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martedì 31 gennaio 2023

Poetas, policiais e anarquistas: a aventura humana segundo Chesterton | Raúl Cesar Gouveia Fernandes su O São Paulo.

A diversificada obra do escritor inglês Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) abrange os campos da Filosofia, da Teologia e da Literatura. Sua criação mais famosa talvez sejam os contos protagonizados por Padre Brown, um sacerdote católico capaz de resolver intrincados crimes graças à sua compreensão da natureza humana, cujas aventuras foram objeto de recente adaptação televisiva. A inusitada fusão entre padre e detetive ilustra um aspecto fundamental da obra de Chesterton: o convite ao uso pleno da razão, necessário tanto para decifrar a autoria de um delito quanto para encontrar uma resposta à pergunta sobre o sentido da vida. Assim, de forma inteligente e lúdica, o autor chama a atenção para o tradicional debate entre fé e razão.

Il resto nel collegamento qui sotto:

https://osaopaulo.org.br/cultura/poetas-policiais-e-anarquistas-a-aventura-humana-segundo-chesterton/




domenica 29 gennaio 2023

Magic è diventata un film!

La Rooftopseven, una casa di produzione, ha prodotto un adattamento per lo schermo di Magic, una delle commedie di Chesterton. Il risultato è decisamente migliore di altri recenti adattamenti di opere chestertoniani, che delle stesse portano spesso solo il nome (tra le altre il Padre Brown della BBC in onda sul canale della Paramount in Italia).

Dunque, il film è scritto e diretto da Elvis Joseph, e questo è il suo primo film, e The Club of Curious Trades (la parola "queer", che è quella originariamente usata da Chesterton per quello che per noi italiani suona come Il Club dei Mestieri Stravaganti, è stata cambiata a causa delle sue attuali indebite distorsioni) è in fase di produzione. La sceneggiatura è molto attinente al materiale originale, praticamente senza modifiche, e questo è davvero molto molto interessante. 

Del regista il sito internet della casa dice: «Da ragazzo lo scrittore/regista Elvis Joseph guardava i film su un tetto di Baghdad con gli zii. È stato qui che si è risvegliato in lui un sogno che non ha più abbandonato. Alcuni anni fa ha scoperto per caso l'acclamato autore e poeta G. K. Chesterton, noto anche come il "Principe del Paradosso". È stato un momento cruciale che lo ha spinto verso un nuovo capitolo della sua vita. Piene di allegorie, arguzie e avventure fantastiche che risuonavano con Elvis, sapeva che queste storie avrebbero fatto parte del suo sogno cinematografico». Questo incuriosisce molto lo spettatore, e l'appassionato di Chesterton riconosce il segno distintivo di chi si fa travolgere dal grande Gilbert.

Si tratta di una produzione a basso costo, ma questo non va a discapito del risultato, visto che la commedia è incentrata sui personaggi ed i loro atteggiamenti, sui dialoghi e il senso complessivo del messaggio. L'effetto non è quello di una cosa fatta a buon mercato nel senso peggiore del termine.

Il cast lo troviamo nel sito della casa di produzione e comprende Vincent Parfitt nel ruolo del prestigiatore, Aaron J. March nel ruolo dello scrittore, Kirsty McKenzie nel ruolo di Patricia, David Lucas nel ruolo del reverendo Smith, Barnaby Goodwin nel ruolo del Dr. Grimthorpe, Audrey Joseph nel ruolo della cameriera, Joe Loria nel ruolo di Hastings, Nick Barker-Pendree nel ruolo del Duca, James Domeyko nel ruolo di Morris, Craig Macguire nel ruolo di Lewis e Sasha Diamandi nel ruolo del cameriere.


Il film è attualmente disponibile per l'acquisto e la visione in streaming su Vimeo, anche se in futuro potrebbero essere disponibili altri formati e luoghi di proiezione. Se girate per il sito internet troverete tutti i modi per vedere l'opera (streaming, dvd, eccetera). Gli amici americani su Gilbert dicono che "è una piccola produzione, ma ha un gran cuore e un grande affetto per il materiale di partenza, e lascia la speranza che altri registi indipendenti siano in grado di portare sullo schermo le loro visioni dell'opera di Chesterton". Bello ed interessante.

https://www.rooftopseven.com/


La storia della conversione di Alec Guinness.

Come molti frequentatori del blog sanno, Alec Guinness fu scelto per interpretare padre Brown. Il film venne girato in un remoto villaggio francese e una sera l'attore stava tornando al suo alloggio, vestito con la tonaca nera di scena, quando un bimbo, scambiandolo per un prete vero, lo prese per mano e iniziò a camminare al suo fianco. L'accaduto colpì molto Guinness. "Continuando la mia passeggiata", raccontò, "riflettei che una Chiesa che poteva ispirare una tale fiducia in un bambino, rendendo i preti, anche se sconosciuti, così facilmente avvicinabili, non poteva essere così intrigante o inquietante come spesso viene fatto credere. Cominciai a scrollarmi di dosso i pregiudizi che avevo da tempo imparato e assorbito".

