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mercoledì 29 aprile 2020

Un aforisma impareggiabile ed inimitabile al giorno.


L'importante nella vita non è mantenere un sistema costante di piacere e di compostezza (cosa che può essere ottenuta abbastanza bene indurendo il cuore o ispessendo la testa), ma mantenere vivo in se stessi l'immortale potere dello stupore e della risata, e una sorta di giovane riverenza.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 11 Gennaio 1908.

Un foro nel muro delle falsità: la storia d’Inghilterra secondo Chesterton - di Silvia Stucchi.

https://www.ilsussidiario.net/news/letture-un-foro-nel-muro-delle-falsita-la-storia-dinghilterra-secondo-chesterton/1996851/

Chesterton, créateur du Père Brown, le détective du bon Dieu - di Etienne de Montety

L’écrivain anglais, fervent avocat de la foi chrétienne, était aussi un conteur hors pair. Il a donné naissance à un héros pas comme les autres: le Père Brown, enquêteur perspicace et miséricordieux.

https://www.lefigaro.fr/culture/chesterton-le-pere-brown-le-detective-du-bon-dieu-20200424

sabato 25 aprile 2020

Un aforisma al giorno 😆😂🤣😁

Non c'è limite alla pazzia degli uomini quando si ritengono superiori sia alla risata che all'umiltà.


Gilbert Keith Chesterton, Daily News, 2 Marzo 1907

Un aforisma al giorno 🔥

Per umiltà si intende soprattutto un freno all'arroganza e all'infinito desiderio dell’uomo.


Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

giovedì 23 aprile 2020

Un aforisma al giorno 🌝🌝🌝

Bisogna proclamare risolutamente che nel mondo delle meraviglie non c'è altra porta che quella bassa dell'umiltà, attraverso l'arco della quale la terra risplende come il paese delle fate.


 Gilbert Keith Chesterton, The Speaker

Un aforisma al giorno 🐥🐥🐥🌼

La cosa più amabile del mondo è l'umiltà.


G. K. Chesterton, Radio Chesterton

mercoledì 22 aprile 2020

G.K. Chesterton on Scientific “Experts” - Chuck Chalberg sulle colonne dell'Imaginative Conservative.

G. K. Chesterton - WikiquoteG. K. Chesterton - WikiquoteVisto che si parla continuamente di coronavirus, ci potremmo chiedere cosa ne penserebbe il nostro Chesterton. Ci ha pensato Chuck Chalberg a rispondere a questa domanda. Chalberg è uno dei più simpatici chestertoniani americani, è un caro amico del nostro Dale Ahlquist ed insegna al Normandale Community College a Minneapolis.
Il testo è in inglese e ci siamo permessi di tradurre l'incipit dell'articolo per invogliarvi a leggerlo integralmente, vista la sua attualità:

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Dato che tutti noi abbiamo a che fare con l'ultima pandemia, è bene sapere che possiamo ricorrere ad esperti per aiutarci a superarla e, alla fine, a uscirne. Ma è anche bello sapere che possiamo fare appello anche ai non esperti per aiutarci. Tra questi potrebbe esserci anche un non esperto che ha avuto i suoi sospetti sugli esperti.

Quest'uomo sospettoso e non esperto è G. K. Chesterton che è morto nel 1936, ovvero ben prima della diffusione del coronavirus, per non parlare della diffusione di modelli scientifici per tracciare la potenziale diffusione della malattia.

Gli esperti, pensava, potrebbero essere brave persone da avere a portata di mano se una biblioteca dovesse essere catalogata o se un sistema solare dovesse essere scoperto - o forse anche se un virus dovesse essere rintracciato. Ma per molte questioni di questa vita terrena Chesterton pensava che avesse molto più senso aderire al principio alla base del sistema dei giurati. Questo perché le questioni relative alla colpevolezza o all'innocenza erano troppo importanti per essere lasciate agli esperti. Perciò, quando si trattava di una questione del genere, aveva molto più senso riunire "dodici persone che si trovavano in piedi in quel momento". Se qualcuno dovesse dubitare della validità di questo approccio, Chesterton ha ricordato ai suoi lettori che sostanzialmente la stessa procedura è stata seguita dal fondatore del cristianesimo.

