gennaio 1910 e morì a Villefranche Sur Mer in Costa Azzurra l’11 Maggio 1986.. Fu commediografo, sceneggiature e regista.

Suo padre Luigi era drammaturgo e questo sicuramente gli diede lo spunto per inoltrarsi nella strada dell’arte cinematografica sotto vari ruoli. Verso la fine degli anni Trenta approdò all’EIAR, la futura RAI, scrivendo testi per programmi di varietà e di prosa radiofonica. E’ stato anche giornalista e critico - sia teatrale che cinematografico - per il quotidiano "Il Tempo" di Roma, nonché collaboratore della Bbc. Ha poi firmato numerose regie di teatro, mettendo in scena opere di Pirandello, Synge e Barry. La maggior parte della sua produzione fu comunque nella veste di sceneggiatore.

Ho voluto ricordare questo autore con gratitudine perché credo non sia per nulla estraneo alla mia originaria attrazione verso Padre Brown e successivamente verso Chesterton. Dico sempre che, quando lessi L’Uomo che fu Giovedì venti anni dopo aver visto gli episodi in TV, vi riconobbi che qualcosa le due opere avevano in comune. Sono certo che alcuni passaggi dello sceneggiato rendano ragione di questa mia impressione. Quindi grazie, signor Edoardo.

Marco Sermarini

domenica 15 agosto 2021

Altre prove della chestertonianità di Michael Collins.

Michael CollinsMichael Collins, il leader dell'Esercito Repubblicano Irlandese (IRA), che portò la delegazione del Sinn Fein ai colloqui di pace ed al successivo trattato del 6 Dicembre 1921 che dava vita allo Stato Libero d'Irlanda, fu influenzato nella formazione del suo nazionalismo da Il Napoleone di Notting Hill, che egli definì il suo libro preferito. Di questo parlammo in un altro post diversi anni fa, come pure ricordammo che, saputo di questo, Lloyd George, il primo ministro britannico, consegnò delle copie del libro ai membri del suo Gabinetto di governo prima dell'inizio dei negoziati affinché avessero un'idea della mente del leader nazionalista irlandese.
Anche Joseph Plunkett, uno dei condannati a morte dopo l'Insurrezione di Pasqua del 1916 (il primo tentativo degli irredentisti irlandesi di innescare ciò che poi sfociò nella Guerra anglo irlandese e nell'indipendenza dell'Isola di Smeraldo) era pure lui un ammiratore appassionato di Chesterton.
Che Collins amasse Chesterton e che lo avesse ispirato, era cosa nota: qualcuno vede l'innesco di questa passione nel fatto che Collins stesso, durante il suo soggiorno giovanile in Inghilterra, risiedette proprio a Notting Hill.
Da ultimo va pure detto che un altro libro di Chesterton lasciò una forte impronta su Collins: fu L'Uomo che fu Giovedì, che gli diede l'idea centrale del suo metodo di ingaggio con gli inglesi: "if you didn't seem to be hiding, nobody hunted you out" ossia "Se tu non cerchi di nasconderti, nessuno ti può cacciare". Difatti Collins potè agire pressoché indisturbato per anni perché nessuno sapeva davvero chi fosse, che aspetto avesse e dove potesse mirare. Girò per anni nella Dublino in fiamme forte di questo gagliardo insegnamento chestertoniano.
In un altro recente post ho avuto modo di dire come le idee distributiste chestertoniane toccarono anch'esse Collins.
Ho avuto sempre una grande simpatia per quest'uomo, e ogni giorno comprendo meglio il perché.

Marco Sermarini

Nicholas Bentley, un altro amico di Chesterton, a quarantatré anni dalla morte.

Nicholas Clerihew Bentley fu un illustratore, giornalista e scrittore, ed era il figlio di Edmund Clerihew Bentley, amico d’infanzia e per sempre del nostro caro Gilbert (Edmund pronunciò un breve ed incisivo profilo di Gilbert la sera della sua morte dai microfoni della BBC, leggibile su Radio Chesterton).