Durante le riprese, il figlio undicenne di Guinness, Matthew, fu colpito dalla poliomielite che lo paralizzò dalla vita in giù. Era gravemente malato e Guinness iniziò a recarsi ogni giorno nella piccola chiesa cattolica del villaggio per pregare per lui. Fu lì che fece un patto con Dio: se Matthew fosse guarito e avesse chiesto di diventare cattolico, non lo avrebbe ostacolato. Grazie a Dio Matthew si riprese e fu iscritto a una scuola retta dai padri gesuiti. All'età di quindici anni espresse il desiderio di convertirsi al cattolicesimo e Guinness accettò prontamente. Ben presto scoprì che Dio aveva dei piani anche per lui. Cominciò infatti ad approfondire il cattolicesimo ed ebbe lunghe conversazioni con un sacerdote cattolico. Fece un ritiro in un'abbazia trappista e partecipò alla Santa Messa con l'attrice hollywoodiana Grace Kelly (che poi diventerà la principessa Grace di Monaco) mentre giravano un film insieme a Los Angeles. Lottò con le indulgenze e l'infallibilità papale, ma alla fine la descrizione che diede del suo ingresso nella Chiesa è molto significativa: "Non c'è stato alcuno sconvolgimento emotivo, nessuna grande intuizione, di certo nessuna comprensione adeguata delle questioni teologiche; solo un senso della storia e della congruità delle cose".

Guinness fu accolto nella Chiesa Cattolica dal vescovo di Portsmouth e poco dopo, mentre si trovava in Sri Lanka per le riprese del famoso film di guerra Il ponte sul fiume Kwai, sua moglie lo sorprese a sua volta convertendosi. Come spesso accade ai neo convertiti, sentì una profonda pace e anche momenti di entusiasmo spirituale. Una volta corse come un matto per andare a visitare il Santissimo Sacramento in una chiesetta anonima. "Se la religione significava qualcosa", scrisse, "significava che tutto l'uomo adorava, sia la mente che il corpo... Mi sono sentito rassicurato quando ho scoperto che il buono, brillante ed estremamente saggio Ronald Knox si era trovato a correre, in diverse occasioni, per visitare il Santissimo Sacramento".

Sir Alec Guinness è morto nel 2000 all'età di ottantasei anni ed è sepolto nel cimitero di Petersfield, nell'Hampshire, dove aveva stabilito la sua residenza. Rimase per sempre grato a quel ragazzino che tanti anni prima lo aveva scambiato per un sacerdote e lo aveva preso dolcemente per mano. Senza rendersene conto, lo aveva condotto nell'"unico, vero ovile del Redentore".


Nella foto: la tomba di Sir Alec Guinness.

Qui sotto: una foto che raffigura Sir Alec Guinness, sua moglie Merula Silvia ed il figlio Matthew (avremmo voluto metterla direttamente in questo post ma per questioni di diritti è meglio ammirarla direttamente dal sito della National Portrait Gallery inglese):


venerdì 27 gennaio 2023

Ecco dove vedere il film su Padre Brown interpretato da Sir Alec Guinness.

Guinness in Guerre Stellari

Nei panni di padre Brown

Con Grace Kelly

Fabrizio, un nostro gentilissimo lettore, ci ha rivelato la disponibilità on line del film Father Brown The Detective che vede nella veste del protagonista Sir Alec Guinness.

Alec Guinness deve la sua conversione al cattolicesimo proprio all'interpretazione di questo film ed alla conoscenza dell'opera di Chesterton che dovette acquisire in preparazione alla sua realizzazione.


Di Alec Guinness abbiamo parlato più volte in questo blog, la più recente è quella del 12 Gennaio scorso:

https://uomovivo.blogspot.com/2023/01/dal-catholic-herald-di-venerdi-5-giugno.html?showComment=1674237257885#c8558934366151673685

Altri post in cui ci interessammo di Alec Guinness, inclusi quelli inerenti la sua conversione, sono i seguenti:

https://uomovivo.blogspot.com/2018/04/guardate-che-abbiamo-ritrovato.html

https://uomovivo.blogspot.com/2010/10/ecco-come-padre-brown-condusse-guinness.html

https://uomovivo.blogspot.com/2010/04/la-storia-della-conversione-di-alec.html


Questi sono alcuni dei post, ma ce ne sono diversi altri. Qui sotto invece è il collegamento per vedere il film tutto intero:

https://archive.org/details/father-brown-the-detective-1954-mys.-detec.-alec-guiness

Il produttore del film era Paul Finder Moss, il regista Robert Hamer, e l'opera uscì nel 1954. Fu girato nei Riverside Studios, ad Hammersmith, Londra, ed in Francia. Negli Stati Uniti uscì col titolo "The Detective".