Il resto è nel collegamento qui sotto:

https://theimaginativeconservative.org/2020/04/gk-chesterton-scientific-experts-chuck-chalberg.html

martedì 21 aprile 2020

The fight to save G.K. Chesterton’s home from demolition - The Spectator U.S.


chesterton
It’s a quiet Wednesday afternoon in Beaconsfield, Britain’s most expensive market town and the burial place of Edmund Burke. There’s a sense of foreboding in the air. Well, there is if you’re a G.K. Chesterton fan. South Buckinghamshire District Council is about to decide whether Overroads, the house where the author lived from 1909 to 1922, will be demolished and replaced with an apartment block.
A Londoner until the age of 35, Chesterton moved here on a whim. He and his wife, Frances, in a spirit of adventure, went to Paddington station and asked to buy a ticket for the next train. It was going to Slough, the town that John Betjeman once invited friendly bombs to fall on. From there, the Chestertons wandered to Beaconsfield, and liked it so much they never left.
It was at Overroads that Chesterton first developed his most enduring creation, the priest-detective Father Brown. Yet the biggest protest against the demolition plan has come not from fans of crime fiction, but from the academy. Thirty-nine scholars have signed an open letter asking the council to defend ‘so important a piece of national and international cultural heritage’.
Il resto qui:
https://spectator.us/fight-save-g-k-chesterton-home-demolition/

sabato 18 aprile 2020

venerdì 17 aprile 2020

Un aforisma al giorno (un grande classico).

Un'avventura è soltanto un inconveniente considerato nel modo giusto. Un inconveniente è soltanto un'avventura considerata nel modo sbagliato.

Gilbert Keith Chesterton, All Things Considered

giovedì 16 aprile 2020

Una pagina croata su di noi, Dreher e l’Opzione Benedetto - Benediktova opcija: I Dreher i Sermarini idu u Leteću školu! | Gilbert.hr

https://gilbert.hr/benediktova-opcija-i-dreher-i-sermarini-idu-u-letecu-skolu/?fbclid=IwAR0nHOAAE_sEk6yILWb6uMwMthfB-4SKcRHs9feVTDOPa8R53Rmjs52Eaa4

Nostra traduzione dal croato:

Dopo Dale Ahlquist, Joseph Pearce e Joe Grabowski, mercoledì 8 aprile si uniscono al nostro volo della Scuola Volante i nostri grandi amici, apprendendo le basi dei pensieri di Chesterton: il fondatore della Comunità dei Tipi Loschi Marco Sermarini e un noto giornalista americano, l'autore del bestseller The Benedict Option, Rod Dreher.

L'occasione per questo incontro amichevole è stata la lezione su Skype di Ivo Dzeba sull'argomento dell'Opzione Benedetto. In poco meno di un'ora il nostro docente ha parlato dell'importanza, dell'unicità e della bellezza di vivere quell'opzione. Sebbene fossimo fisicamente lontani gli uni dagli altri, Ivo ci ha riuniti attraverso la sua eccellente conoscenza della materia e la prestazione rilassata, colmando così la nostra distanza.

Marco e Rod, i corifei dell'Opzione Benedetto nel mondo, si sono uniti a noi in una piacevole conversazione, ognuno da casa sua, dopo la conferenza di Ivo. Oltre a rispondere a domande interessanti per oltre un'ora, comprese alcune circa le preoccupazioni degli "assistenti al volo" (della scuola), i nostri amici hanno condiviso con noi i loro pensieri sul perché l'Opzione Benedetto è importante per il momento storico e culturale in cui viviamo, come normali cristiani laici.

Poiché la cultura in cui viviamo è aggressivamente e apertamente anticristiana, la chiave per mantenere la fiamma della fede non solo viva ma luminosa, è proprio l'impegno per l'Opzione Benedetto. Perché è uno stile di vita che ci ispira a costruire la comunione, a vivere nell'immediatezza senza alcun sostituto artificiale e ad essere creativi nel risolvere i problemi che affrontiamo.

Alla fine, se abbiamo lasciato la classe in una buona atmosfera e portato "qualcosa in più" che vale la pena bruciare, allora il nostro volo è stato un successo. E non avrebbe potuto avere altro che successo, quando Marco alla fine ci ha incoraggiato con la sua breve ma eloquente parola piena di amore - "Grande!" È anche la lezione migliore e più grande nel vivere la nostra fede e vita.

Un aforisma al giorno.

I moderni non pensano. Essi sentono solo, ed è per questo che sono molto più forti nella narrativa che nei fatti; per questo i loro romanzi sono molto meglio dei loro giornali.

Gilbert Keith Chesterton, The Trouble with Our Pagans, Illustrated London News, 13 Settembre 1930.

martedì 14 aprile 2020

Riproposizioni - Un aforisma al giorno (da Capelli spaccati in quattro).

Per continuare il post di prima, devo ricordare che il famoso bellissimo articolo "Capelli spaccati in quattro" che Chesterton scrisse appositamente per Il Frontespizio (e che ci ripropose per la prima volta dodici anni fa, riesumandolo così da un colpevole oblio, il nostro carissimo Angelo Bottone) riportava queste due righe fondamentali che voglio esporre a caratteri ben grossi:

Non c'è nulla di così stupendamente stupido quanto il detto comune: "La religione non può dipendere da minuziose dispute di dottrina".

Gilbert Keith Chesterton, Il soprannaturale è naturale (in origine in un articolo pubblicato su Il Frontespizio).

Detto da lui ha una leggerezza angelica.

Marco Sermarini

Un frontespizio de... Il Frontespizio in cui campeggia il nostro Belloc.



