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sabato 31 gennaio 2015

venerdì 30 gennaio 2015

Il nostro Gilbert - Il cestino della carta

"... Il mio consueto caos è aumentato a causa del trasloco in una nuova casa, che è ancora come un cestino della carta...".

Gilbert Keith Chesterton, da una lettera a mons. Ronald Knox, Maggio 1922

Chesterton in altre parole - Madido di sudore

"(Chesterton) era così 'conscio dell'immensità della Presenza Reale (di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Eucarestia, ndr) la mattina della sua Prima Comunione... che era tutto madido di sudore quando effettivamente ricevette Nostro Signore. Mentre mi stavo congratulando con lui egli disse: 'Ho passato l'ora più felice della mia vita'"

Padre Thomas Walker, parroco di High Wycombe e Beaconsfield in quella famosa estate del 1922, in Maisie Ward, Gilbert Keith Chesterton 

Chesterton in altre parole - Chesterton e l'abbigliamento

Chesterton è noto che avesse costantemente bisogno della presenza amorevole e provvida di attenzioni della moglie Frances.
Tutto ciò ancor più fortemente per quel che riguarda le questioni d'abbigliamento, per via della sua natura totalmente disinteressata all'argomento, quanto meno a detta dei suoi amici più vicini, oltre che per la sua proverbiale distrazione.

Ogni giorno, ad esempio, invocava la moglie per farsi fare il nodo alla cravatta.

Nonostante questo, Maisie Ward, la sua più importante biografa, ricorda di una volta a colazione quando Gilbert comparve indossando ben due cravatte e, quando lei se ne avvide, fece notare che questo provava non poca bensì troppa attenzione all'abbigliamento…

mercoledì 28 gennaio 2015

Chesterton in altre parole

Chesterton, durante uno dei suoi viaggi in America, fu interpellato su quale fosse il preferito tra i suoi libri; rispose che non li aveva proprio letti ma che L'Osteria Volante era stato il più divertente da scrivere, mentre Ortodossia quello che gli aveva dato più soddisfazione, nel senso che diceva ciò che il libro si proponeva di dire.

(liberamente tratto da Ian Ker, G. K. Chesterton - A Biography)


martedì 27 gennaio 2015

A vario titolo si cita Chesterton, che quindi è attuale (anche nella Repubblica Ceca)...

Riportiamo qualche collegamento tratto da internet (ce ne sono sempre tanti) che in qualche modo riporta citazioni o nomina Chesterton.

Non li segnaliamo per qualche ragione particolare ma per dimostrare il costante interesse per Chesterton, che si manifesta nel fatto che venga spesso nominato.

http://www.padovaoggi.it/eventi/teatro/il-mio-nome-e-pietro-al-teatro-don-bosco-di-padova-il-15-gennaio.html


Poi qui di seguito un interessante notizia: su Dvojka, emittente radiofonica della Repubblica Ceca, c'è la riduzione radio di uno dei Racconti di Padre Brown (o, come dicono da quelle parti, Otec Braun), La maledizione dei Darnaway:


C'è anche la registrazione della prima puntata (se qualcuno capisce la lingua ceca o ha amici cechi da instradare per bene!). Gli interpreti sono Václav Poul, Jan Bilek , George Kałużny, Filip Richtrmoc, Christina Kociánová, con la regia di Pavel Krejci. La traduzione è di Lida Hanzlíková, la drammatizzazione di Vladimír Hare
.
Nella foto: Vaclav Poul, che interpreta Padre Brown (o meglio Otec Braun!)

lunedì 26 gennaio 2015

Annotations of Chesterton the revolutionist - Telegraph

L'autore di questo compiaciuto articolo su Chesterton apparso giorni fa sul Telegraph dà a Chesterton del socialista (e lo fa appellandosi ai maggiori, e cioè Oddie e Ker che invece dicono solo che GKC fu socialista da giovane, che frequentò Blatchford e che fu introdotto a diversi campioni del socialismo cristiano come Conrad Noel da sua moglie Frances: vere le citazioni, errata la prognosi).