Marco Sermarini

 

giovedì 26 gennaio 2023

In preparazione al Concorso Chesterton…

Il nostro presidente Marco Sermarini si è recato oggi a Norcia per incontrare i bambini della Scuola Parentale "Scolastica" (nel senso di Santa Scolastica, la sorella gemella di San Benedetto da Norcia...) e presentare loro un suo vecchio amico, Gilbert Keith Chesterton, e La ballata del cavallo bianco in preparazione del Concorso Chesterton per le scuole elementari, medie e superiori che vedrà la sua fase finale a Maggio prossimo. il Concorso è organizzato dalla Società e della Scuola Libera "Gilbert Keith Chesterton" di San Benedetto del Tronto.

I bambini hanno conosciuto anche Re Alfred, Eldred, Mark e Colan, e pure Re Guthrum. Hanno ascoltato una storia di cavalieri ma senza draghi e principesse. In compenso hanno saputo che Re Alfred aveva avuto un bel messaggio da parte della Madonna, un messaggio di fede, e che poi gli amici, per quanto fossero in un primo tempo riluttanti, lo hanno seguito nella battaglia di Ethandune.

Una bella mattinata, di sicuro per il presidente che è tornato a casa molto lieto di aver conosciuto questi piccoli amici a cui ha avuto modo di presentare il vecchio Gilbert.

mercoledì 25 gennaio 2023

La Civiltà Cattolica recensisce Slavoj Žižek ed esce l'interesse per Chesterton.

La Civiltà Cattolica, mediante la penna di Mattia Vicentini, recensisce Il nano e il manichino - Il cuore perverso del cristianesimo di Slavoj Žižek, il pensatore ateo "marxista, hegeliano ma che per sintetizzare la posizione Cristiana usa GKC e in particolare il Giovedì", "una specie di fan piuttosto eretico di Chesterton", come dicemmo qualche anno fa su questo rullo parlante chiamato blog.

https://uomovivo.blogspot.com/2011/11/slavoj-zizek-il-comunista-che-cita_16.html

https://uomovivo.blogspot.com/2017/06/dal-baule-di-casa-nostra-slavoj-zizek.html

Dice Vicentini:

"Tre sono gli autori principali chiamati in causa per accompagnare passo dopo passo l’indagine. Se due di questi – Georg Willhelm Friedrich Hegel e Jacques Lacan – sono tra i grandi nomi della riflessione occidentale degli ultimi due secoli, il terzo – Gilbert Keith Chesterton – risulta essere quasi un outsider nella riflessione contemporanea".

Per fortuna il simpatico Vicentini ha detto "quasi"... ;-) 
Žižek in fondo è la prova che Chesterton ha una presa più rimarchevole sugli intellettuali più vivaci del panorama attuale.
Quando ne raccogliemmo l'interesse per Chesterton alcuni anni fa, ricordammo che Žižek usava L'Uomo che fu Giovedì per illustrare la posizione cristiana, dunque, al di là del suo pensiero e della sua bontà o meno nella lettura della realtà, il filosofo chestertoniano eretico dà prova di una certa capacità di penetrazione e di un'attenzione sincera verso il cristianesimo.

Il resto della recensione è qui sotto:

https://www.laciviltacattolica.it/recensione/il-nano-e-il-manichino/

martedì 24 gennaio 2023

Aforismi in lingua originale | St. Thomas Aquinas.

Now nobody will begin to understand the Thomist philosophy, or indeed the Catholic philosophy, who does not realise that the primary and fundamental part of it is entirely the praise of Life, the praise of Being, the praise of God as the Creator of the World.

Gilbert Keith Chesterton, St. Thomas Aquinas.

lunedì 23 gennaio 2023

L’offerta della settimana di @pump_street

@pump_street offre due testi fondamentali del #Distributism ad un prezzo imbattibile. Approfittatene adesso per conoscere la filosofia che salverà il mondo dalle ideologie capitaliste socialiste e cosiddette green, gender…

domenica 22 gennaio 2023

Il necrologio di mons. Alberto Castelli da parte della Conferenza Episcopale Italiana apparso su l'Osservatore Romano.

Appena si è appresa la notizia della morte di Mons. Castelli. la Segreteria Generale della C.E.I pubblicava su «L'Osservatore Romano» questo annuncio:

Repentinamente e silenziosamente Monsignor Alberto Castelli Arcivescovo Titolare di Rusia ci ha lasciato ieri mattina.

Era ormai da tempo sofferente e non si nascondeva il pericolo di un attacco improvviso del suo male, anzi ci scherzava sopra con quel suo tipico fare che la consuetudine con i classici di lingua inglese gli aveva affinato.