De Il Frontespizio, nobile rivista di stampo cattolico di una volta, abbiamo parlato in diversi episodi di questo nostro blog:







Questo perché essa fu uno dei veicoli che resero noti Chesterton e Belloc qui in Italia, grazie anche all'intuito di alcuni dei suoi collaboratori, Don Giuseppe De Luca, Giovanni Papini e Domenico Giuliotti, ad esempio.

Girando su internet ho ritrovato la foto di questa copertina in cui campeggia il nome del nostro Belloc. Ecco, volevo riproporvela per farvi vedere come in Italia certi interessi culturali avevano una radice ed un fondamento già in quei tempi. Spesso ce ne dimentichiamo.

Marco Sermarini

lunedì 13 aprile 2020

A cento anni dalla promessa di Gilbert Keith Chesterton di convertirsi alla fede cattolica - 4 Aprile 2020.


Cosa vogliamo celebrare in questo 2020 così inaspettato e doloroso?
Una ricorrenza felice della vita del nostro Gilbert, legata alla sua fede, alla Terrasanta, all’Italia ed alla città di Brindisi, e prima ancora di tutto questo, al ruolo della Madonna nella sua vita.
L’episodio è il seguente: Chesterton, la mattina del 4 Aprile 1920 alle ore sette, sbarcò a Brindisi di ritorno dalla Terrasanta, dove si era recato con lo scopo di scrivere un libro di carattere religioso e storico su di essa. Dopo colazione Gilbert e sua moglie Frances si recarono in una chiesa cattolica del porto di Brindisi dove parteciparono alla messa di Pasqua. Pur essendo entrambi anglicani, non ebbero alternative. In chiesa un Chesterton già “macinato” dal viaggio in Terrasanta vedrà una statua della Madonna a colori vivaci e dinanzi ad essa prometterà di convertirsi al cattolicesimo una volta tornato a casa.
La promessa in realtà fu mantenuta più di due anni dopo, il 30 Luglio 1922, quando nel Railway Hotel di Beaconsfield (oggi non più esistente) Chesterton fu battezzato sub condicione ed accolto nella Chiesa Cattolica.
La Nuova Gerusalemme, Hodder & Stoughton
Premessa: ricostruiamo partendo da una lettera verosimilmente dell’estate del 1919 di Chesterton a Maurice Baring. Gilbert contatta uno dei suoi più cari amici, ufficiale dell’intelligence della Royal Air Force, per avere “un grande favore”, cioè delle facilitazioni nel viaggio che stava pianificando: il Daily Telegraph, con cui collaborava l’altro amico Edmund Clerihew Bentley, gli aveva commissionato degli articoli da trasfondere in un libro (quello che poi si chiamerà The New Jerusalem, tradotto in italiano come La Nuova Gerusalemme), non politico ma romantico e religioso, che Chesterton aveva in animo trattasse anche “di pellegrinaggi e Crociate, in prosa poetica”. L’occasione era allettante perché le spese di viaggio sarebbero state pagate dall’editore, ma egli abbisognava ancora dei “permessi politici o militari" (1) per recarsi sul posto. 
Chesterton aveva alcuni obiettivi per questo viaggio, e li ricaviamo da alcune lettere scritte ai suoi amici migliori: il primo era naturalmente scrivere questi articoli; il secondo e non meno importante era portare con sé sua moglie che aveva bisogno di un ambiente caldo per guarire la sua nevrite e, diceva Chesterton, la povera Frances se lo meritava. Da ultimo un motivo non espresso con chiarezza ma presente: andare a vedere i luoghi in cui Gesù Cristo era nato, vissuto, morto e risorto. Emergerà da un’altra lettera, sempre Baring il destinatario, che Chesterton scriverà da Alessandria d’Egitto sulla via del ritorno. L’idea della storicità della fede cristiana lo aveva sempre interessato ed affascinato, ed aveva avuto un certo peso nell’idea di convertirsi, nel suo approccio decisamente razionale alla fede.
Baring era considerato da Chesterton “l’uomo che conosce tutti”, e lo aiutò in maniera decisiva: gli ottenne di avere contatti con l’entourage del generale (più precisamente Field Marshall, un pezzo davvero grosso) Edmund Allenby, l’eroe inglese che conquistò Gerusalemme nel 1917 agli ottomani, l’Alto Commissario britannico di Egitto e Sudan. Chesterton ebbe poi modo di conoscerlo e di parlare con lui e con sua moglie a Gerusalemme. La cosa andò in porto perché Chesterton accettò di organizzare lungo la sua strada dall’Egitto alla Palestina una serie di conferenze (ad Alessandria d’Egitto, al Cairo, ad Ismailia, eccetera), solitamente agli inglesi ivi presenti e al personale militare britannico, spesso in caserme o luoghi simili. Frances terrà un diario abbastanza dettagliato del viaggio Frances simpaticamente annoterà in una delle soste per conferenze di essere l’unica persona di sesso femminile presente.
Il viaggio fu lungo ed avventuroso: i Chesterton si trattennero per tre mesi ed attraversarono un territorio oggetto di grandi cambiamenti, fino a poco tempo prima dominio dell’Impero Ottomano; videro un caleidoscopio di vite, usanze, religioni, colori, videro addirittura una storica nevicata a Gerusalemme, e tutto ciò finì dentro un libro che è un vero e proprio capolavoro e che consiglio di leggere a chiunque voglia capire davvero che cosa accade in tutta quell’area oggi. Ovviamente non pensate di trovare la classica guida per organizzare un viaggio: Gilbert non è il tipo adatto, e questo libro grazie a Dio è molto meglio! Le annotazioni sintetiche ma fedeli di Frances ci consentono di scoprire tutti gli spostamenti e le visite della coppia (si concludono a Roma, dove incontrarono casualmente Maisie Ward, importantissima biografa ed amica dei Chesterton, con sua mamma), e possiamo trovare qualche indizio di ciò che silenziosamente avvenne a Gilbert in quei giorni, che è ben sintetizzato nella lettera che egli scrisse a Baring da Alessandria d’Egitto il 31 Marzo 1920, prima di ripartire per Brindisi, dove arrivò appunto il 4 Aprile:

