Pagine
lunedì 29 aprile 2019
Un aforisma al giorno
domenica 28 aprile 2019
Da Shakespeare a Chesterton, l'anima cattolica della letteratura inglese
È uno studio sui cattolici nella letteratura inglese. Vita e Pensiero lo pubblica e Avvenire con Alessandro Zaccuri lo recensisce.
https://www.avvenire.it/agora/pagine/shakespeare-cattolico-chesterton-newman-letteratura
Chi era Flambeau?
sabato 27 aprile 2019
Langone e il Patriota Cosmico... che fenomeni!
mi chiede pochi giorni fa un seminarista fermano.
"Sì, prima di Natale, perché?".
Eccolo il perché:
Il "tempo del perdono" mi ha salvato da rimbrotti peggiori.
Irish Impressions (brief, it’s night...)
Cari Amici,
sono sulla strada del ritorno da Dublino. Sono state due giornate molto belle e liete, anzitutto perché ho potuto rivedere il mio caro amico Angelo Bottone, anzi, il nostro caro amico! E la sua accoglienza è sempre un dono.
Poi ho avuto modo di parlare a due gruppi di persone molto interessate alla nostra scuola, alla comunità nata per l'ispirazione di Pier Giorgio Frassati e poi alla santità di Chesterton. L'Irlanda è un paese che oggi ha bisogno di speranza, della speranza cristiana, che invece sta gettando un po' come il bambino assieme all'acqua sporca.
Ho avuto modo di conoscere persone bravissime e sinceramente amanti di Gesù Cristo, che lottano per Lui.
Ho avuto il privilegio di parlare della chiesa fatta costruire dal beato John Henry Newman, a St. Stephen's Green, a due passi dal palazzo del Governo, proprio al centro di Dublino.
Ho avuto il privilegio di parlare presso la Central Catholic Library, una grande e prestigiosa istituzione di sapore distributistico (se pescate nel blog troverete ampie sue notizie ed immagini); è questa una cosa accaduta anche al nostro grande Gilbert (in realtà la Library all'epoca era in un altro posto, e lui parlò davanti al presidente dello Stato Libero d'Irlanda Cosgrave): è veramente un grande onore, per un acchiappagalline come me...
Con sprezzo del ridicolo pubblico queste foto per dire che ci sono stato veramente e che sono contento.
Spero che ci sia qualche seguito, la bella Irlanda merita la gioia di Cristo.
venerdì 26 aprile 2019
L’Osservatore Romano su Chesterton (salutoni ad Andrea Monda)
http://www.osservatoreromano.va/vaticanresources/pdf/QUO_2019_095_2604.pdf?fbclid=IwAR2DmpAKP8iyEE94pEHI6DzzQm7S8bhKWxvgPMKVNbpaRdVGjPkbwW_WA8A
giovedì 25 aprile 2019
A Talk about G. K. Chesterton - Central Catholic Library
https://www.catholiclibrary.ie/event/a-talk-about-g-k-chesterton/
G.K. Chesterton and the Renewal of Catholic Education - di Joseph Pearce
martedì 23 aprile 2019
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
A Dublino
lunedì 22 aprile 2019
domenica 21 aprile 2019
Buona Pasqua!
Andrea Mantegna, La Resurrezione (1457-1459), Musee des Beaux-Arts, Tours.
venerdì 19 aprile 2019
Necrologio - padre James Schall, SJ
http://www.ignatiusinsight.com/feat…/schall_intvw3_aug05.asp
(grazie a Paolo Pegoraro che ci ha dato la notizia e che ha scritto questa breve nota)
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
mercoledì 17 aprile 2019
Il Washington Post cita GKC
La schiavitù del mondo - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)
Un aforisma al giorno (Notre Dame..., grazie, Stuart McCullough)
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno (a proposito di Notre Dame, Basilica di Norcia, arte cristiana e laiche teste pazze...)
Un aforisma al giorno
domenica 14 aprile 2019
Un aforisma al giorno
Dipinti dalla scatola dei colori ... Blu oltremare francese...
Un aforisma in lingua originale al giorno (dal profondo della gioventù di Gilbert)
(C'è un solo segreto nella vita: il segreto della costante meraviglia).
Un aforisma al giorno (da annoverare nell’elenco delle citazioni riguardanti eresia, virtù, verità...)
sabato 13 aprile 2019
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
venerdì 12 aprile 2019
Un aforisma al giorno
Aneddoti su Chesterton - Amico anche del cappello... (ma quanto è grande...)
Aneddoti su Chesterton - A spada tratta in giro per il paese...