Ebbene, anche Nicholas, come era prevedibile, ebbe a che fare con Chesterton. L’amicizia di Gilbert con suo padre durò tutta la vita dai tempi della scuola superiore ed era talmente importante che il nostro non esitò a darle uno spazio rilevante nella sua Autobiografia, oltre che nella imprescindibile ed altamente significativa poesia introduttiva de L’Uomo che fu Giovedì.

Nicholas nacque il 14 giugno 1907 a Highgate, Londra. Fu educato al University College School che lasciò all'età di 17 anni, avendo deciso che le sue capacità accademiche non lo avrebbero portato all'università. Si iscrisse poi alla Heatherleys School of Fine Art, un prestigioso college privato, ma lo lasciò dopo pochi mesi. Dopo aver lasciato la Heatherleys, il giovane Bentley lavorò gratuitamente come clown in un circo. Quando questo lavoro finì, fece la comparsa in un film e durante lo sciopero generale del 1926 lavorò nella metropolitana di Londra.

Fu in questo periodo che Bentley vendette il suo primo disegno al suo padrino, ed indovinate chi era? Gilbert Keith Chesterton! E’ bello vedere come Chesterton, in questo come in molti altri casi, ebbe un’attitudine di affetto concreto e visibile per tutte le persone con cui ebbe un rapporto amichevole (Chesterton tenne a battesimo diverse persone, tra l’altro). Aiutò sempre tutti quelli che in un certo senso gli vennero a tiro. Questo è un aspetto poco esplorato e valorizzato della sua vita.

Evidentemente questo atto di affetto e fiducia ebbe un certo effetto sul talento di Nicholas, perché poco dopo, nel 1928, questi ebbe l’incarico di disegnare illustrazioni per un giornale commerciale dal titolo Man and his clothes; il suo primo lavoro regolare come illustratore fu nel dipartimento pubblicitario della Shell, ove lavorò per tre anni, perché non gli piacque l’idea di lavorare nella pubblicità. Nel 1930, Hilaire Belloc (eccolo, anche lui!) gli chiese di illustrare il suo libro New Cautionary Tales. La buona accoglienza critica di questo libro e delle sue illustrazioni gli permise di mettersi definitivamente in proprio, cioè di avventurarsi nel mondo della libera professione di illustratore.

Artista, sì, ma anche scrittore e giornalista, e pure con una carriera nell'editoria. Dal 1950 fu direttore di Andre Deutsch. Poi lavorò come editore per Mitchell Beazley Ltd, per Sunday Times Publications dal 1962 al 1963 e per Thomas Nelson dal 1963 al 1967.

Durante gli anni ’30 Bentley illustrò opere di J. B. Morton e Damon Runyon. I suoi disegni più famosi furono quelli che illustrano l'Old Possum's Book of Practical Cats di Thomas Stearns Eliot. Nel complesso illustrò più di settanta libri nel corso della sua felice carriera. 

Normalmente si firmava così: "Nicolas Bentley ha disegnato le immagini". Ciò che preferì maggiormente era di illustrare i propri libri. Tra questi, uno dei più noti, Ready Refusals, o, The White Liar's Engagement Book fornisce una citazione per ogni giorno dell'anno, tratta da una gamma amplissima di fonti, insieme ad un'illustrazione adatta. Scrisse e illustrò anche Golden Sovereigns e Da Boadicea a Elisabetta II (1970), un libro umoristico sulla monarchia britannica.

Il 17 ottobre 1934 sposò Barbara Hastings (1908-1989), scrittrice di libri per bambini e figlia di Sir Patrick Gardiner Hastings; ebbero una figlia, Arabella, nata nel 1943.

Bentley si arruolò come pompiere ausiliario nel 1938 e servì nella London Fire Brigade (i pompieri di Londra) durante la Seconda Guerra Mondiale. Insieme al lavoro di clown è una delle cose che più mi ha colpito di quest’uomo dal sorriso simpatico.