Il porto di Brindisi
(…) Mi sento in dovere di inviarti queste righe affrettate per ringraziarti, per quanto questa atroce penna d'albergo me lo permetterà, per il tempo meraviglioso che ho trascorso in Palestina, che è in gran parte dovuto a te. C'è qualcosa di ancora più importante di cui vorrei tanto parlarti, a proposito di alcune cose che abbiamo toccato tra di noi in passato. Qui dirò solo che il mio treno del pensiero, che era davvero del pensiero e non dell’emozione fuggitiva, è arrivato ad un'esplosione nella Chiesa dell'Ecce Homo di Gerusalemme; una chiesa che le guide chiamano nuova e che i giornali chiamano latina. Temo che ci vorrà almeno un mese prima di incontrarci; perché il viaggio dura quindici giorni e potrebbe essere prolungato da un amico malato a Parigi; e io devo lavorare al mio ritorno per mantenere un contratto. Ma se potessimo incontrarci per quel tempo, potrei ringraziarti meglio per molte cose.

Illeggibilmente tuo, G. K. Chesterton (2)

Il porto di Alessandria d'Egitto
Dunque qualcosa accadde nella Basilica dell’Ecce Homo, che si trova a Gerusalemme lungo la Via Dolorosa, il tragitto che tradizionalmente si ritiene essere stato percorso da Gesù prima di essere crocifisso. Il diario di Frances ci attesta che si recarono tre volte in questo luogo; la prima visita, il 4 Marzo, fu effettuata dalla sola Frances, poi vi si recarono insieme il 26 Marzo nella mattina e sulla strada incontrarono Lady Allenby, che - annota Frances - fu molto gentile con tutti e due, e di nuovo per una benedizione il giorno dopo nel pomeriggio. Lì ebbero modo di fare una lunga conversazione con una monaca inglese. Non abbiamo altra testimonianza in proposito, ma è certo che Chesterton fu toccato particolarmente da questo luogo, o forse più correttamente, tutto si fece chiaro proprio lì.
The Well and the Shallow, Sheed & Ward
Autobiografia
Il nostro Gilbert ebbe chiaro tutto, ma erano anni che rimuginava questa decisione. La lettera a Baring dall’Egitto fa riferimento ad “alcune cose che abbiamo toccato tra di noi in passato”, ed il riferimento - seppur non evidente - è alle discussioni che Chesterton ebbe (anche) con lui a proposito della conversione al cattolicesimo. Baring lo aveva preceduto nel 1909, e fu uno dei suoi interlocutori in questa scelta. Nel 1914, quando ebbe quella lunga improvvisa malattia che quasi lo uccise, aveva manifestato questi sentimenti a sua moglie ed ella stessa ce ne dà testimonianza, perché si preoccupò del fatto che Gilbert potesse morire senza essersi convertito, e ne parlò con padre O’Connor, con padre McNabb e con Josephine Ward (mamma di Maisie). Inoltre, secondo padre Vincent McNabb, Chesterton affermò di aver avuto un’ "estasi mistica" poco prima di uscire dal coma in cui fu invitato dalla defunta moglie di Belloc (che aveva convinto Cecil a diventare cattolico) a convertirsi. Ma, passata la malattia, la questione fu ricacciata “in the back of my mind”, come ebbe a dire Chesterton, e da lì continuò a lavorarlo ai fianchi. Ma perché la cosa finì nel retrobottega della sua coscienza, se posso usare una metafora un po’ buffa? Chesterton aveva il fratello Cecil che si era unito alla Chiesa Cattolica nel 1912, e questa conversione non aveva trovato un’accoglienza positiva in famiglia: padre e madre non avevano grandi simpatie per il cattolicesimo, e comunque mantennero rispetto a questo fatto un atteggiamento di riluttanza. Chesterton stesso motivò con un affaticamento mentale dovuto alla crescita di problemi a cui doveva personalmente far fronte: “il suo perpetuo stato di sovraccarico di lavoro. Fisicamente inattivo, la sua mente non era mai sterile, ma emanava una produzione immensa: diversi libri ogni anno, oltre alla direzione editoriale e agli articoli: c'è stato anche un anno in cui sono stati pubblicati non meno di otto libri” (3); si caricò la responsabilità della prosecuzione del giornale del fratello deceduto, e, dopo lo stress notevole che aveva causato a sua moglie con la sua lunga malattia, non si sentiva di