Aneddoti su Chesterton: "... non sono mai stato veramente moderno..."
giovedì 11 aprile 2019
Chesterton: amare i vicini di casa è un’impresa eroica - Annalisa Teggi su Aleteia
Se domani mattina la neve ci bloccasse nella strada in cui abitiamo, d'improvviso entreremmo in un mondo molto più ampio e convulso di quello che abbiamo mai conosciuto. E l'uomo tipicamente moderno si sforza in ogni modo di fuggire dalla strada dove abita. Prima, inventa l'igiene moderna e va a Margate (località marittima inglese molto inflazionata – NdR). Poi inventa la cultura moderna e va a Firenze. Poi inventa l'imperialismo moderno e va a Timbuctù. Si spinge fino ai confini più fantastici della terra. Osa sparare alle tigri. Quasi sta a cavalcioni di un cammello. In tutto questo, sta essenzialmente fuggendo dalla strada in cui è nato; e riguardo a questa fuga, è sempre pronto con la sua spiegazione. Dice che sta fuggendo dalla sua strada perché è tediosa: mente.
mercoledì 10 aprile 2019
martedì 9 aprile 2019
G. K. Chesterton e il fascismo - di Luca Fumagalli (da Radio Spada)
Come tutti gli uomini di genio, G. K. Chesterton (1874-1936) sfugge a facili interpretazioni di parte. Il suo pensiero è troppo complesso e la sua produzione così poliedrica che è impossibile collocarlo all'interno di categorie troppo rigide.
Nonostante ciò, lo scrittore inglese è stato più volte vittima di dicerie tendenziose come, ad esempio, quella di essere stato un simpatizzante del fascismo. L'associazione di Chesterton alle idee di Mussolini e di Franco è stata suggerita da qualche critico e l'accusa ritorna ciclicamente a infiammare il dibattito intorno alla sua figura.
domenica 7 aprile 2019
Il poeta e i pazzi – di Paolo Gulisano (da Riscossa Cristiana)
Gilbert Keith Chetserton, Il poeta e i pazzi, Fuorilinea, pagine 308, 18 euro.
Gabriel Gale, l'investigatore poeta e pittore creato da Gilbert Chesterton nel 1929 è tornato. Ci ha pensato – meritoriamente – a ripubblicarlo una piccola ma intraprendente casa editrice, Fuorilinea, con il titolo Il poeta e i pazzi.
Gabriel Gale, pittore e poeta, nonché investigatore assolutamente dilettante, è un personaggio chestertoniano quanto pochi altri: Chesterton ci dice che gli era avvenuto di risolvere parecchi misteri, ma si trattava per lo più di quei misteri che interessano i mistici. Accadde tuttavia che una volta o due fosse obbligato a scendere dalle nuvole del misticismo per immergersi nell'atmosfera intensamente viva di un delitto e riuscì talvolta a dimostrare che un apparente delitto era un suicidio, talaltra a dimostrare che un suicidio era invece un delitto; talora si occupò anche di cose meno gravi quali la scoperta di un falso o di una frode.
Ma la sua partecipazione alle indagini non era di solito che il frutto di una coincidenza, poteva derivare dal fatto che un avvenimento toccasse casualmente qualche punto verso il quale la sua fantasia, sempre interessata ai movimenti ed agli stati d'animo, lo guidava; oppure essa gli dimostrava come aveva guidato altri al di là dei confini della legalità. Nella maggioranza dei casi riuscì a dimostrare che i moventi del furto o del delitto sono perfettamente logici e persino convenzionali.
"Giunto alla maggiore età, aveva ereditato i piccoli debiti e le modeste rendite di un gentiluomo di campagna piuttosto sfortunato. Ma benché cresciuto nella tradizione dei piccoli proprietari non era tipo da non possedere, specie a quell'età, opinioni personali estranee a quella tradizione. Giovanissimo ancora, era politicamente l'esatto opposto di quel che dovrebbe essere un proprietario di terre, e cioè era molto rivoluzionario e, dato il luogo, quasi anarchico. Interveniva in favore dei cacciatori di frodo e degli zingari; indirizzava ai giornali lunghe lettere che i redattori giudicavano troppo eloquenti per essere adatte alla pubblicazione. Denunciava la magistratura della contea in controversie che avrebbero poi dovuto venir giudicare imparzialmente dagli stessi magistrati della contea. Avendo alla fine scoperto con grandissimo stupore che tutte le autorità gli erano contrarie e sembrava fossero in grado di controllare lealmente ogni possibile mezzo di espressione a sua disposizione, ideò un nuovo metodo del tutto personale, il quale procurò a lui un grande spasso, e alle autorità locali non poche seccature. Si diede cioè a impiegare il talento per il disegno che sapeva di possedere, e insieme un altro talento di cui era meno consapevole che gli permetteva di indovinare i pensieri delle persone che avvicinava e di capire in breve tempo le loro più intime caratteristiche spirituali".