Dopo la guerra assunse alcuni lavori regolari di cartooning, di cui alcuni su Time and Tide (1952-54) e fu commissionato di disegnare vignette tascabili per il Daily Mail dal 1958. Rinunciò a questo lavoro nel 1962, sostenendo che lo affaticasse eccessivamente. In seguito fu l'illustratore del Diario di Auberon Waugh (il primo figlio di un altro chestertoniano, Evelyn) su Private Eye e contribuì con altre vignette alla rivista.

Si trasferì a Downhead, vicino a Shepton Mallet nel Somerset. Morì il 14 agosto 1978, nel Royal United Hospital di Bath, nel Somerset.

La sua autobiografia, A Version of the Truth, fu pubblicata nel 1960. Alla sua morte, Auberon Waugh scrisse su Private Eye: "Nick era un uomo gentile, modesto, umoristico, con nessuna delle solite caratteristiche del genio altamente individuale che ispirava la sua tranquilla professionalità e la sua suprema abilità tecnica”.

Marco Sermarini

 







Nelle illustrazioni: Nicholas Clerihew Bentley, una delle illustrazioni per il libro d T. S. Eliot e la copertina di New Cautionary Tales di Belloc.

venerdì 13 agosto 2021

Vi ricordate l’inno O God of earth and altar, composto da Chesterton? Ecco la traduzione del nostro Giovanni Borghi che ringraziamo.

Chesterton compose questo inno e in diversi post su questo blog ne abbiamo parlato. Abbiamo pure detto che gli Iron Maiden l'hanno apprezzata. Ora il nostro Giovanni Borghi l'ha tradotto per noi, grazie!

mercoledì 11 agosto 2021

“Il Dio dei Gong”: delitti in salsa voodoo | Luca Fumagalli su Radio Spada.

Accusato di essere un esempio del presunto razzismo di G. K. Chesterton, Il Dio dei Gong (The God of the Gongs), nono racconto della raccolta La saggezza di Padre Brown (1913), in realtà non è affatto male. Tra l'altro ha il pregio di dare particolare risalto all'originale metodo investigativo di Padre Borwn che consiste non tanto nel ragionare come il criminale quanto nell'identificarsi completamente con esso. In altre parole, il sacerdote, forte pure dell'esperienza del confessionale, sa che tra lui e il delinquente non vi è sostanziale differenza, essendo entrambi esseri umani fragili e peccatori.

Il resto qui sotto:

https://www.radiospada.org/2021/08/il-mercoledi-di-padre-brown-il-dio-dei-gong-il-prete-il-nero-e-il-voodoo/

Un aforisma al giorno.

(…) Andersen non fu solo uno zio amato dai bambini, fu lui stesso un bambino. Fu uno dei meravigliosi bambini del nostro passato cristiano, che ebbe quel dono divino che è il non diventare adulti.

Gilbert Keith Chesterton, Radio Chesterton (Davanti e dietro allo specchio)

Un breve ricordo di mons. Alberto Castelli.

Debbo colmare, come potrò, una delle molte mancanze del nostro piccolo blog, e cioè l'assenza di notizie circa uno degli uomini che hanno contribuito a rendere fruibile e conosciuto in Italia il nostro Chesterton, e cioè mons. Alberto Castelli.

Sicuramente i più anziani di noi ricorderanno l'introduzione all'Autobiografia pubblicata da Istituto di Propaganda Libraria: ecco, quel pregevole scritto, unitamente alla traduzione del libro, sono opera di mons. Alberto Castelli. E' il luogo in cui leggiamo del telegramma di papa Pio XI in occasione della morte e la acuta considerazione circa il fatto che Chesterton fu apostrofato "defensor fidei" dal Santo Padre, e la sua natura paradossale (un inglese cattolico, secoli dopo lo scisma e l'abbandono dell'ortodossia a causa di Enrico VIII, in un certo senso ne lavò l'onta).