fare un passo che avrebbe potuto darle ulteriori pensieri. Sì, difatti Frances era problematica di fronte a tutta la questione: più volte in passato aveva affermato che non avrebbe voluto convertirsi al cattolicesimo perché amava la fede nella quale era cresciuta. Però, come dice sempre Maisie Ward, “Frances non ha mai alzato un dito per impedire a Gilbert di entrare nella Chiesa Cattolica. Ma ovviamente prima di essere convinta ella stessa, non avrebbe potuto aiutarlo”(4). Maisie fa un’altra acuta riflessione: “Per la maggior parte delle persone l'intensità di pensiero è molto più difficile dell’azione. Per lui era il contrario. Usava la sua mente incessantemente, il suo corpo il meno possibile (...). Le (a Frances, ndr) lasciava tutta la vita pratica. Ma entrare nella Chiesa non era solo qualcosa a cui pensare, era qualcosa di veramente pratico che doveva essere fatto, e qui Frances non poteva aiutarlo” (5).
Sta di fatto che in Terrasanta qualcosa era “esploso”: questa espressione, o simili, è significativa, perché Chesterton la usa ogni volta che si trova a fare un passo determinante della sua vita. Ad esempio nel famoso passo dell’Autobiografia in cui ricorda la sua gioventù al momento della fine della crisi: “Nessun uomo ha veramente misurato la vastità del debito verso quel qualsiasi essere che l'ha creato e che lo ha reso capace di chiamarsi qualcosa. Dietro il nostro cervello, per così dire, v'era una vampa o uno scoppio di sorpresa per la nostra stessa esistenza: scopo della vita artistica e spirituale era di scavare questa sommersa alba di meraviglia, cosicché un uomo seduto su una sedia potesse comprendere all'improvviso di essere veramente vivo, ed essere felice”. “Dietro il nostro cervello”, o “in the back of my mind”, ecco altre espressioni che ritornano. Dal retrobottega del nostro cervello riemergono le questioni sopite per anni, ma che sotto sotto lavoravano intensamente, e quella chiesa a Brindisi con l’immagine della Madonna pronta nella sua popolana semplicità lo attendevano per fare il resto del lavoro.
La Madonna ha sempre avuto un grande ruolo nella vita di Chesterton: era l’idea della cavalleria, della vera espressione femminile. All’arrivo a Brindisi all’andata i Chesterton non trovarono posto in albergo per cui furono ospitati in una casa privata. La camera aveva un comò sul quale si trovava una statua della Madonna, molto simile a quella che Gilbert trovò in chiesa quel 4 Aprile. Ne abbiamo conferma anche grazie ad una tradizione nota agli storici brindisini, raccolta dal prof. Caputo (6). E Chesterton trasfonderà tutto ciò in un passaggio del suo libro Il pozzo e le pozzanghere (l’articolo è intitolato Maria e il convertito):

Tuttavia, per quanto questa immagine potesse essere distante, oscura e misteriosa, o motivo di scandalo per i miei contemporanei e scoglio insormontabile per me stesso, non ho mai dubitato che ella fosse l’immagine della Fede, che incarnasse, in qualità di essere umano puramente umano, tutto ciò che la Fede aveva da dire all’umanità. Nell’istante in cui mi veniva in mente la Chiesa Cattolica, cercavo di dimenticare lei. Quando infine riconobbi che c’era qualcosa di più nobile del mio destino, l’atto più libero e più difficile di tutti i miei atti di libertà, fu di fronte a un’immaginetta della Vergine nel porto di Brindisi, ornata d’oro, dai colori accesi, che promisi di fare ciò che avrei fatto, se fossi ritornato nella mia terra.

Dunque la spinta finale di questa lunga conversione, partita dal ravvicinamento alla fede cristiana grazie alla moglie Frances, alla marcia progressiva verso il cattolicesimo seguendo una via precipuamente razionale sino a quel 30 Luglio 1922, esplose in Terrasanta e trovò la sua decisione definitiva proprio qui in Italia, proprio di fronte a questo nostro mare, agli occhi della Vergine Maria, non senza esitazioni, marce in avanti e ritirate silenziose. Tutto ciò piace e riempie di gioia e di orgoglio ogni chestertoniano italiano, e parlarne era necessario oltre che piacevole.