Naturalmente questa capacità di scrutare nell'animo umano e di metterlo a nudo di fronte all'interessato stesso viene considerata follia. Di fronte a due medici che forti del loro metodo razionalista e pseudo-scientifico intendono valutarlo, Gabriel risponde, con semplicità disarmante: "Credete davvero che esista qualche ragione per la quale voi siate adatti a stendere una relazione sul mio stato mentale più di quanto sia io in grado di descrivere il vostro? Non potete certo conoscermi più di quanto io non conosca voi; anzi neppure la metà di quanto io vi conosca. Non sapete che un pittore di ritratti deve saper valutare le persone a prima vista esattamente come un medico? E io so farlo molto meglio di voi perché in questo campo ho un'abilità speciale. Ecco la ragione per la quale so dipingere quelle figure sui muri, e le vostre persone le saprei disegnare grandi come case. Io so quello che vi sta in fondo al pensiero, dottor Simeon Wolfe: un caos di eccezioni senza nessuna regola. Voi trovate anormale ogni cosa perché non sapete comprendere la normalità. Voi riuscireste a dichiarare pazzo chiunque; in quanto poi al perché desiderate in maniera speciale di provare che io sia pazzo questo è un altro svantaggio dell'ateismo, perché non credete che niente vi potrà colpire per punirvi del vile tradimento a cui vi siete oggi venduto".
Gabriel, come detto, era stato creato da Chesterton nel 1929, dopo il suo ingresso definitivo nella chiesa cattolica, ed è la figura ultima del suo "pantheon" di investigatori, ovvero di cercatori di Verità. La vita come enigma è il senso del Libro di Giobbe, definito da Chesterton, che vi aveva trovato ristoro e salvezza nella crisi terribile degli anni giovanili come il più grande poema religioso dell'umanità.
Enigma, o mistero, non nel senso di qualcosa di ignoto, di in conoscibile, di assurdo, ma come, contrariamente a come solitamente viene posta la questione, una risposta che attende una domanda, una domanda posta nel modo giusto, come quella che deve rivolgere il cercatore del Santo Graal al custode del sacro calice. Chesterton notava che in Giobbe l'affermazione che convince il dubbioso non è l'immagine dell'ordinata bontà del creato, quale l'aveva raffigurata la religiosità rigorosamente razionale del diciottesimo secolo, bensì la descrizione della sua immensa e arcana irrazionalità. E la sorpresa stupita di fronte a un Dio che supera incommensurabilmente i nostri calcoli e le nostre previsioni intellettuali è all'origine dell'atto di fede: "Non è vero che il volgo preferisce la letteratura mediocre alle opere di gran pregio, né che ama i racconti polizieschi perché sono letteratura di infimo grado. (..) Bisogna riconoscere che numerosi racconti polizieschi traboccano di crimini eccezionali, proprio come un dramma di Shakespeare. (…) Non solo il racconto poliziesco è una forma d'arte perfettamente legittima, ma presenta certi vantaggi ben definiti e reali come strumento del benessere pubblico." E ancora: "Il primo pregio fondamentale del racconto poliziesco consiste nel fatto che rappresenta il più antico, nonché l'unico genere di letteratura popolare in cui sia espressa una qualche consapevolezza della poesia della vita moderna".
L'investigatore è il moderno eroe che viva la sua Iliade nei meandri delle strade della città. Era inevitabile che sorgesse una letteratura popolare che tenesse conto delle possibilità romantiche offerte dalla città moderna. I racconti polizieschi possono essere sobri e confortanti come le ballate di Robin Hood. Il romanzo poliziesco sottrae all'oblio il fatto che la civiltà stessa è la più sensazionale delle trasgressioni e la più romantica delle sommosse
Gabriel Gale è un cavaliere cristiano che combatte contro l'assuefazione dell'anima, contro ogni accidia spirituale si rivolgono i grandi personaggi indagatori di Chesterton più che contro la stessa malvagità, che in fondo non ne è che una conseguenza.
sabato 6 aprile 2019
venerdì 5 aprile 2019
giovedì 4 aprile 2019
mercoledì 3 aprile 2019
Un aforisma al giorno
Tutti su questa terra dovrebbero credere, in mezzo a qualsiasi follia o fallimento morale, che la propria vita e il proprio temperamento hanno qualche obiettivo sulla terra. Credete di avere qualcosa da dare al mondo che non può essere dato altrimenti.
martedì 2 aprile 2019
Un aforisma al giorno
Ma è ritirandoci in questi forti che possiamo restare in vita e fiaccare l'invasione; è accampandoci su queste isole che possiamo attendere l'abbassarsi della marea. Proprio come nei secoli bui il mondo di fuori fu abbandonato alla vanagloria della pura e semplice rivalità e violenza, così in quest'epoca passeggera il mondo sarà abbandonato alla volgarità e a mode gregarie e a ogni sorta di frivolezza. È come il Diluvio; e non solo perché è instabile come l'acqua.