Ma chi era Alberto Castelli? Nacque nel 1907 a Siziano, in provincia di Pavia; crebbe in una famiglia molto cattolica in cui ricevette il buon influsso dello zio salesiano e vescovo, Luigi Maria Olivares, dichiarato nel 2004 venerabile. Studiò tra l'altro nel Seminario Regionale Marchigiano di Fano. Fu l'autore della prima traduzione dell'Autobiografia di Chesterton, tradusse anche la biografia di San Tommaso Moro di Christopher Hollis (c'è da dire che Castelli riportò alla luce un poemetto in ottave di Zenobio Ceffino composto nel 1543 che ad oggi è la più antica testimonianza italiana della storia di Thomas More); curò una revisione dei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer e si guadagnò la cattedra di Lingua e letteratura inglese all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano negli anni tra il 1934 e il 1953. Servì la Chiesa Cattolica nella Curia Romana, come vescovo ausiliare di Sabina - Poggio Mirteto (fu ausiliare del cardinale Adeodato Piazza), con il titolo di vescovo di Gerico. Successivamente fu promosso arcivescovo titolare di Rusio, sempre ricoprendo ruoli all'interno della Curia, tra cui quello di vicepresidente del Pontificio Consiglio per i laici, che lasciò nel 1970 per motivi di salute. Morì nel 1971.

È autore di numerose pubblicazioni su autori inglesi classici e novecenteschi (il già nominato Chaucer, E. Spenser, William Shakespeare, Thomas Hardy, George Bernard Shaw e naturalmente il nostro Chesterton e Clive Staples Lewis ecc.), di traduzioni ormai classiche e più volte ristampate, come Assassinio nella cattedrale di T.S. Eliot, Le Lettere di Berlicche di C.S. Lewis e la Montagna delle sette balze di T. Merton, e di un’autorevole edizione del Dialogo del conforto nelle tribolazioni di Tommaso Moro (1970).

Marco Sermarini


Un aforisma al giorno.

Questo è il grosso fatto del cristianesimo: la scoperta del nuovo equilibrio. Il paganesimo è stato come un pilastro di marmo, dritto perché proporzionato in modo simmetrico. Il cristianesimo è stato come un'enorme e romantica roccia frastagliata, che, anche se toccandola oscilla sul suo piedestallo, tuttavia, poiché le sue esagerate irregolarità sono in equilibrio tra loro, si stagliava là da mille anni. In una cattedrale gotica le colonne sono tutte diverse, ma tutte necessarie. Ogni supporto sembra casuale e fantasioso, ogni arco è un arco rampante. Così nel cristianesimo le casualità apparenti si equilibrano.


Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.

martedì 10 agosto 2021

Un bellissimo aforisma al giorno.



La cosa più amabile del mondo è l'umiltà.

Gilbert Keith Chesterton, Radio 📻  Chesterton (Davanti e dietro allo specchio 🪞)

venerdì 6 agosto 2021

“La fine dei Pendragon”: il lupo di mare e un’oscura maledizione | Luca Fumagalli su Radio Spada.

È difficile comprendere la scelta chestertoniana di posizionare La fine dei Pendragon (The Perishing of the Pendragons), ottavo racconto della raccolta La saggezza di Padre Brown (1914), subito dopo La parrucca violacea. Le due storie, infatti, sono piuttosto simili e ruotano entrambe attorno a una terribile maledizione che grava su una famiglia colpevole di orrendi delitti. In questo caso, all'epoca della Regina Elisabetta, Sir Peter Pendragon aveva poco onorevolmente ucciso due dei tre prigionieri spagnoli che si trovavano sulla sua nave. Il terzo era riuscito a fuggire a aveva giurato eterna vendetta. In effetti i Pendragon – lupi di mare da generazioni – sono stati poi funestati da diverse sciagure e persino il padre e il fratello dell'ultimo della famiglia, il vecchio Ammiraglio, sono morti in naufragio. Quest'ultimo vive su un'isoletta fluviale in una casa al cui fianco sorge una strana torre di legno, avvezza a prendere fuoco all'approssimarsi di una tragedia (per venire ogni volta pazientemente ricostruita).  