Marco Sermarini

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(1) Gilbert Keith Chesterton a Maurice Baring, in Maisie Ward, Gilbert Keith Chesterton, Sheed & Ward, London 1944, pag. 377;
(2) ibidem, pag. 380;
(3) ibidem;
(4) ibidem;
(5) ibidem, p. 379;
(6) notizia raccolta da padre Roberto Brunelli;
(7) Gilbert Keith Chesterton, Il pozzo e le pozzanghere, Lindau, Torino 2012, pagg. 193 - 194. Il volume (titolo originale The Well and the Shallows), uscito per Sheed & Ward nel 1935, è una raccolta di articoli scritti da Chesterton per riviste cattoliche di qua e di là dell’oceano dopo la sua conversione al cattolicesimo.

Louis Mary John Belloc, figlio di Hilaire ed Elodie.

Il giovane Louis.
Particolare del memoriale di Downside.
Il nostro caro Hilaire Belloc fu un uomo fiero, virile, quasi guascone, affettuoso, sincero, l'"artificiere della fede", come lo apostrofò appropriatamente Mario Praz, e molto fu provato dalla vita.
Suo padre morì giovane. 
Un'altra grave perdita fu quella della moglie Elodie, per la cui mano aveva varcato quattro volte l'oceano. La cara amata moglie morì nel 1914. 
Poi toccò al figlio primogenito Louis Mary John, sottotenente del Genio britannico, che morì in Francia durante la Prima Guerra Mondiale. 
Povero babbo!
Anni fa mettemmo la foto della tomba di famiglia dei Belloc, a West Grinstead (Santuario di Our Lady of Consolation), oggi ho voluto mettere le foto che riguardano il giovanissimo Louis, che è sepolto ad Arras, nel cimitero di guerra inglese.
Presto un altro post dedicato all'altro figlio di Belloc che morì in guerra.

Marco Sermarini
Questo è il memoriale dei caduti che avevano
frequentato Downside School, come il giovane Louis.


Questa è la lapide che il babbo fece mettere
sulla facciata della Cattedrale di Cambrai.


domenica 12 aprile 2020

Buona Pasqua!

Il terzo giorno gli amici di Cristo, venuti all'alba, trovarono la tomba vuota e il sasso rotolò via. In vari modi si resero conto della nuova meraviglia; ma anche loro si resero conto a malapena che il mondo era morto nella notte.
Quello che guardavano era il primo giorno di una nuova creazione, con un nuovo cielo e una nuova terra; e nella parvenza di un giardiniere Dio camminava di nuovo nel giardino, al fresco non della sera ma dell'alba.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno

sabato 11 aprile 2020

Pic nic chestertoniani il Lunedì dell'Angelo.

Partiamo da questo famoso e determinante brano di Cosa c'è di sbagliato del mondo:

La verità è che, per una persona moderatamente povera, la casa è l'unico luogo di libertà. Anzi, l'unico luogo di anarchia. È l'unico posto sulla terra dove un uomo può cambiare le regole senza preavviso, fare esperimenti o soddisfare un capriccio. In qualunque altro luogo si rechi, deve sottostare alle rigide norme del negozio, della taverna, del club o del museo nel quale gli capita di entrare. In casa sua può consumare pasti sul pavimento, se cosi desidera. Io, per esempio, lo faccio spesso: mi dà la curiosa, poetica, infantile sensazione di fare un pic nic. Ma creerei non poco imbarazzo se cercassi di comportarmi così nella sala da tè XYZ. In casa propria un uomo può girare in vestaglia e pantofole, ma sono sicuro che non potrebbe farlo al Savoy, anche se non ho mai verificato personalmente. (...) Per un uomo alla buona e gran lavoratore la casa non è soltanto un posto squallido in un mondo di avventure. È anche l'unico posto libero in un mondo di regole e di compiti assegnati.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

Premesso questo, posto che non si può uscire di casa, assodato che un vero italiano non rinuncia alla scampagnata del Lunedì dell'Angelo, che un vero chestertoniano fa cose sane per rimanere sano:

MANDATECI LE FOTO DEI PIC NIC CHE ORGANIZZERETE NEI BALCONI, IN SALA, NEI GIARDINI DELLE VOSTRE CASE, SUI TETTI (PREMIO UOMOVIVO), E LE TRE FOTO PIÙ BELLE AD INSINDACABILE GIUDIZIO DELLA FANTOMATICA COMMISSIONE VINCERANNO UN LIBRO DEL NOSTRO AMATISSIMO GILBERTONE OFFERTO DA NOI E ACQUISTATO DA PUMP STREET!