Pazzia e anarchia - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)
Nel Poeta e i pazzi, Gabriel Gale definisce in questo modo la pazzia: "Il pazzo è colui che smarrisce la via e non sa più ritornare". I temi del "perdersi" e del "ritrovarsi" sono continuamente esaminati da Chesterton al pari di quelli della "pazzia" e dell'anarchia. Basterebbe fare una rapida carrellata dei suoi scritti per rendersene esatto conto: Innocent Smith è l'uomo vivo che fa il giro del mondo per ritornare a casa. Sembrerebbe pazzo ma in realtà mostra in modo paradossale la capacità di trovare la strada del ritorno e quindi dell'assennatezza.
Nell'introduzione all'Uomo eterno il giovane scorge dalle montagne la sua piccola casa e capisce che quella era in realtà ciò che cercava. Nel La sfera e la croce il monaco Michele mostra al professor Lucifero l'esito della pazzia, riconducibile alla forsennatezza di svellere la croce da tutti gli ambiti della vita umana (dal collo della sua fidanzata alla cima del campanile fino alle palizzate di legno lungo le strade di campagna). Lo smarrimento della strada ha qui il significato non solo di squilibrio razionale ma soprattutto spirituale, indicando con precisione la sanità con l'affermazione salvifica della croce di Cristo.
La condizione della sanità è riferibile in Chesterton all'accettazione del dogma del peccato originale (la "tradizione della Caduta" come amava definirla) e, conseguentemente, allo status di pellegrino: "Mi son fatto pellegrino per guarirmi dall'essere un esiliato". L'incapacità di ritornare sulla retta via è quindi simbolo della pazzia, ma anche dell'anarchia, come egli afferma in Eugenetica e altri mali: "L'anarchia è l'incapacità di rientrare dopo un legittimo divertimento". Chesterton non intendeva con il termine "anarchia" solo una concezione politica ma soprattutto una condizione etica e la raffigurava con un'immagine altisonante, la cascata: "Il Niagara è debole e assordante, è incapace di fermarsi". L'anarchia dall'alto verso il basso, il potere come il Niagara, oppure l'anarchia dal basso, come i costumi disordinati di chi va a letto sempre più tardi o mangia ad orari sbagliati. Viene meno, nell'anarchia come nella pazzia, la condizione dell'umano, ed infatti Chesterton giustamente apostrofa, senza mezzi termini, come "porci" coloro che non hanno più regole. Sembrerebbe quindi che l'anarchia, concepita in questo modo, estenda il concetto di pazzia oltre il solo razionalismo per lambire i vari ambiti dell'esistenza.
Anarchico quindi non è solo colui che mette la bomba perché avversa ogni potere (ad esempio nel caso dell'incubo descritto nell'Uomo che fu Giovedì), ma è soprattutto colui che non accetta l'ordine razionale e naturale e lo porta alle estreme conseguenze in una vita disordinata senza più freni né limiti. Se quindi il pazzo poteva essere riscontrabile nello scientista, nel razionalista, nell'eugenista, nell'evoluzionista, l'anarchico era anche l'uomo della strada che aveva perso la strada e che non sapeva e, soprattutto, non voleva più ritornare. Era l'uomo comune che smarriva il senso comune o l'uomo che non sapeva più mantenersi fedele al voto. Era il disimpegnato, l'avventuriero moderno che non aveva più Patria, Tradizione, Famiglia. Era il relativista che non cercava più la verità oggettiva; era colui che aveva invertito i principi fondamentali con quelli legati all'autodeterminazione e alla perversione del desiderio.
Ancora una volta Chesterton indicava l'esito drammatico della modernità. La non accettazione della verità oggettiva ("Tutte le strade portano a Roma, per questo molta gente non c'è mai stata") conduceva alla deriva libertaria, pazza e anarchica che tuttora stiamo vivendo.
lunedì 1 aprile 2019
Dale Ahlquist e Marco Sermarini
https://www.youtube.com/watch?v=qAvDWB5-meI