Il resto qui sotto:

https://www.radiospada.org/2021/08/il-mercoledi-di-padre-brown-la-fine-dei-pendragon-il-lupo-di-mare-e-unoscura-maledizione/

giovedì 5 agosto 2021

Riproposizioni - Un aforisma al giorno - Felicità d'asilo.

Felice è colui che ama ancora ciò che amava all'asilo: non è stato spezzato in due dal tempo; non sono due uomini, ma uno solo, ed ha salvato non solo la sua anima ma la sua vita.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 26 Settembre 1908.

Il principe dei paradossi - L' Intellettuale Dissidente.

Scrittore, poeta, giornalista, saggista dalla penna ironica e pungente, patriota inglese, figlio di anglicani poi convertitosi al credo cattolico, "principe dei paradossi" e autore della fortunata serie di racconti su Padre Brown, Gilbert Keith Chesterton (29 maggio 1874 – 14 giugno 1936) è considerato da molti il teorico del cosiddetto Distributismo – un pensiero economico alternativo tanto al capitalismo quanto al socialismo.

Tra queste due organizzazioni sociali tipicamente considerate agli antipodi, il capitalismo da una parte ed il socialismo dall'altra, vi è infatti una tendenza comune da cui Chesterton vuole difendersi e contro la quale ci mette in guardia: la tendenza di entrambe al monopolio e alla concentrazione della ricchezza; sia essa in mano a pochi capitalisti, o in mano allo Stato, o in mano a pochi capitalisti che dirigono le leve dello Stato.

Il resto in questo collegamento:

https://www.lintellettualedissidente.it/controcultura/filosofia/il-principe-dei-paradossi-g-k-chesterton/

Un aforisma al giorno.

Ci sono quattro ragioni per cui G. K. Chesterton ringrazia sempre, prima ancora di sentirsi grato per la sua stessa vita: prima di tutto il suo Creatore, per averlo creato dalla stessa terra e averlo messo nello stesso mondo in cui si trova una donna come te. La seconda ragione è che, malgrado tutti i suoi difetti, non si è perduto dietro a strane donne. La terza, che ha provato ad amare ogni cosa viva: un'oscura preparazione per amare te. E la quarta… non ci sono parole per esprimerla. Qui termina la mia vita precedente. Prendila. Mi ha portato fino a te.

Gilbert Keith Chesterton, da una lettera alla futura moglie Frances Blogg.

mercoledì 4 agosto 2021

Aforismi in lingua originale.







Gilbert Keith Chesterton, La ball!ata del cavallo bianco,.

martedì 3 agosto 2021

Anche la Diocesi di Northampton dà la notizia della partecipazione del vescovo David al prossimo Pellegrinaggio da Londra a Beaconsfield.


Ecco la notizia dal sito della Diocesi di Northampton, nella nostra traduzione:

«Il vescovo David ha annunciato che predicherà al 12° pellegrinaggio annuale Chestertoniano sabato 30 luglio 2022, centesimo anniversario della conversione di G. K. Chesterton.
G. K. Chesterton è stato uno scrittore, filosofo e teologo inglese nato nel 1874. Visse a Beaconsfield, nel Buckinghamshire, entro i nostri confini diocesani, ed è sepolto in un cimitero della città. Oggi è noto a molti come l'autore di "Padre Brown", recentemente riportato in vita in una serie televisiva. È riconosciuto per aver contribuito alla conversione cristiana di C. S. Lewis, con Lewis che si riferisce al suo libro "The Everlasting Man" come al "miglior libro apologetico popolare che io conosca".
Ogni anno molti si imbarcano in un pellegrinaggio a piedi di 27 miglia, ecco un resoconto del pellegrinaggio del 2021.
Alle 7:30 del mattino il mio compagno di pellegrinaggio Peter ha letto il famoso paragrafo (sopra) dall'autobiografia di Chesterton, e i cinque di noi che ambivano a camminare per tutte le 27 miglia hanno detto la preghiera di G. K. Chesterton e sono partiti proprio dalla chiesa anglicana di St. George vicino a Notting Hill.
Dopo un paio di minuti dalla partenza ci hanno raggiunto una madre e una figlia che avrebbero percorso la prima parte delle 27 miglia con noi. Poi un altro pellegrino, Daniel, si è unito a noi e siamo arrivati a otto.
Le previsioni del tempo davano temporali. L'ho detto in preghiera a GKC la sera prima, perché camminare per 27 miglia è già abbastanza difficile senza dover affrontare il tempo! Durante il giorno, in realtà, abbiamo avuto un po' di pioggia che non ha infastidito nessuno di noi, al punto che sono stato in grado di fare tutte le ventisette miglia in t-shirt!
Durante il tragitto abbiamo chiacchierato di Chesterton, dei lockdown, di Chesterton, della Chiesa, di Chesterton, e abbiamo anche pregato. Doris e Stefano ci hanno raggiunto a Ealing. Dopo aver attraversato Ealing, il percorso è diventato molto più bello, abbiamo camminato lungo il canale verso un pub a Cowley dove ci siamo fermati per una rapida bevuta.
Poi abbiamo attraversato la M25 e ci siamo lasciati alle spalle la diocesi di Westminster dirigendoci verso Northampton. Siamo arrivati tutti alla messa delle 14.30 in tempo, dopo aver camminato per 21 miglia ad un buon ritmo, alcuni di quelli che sono arrivati in macchina sembravano avere un po' più di problemi!
Grazie alle Suore Brigidine per averci ospitato anche quest'anno. La messa è stata molto gentilmente offerta all'ultimo minuto da P. Philomeno, dopo che P. Brett, il celebrante originale, si è sentito male.
L'anno prossimo sarà il 100° anniversario del ricevimento di G. K. Chesterton nella Chiesa Cattolica, e dopo la messa sono stato molto contento di poter leggere un messaggio del vescovo David Oakley, il nuovo vescovo di Northampton, alla Catholic G. K. Chesterton Society, in cui ha detto: 
"Siate certi del mio sostegno per l'importante lavoro in cui siete impegnati. È un bene che la Società stia promuovendo il lavoro di questo importante contributore al pensiero cattolico del ventesimo secolo. E naturalmente, che siate impegnati nella promozione della Causa di Chesterton. Sappiate che prego per la Società e per tutto ciò che state facendo in questo momento. La data di sabato 30 luglio 2022 è ora saldamente in agenda qui, e sarei felice di predicare alla Messa".
Alcuni pellegrini sono venuti solo per la Messa, ma il resto di noi, circa 45 in totale, sono partiti attraverso la bellissima campagna per le ultime 6 miglia fino alla tomba di Chesterton a Beaconsfield. Il più giovane pellegrino a piedi aveva circa 3 anni e il più anziano non aveva più di 60 anni! Abbiamo lasciato dei fiori sulla tomba da parte nostra e anche un bouquet per Federica dall'Italia che è molto malata. Abbiamo recitato la Preghiera di Chesterton sulla tomba per P. Brett, per P. Finigan che possa leggere di nuovo dopo un ictus, e abbiamo pregato per le nostre intenzioni e per quelle inviate da tutto il mondo. E poi, nella tradizione chestertoniana, siamo andati al pub locale di GKC per mangiare e bere qualcosa!
Sia che possiate percorrere tutto il pellegrinaggio, in parte o per niente (potete comunque partecipare alla Messa, anche se non camminerete affatto!) siete i benvenuti ad unirvi a noi il prossimo anno, sabato 30 luglio 2022, il 100° anniversario dell'accoglienza di G. K. Chesterton nella Chiesa Cattolica».

L'originale è qui sotto:


https://northamptondiocese.org/bishop-to-preach-at-gk-chesterton-pilgrimage/

lunedì 2 agosto 2021

Un aforisma al giorno.

Ciò che per il cattolicesimo rappresentò la morte diede invece vita al capitalismo.

Gilbert Keith Chesterton, La mia fede.