LE FOTO DEBBONO ESSERE MANDATE ESCLUSIVAMENTE ALL'INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA DELLA SOCIETÀ CHESTERTONIANA ENTRO UNA SETTIMANA DA OGGI.

venerdì 10 aprile 2020

Il Distributismo possibile già c’è - Matic Animation a San Benedetto del Tronto.



Prima di tutto mi presento, sono Marco Consorti e sono un membro della Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati di San Benedetto del Tronto.
Ciò significa che vicino a me ci sono tante belle opere come La Contea, La Polisportiva Gagliarda e Pump Street, la serigrafia distributista.

Oltre a tutto ciò, nel lontano 2008 (data ufficiale ma la faccenda andava avanti già da tempo), ho messo in piedi insieme ad un amico, Simone, un’azienda, la Matic Animation, che si occupa di Grafica Digitale 3D (la semplifico così...) e tutto ciò che ruota intorno al mondo digitale e alla fotografia.
E’ nato tutto per una passione per il disegno tecnico e ad oggi questa passione è ancora viva. Grazie ad essa, nel 2008, feci il grande passo contro ogni previsione e grazie al consiglio di un amico, che mi disse di “andare avanti”.
Sono passati ormai 12 anni e ogni anno sono stato sempre più contento che la mia piccola aziendina fosse ancora lì, mentre vedevo tanti miei concorrenti affondare inesorabilmente, convinti che la “crescita” esponenziale e capitalista fosse la strada giusta.
Nello specifico, e dovrò usare qualche termine più tecnico, la Matic Animation realizza Rendering Fotorealistici, ad oggi soprattutto per cataloghi commerciali.

Per capirci meglio vi faccio qualche esempio.
Avete presente la casetta (o palazzo) che stanno costruendo proprio davanti casa vostra? Bene, di solito c'è un cartellone da cantiere con raffigurato il progetto finale; ecco, quell'immagine lì è un rendering.
O quando entrate in un negozio per acquistare una cucina, un mobile, un letto, o qualsiasi prodotto e vi danno in mano un catalogo? Ecco, nella maggior parte dei casi le foto e gli ambienti che vedete non sono reali, sono rendering.
E quanto più sembra una foto, tanto più allora il rendering è fotorealistico.
Più semplicemente, di solito spiego il mio lavoro dicendo che "faccio foto al computer" o, come dicono i miei figli, "faccio i disegni al computer", dato che molte volte mi trovano a schizzare a mano sul tablet delle idee progettuali.

E' un mondo questo della CGI (computer-generated imagery, ecco, questo è un termine tecnico), enorme. Si applica praticamente in ogni settore, dal mondo delle cucine, al living, al settore nautico e automotive. L'unico limite può essere la fantasia, ma ne abbiamo a sufficienza.
Vi invito a dare uno sguardo al nostro sito e ai social, così avrete modo di capire meglio di cosa sto parlando.

Noi di Matic nel nostro piccolo non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba, non per paura, ma per prudenza, sempre conservando la nostra passione come motore principale.
Io, piuttosto che pensare “in grande”, preferisco pensare la mia aziendina situata a Pump Street, in una piccola botteguccia, affiancata da tante altre che si aiutano e che lottano insieme.
Non mi interessa entrare nel calderone del Big Business e del capitalismo, dove ciò che conta è il prezzo.
Non ci risparmiamo mai, ogni lavoro che eseguiamo personalmente lo considero un dono.

Siamo piccoli, ma il restare “piccoli” ci ha consentito nel tempo di diventare un’elitè in questo settore, tanto che ad oggi (e me ne sorprendo ancora) lavoriamo molto di più all’estero che in Italia.
Ovviamente, in tutto ciò, parte del mio tempo è dedicato a quel lavoro “grafico” che riguarda le opere educative che mi circondano e soprattutto la nostra piccola ma grande serigrafia distributista Pump Street, con la quale collaboro assiduamente.

Sono onorato di far parte di questa “lista” distributista.



Riproposizioni - Un aforisma al giorno...

Questo è il compito impegnativo che sta di fronte agli educatori: essi devono insegnare alla gente a degustare i colori come fossero liquori. Hanno il difficile compito di trasformare degli ubriaconi in degustatori. Se il ventesimo secolo riuscirà a portare a termine questo compito, sarà almeno in pari con il dodicesimo secolo.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

giovedì 9 aprile 2020

Un colloquio internazionale durante il virus - Rod Dreher, Marco Sermarini e la Scuola Volante degli amici croati.

 Questa piccola foto è una pallida testimonianza della bella trovata degli amici croati: da loro non si possono fare scuole libere come abbiamo fatto sventatamente qui in Italia ed a San Benedetto del Tronto in particolare, allora questi chestertoniani fieri si sono inventati la Scuola Volante, Leteća Škola nella bella lingua slava dei nostri dirimpettai adriatici.

