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venerdì 20 gennaio 2023

Un aforisma (e una foto, e una bellissima storia e tanto altro) al giorno.


Mio fratello, Cecil Edward Chesterton, nacque quando io avevo circa cinque anni, e, dopo una breve pausa, incominciò a discutere. E continuò a discutere fino alla fine: sono sicuro che discuteva con energia con i soldati fra i quali morí, nell'ultima gloria della grande guerra. Si racconta di me, che, quando mi venne detto che avevo un fratellino, il mio primo pensiero corse al gusto infinito che provavo nel recitare versi, e che dissi: «Ottimamente. Ora avrò sempre un pubblico ad ascoltarmi». Se ho parlato veramente cosí, mi sono sbagliato. Mio fratello non era punto disposto ad essere un semplice ascoltatore, e molto spesso forzò me a far la parte del pubblico. Piú spesso ancora, forse, si diede il caso che vi fossero simultaneamente due oratori, senza pubblico. Discutemmo durante tutta la nostra adolescenza e giovinezza, fino a diventare la disperazione di tutti coloro con i quali, socialmente, avevamo contatto. Gridavamo l'uno contro l'altro, attraverso la tavola, intorno a Parnell o al puritanesimo o alla testa di Carlo I, finché
coloro che ci erano piú vicini e piú cari, scappavano al nostro avvicinarsi, e intorno a noi si faceva il deserto. E benché non sia un motivo di schietto piacere ricordare di essere stato un così terribile supplizio per altre ragioni, sono piuttosto contento di aver discusso esaurientemente le nostre opinioni, su quasi tutti i problemi del mondo. Sono felice nel pensare che, in tutti quegli anni, non abbiamo mai cessato di discutere, e mai, neppure una volta, abbiamo litigato.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia (capitolo nono, La causa contro la corruzione).

È una delle più belle pagine di Chesterton, che esprime tutto l'affetto, la stima e il bellissimo rapporto che aveva con il suo caro fratello Cecil.

Questa fotografia, che ho trovato nel libro "G. K. Chesterton - A Reappraisal" di Denis J. Conlon, meritava di essere messa a disposizione dei lettori del nostro piccolo blog. Che belli i due fratellini! Che bello che dopo cinquantacinque anni il piccolo grande Gilbert parli così di suo fratello, e che bella questa intelligente distinzione tra il discutere ed il litigare, questo suo amare ancora discutere, che è l'inizio della ricerca della verità. In poco c'è quasi tutto.

Marco Sermarini

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