La sua vita di sacerdote e di Vescovo non è stata lunga perché aveva poco più di 60 anni ma è stata intensa nella preparazione per gli incarichi molteplici per l'impegno con cui li ha assolti.

La preparazione a Milano, a Roma, in Inghilterra aveva fatto di lui una figura completa di uomo e di Sacerdote. Aveva la cultura, il gusto raffinato, lo stile che altri può non apprezzare,  ma che in realtà è  difficile acquisire e aggiornare nel rapido svolgere dei giorni o degli anni di questo nostro tempo.

Docente del1'Università  Cattolica del S. Cuore in lingua e letteratura inglese, il 28 gennaio 1953 fu eletto Vescovo della Sede Titolare di Gerico e Ausiliare del Card. Adeodato Piazza per la Sede Suburbicaria di Sabina e Poggio Mirteto. Nell'agosto 1954 ebbe la nomina a Segretario provvisorio della Conferenza Episcopale Italiana. la cura della Diocesi e l'avvio del lavoro presso la C.E.I. furono grossi impegni per Mons. Castelli. In diocesi portò la sua passione per la catechesi e per la vita religiosa più impegnata. Alla C.E.I. fu suo merito avviare il lavoro della Segreteria e stabilire contatti di fraterna collaborazione con ì Vescovi.

Rimase a Sabina e Poggio Mirteto sino al 1959 e alla C.E.I. sino al 1966 quando fu nominato Vice Presidente del Consilium de laicis. La sua cultura e la sua esperienza lo rendevano prezioso anche a livello internazionale.

Ora sentiamo unvuoto, quello di chi ci ha aiutato nel cammino con la luce della sua bonta.

Roma, 8 marzo 1971.

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Il compianto Presule era nato in Siziano - Archidiocesi di Milano - il 19 agosto 1907 ed era stato ordinato sacerdote il 24 settembre 1930. Eletto alla Chiesa Tit. di Gerico con deputazione di Ausiliare della Diocesi Suburbicaria di Sabina e Poggio Mirteto; il 28 gennaio 1953 aveva ricevuto l'Ordinazione Episcopale il 25 marzo dello stesso anno. Il 10 gennaio 1961 era stato promosso alla sede Arcivescovile titolare di Rusio. Addolorato per la scomparsa di Mons. Castelli, il Santo Padre ha manifestato il suo cordoglio ai familiari del defunto con il seguente telegramma:

Nel mesto ricordo del benemerito Monsignor Alberto Castelli, Arcivescovo titolare di Rusio, chiamato dal Signore al premio eterno dopo una intensa vita dedicata alla buona causa della cultura cattolica ed al fedele servizio della Santa Sedeassicuriamo una fervida preghiera di suffragio per la sua anima eletta ed impartiamo all'intera famiglia in lutto la confortatrice Apostolica Benedizione,  pegno della nostra memore benevolenza.

PAULUS pp" VI

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Le esequie hanno avuto luogo a Roma il marzo nella chiesa parrocchia1e di S. Teresa del Bambino Gesù.

Hanno concelebrato Mons.. Andrea Pangrazio - che all'omelia ha brevemente ricordato la figura del defunto Arcivescovo -, Mons. Caliaro, Vescovo di Sabina e Poggio Mirteto, Mons. Luigi Cardini e Mons. Dario A1berti Segretari Aggiunti della C.E.I., Mons.. Agostino Di Venanzio.

Il Card. Angelo Dell'Acqua ha impartito la benedizione alla salma.

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Nel collegamento di seguito trovate una pagina dal sito della rivista Vita e Pensiero con un elenco di opere di mons. Alberto Castelli (libro, articoli, recensioni, commenti, eccetera). Fanno bella mostra di sé i titoli su San Tommaso Moro:

https://www.vitaepensiero.it/autore-alberto-castelli-198406.html

Qui sotto un articolo su Un poemetto inedito del secolo XVI in onore di San Tommaso Moro:

https://www.jstor.org/stable/25819115


Due parole su una vecchia edizione dell'Autobiografia di Chesterton.




Alla ricerca dell'intenso incipit del capitolo dell'Autobiografia che Chesterton dedica a suo fratello Cecil, mi sono imbattuto, in casa mia, non senza un certo sapore d'avventura come fosse una giungla inesplorata ed io non ne fossi l'abitante più rilevante quanto a peso ed età, in una vecchia edizione italiana dell'opera.

La copertina piuttosto lisa svela l'uso intenso dell'opera e le sue avventure in questa casa, reperita chissà quando. In effetti al momento dell'acquisto, avvenuto tanti e tanti anni fa (era uno di quei resti che ha resistito ed ha attraversato l'oblio di Chesterton ed ha acceso in me ed in altri intrepidi il desiderio di rivedere in giro libri come questo), il libretto era in condizioni decisamente migliori.

L'interno ci svela che la traduzione è di Alberto Castelli, anzi mons. Alberto Castelli. Nell'Agosto 2021 ne stilai un breve profilo:


Non fu semplice perché non sono tante le notizie, in giro, sul nostro Castelli e sul suo tutt'altro che modesto cuore ed intelletto. Sta di fatto che la traduzione è di gran pregio e merita di essere letta. Nell'introduzione del volume si dice tra l'altro (il libro vale anche solo per questa frase tutto il prezzo):

Chesterton è positivo, affermativo di tutto. Vuol essere lo spirito buono, vuol essere buono e affermare buone tutte le cose, come Dio Creatore, nella contemplazione dell'opera della prima settimana. La sua poesia è come il lavoro dei coloratori di vetri nella canzone delle Cinque Corporazioni.


È lui che riporta il famoso episodio del telegramma di Pio XII, e tante altre cose.

Castelli dimostra di conoscere bene l'argomento che sta traducendo, la sua sostanza, che è sempre la persona dell'autore e il suo pensiero, tanto più se si parla della sua autobiografia, tanto più in un autore come Chesterton. Tradurre dunque non è un'operazione meccanica, ma in un certo qual senso significa possedere l'argomento fino a farsi voce dell'autore perché il suo pensiero non venga minimamente alterato nel suo senso. L'effetto è significativo, se il traduttore fa proprio il pensiero dell'autore tradotto scegliendo di dedicare il proprio lavoro ai propri genitori con quella stessa gratitudine che permea dalle pagine dell'opera e si imprime nell'anima del traduttore mutandola; passa dal cuore di Chesterton a quello di Castelli ai nostri, per un mistero che salva, pianta un semino che può diventare un gigantesco albero frondoso, vivo e fresco, pieno di linfa e di frutti.

È uno dei casi in cui è lampante il senso del detto "rem tene, verba sequentur", e va ben oltre.

I frutti. Penso ai frutti ed al continuo seminare di questi anni, delle tante cose nate anche grazie a queste pagine. Quante anime ha toccato Chesterton vivo? Quante ne ha toccate Chesterton morto (ma che morto?!? quale morto?!?)?

Quest'opera come pure il San Francesco d'Assisi e La resurrezione di Roma furono pubblicati da IPL, l'Istituto di Propaganda Libraria che oggi purtroppo non c'è più. C'erano delle case editrici in Italia che incontrando Chesterton e Belloc erano mosse dallo stesso desiderio di cui parla Emilio Cecchi nella sua brillante presentazione degli Ospiti su La Ronda


È tutt'altro che tempo perso cercare una copia vecchia nella propria libreria, o in qualche bancarella o negozietto.

Marco Sermarini

venerdì 20 gennaio 2023

Un aforisma (e una foto, e una bellissima storia e tanto altro) al giorno.


Mio fratello, Cecil Edward Chesterton, nacque quando io avevo circa cinque anni, e, dopo una breve pausa, incominciò a discutere. E continuò a discutere fino alla fine: sono sicuro che discuteva con energia con i soldati fra i quali morí, nell'ultima gloria della grande guerra. Si racconta di me, che, quando mi venne detto che avevo un fratellino, il mio primo pensiero corse al gusto infinito che provavo nel recitare versi, e che dissi: «Ottimamente. Ora avrò sempre un pubblico ad ascoltarmi». Se ho parlato veramente cosí, mi sono sbagliato. Mio fratello non era punto disposto ad essere un semplice ascoltatore, e molto spesso forzò me a far la parte del pubblico. Piú spesso ancora, forse, si diede il caso che vi fossero simultaneamente due oratori, senza pubblico. Discutemmo durante tutta la nostra adolescenza e giovinezza, fino a diventare la disperazione di tutti coloro con i quali, socialmente, avevamo contatto. Gridavamo l'uno contro l'altro, attraverso la tavola, intorno a Parnell o al puritanesimo o alla testa di Carlo I, finché
coloro che ci erano piú vicini e piú cari, scappavano al nostro avvicinarsi, e intorno a noi si faceva il deserto. E benché non sia un motivo di schietto piacere ricordare di essere stato un così terribile supplizio per altre ragioni, sono piuttosto contento di aver discusso esaurientemente le nostre opinioni, su quasi tutti i problemi del mondo. Sono felice nel pensare che, in tutti quegli anni, non abbiamo mai cessato di discutere, e mai, neppure una volta, abbiamo litigato.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia (capitolo nono, La causa contro la corruzione).

È una delle più belle pagine di Chesterton, che esprime tutto l'affetto, la stima e il bellissimo rapporto che aveva con il suo caro fratello Cecil.

Questa fotografia, che ho trovato nel libro "G. K. Chesterton - A Reappraisal" di Denis J. Conlon, meritava di essere messa a disposizione dei lettori del nostro piccolo blog. Che belli i due fratellini! Che bello che dopo cinquantacinque anni il piccolo grande Gilbert parli così di suo fratello, e che bella questa intelligente distinzione tra il discutere ed il litigare, questo suo amare ancora discutere, che è l'inizio della ricerca della verità. In poco c'è quasi tutto.

Marco Sermarini

mercoledì 18 gennaio 2023

The Speaker, il giornale che lanciò Chesterton.

Una piccola sorpresa per gli amici e i lettori di questo blog.

In questo collegamento trovate il numero del The Speaker, uno dei primi giornali su cui scrisse Chesterton, da cui è tratto l'aforisma che abbiamo pubblicato ieri. L'articolo si intitola "Puritan and Anglican" e si tratta della recensione dell'omonimo libro di Edward Dowden, accademico e letterato irlandese protestante, unionista, letture ad Oxford e a Cambridge. C'è anche, qualche pagina prima, una poesia di Hilaire Belloc dal titolo "Song".

La presenza di entrambi i due nostri amici non era casuale. The Speaker era una rivista di stampo liberale, rilevata da un gruppo di giovani che avevano studiato assieme ad Oxford (tra cui l'amico di sempre di Chesterton Edmund Clerihew Bentley e il futuro cognato Lucian Oldershaw) e che ne voleva fare un giornale per rinnovare il liberalismo. Il primo numero della nuova gestione apparve nel 1899 poco prima dello scoppio della Guerra Anglo Boera, e questi giovani liberali di tendenza radicale erano uniti nell'opposizione alla guerra perché contrari all'imperialismo jingoistico allora molto in voga. Era quello il periodo in cui Chesterton andava a fare dei comizi pro boeri e si impegnava "in incontri di boxe con un impiegato imperialista il cui pugilato non era più scientifico del mio", come racconta nella sua Autobiografia

Chesterton aveva già scritto durante la vecchia gestione, pubblicando poesie. È qui che per la prima volta si fece notare, per cui la gente diceva: "Chi è questo G.K.C.?", cioè si chiedeva chi fosse questa penna un po' misteriosa ma affascinante. È su queste colonne che Belloc si accorse di quanto scrivesse bene (e poi furono presentati da un comune amico -- per la cronaca ciascuno dei due ricordava una persona diversa ad averli introdotti... ). È su queste colonne che Chesterton pubblicò gli articoli che poi finirono in The Defendant (uscito in Italia col titolo L'Imputato). Insomma, una testata importante, tanto da far dire a Chesterton che egli sarebbe stato grato a quei giovani liberali radicali di Oxford per tutta la vita. Oldershaw dirà poi che Chesterton non aveva fatto niente per sé fino a che Oldershaw e Bentley e gli altri non tornarono da Oxford e lo pressarono. I primi articoli non furono accettati da Francis Yvon Eccles, che era il consulente letterario del giornale, e tra i primi ad essere pubblicati ci fu un articolo su John Ruskin sul quale - Chesterton disse a sua moglie - "ho almeno settantatré teorie". Era il numero del 28 Aprile 1900. C'è da rilevare anche un'altra connessione: Eccles era membro del Club Repubblicano di Oxford (tre o quattro membri in tutto, per la cronaca...) come Belloc, di cui fu grande amico all'università.

Le collaborazioni con lo Speaker divenute stabili proprio nel 1900, unite con i proventi derivanti dai suoi lavori per il Bookman, lo indussero a scrivere alla sua cara Frances: "I see no reason who we should not be married in April if not before... I have been making some money calculations... as far as I can see we could live in the country on quite a small amount of regular literary work..." (questo ce lo racconta Maisie Ward nel suo famoso Chesterton). Quindi ritrovare questo numero come pure altri dei numeri a cui Gilbert aveva collaborato ci dà modo di riassaporare la stessa sua gioia e lo stesso suo entusiasmo, ci dà modo di ripensare ai due ragazzi pronti a sposarsi, e ripensare al fervore creativo di Gilbert di quei giorni.

Bello!

Sono certo che gradirete questa piccola scoperta.

Marco Sermarini

In questo collegamento trovate il numero del 15 Dicembre 1900:

https://archive.org/details/sim_speaker-the-liberal-review_1900-12-15_3/mode/2up

In quest'altro collegamento trovate tutti i numeri reperiti della rivista, quindi potete cercare anche il primo articolo di Chesterton:

https://archive.org/details/pub_speaker-the-liberal-review?&sort=-week&page=5


martedì 17 gennaio 2023

Un aforisma al giorno.

 Imparzialità è un nome pomposo dell'indifferenza, che è un nome elegante dell'ignoranza.

Gilbert Keith Chesterton, The Speaker, 15 Dicembre 1900. 



Un aforisma al giorno.

L'ortodossia è l'unica eresia perseguitata.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 6 Giugno 1935.



domenica 15 gennaio 2023

Un aforisma al giorno.

Da qui a uno o due secoli lo spiritismo potrà essere una tradizione e il socialismo potrà essere una tradizione e la Christian Science potrà essere una tradizione. Ma il cattolicesimo non sarà una tradizione. Sarà ancora una fastidiosa e pericolosa e nuova cosa.

Gilbert Keith Chesterton, Perché sono cattolico.



sabato 14 gennaio 2023

Un aforisma al giorno.

Nessuna forma di follia filosofica è realmente nuova.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 23 Giugno 1906.










giovedì 12 gennaio 2023

Dal Catholic Herald di venerdì 5 Giugno 1953...


 

È una notizia in anteprima: presto sarebbe stato prodotto un film su Padre Brown, il popolare personaggio di Chesterton, che avrebbe visto come protagonista Alec Guinness; quest'ultimo dovrà la sua conversione proprio a questo fortuito incontro con il prete del romanzo, con il suo autore e la sua fede cattolica. Ne abbiamo già parlato qui e qui  e qui e qui e qui e poi molte altre volte (è sufficiente cercare col motore di ricerca interno del blog "Alec Guinness" e vedrete...).

L'articolo ricorda pure che il vero Padre Brown, cioè mons. John O'Connor, era morto circa un anno prima e che c'erano state diverse versioni radiofoniche basate sullo stesso personaggio.

Un grazie al grande amico Stuart McCullough che ha scovato questo ritaglio. Lo abbiamo raccattato senza tanti problemi.

Marco Sermarini

mercoledì 11 gennaio 2023

Gilbert Keith Chesterton: "Die Bäume des Hochmuts" Ein Beitrag von Katharina Döbler | Gli alberi dell'orgoglio in tedesco.

(Nostra traduzione: Titolo - Gilbert Keith Chesterton: "Gli alberi dell'orgoglio" un post di Katharina Döbler - Gilbert Keith Chesterton è conosciuto come il creatore dei romanzi polizieschi di Padre Brown. Che fosse anche un brillante saggista è meno noto. Abbiamo già presentato qui due piccoli volumi di saggi di Chesterton nel corso degli anni. Ma ora è la volta di un altro giallo, tradotto per la prima volta in tedesco: "Gli alberi dell'orgoglio".

Katharina Döbler lo suggerisce per una rilettura o per la prima volta).

Per gli amanti della lingua tedesca, nel collegamento trovate il file audio che si può ascoltare o scaricare, e con esso la recensione dell'opera (comunque ascoltare Keith pronunciato Kis... dai, noi italiani non siamo poi così male con le nostre erre arrotate che mandano fuori di testa soprattutto gli americani... 😜).

https://www.rbb-online.de/rbbkultur/radio/programm/schema/sendungen/der_morgen/archiv/20221216_0600/literatur_0845.html




martedì 10 gennaio 2023

Česky Rozhlas (Radio Ceca) | Continuano gli episodi dei Racconti di Padre Brown.

Gilbert Keith Chesterton: Stroj se zmýlil. Otec Brown řeší brutální vraždu dozorce v chicagské věznici

(Gilbert Keith Chesterton: La macchina ha commesso un errore. Padre Brown risolve il brutale omicidio di una guardia in una prigione di Chicago)

Tutto è iniziato con il brutale omicidio di una guardia. La storia si svolge quando Padre Brown era cappellano in una prigione di Chicago. Anche il poligrafo svolge un ruolo significativo nella storia. Ma la macchina può sbagliarsi? Padre Brown dice di no. È sempre e solo l'uomo a commettere errori. Il prete cattolico è, in apparenza, un detective insolito. Chesterton lo ha dotato di arguzia, gentile ironia, buon cuore e forte intelletto. L'ispirazione gli viene dal suo amico, il sacerdote cattolico John O'Connor.

Qui sotto l'episodio radiofonico dei Racconti di Padre Brown sulla Radio Ceca:

https://olomouc.rozhlas.cz/gilbert-keith-chesterton-stroj-se-zmylil-otec-brown-resi-brutalni-vrazdu-dozorce-8901981


lunedì 9 gennaio 2023

Un grandioso aforisma al giorno per cui i chestertoniani devono lottare sempre.

Il capitale e il lavoro erano necessari a Robinson Crusoe; ma lui era il capitalista e l
ui era l'operaio. Moltiplicate Robinson Crusoe per la cooperazione e il cameratismo e avrete lo stato contadino.

Gilbert Keith Chesterton, The New Witness, "The Need of a New Language", 1 Novembre 1917.



Chesterton Gala 2023, è ora di prenotarsi!


 

È ora di prenotarsi! Vi aspetto con piacere. Chi verrà sosterrà un'opera ispirata al nostro Chesterton, che ne diffonde gli ideali, la cultura, la fede e la carità di cui fu portatore. Quindi chi viene al Gala sostiene Chesterton in persona. 

Allora vediamoci lì, anche perché è una festa divertente, elegante e piacevole in cui i ragazzi sono pienamente all'opera, un vero spettacolo.

Le signore potranno splendere di luce propria, i signori si vestiranno eleganti e si divertiranno assieme alle signore partecipando a tutta la serata brillante e piacevole. Vi dispiacerà andare a dormire.

Noi andremo tutti. Vi saluterò uno per uno con piacere assieme ai miei amici ed ai nostri alunni.

Marco Sermarini


Per prenotazioni, sponsor, informazioni, donazioni libere:

https://www.scuolachesterton.org/chestertongala

domenica 8 gennaio 2023

Aforismi in lingua originale | Orthodoxy - Loyalty before admiration.

A man belongs to this world before he begins to ask if it is nice to belong to it. He has fought for the flag, and often won heroic victories for the flag long before he has ever enlisted. To put shortly what seems the essential matter, he has a loyalty long before he has any admiration.

Gilbert Keith Chesterton, Orthodoxy.


sabato 7 gennaio 2023

Aforismi in lingua originale | Heretics, riso e umiltà, una cannonata spirituale.

The secret of life lies in laughter and humility.

 Gilbert Keith Chesterton, Heretics.



venerdì 6 gennaio 2023

L’Uomovivo secondo Chesterton | Fabio Piemontese su La Nuova Bussola Quotidiana.

 


«Abbozzai la storia di un tale d’animo buono, che andava in giro con una pistola e la puntava a bruciapelo contro il pessimista, se mai diceva che la vita non valeva la pena di essere vissuta». Così Chesterton presenta nella sua Autobiografia il suo romanzo Uomovivo (pp. 217, 2022), pubblicato recentemente in una nuova veste editoriale insieme a otto articoli inediti dalla Società Chestertoniana Italiana, la casa Editrice Leardini e il Centro Missionario Francescano.

Il resto qui di seguito:

https://lanuovabq.it/it/luomovivo-secondo-chesterton?fbclid=IwAR1ivbMR4O8p3RWEgOqTV1TKwVizhybgqHcLCZsWvSP7nqgCI8tSWZ1IPIM#.Y7XWkH13k84.facebook

giovedì 5 gennaio 2023

Un aforisma al giorno.

Yeats (W. B. Yeats, n.d.r.) è un irlandese ironico, pieno di reazioni intellettuali. Non è abbastanza stupido per comprendere il paese delle fate. Le fate preferiscono i tipi gioviali come me, le persone che restano a bocca aperta, sorridono e fanno ciò che viene detto loro.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.


William Butler Yeats

Un tipo gioviale, che resta 
a bocca aperta, sorride e fa
ciò che gli viene detto...


mercoledì 4 gennaio 2023

Un aforisma al giorno.


Ogni uomo ha dimenticato chi è. Si può comprendere l'universo ma non si riesce mai a capire il proprio io, che sembra più lontano delle stelle. Amerai il Signore Dio tuo, ma non conoscerai te stesso. Siamo tutti sottoposti alla stessa calamità mentale, abbiamo tutti dimenticato il nostro nome. Abbiamo dimenticato chi siamo realmente. Ciò che chiamiamo senso comune, razionalità, praticità e positivismo significa solo che, in certi momenti della vita particolarmente piatti e privi di entusiasmo, dimentichiamo anche di avere dimenticato. Tutto ciò che chiamiamo spirito, arte ed estasi significa soltanto che, per un terribile istante, ci ricordiamo di avere dimenticato.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.

martedì 3 gennaio 2023

The God in the Cave | Un brano importante di The Everlasting Man (L'Uomo Eterno) in lingua originale.

This sketch of the human story began in a cave; the cave which popular science associates with the cave-man and in which practical discovery has really found archaic drawings of animals. The second half of human history, which was like a new creation of the world, also begins in a cave. There is even a shadow of such a fancy in the fact that animals were again present; for it was a cave used as a stable by the mountaineers of the uplands about Bethlehem; who still drive their cattle into such holes and caverns at night. It was here that a homeless couple had crept underground with the cattle when the doors of the crowded caravanserai had been shut in their faces; and it was here beneath the very feet of the passersby, in a cellar under the very floor of the world, that Jesus Christ was born But in that second creation there was indeed something symbolical in the roots of the primeval rock or the horns of the prehistoric herd. God also was a CaveMan, and, had also traced strange shapes of creatures, curiously colored upon the wall of the world ; but the pictures that he made had come to life.

Il resto qui sotto:

https://theimaginativeconservative.org/2022/12/god-in-the-cave-gk-chesterton.html

La prima edizione dell'opera.


lunedì 2 gennaio 2023

Chesterton in altre parole | G.K. Chesterton, Charles Dickens, and the Joy of Christmas | Dale Ahlquist su Catholic World Report.

 

Why a radio broadcast from Christmas Day in 1931 still rings with the wonder of “this season of enjoyment.”