Ieri sera sono stato loro ospite assieme al carissimo amico Rod Dreher, l'autore del bellissimo volume "The Benedict Option - A Strategy for Christians in a Post-Christian Nation", edito anche in italiano dalle edizioni San Paolo con la mia non indispensabile prefazione e disponibile presso gli amici di Pump Street (che per la cronaca è viva e vegeta ed aspetta tanti vostri ordini di magliette, libri, cocci, ossi, stracci e tende a pallini - da Pump Street tutto ha un sapore diverso, più gustoso che negli altri negozi online non distributisti).

Ecco, per tornare a bomba, ieri sera abbiamo fatto una chiacchiera sull'Opzione Benedetto, della quale sono ogni giorno più convinto per averla cercata e praticata da decenni. E' stato molto bello perché questi giovani hanno un vero desiderio di scelte radicali e con loro mi sento sempre a casa. Ho risentito Rod sempre pimpante, abbiamo messo in cantiere tante altre belle cose.

Questo giusto per darvene notizia: qui non si dorme, si cerca sempre di costruire e di aiutarsi a costruire un mondo buono. Chesterton è un potentissimo lievito per questo scopo. Ecco. Evviva i miei amici.

Marco Sermarini

ChestFest 2019 - L'intervento del nostro presidente a Zagabria.




Il tema assegnato a Sermarini era "Benedict Option and the Future of Christianity", strettamente collegato con le attività che la Società svolge sostenendo quanti desiderano costruire la propria vita cristiana in modo radicale e non compromissorio.

Oltre questo video, nel canale YouTube degli amici croati ci sono altre conversazioni degne di nota che vi invitiamo a visionare.

I chestertoniani croati sono davvero fieri, bravi, intelligenti e pieni di buona volontà, li consideriamo al pari di altri dei veri amici e dei veri alleati nella Buona Battaglia.



mercoledì 8 aprile 2020

Il Distributismo possibile già c'è - Breve riassunto.


Da un po' di tempo abbiamo iniziato a valorizzare e sviluppare l'idea che il distributismo è possibile e già esiste. Abbiamo acceso qualche piccola lampadina (riflettori è esagerato!) su delle storie vere, vissute da persone con un nome ed un cognome, un indirizzo fisico (non solo su internet, dove tutto quello che vedete potrebbe non essere...), delle piccole imprese che continuano, che hanno qualcosa o molto o tutto di distributista.

Ora ho voluto mettervele qui tutte di seguito. Ce ne sono altre che sto contattando per farci raccontare la loro storia.

Ho aggiunto anche la premessa ed il ragionamento che c'è, che continuerò a svolgere fino a tutte le conseguenze possibili: qual è la premessa? Il capitalismo è nato morto, come il socialismo, e continuano a spargere la loro violenza. Il coronavirus è solo una delle tante cose che manda in crisi le grandi ideologie che distruggono l'uomo, è un male anch'esso e gira anche in virtù del sistema che sta mettendo in difficoltà.

Io sono certo che un sistema distributistico avrebbe incassato decisamente meglio questa botta. Per quel che mi riguarda, continuo a costruire solo il distributismo, non ho idee di "male minore". Il male è male, maggiore o minore che sia. A casa mia la quercia non fa altri frutti se non le ghiande, mai arance o pere.

Una cosa che stiamo cercando di fare è diffondere e sostenere gli affari di chi, come noi, cerca di costruire un sistema normale. Per cui girarvi queste informazioni, queste segnalazioni ha anche lo scopo di dirvi: se dovete comprare una maglietta andate da Pump Street, per le capre e tutto quello che fanno c'è Jacopo Coccia, per le scarpe c'è Peppe Zappasodi, per fare la spesa c'è Lory, per una bistecca seria ci sono i Giuntoli, lo zafferano per me è Mario Sarritzu...

Un'altra idea che va controcorrente è che l'economia è un'espressione dell'uomo e non una scienza esatta e che prima di calcoli, modelli e grafici su cui tanti hanno costruito laute carriere c'è la realtà. Nulla mi può impedire di comprare un paio di scarpe dove dico io, cioè da Peppe, non dove dice il Signor Mercato, nulla mi può impedire di fare in modo che lo zafferano sardo di Mario venga a nuoto da me in qualche modo anche non convenzionale.

Come pure dobbiamo cominciare a concepire la vita non più con l'utilitarismo ma con il concetto di ciò che vale.

Se ci uniremo e continueremo a credere a quello che stiamo facendo, vedremo la svolta.

Attendo altre segnalazioni.

Marco Sermarini

Capre e distributismo:


Fattoria Giuntoli a Troia:


Lory 91, Bottega di Quartiere a Grottammare:


Mario Sarritzu e il suo zafferano, perché non è tutt'oro quello che luccica...



Costruire un altro mondo in questo mondo - Zappasodi Calzature, a San Benedetto del Tronto:



Pump Street, capolista delle imprese distributiste:



Il virus sta mettendo a nudo tanti problemi del mondo ma noi offriamo di costruire insieme un mondo diverso: