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Lindau e la Collana Chestertoniana

http://www.lindau.it/Collane/Chestertoniana

Qui sopra trovate il collegamento alla pagina della neonata Collana Chestertoniana di Lindau.

Intanto partono le riedizioni di Ortodossia e di Eretici, con le prefazioni rispettivamente di Gianni Gennari e Roberto Giovanni Timossi.

Sulla strada di Ignatius Press (la prestigiosa editrice americana fondata da padre Joseph Fessio che sta pubblicando l'opera omnia del nostro Gigante e che rimane il maggior punto di riferimento mondiale per chi vuole accedere ad edizioni pubblicate del Nostro - per la cronaca Ignatius si avvale della collaborazione di nostri grandi amici come Aidan Mackey e Dale Ahlquist), a quanto pare. 

Lindau prosegue anzi va ancora più profondamente nella direzione intrapreso alcuni anni fa, quando ha iniziato a pubblicare Chesterton; attualmente è la casa editrice italiana con il maggior numero di titoli di GKC in catalogo.



Un aforisma al giorno

Quelle che chiamiamo cose insignificanti sono in realtà minuscole appendici di racconti innumerevoli; un'esistenza ordinaria e incolore è pressappoco la mescolanza disordinata di diecimila romanzi gialli.


Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del Drago e altre serissime storie

Un aforisma al giorno

Per un uomo, vivere in una famiglia è una buona cosa nello stesso senso in cui è una cosa buona e piena di incanti rimanere bloccato in una strada dalla neve. Tutte queste situazioni lo costringono a rendersi conto che la vita non è qualcosa che viene dall'esterno, ma qualcosa che viene dall'interno. Soprattutto, ribadiscono il fatto che la vita, se è davvero stimolante e colma di fascino, è qualcosa che, per sua natura, esiste nostro malgrado.


Gilbert Keith Chesterton, Eretici

Un aforisma al giorno

L'eretico (che è anche sempre fanatico) non è colui che ama troppo la verità; nessuno può amare troppo la verità. Eretico è colui che ama la propria verità più della verità stessa. Preferisce, alla verità intera scoperta dell'umanità, la mezza verità che ha scoperto lui stesso. Non gli piace veder finire il suo piccolo, prezioso paradosso, che si regge solo coll'appoggio di una ventina di truismi, nel mucchio della sapienza di tutto il mondo.


Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del Drago ed altre serissime storie - L'Uomo Comune

martedì 29 marzo 2016

Un aforisma al giorno - G. K. Chesterton ancora sulla Risurrezione

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
One fact which sticks out like a spike is that Christianity did definitely declare its religious founder had risen materially from the dead.




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lunedì 28 marzo 2016

Un aforisma al giorno - G. K. Chesterton sulla Risurrezione

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
The Resurrection was not merely the spirit triumphing over the body; it was the body triumphing over the tomb.


domenica 27 marzo 2016

Un aforisma al giorno - Buona Pasqua da Chesterton e da noi!

GK Chesterton (@GKChestertonian)
"The Church had learnt, not at the end but at the beginning of her centuries, that the funeral of God is always a premature burial." #GKC




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sabato 26 marzo 2016

Un aforisma al giorno

Chesterton Society (@AmChestertonSoc)
"I am a very fair sample of the ordinary savage whom all missionaries set out in their great ships to convert." - #Chesterton




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venerdì 25 marzo 2016

Un aforisma al giorno

È impossibile sostenere un vero dibattito senza delle digressioni.

Gilbert Keith Chesterton, Il profilo della ragionevolezza

mercoledì 23 marzo 2016

L'uso delle frasi di Chesterton

Ogni giorno ci imbattiamo in articoli e scritti che utilizzano a proposito ed a sproposito citazioni del nostro Chesterton.

Sono davvero tanti quelli che lo fanno, ed è interessante perché spesso l'aforisma aiuta a "materializzare" il pensiero dell'autore. Altre volte più che l'aforisma ciò che si sfrutta è la contestualizzazione: si usa un personaggio o una situazione tratta da una delle opere di GKC per chiarire meglio il proprio pensiero.

Indubbiamente questo dà da pensare alla ricchezza che il Nostro trasmette, anzi all'opportunità che egli è di penetrare più profondamente la realtà ed il pensiero.

Qui sotto ci sono due esempi, presi a caso tra i più recenti, di come due argomenti piuttosto distanti da quelli ordinari di Chesterton trovano una luce diversa (o anche un colore più vivace) grazie all'utilizzo di Chesterton.

Si potrebbero fare mille esempi in proposito.

http://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2016/02/24/servizi-segreti-gli-usa-spiavano-silvio-berlusconi/

http://www.cityrumors.it/sport-abruzzo/altri-sport-abruzzo/208615-proger-chieti-ritorno-essie-b-hollis-la-leggenda-del-santo-tiratore.html


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Rod Dreher si interessa alla Scuola Chesterton ed ai Monaci di Norcia...

Qualche settimana fa il giornalista e blogger americano Rod Dreher è andato a trovare i nostri amici della Scuola Libera G. K. Chesterton a San Benedetto del Tronto. Rod è l'inventore della cosiddetta Opzione Benedetto (Benedict Option), cioè dell'idea che il cristianesimo debba risorgere dalla stessa dedizione a Dio che ebbe San Benedetto da Norcia.

Rod ritiene che la nostra piccola scuola ed i Monaci di Norcia siano la personificazione di quella pagina (l'ultima, esattamente) del libro di Alasdair McIntyre Dopo la virtù: «Se la mia interpretazione della nostra situazione morale è esatta, dovremmo concludere che da qualche tempo anche noi abbiamo raggiunto questo punto di svolta. Ciò che conta, in questa fase, è la costruzione di forme locali di comunità al cui interno la civiltà e la vita morale e intellettuale possano essere conservate attraverso i nuovi secoli oscuri che già incombono su di noi. E se la tradizione delle virtù è stata in grado di sopravvivere agli orrori dell'ultima età oscura, non siamo del tutto privi di fondamenti per la speranza. Questa volta, però, i barbari non aspettano al di là delle frontiere: ci hanno governato per parecchio tempo. Ed è la nostra consapevolezza di questo fatto a costituire parte delle nostre difficoltà. Stiamo aspettando: non Godot, ma un altro San Benedetto, senza dubbio molto diverso». 

Allora si è acceso in una serie di interventi sul suo seguitissimo blog (dal milione di visite in su, per capirci) in cui parla della comunità che ha originato la scuola, dei monaci, dei Tipi Loschi e dei Chestertoniani e di tante altre cose.

Volevamo darvene atto perché qualcosa si muove e dà speranza. È una cosa piccola, ma la Speranza è grande. Rod ha parole molto belle sui nostri amici (chestertoniani e monaci), segnalarvele è un modo per darvi una spinta in quella stessa direzione.

Ricordate che Chesterton negli ultimi dieci - dodici anni della sua vita sostenne con le idee, gli scritti e il suo lavoro (e pure i suoi soldi) il distributismo, la vita distributista, le comunità distributiste. C'è un filo rosso bello grosso tra questa gente e Chesterton, e tra Chesterton e la dottrina sociale della Chiesa. Teniamolo presente, non occorre andare a scavare nell'orto degli altri: il nostro è già ricchissimo, è la grande Tradizione della Chiesa che non è seconda a nessuno.

Qui sotto alcuni degli articoli che riguardano la Scuola:




E qui sotto quelli sui monaci:




(Quello nella foto non è Rod, è Ciccio, uno dei Tipi Loschi / Chestertoniani…)

venerdì 18 marzo 2016

Un aforisma al giorno

Chesterton Society (@AmChestertonSoc)
"The universe itself was sold to us very cheap; in fact, between ourselves, we got it for nothing." - #Chesterton


giovedì 17 marzo 2016

Le sorprese di Gilbert ad una nostra socia...

Caro Avvocato, ci risentiamo dopo l'incontro al Family Day!

Volevo raccontarLe questo: oggi ho ripreso inglese ed ero preoccupata perché ho alcuni impegni e mi chiedevo se fosse il caso di ricominciare oggi con le lezioni. Tuttavia il mio interesse ad imparare questa lingua è ultimamente intenso… ed aggiungo incredibilmente rispetto al mio consueto... si vede che qualche neurone impazzito spera di incontrare qualche nipote di Queen Elizabeth.

Così sono andata alla scuola inglese e l'insegnante mi consegna una borsetta ed un libro nuovo di zecca, un mattoncino di pagine. Lo apro titubante e… sbarro gli occhi entusiasta... la giovane prof mi guarda con sguardo interrogativo e mi chiede: Che c'e'? E indicando l'apice della pagina le rispondo: E' il mio autore preferito! Chesterton!

Ecco: glielo racconto perché Lei, Chestertoniano sanguigno appassionato, mi può capire! Talvolta, forse incomprensibilmente, il cuore ci porta da una parte, ci si chiede perché e se la direzione é quella giusta e a me partono mille sensi di colpa e domande da femmina in preda ad una crisi paranoide: ma faccio bene o no? La realtà incredibilmente oggi (forse sempre, ma quando imparerò ad essere atleta oculare?) ha risposto: ho ricevuto questo abbraccio di incoraggiamento da Zio Gilbert e mi creda sono stupita e ringrazio Dio!

Un caro saluto a Lei ed a Sua moglie!


Lucia


martedì 15 marzo 2016

La difesa dell’Araldica - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

"Ogni bottega era, al pari di ogni maniero, caratterizzata non da un nome, ma da un'insegna"

zzzzgkc150316Nella prefazione alla sua prima raccolta di saggi, dal titolo: "The Defendant" (tradotta in italiano con: "Il bello del brutto"), Gilbert Keith Chesterton esplicava in modo chiaro il piano dell'opera: "M'è parso dunque ingiusto che l'umanità si accanisse senza requie a chiamare cattive quelle cose che sono state tanto buone da farne apparire migliori altre, e si ostinasse a buttar continuamente giù la scala che è stata usata per salire". Lo scrittore londinese desiderava così difendere tutto ciò di cui la modernità voleva disfarsi, esattamente come quella scala che ci aveva permesso di salire ad un piano superiore e tuttavia era ora disprezzata e trascurata.

Chesterton difendeva così tutto ciò che era considerato antiquato, brutto e biasimevole, perorando così in favore delle pastorelle di porcellana, dei cosiddetti voti avventati, della farsa, dei romanzi d'appendice, del patriottismo, dell'araldica. Proprio di quest'ultima ne esaltava i simboli, i colori, la vitalità e quel rimando al Medioevo cui era molto legato come artista e disegnatore, ancor prima che come scrittore. Egli era consapevole della perdita della ricchezza della analogia entis, di tutto ciò che rimandava per analogia allo splendore del Creatore: "Ho capito che il progresso non poteva essere solamente un costante parricidio; ho pertanto frugato in mezzo ai mucchi di spazzatura dell'umanità e in ognuno ho trovato un tesoro…Mi sono persuaso che il compito precipuo dell'uomo, per quanto umile, sia la difesa". 

Con il suo caratteristico umorismo paradossale, preoccupato di suscitare meraviglia per la bellezza e la bontà del creato, Chesterton intendeva indicare la strada per il riconoscimento della realtà e della verità, così come volute da Dio: "Ecco la vera caduta di Adamo, una caduta spirituale…l'uomo non serba memoria del suo ambiente e, nel senso più pregnante e letterale del termine, si dimentica di se stesso". L'araldica era per lui un costante richiamo in tante sue opere, se pensiamo all'insegna dell'osteria volante "La vecchia nave"o ai vividi colori di Notting Hill del valoroso Adam Wayne. In quelle vecchie insegne fuori dalle locande, in quei gloriosi simboli egli riconosceva quella tradizione, quell'umanità che lo facevano sentire a casa: "Le locande sono ormai quasi le uniche botteghe che conservano le antiche insegne e la misteriosa attrazione che esse esercitano…ci sono taverne con nomi così fantastici ed incantevoli". 

Che cosa contestava Chesterton alla modernità e perché volle difendere ad oltranza quelle tradizioni? Egli spiegava così il grande errore: "Quando fu suonata la grande tromba dell'uguaglianza, venne quasi subito commesso uno degli sbagli più marchiani della storia del genere umano. Tutta quell'alterigia e quello splendore, i simboli eccelsi e le insegne rutilanti, si sarebbero dovute estendere all'umanità intera. Il tabaccaio avrebbe dovuto avere un cimiero ed il commerciante di formaggi un grido di guerra…un droghiere dovrebbe avere uno stemma degno della sua bizzarra mercanzia; un postino dovrebbe avere un blasone in grado di raffigurare l'onore e la responsabilità, il farmacista dovrebbe avere uno scudo gentilizio che simboleggi gli arcani della guarigione". 

Ecco perché contestava e temeva l'omologazione e la standardizzazione verso il basso, provocata soprattutto dall'industrialismo, dal grande magazzino, dal grande capitale. La difesa dell'araldica, così come tutta l'apologia del "bello del brutto" aveva un ruolo fondamentale per la difesa della libertà, della dignità della persona, dei diritti di Dio. L'araldica rivelava tutto il suo potenziale di umanità, di bellezza, di verità, facendosi specchio variopinto e nobile del Creatore. Ecco perché bisognava difenderla, ecco perché non bisognava dimenticare il passato.

lunedì 14 marzo 2016

Un aforisma al giorno

La battuta ovvia è l'unica battuta che funziona.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

Un'altra traduzione di Giulio Mainardi, Il cavaliere pazzo

Tempo fa abbiamo presentato un'altra opera di Chesterton tradotta dal giovane Giulio Mainardi, Magia, una delle poche commedie scritte da Chesterton (nonostante il pressing che subiva da George Bernard Shaw, che voleva si applicasse al genere). Oggi tocca ad una raccolta giovanile di poesie, Il cavaliere pazzo e altre poesie (titolo originale: The Wild Knight).

Mainardi per la pubblicazione si è servito della piattaforma Il mio libro del gruppo editoriale L'Espresso, uno dei servizi di self publishing (ma dai! Usiamo l'italiano: di autopubblicazione!) più diffusi. Al di là delle giustificate lamentele del traduttore per il colophon errato (e che fa ridere e a tratti sperare - andatelo a leggere!), è un sistema che permette di oltrepassare il collo di bottiglia degli editori, per cui talvolta vi ricorrono personaggi ben descritti da Chesterton nelle primissime pagine del capitolo Il maniaco del libro Ortodossia (cercate e capirete!), da cui un editore fuggirebbe a gambe levate nel suo retrobottega, ma a volte danno la possibilità di esprimersi a molti che poi hanno successo partendo da zero. E dà una chance anche a malati cronici come noi chestertoniani di tirare fuori un titolo dopo averlo tradotto e di tornare a diffonderlo dopo che era andato disperso, come quello che vi presento.

Anzitutto la poesia di Chesterton: molti ingiustamente la sottovalutano. Ingiustamente, dico, e con cognizione di causa, perché se volete essere convinti che valga la pena leggere il poeta Chesterton l'acquisto di questo libro può essere adatto. Ma vi suggerisco di sfogliare una pagina qualsiasi de Il cavallo bianco e direte: hai ragione! Poi potete non credere a Sermarini, e in genere fareste bene ma non in questo caso, perché c'è un signore che pensava la stessa cosa e si chiamava John Ronald Reuel Tolkien.

La recensione potrebbe terminare qui con sollievo per tutti, e tutti chiuderemmo queste inutili righe con un grazie e i codici per acquistare il libro, però altre due cosette le voglio dire, così tra buoni amici.

Anzitutto il traduttore premette una nota al libro che va letta, perché dà ragione delle proprie scelte ed approfitta della nota per parlare della necessità di tradurre i versi in rima, così come lo ha voluti Chesterton: "il verso libero... non è un nuovo metro più di quanto dormire in un fosso sia una nuova scuola architettonica" (da Ghiribizzi contro mode). Ma non finisce qui, proseguite nella lettura e capirete.

C'è poi una prefazione e dei brevi commenti ad ogni singola poesia. Sono confluite anche le note di Chesterton.

L'opera è una delle prime di Chesterton, poco dopo Burloni Barbagrigia (Greybeards at play), sempre nel 1900. Quindi sono opera del ventiseienne Gilbert, prossimo a sposare Frances, ancora sotto la guida di suo padre Edward (o Mr. Ed, come lo chiamavano gli amici del figlio). Uno dei suoi primi recensori scrisse che "l'egoismo non esiste nel signor Chesterton; ma le sue idee lo possiedono perfettamente, ed il suo dono di saper esprimere la propria personalità è pari al suo candore". Aveva visto lontano.

È il libro dove troverete By the babe unborn, la poesia del bimbo non nato che promette che sarà buoni se solo lo faranno venire al mondo, e di The donkey, l'asinello che porterà Gesù in trionfo a Gerusalemme, solo per citare alcuni dei versi più noti che vi troverete. La poesia di Chesterton è un lampo di luce che lascia intravedere in sedicesimo ma tutte intere le cose magnifiche che leggerete nei suoi libri più famosi ed espressivi della sua personalità. Considerate che molte di queste poesie risalgono agli anni della sua rinascita, dopo quelli della sorda disperazione. I motivi espressi sono gli stessi che ritroverete con soddisfazione nelle sue opere più grandi, come Ortodossia è L'Uomo che fu Giovedì, o nella splendida Autobiografia. È giovane, questa poesia ma esprime una soddisfazione attiva, una spinta affettuosa verso la Vita.

È un bel libro e quindi Giulio Mainardi si merita un bel grazie.


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Chesterton a Manila...

Chesterton Society (@AmChestertonSoc)
Spotted in a café in Metro Manila, Philippines. Thanks to observant Chesterton fan fb.me/7za4lhEsC


Gilbert Keith Chesterton su santiebeati.it

Gilbert è stato inserito tra i testimoni, naturalmente, e qui trovate una corposa nota biografica della brava suor Marzia Platania (che è anche autrice delle belle pagine su Chesterton del sito culturacattolica.it).

http://www.santiebeati.it/dettaglio/95027


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giovedì 10 marzo 2016

Un aforisma al giorno

Chesterton Society (@AmChestertonSoc)
"We read in the greatest of texts that God is Love, but we do not read anywhere that God is Sentimentalism." - #Chesterton


martedì 8 marzo 2016

Gli americani sono quelli che ci seguono di più...

... ovviamente dopo gli italiani: da quando abbiamo iniziato a registrare anche queste visualizzazioni di pagina (da un certo momento in poi abbiamo avuto a disposizione gli strumenti di Blogger anche per queste sottili distinzioni...), gli italiani ne hanno collezionate oltre 484.000 e gli americani oltre 86.000. Poi vengono i tedeschi con oltre 38.000.

Giusto per curiosità.

Ad occhio e croce dall'apertura del blog dovremmo aver avuto oltre 1.300.000 visualizzazioni di pagina.

Giusto per divertimento.

Circa il 61% dei nostri visitatori ha un'età compresa tra i 18 e i 34 anni. Come facciamo a saperlo? Ma vi conosciamo tutti uno per uno...! No, non è vero, purtroppo (sarebbe bellissimo!), ma è Google che ce lo dice. Vatti a fidare, però può essere. I chestertoniani sono tendenzialmente molto giovani di età. Vallo a raccontare a quelli che dicono che è roba da vecchi.

Oltre la metà dei visitatori sono returning visitors, cioè gente che ci torna, si fissa, gli piace la faccenda!

Va bene, era una cosa giusto per divertirsi, la sociologia e la statistica non ci fanno vibrare più di tanto, anzi per niente.

Lo vediamo con i nostri occhi quanto siete fissati di Gilbert! Non occorreva Google! E' una questione di innamoramento.


Un po' di post dal nostro blog su Mons. Fulton Sheen


Il nostro blog si vuole porre come una fonte di informazione il più possibile qualificata su Chesterton ed i suoi amici. Fulton Sheen lo è perché lo conobbe in vita, lo citò e più di una volta, invitato a mettere per iscritto il suo pensiero, con grande umiltà rispose che già c'erano i libri di Chesterton, dunque…

Ciò non toglie che quest'uomo fu davvero grande.

Visto che padre Brownelli si vuole cimentare su Sheen, noi lieti gli alziamo la palla.

Qui sotto qualcosa su di lui (non tutto quello che c'è!) tratto dal nostro blog. Se avete voglia, scavate ancora.


Tempi oggi fa gli auguri alle donne con Chesterton

È un brano tratto da Cosa c'è di sbagliato nel mondo, uno dei libri più rivoluzionari di Chesterton.
Sarebbe ora di buttare nella pattumiera tutta la retorica finta sulle donne e di iniziare a leggere Chesterton in proposito.

Chi vuole può farlo andando su www.pumpstreet.it, costa poco e vale molto.

http://www.tempi.it/8-marzo-auguri-a-tutte-le-donne-anonime-che-costruiscono-cattedrali-giorno-dopo-giorno#.Vt8VmMe_nUY

sabato 5 marzo 2016

Padre Brownelli vuole ristampare il grande Fulton Sheen

AVVISO AI NAVIGANTI
VOGLIAMO RISTAMPARE "TRE PER SPOSARSI" di FULTON SHEEN
Mons. Fulton Sheen, gigantesca figura della chiesa statunitense, era un appassionato lettore di Chesterton (GKC era anche l'autore più citato nei suoi libri). Il legame tra i due è approfondito in questo articolo: http://insightscoop.typepad.com/…/11/chesterton-and-sheen.h…

Tra i libri scritti da Sheen ve ne è uno bellissimo sulla spiritualità del matrimonio intitolato "Tre per sposarsi" (pag. 288). 
Qui l'originale inglese: https://www.ewtn.com/library/MARRIAGE/3GETMARR.TXT
Tradotto in Italia nel 1953 è ora introvabile. Ci sentiamo in dovere di ripubblicarlo e lanciamo una STRENNA PASQUALE 

1 copia: € 20,00 spedizione compresa
2 copie: € 30,00 spedizione compresa
3 copie: € 40,00 spedizione compresa
5 copie: € 60,00 spedizione compresa
10 copie: € 90,00 spedizione compresa
20 copie: € 150,00 spedizione compresa
Sopra i 40 libri: € 6,50 a copia, spedizione compresa!

Per darvi un'idea sul libro in questione posterò qui nei prossimi giorni una raffica di bellissimi brani. Se volete, posso inviarvi per email anche il pdf del volume, così vi rendete conto della grandezza dell'opera. Vi invito a prenotarlo entro il 5 marzo
Spargete la voce a parroci e incaricati della pastorale familiare...!
Per prenotazioni: laperlapreziosa@libero.it

martedì 1 marzo 2016

Il Gran Sultano del capitalismo - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

chesterton

"Non c'è niente davanti a noi tranne un monotono deserto di standardizzazione, frutto del bolscevismo o del Grande Capitale"


zzzzIl-profilo-della-ragionevolezza

Nel 1926 Chesterton pubblicava le sue considerazioni sul Distributismo (la distribuzione della piccola proprietà) nell'opera: "Il profilo della ragionevolezza". In conformità con l'enciclica Rerum novarum del 1891 di Leone XIII, egli aveva difeso l'inviolabilità della proprietà privata, la famiglia come cellula primaria della società e la centralità della dignità e della responsabilità della persona. Sapeva chiaramente, come aveva ammonito Leone XIII, che il social-comunismo era una falsa soluzione al vero problema del capitalismo e della concentrazione della ricchezza: "A quanto pare c'è qualcosa di irritante e bizzarro nel dire che quando il capitale diventa troppo nelle mani di pochi, la cosa giusta da fare è rimetterlo nelle mani di molti". All'ingiustizia e sopraffazione del capitalismo non si poteva rispondere con l'abolizione della proprietà privata (e dell'uomo) bolscevica.

A distanza di quasi un secolo da quelle analisi chestertoniane sembra incredibile che ci troviamo, senza soluzioni, nelle medesime o, forse, peggiori condizioni: "Il capitalismo ha fatto tutto ciò che il socialismo minacciava di fare…ogni qual volta il capitalista diventa un idealista, e soprattutto quando diventa sentimentale, immancabilmente parla come un socialista". Alludendo all'immagine tratta dai racconti delle Mille e una notte, Chesterton riferiva che al Gran Sultano del Capitalismo erano molto gradite le favole via via raccontate dalle utopie totalitarie, dal social comunismo all'anarchismo, dal liberalismo al populismo. Con queste favole  orribili (basti pensare ai milioni di morti disseminati negli anni dei gulag sovietici) il Gran Sultano del Capitalismo conciliava il sonno! Chesterton denunciava in quegli anni il bluff dei grandi magazzini: "Credo che il grande negozio sia un pessimo negozio. Lo ritengo pessimo in senso morale e commerciale. Credo che quegli empori giganteschi siano non solo volgari e insolenti, ma anche incompetenti e sgradevoli". 

Egli riteneva che, nonostante la falsa facciata del progresso democratico, nel mondo moderno fossero pochissime le cose ancora libere. I colori naturali erano stati falsati dalle ammiccanti luci artificiali, gli spazi erano stati riempiti dagli invadenti cartelloni pubblicitari e tutto per la cosiddetta "anima commerciale": "L'iniziativa è dalla parte del nemico. E' lui che si è già messo all'opera, e avrà già fatto molto, prima che noi riusciamo ad attivarci, per il semplice fatto che ha i soldi, le macchine, una maggioranza e altri vantaggi…il nemico ha quasi terminato una conquista monopolistica". Come rispondere, si chiedeva il grande scrittore londinese, a questo terribile disastro ?

"Se un uomo desidera un giardino di fiori, pianterà fiori dove può e soprattutto dove contribuiranno al carattere generale di un giardino. Ma i fiori non ricoprono completamente il giardino, lo riempiono solo di colore". Con questo apologo Chesterton indicava  come sarebbe stato necessario riappropriarsi di quel senso comune e di quella buona ragione che avevano i nostri padri quando difendevano la loro terra e le loro tradizioni. Egli rammentava che la proprietà era come un deposito che ci era affidato dalla Provvidenza per il bene comune e che avremmo dovuto, un giorno, render conto a Dio dell'uso che ne avremmo fatto. Per Chesterton il Gran Sultano del Capitalismo intrecciava la propria rete, la propria ragnatela attorno a tre nozioni disumane e aberranti: impersonalità, irresponsabilità, irreligiosità.

Contro la ferocia dissennata della finanziarizzazione dell'economia e dell'omologazione del pensiero bisognava reagire: "Ciò che non va nell'uomo della città moderna è il suo ignorare il perché delle cose; ed è per questo che può essere dominato da demagoghi e despoti. Egli non sa da dove vengono le cose…le menti degli uomini non sono così simili come le automobili, o come i giornali del mattino. In altre parole, non stiamo tirando fuori il meglio degli uomini. E dubito che riusciremo mai a farlo, se prima non interrompiamo questo assordante frastuono di megafoni che copre le loro voci, questo bagliore micidiale di riflettori che smorza i colori della loro carnagione, quest'urlo forte e lamentoso con cui si ripetono banalità che stordiscono e bloccano le loro menti".

Egli ci stava ricordando il monotono e terribile deserto di standardizzazione verso il basso dove stavamo precipitando. Era tutto ciò che il Gran Sultano preferiva non sentire, desiderando addormentarsi con qualche favoletta divertente. In quel modo il Capitalismo poteva conciliare e perpetuare il suo lungo sonno.

Un aforisma al giorno (stavolta di Padre Vincent McNabb - grazie, Fabio Trevisan)









Un pezzo di terra può funzionare con un pugno di lavoratori o sostenere più di 2-4 lavoratori per ettaro…può produrre ogni genere di ricchezza reale, dalla pietra con cui è stata costruita la cattedrale di Salisbury alla lana con cui realizzare i migliori tessuti e filati a mano del mondo, fino al grano e all'uva che possono trasformarsi nel Sacrificio di un Mondo Redento.
Vincent McNabb
(La Chiesa e la terra)
Citazione tratta da:
La Chiesa e la terra

Padre Vincent McNabb
Editore: Libreria Editrice Fiorentina


La sapienza moderna incita le persone ad affollare le città o le loro periferie, ad avere pochi figli, a vivere a credito. Insegna a considerare inevitabile l'industrializzazione, a ritenere contemporaneamente normale e desiderabile un'esistenza fatta di velocità, rumore, usa e getta. 
Copertina di 'La Chiesa e la terra'La Chiesa Cattolica insegna il contrario. Essa proclama la gioia di vivere in campagna, formare una famiglia numerosa, possedere ricchezze giuste e reali e non apparenze artificiali e illusorie, interessarsi ai bisogni delle persone e non delle macchine, pensare alla vita oltre la vita e legarsi alla persona di Gesù. Tutto ciò costituisce l'unica via per la vera felicità e la vera realizzazione di sé. Questi profondi insegnamenti animano "La Chiesa e la terra" in una serie di capitoli concisi, penetranti e provocatori.
Vincent McNabb ha scritto 80 anni fa questo libro profetico perfettamente adatto all'epoca che stiamo vivendo e che richiede un cambiamento profondo in tutti gli aspetti della società.