Ma ve lo sottoponiamo solo perché riporta in auge alcune fulminanti annotazioni a pastello verde fatte da GKC su di un libro di Jackson, finite poi nella raccolta postuma Platitudes Undone. Leggete questo, per esempio:

"La Familiarità favorisce non il disprezzo ma  l'indifferenza", Jackson suggerisce. Chesterton aggiunge: "Ma può favorire la sorpresa. Provate a dire novanta volte 'stivali'" (è un motivo espresso tante volte da GKC, ndr). È pronto, ciononostante, ad applaudire Jackson se trova qualcosa di sorprendentemente vero. Sotto l'annotazione di Jackson, "Non c'è niente di vecchio sotto il sole", egli è felice di scrivere "molto buono"

Il resto qui sotto:


venerdì 23 gennaio 2015

Un aforisma al giorno

Molti saranno sorpresi di apprendere che quando il grandioso grido greco prorompe nel latino della messa, antico come la stessa cristianità, in chiesa moltissime persone recitano correttamente il Kyrie eleison e conoscono l'esatto significato delle loro parole. Ma in ogni caso sanno quello che dicono in misura maggiore di quanto lo sa chi inizia la lettera con "Caro signore".


Gilbert Keith Chesterton, La mia fede

giovedì 22 gennaio 2015

Chesterton in altre parole - Ronald Knox aveva visto lungo

Mons. Ronald Knox disse, in occasione del suo panegirico nella Cattedrale di Westminster trenta giorni dopo la morte di Chesterton: "Sarà quasi certamente ricordato come un profeta in un'età di falsi profeti".

mercoledì 21 gennaio 2015

Chesterton in altre parole / Chesterton è attuale - Una storia ed una mail che può interessare tutti noi.

Ricevo una bella mail che col permesso dell'autrice vi giro perché anche voi ne godiate ma approfitto per raccontare una storia che non ho mai avuto il tempo di narrare e per fare una riflessione sull'onda di quello che mi dice Luisa e con lei la sua cara famiglia, così accogliente e generosa con me (ma credo proprio con tutti!).

Un anno fa la Società ha ricevuto una mail del seguente letterale tenore:

«Ciao, sono Stefano, abito a Cremona e frequento la 3° media.
Sono un giovane lettore di Chesterton, lo conosco ormai da oltre un anno, e non smette mai, ogni volta che leggo un suo libro, di stupirmi.
Chiedo aiuto a voi perché siete la società Chestertoniana più autorevole in Italia.
Poiché  ho pensato di scrivere la mia tesina con cui chiudere l'anno scolastico proprio su Chesterton, mi vorrei appellare allo spirito Chestertoniano per realizzarla.

Vi chiedo cortesemente di aiutarmi; nel senso di avere qualche suggerimento per approfondire il pensiero di Chesterton.
Mi interesserebbe a riguardo, il suo rapporto con la chiesa, alla sua conversione e il rapporto dell'uomo con la letteratura.
Consigliatemi eventuali fonti da consultare al riguardo, o dove poter prendere ispirazione.
Da solo sto trovando un pò di fatica e non vorrei perdermi....
Certo di una risposta positiva, vi auguro buon lavoro.
Sursum corda.

Stefano
»

Per farla breve, abbiamo deciso di prendere sul serio questo ragazzo e gli abbiamo fornito l'aiuto che chiedeva, nei limiti della nostra pochezza, checché lui ne dicesse. Gilbert ha colpito ancora perché è nata un'amicizia con Stefano, i suoi genitori e sua sorella, i loro amici grandi e piccoli. Il segno che Gilbert fa sul serio è proprio il far diventare amici tutti quelli che si incontrano per colpa sua. Questo ci fa sperare molte cose: che ora sia in un bel posto, ad esempio, e ci dà una conferma, e cioè che il bel posto se lo sia guadagnato facendo lo stesso in vita (ma questo è storia). 
Allora gli amici cremonesi mi invitano e il 6 Maggio 2014 vado da loro, faccio un bell'incontro con tante persone buone e pazienti che mi ascoltavano e mi facevano domande, anzi, hanno ascoltato me e il piccolo grande Stefano che ha detto la sua su Gilbert. 
La mattina dopo vado nella loro bella scuola e incontro i ragazzi di terza media per un breve incontro, ma rimaniamo a chiacchierare per un po' (spero se la passino bene, ora che stanno alle superiori. Almeno come Stefano che continua ad essere fedelissimo amico di Chesterton e anche mio).
Mi sono trovato tanto bene, mi hanno trattato come un re e li ringrazio ancora, ogni tanto ci sentiamo, ci siamo anche rincontrati al Meeting di Rimini nel nostro stand bellissimo con tutte le nostre magliette e libri splendenti e ruggenti.
Ora Luisa, la mamma di Stefano, mi scrive la bella mail qui sotto ed è proprio vero quello che dice. Gilbert ogni tanto lo trovi dove non te lo aspetteresti e lui ti fa tana (letteralmente) libera tutti. Le parole di Luisa l'ho sentite tante volte, e credo sia la grazia più grande che Gilbert ci ottienga da Nostro Signore: diventare suoi amici e Suoi amici.
Chi è grato sono io, a Gilbert, Stefano e la sua bella famiglia e i suoi cari amici (compresa la professoressa coraggiosa che ha "istigato" Stefano a scrivermi).
Per la cronaca tra di noi Chesterton lo chiamiamo «lo zio Gilbert».

Marco Sermarini
«Gentile Marco,

ti raggiungo con queste righe che riguardano lo zio Gilbert ma anche te, indirettamente, e l'amicizia che ci hai donato (per la quale ancora noi tutti ti siamo grati).

Sono incappata, appunto, nelle impronte lasciate da Chesterton, attraverso la sua personalità, in due libri presi a prestito dalla biblioteca; uno tratta della "lettura ad alta voce" e l'autrice cita: "Prima ancora di Bettelheim lo scrittore inglese G. K. Chesterton sosteneva che non sono le fiabe a dare ai bambini l'idea dell'esistenza dell'Uomo Nero: le fiabe danno semmai l'idea che l'Uomo Nero può essere sconfitto. I bambini convivono con i draghi fin da quando hanno conquistato la capacità immaginativa: le fiabe, dice ancora Chesterton, offrono loro un San Giorgio capace di ucciderli".

L'altro libro che sto leggendo, "Il regalo più bello", è una raccolta di racconti sul Natale e nell'introduzione le curatrici citano: "Dopo il Natale di guerra chiudiamo su una nota più positiva con un racconto del britannico G. K .Chesterton: nel suo "La bottega dei fantasmi" (si tratta di uno dei saggi di Tremendous Trifles, ossia una delle Tremende Bazzecole, ndr) alcuni personaggi della letteratura inglese del passato si radunano in un cadente negozio di giocattoli per decretare una solenne verità".

Incontrare riferimenti a Chesterton è - quasi - come incontrare un amico di vecchia data… uno si sente un po' come a casa sua.

Grazie.

Luisa, mamma di Stefano

Cremona, 19/1/2015»

martedì 20 gennaio 2015

Un aforisma al giorno

Gli uomini non differiscono molto su ciò che chiamano male. Differiscono enormemente su quali mali definiranno scusabili.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 23.10.1909

lunedì 19 gennaio 2015

Consigli di viaggio (chestertoniani) da Pier Francesco Borgia - da Il Giornale

Citiamo questo pezzo tratto dal blog del giornalista Pier Francesco Borgia "Camera con vista":

«Nei paesi anglosassoni (ma non solo lì) resiste una solida tradizione. I ragazzi usciti dalla scuola o dall'università si concedono il cosiddetto "anno sabbatico" prima di tuffarsi nella vita reale: fatta di impegno, lavoro e responsabilità. I più facoltosi acquistano un biglietto aereo per fare il giro del mondo. Altri si accontentano di passare questo lungo intervallo di tempo in qualche paese esotico oppure nel cuore della vecchia Europa. Altri, i più ma a anche i meno fortunati economicamente, si industriano nel fare lavoretti stagionali per avere almeno la possibilità di fare sei o quattro mesi fuori dai confini nazionali.

Gli osservatori illuminati plaudono a questa iniziativa. Serve, dicono, per aprire la mente, per fare nuove esperienze e per immagazzinare un sufficiente bagaglio di emozioni e ricordi da riscaldare anche i periodi più opachi della routine che li attende.

Leggendo, anzi rileggendo, uno dei testi più brillanti e acuti di Gilbert Keith Chesterton è proprio questa "sana abitudine" che mi è venuta in mente. Il libro in questione è Le avventure di un uomo vivo (Mondadori). Chesterton l'ha scritto nel 1912. E di certo allora questo vezzo dell'anno sabbatico non era ancora diventato una tradizione. Eppure il testo del celebre scrittore inglese può essere in qualche modo visto come un manifesto pionieristico di questa abitudine. In buona sostanza lo scrittore inglese confeziona un brillante testo umoristico (molto adatto anche alla trasposizione teatrale) nel quale riversare alcuni dei suoi più radicati convincimenti. Primi fra tutti ovviamente l'ottimismo e l'amore per la vita. In tempi in cui ancora andava forte il nichilismo e le ideologie materialiste, Chesterton ci ricorda che l'uomo comune per sentirsi vivo deve capire che il miracolo più autentico è la vita quotidiana».


Il resto dell'articolo lo trovate qui.

domenica 18 gennaio 2015

Un aforisma al giorno (di questi tempi pericoloso ma non meno veritiero)

"I cristiani difendono il vino perché fa bene agli uomini".


Gilbert Keith Chesterton, La serietà non è una virtù 


E bravo Adinolfi!

"Prima di lasciarvi ed augurarvi una Santa Domenica, un'ultima annotazione. Guardando le centinaia di agenti in tenuta antisommossa che hanno dovuto proteggere il nostro semplicissimo diritto di parola, il nostro banale voler dire che i bambini nascono da un uomo e da una donna, non ho potuto non pensare alla citazione più nota di Chesterton che tante volte ci ripetiamo l'un l'altro: "La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. Sarà una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. E' una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto. S'avvicina il tempo in cui una vita normale, una vita da onest'uomo, richiederà sforzi da eroe".

Da La Croce Quotidiano - 18 Gennaio 2015

Greybeards at play, ovvero: gli inizi di un grande scrittore e di un grande uomo

Chesterton scrisse questo volume (uscito in Italia col simpatico titolo Burloni Barbagrigia e la traduzione della cara Annalisa Teggi, per i tipi del bravo editore Raffaelli) nel 1900, dotandolo della copertina e dei suoi fantastici disegni all'interno.

Sono versi giocosi, per cui sono molto seri: il Chestertonbimbo (padre O' Connor lo chiamava così, "Chestertonchild") a ventisei anni era così amante della vita come lo rimase fino alla prematura dipartita a sessantadue. Sono clerihew, poesiole di quattro righe che come una freccia lucente colpiscono nel segno e descrivono una realtà, una persona, un fatto, un'idea. Clerihew perché l'inventore e maestro del genere fu il suo compagno di scuola e amico di sempre Edmund Clerihew Bentley, giornalista, scrittore e avvocato che gli rimase amico dall'età di quattordici anni (che bello! Oggi le mamme dicono ai figli che "ogni tanto si deve cambiare compagnia"... folle idea quella di non mettere mai radici! Buona solo per morire presto!).

Gilbert le scriveva per gioco per Rhoda Bastable, la cuginetta della sua futura moglie Frances, e questa bella bambinesca (nel miglior senso) amicizia durò per tutta la vita. Ci sono tanti disegni in giro per Rhoda, io personalmente ne ho visti diversi.

Il libretto fu pubblicato da R. Brimley Johnson, il promesso sposo della sorella di Frances, Gertrude, morta prematuramente investita da un'automobile. Questa morte lasciò un grande segno nella vita di Frances e accelerò in qualche modo il matrimonio con Gilbert. Gertrude tra l'altro fu la segretaria di Rudyard Kipling.

Gilbert parlava della pubblicazione di queste poesie più o meno così: è come se il mondo si fermasse a Kensington a vedermi fumare sigarette... 

Benedetta umiltà, direbbe il mio amico Andrea Monda! 

Il volumetto, arricchito dalla postfazione di Annalisa, merita la vostra lettura e l'acquisto, naturalmente su www.pumpstreet.it e non altrove!

Marco Sermarini 



sabato 17 gennaio 2015

Un aforisma al giorno

Quando difendiamo la famiglia, non intendiamo dire che sia sempre una famiglia pacifica; quando sosteniamo la tesi del matrimonio non vogliamo dire che il matrimonio sia sempre felice. Vogliamo dire invece che esso è il teatro del dramma spirituale, il luogo dove tutto succede e dove specialmente accadono le sole cose che hanno importanza. Non è tanto il luogo in cui un uomo uccide la moglie, quanto il luogo dove egli può prendere la decisione altrettanto sensazionale di non ucciderla affatto. 

G.K. Chesterton, In difesa delle unità drammatiche

venerdì 16 gennaio 2015

Un contributo di Fabio Trevisan su Chesterton, Peter Pan e altro ancora

Una glossa all'articolo di Fabio: Chesterton e James Matthew Barrie, l'autore del celeberrimo Peter Pan, erano amici, come abbiamo documentato più volte in questo blog (quiquiqui; su Peter Pan ha scritto un libro Paolo Gulisano, assieme a Chiara Nejrotti - qui). D'altronde ne parla anche Chesterton nella sua mai letta abbastanza Autobiografia.

Questo per dire che Chesterton intratteneva affettuosi e sinceri rapporti di vera amicizia con tantissime persone, spesso proprio con quelli di cui criticava di più le idee (un esempio chiarissimo è l'amicizia con George Bernard Shaw, l'affetto tra i due era sincero come pure il tono ed il livello della critica. Giusto per ridere un po' ma per far capire cosa spingeva realmente Chesterton, egli disse che «tutto è sbagliato in George Bernard Shaw salvo George Bernard Shaw»).

Forse tutto ciò è uno dei motivi che porterà Chesterton all'onore degli altari, questa spettacolare Carità e questo profondissimo amore per la Verità.

Marco Sermarini

Il "Mettere radici" e i "Super-saggi"  

di Fabio Trevisan

zzptpnChesterton avversava Peter Pan, in quanto rappresentava per lui una nuova teoria della vita, il non voler mettere radici: "Ho sempre sostenuto che Peter Pan si sbagliasse…il suo errore lo chiamerei panteismo di Peter: è la nozione secondo cui non c'è alcun vantaggio nel piantare radici". Del protagonista del romanzo scritto nel 1902 da James Matthew Barrie (1860-1937) egli criticava il suo svolazzare, il rifiutarsi di diventare adulto, nel senso di prendersi le dovute responsabilità. Chesterton non sopportava la riluttanza di Peter Pan a riconoscere l'autorità dei genitori, le ragioni e le tradizioni dei padri: "Avrebbe dovuto accettare di fare quello che gli veniva detto. Non c'è altro argomento a sostegno dell'autorità. Nel rapportarci con l'infanzia, abbiamo il diritto in quanto genitori di esercitarla con il comando, perché uccideremmo l'infanzia se scegliessimo la strada della persuasione". 

L'autorità amabile dei genitori infatti aiuta a far crescere i propri figli, cosa che Peter Pan ostinatamente rifiutava. Si potrebbe discettare, a torto o a ragione, sul grado di persuasività che dei genitori possono avere sui bambini, ma non sul fatto che educare significhi esercitare la giusta autorità. Peter Pan era poco più di un bambino e avrebbe dovuto riconoscere il vantaggio di mettere radici: "C'è un vantaggio nell'avere delle radici, e questo vantaggio si chiama frutto". Avere dei piedi ben poggiati a terra, riconoscere la caduta e l'ostinazione del peccato, stare nella propria casa, obbedire ai propri familiari: tutti questi, oltre a molti altri, sono i frutti concreti e cristiani dell'avere radici.

Nella realtà virtuale che le nuove generazioni stanno vivendo c'è il pericolo, ora come allora, di svolazzare avventurosamente nell'etere (oggi in internet o altri social network) senza rendersi conto di non aver ancora navigato nella propria casa: "Una semplice casa di proprietà, in mezzo al proprio giardino, può risultare veramente tanto romantica quanto una casa seminascosta in cima ad un albero… E se ciò accade è perché quell'uomo avrà esplorato la sua casa, cosa che Peter Pan e i bambini insoddisfatti come lui raramente fanno". L'essere sedentario non significa identificare colui che sta sempre seduto ed è sbagliato contrapporlo al nomade, a chi non ha fissa dimora. Il sedentario alla scoperta della propria casa non cerca un'isola che non c'è ed assapora piuttosto il frutto di mettere radici, proprio come il contadino che descriveva il grande scrittore londinese: "Non è vero che il nomade è più libero di un contadino. Il beduino potrà anche sfrecciare oltre con il suo cammello, lasciando dietro di sé una nube di polvere, ma non si può dire che la polvere sia libera, solo perché è sospesa nell'aria". L'arguta contrapposizione tra il beduino del deserto ed il contadino delle umili terre cristiane continua in modo esilarante: "Stando in groppa ad un cammello non si possono far crescere cavoli, né più né meno che nella cella di un condannato". Non accettando di crescere, rifiutando la legittima autorità, Peter Pan non ha potuto davvero vivere se non nel sogno mortifero di una realtà condannata.

zz3mgUn'altra acuta riflessione chestertoniana, attualizzabile nel tempo dell'Epifania appena trascorso, metteva a confronto nel 1926 la Natività di Betlemme ed i Magi venuti dall'oriente con la parodia dei super-saggi del mondo moderno. Questi ultimi,evoluti tecnologicamente, avevano la pretesa di spodestare i più miti e devoti Magi al cospetto del Bambino Gesù. Essi si consideravano i profeti che portavano i nuovi doni in una città metropolitana più luminosa (artificialmente) di Betlemme.

Cosa portavano di nuovo i profeti dell'epoca moderna? Chesterton li presentava ironicamente in questo modo: "Il primo Re…non portava l'oro in uno scrigno, ma veniva lavorato il metallo prezioso in centinaia di forme scintillanti per deliziare e servire il bambino di tutte le età: ruote di velocità fenomenale o macchinari la cui altezza raggiungeva le stelle…il secondo Re non era solo il signore dell'incenso, ma di tutti gli odori graduali della nuova grande scienza dei profumi, per mezzo della quale gli uomini potevano fabbricare intorno a sé l'atmosfera che volevano, quasi creando un proprio clima, come uomini che creino il cielo…E nonostante il terzo Re in un certo senso si riallacciasse alla vaga tradizione dell'inumazione e dell'amarezza della mirra, la stessa procedura di adattamento aveva portato queste cose molto più in là di quei rozzi e remoti inizi, poiché portò con sé i fuochi chimici per gli impianti di cremazione e la brezza carezzevole delle camere a gas e i suoi disinfettanti erano i più incantevoli del mondo". 

Fanno rabbrividire queste potenti riflessioni sul nuovo Natale ! La Nuova terrificante Betlemme, i Novelli Magi si erano paradossalmente dimenticati di Dio, del dono più prezioso e salvifico. Non c'era più il Divino Bambino, tutti si erano distratti: "Proprio ora che abbiamo imparato a non lasciare nulla alla natura, è esasperante essere ostacolati da complicazioni insite nei nostri stessi progetti…Sapevo che c'era un errore da qualche parte. Si sono dimenticati di procurare un bambino". 

Facciamo in modo che un Bambino possa ancora nascere, come chiedeva accoratamente Chesterton. Facciamo in modo che ogni bambino non abbia a soffrire la mancanza di radici, come Peter Pan.


giovedì 15 gennaio 2015

Su La Croce di ieri (ma anche oggi c'è) c'era Chesterton...

… si trattava di un pezzo di don Fabio Bartoli, nostro amico chestertoniano parroco a Roma e bravo scrittore, e metteva insieme la Croce, la sfera, La Sfera e la croce e la splendente lucidità di Chesterton.

E pure oggi c'è un suo pezzo chestertoniano.

Bene.

mercoledì 14 gennaio 2015

Philippe Maxence dice: E se Houellebecq fosse un Chesterton triste?

In questi giorni tristissimi segnati dalla violenza legata all'attentato al settimanale cosiddetto satirico francesce Charlie Hebdo, molti hanno chiamato in causa il libro Soumission ed il suo autore, Michel Houellebecq, scrittore e poeta francese dalle posizioni critiche nei confronti dell'islam. Molti hanno chiamato in causa anche Chesterton e L'Osteria volante.

Abbiamo trovato questo articolo del giornalista Philippe Maxence, presidente dell'associazione Amis de Chesterton (una sorta di Società Chestertoniana Francese) che vogliamo proporvi proprio per il titolo. Poi se ne può parlare, se ritenete. Gli argomenti sono tanti: la plausibilità del confronto tra gli autori e i libri, l'evento in sé, la temperie dei nostri tempi…

Abbiate pazienza, l'articolo è in francese, non riusciamo a tradurre tutto quello che c'è in giro…


http://www.lefigaro.fr/vox/culture/2015/01/07/31006-20150107ARTFIG00339-et-si-houellebecq-etait-un-chesterton-triste.php

lunedì 12 gennaio 2015

Un aforisma al giorno

"Non amo la serietà. Penso che sia antireligiosa. O, se preferite l'espressione, è un vezzo di tutte le false religioni. Chi prende tutto seriamente è colui che idolatra ogni cosa: si prostra davanti a oggetti di legno e pietra affondando le sue membra come le radici di un albero o si profonde in inchini come la pietra infossata sul ciglio della strada".


Gilbert Keith Chesterton, La serietà non è una virtù 

sabato 10 gennaio 2015

venerdì 9 gennaio 2015

Umberta Mesina ci fa un bel regalo distribuita

Dice la nostra cara Umberta, che ha fatto un bel lavoro:

The truth is that what we call Capitalism ought to be called Proletarianism.
The point of it is not that some people have capital,
but that most people only have wages
because they do not have capital.

(In verità, quello che noi chiamiamo capitalismo
dovrebbe essere chiamato proletarismo.
Il suo scopo non è che alcuni abbiano un capitale,
ma che i più abbiano solo una retribuzione
perché non hanno un capitale)


Gilbert Keith Chesterton, The Outline of Sanity, ch. I, par. 1, trad. mia

Il distributismo è un sistema socio-economico descritto all'inizio del XIX secolo da Gilbert Keith Chesterton e Hilaire Belloc.

Questo sistema oggi è reso particolarmente interessante dall'evidente fallimento degli altri due sistemi a cui si opponeva, il capitalismo e il socialismo.

Quello che segue è l'indice di alcuni articoli sul distributismo che ho tradotto dal blog Practical Distributism e che pubblicherò con il consenso dell'autore David Cooney.

Il resto, diciamo noi, lo trovate nel collegamento qui sotto:

https://initaliano.wordpress.com/distributismo/

Più di un milione di pagine visitate per il nostro piccolo blog

Carissimi Amici,

volevo comunicarvi che il nostro blog ha registrato dal 17 Ottobre 2006 più di un milione di pagine visitate (per l'esattezza sono 1.019.229, cioè unmilionediciannovemiladuecentoventinove).

Sono contento perché volendo tutti possono leggere di Gilbert in italiano, possono sapere chi è, possono consultare questo piccolo blog come una piccola guida per addentrarsi a conoscere il nostro caro amico, che porterà sicuramente tanto bene nella loro vita.

Solo questo.

Il 17 Ottobre 2006 cominciavamo questa piccola avventura (l'avventura di far conoscere a più persone possibile Gilbert, per gratitudine e affetto, solo per quello, non per cultura, non per accademia, non per passatempo) con queste parole:

"Cari Amici,

in maniera come al solito tumultuaria e fermamente all'adagio del Nostro Caro Gilbert ("se una cosa vale la pena di farla, vale la pena di farla male"), ecco a voi il blog dell'Uomo Vivo!
Cercheremo di dare nuovamente voce a Gilbert, in un mondo strano che lo vede attualissimo, profetico e sempre lucido, ma stranamente e ingiustamente dimenticato.
Occupiamo con la pachidermica mole fisica, intellettuale, umana del Nostro Caro Gilbert un pezzettino di quell'immenso Hyde Park che è la rete, nella speranza che questa piccola soap box gli doni nuova notorietà e che soprattutto gli faccia incontrare tanta gente bisognosa delle sue parole di speranza, di senso comune, di intelligenza cattolica.
Quanto bene può fare Gilbert Dio solo lo sa!
Ecco cominciata, allora, la singolar tenzone.
Fatevi avanti, allora! Siamo per la Vita, e passa via al nulla gaio cui ci vorrebbero sprofondare. Non abbiamo paura."

Tutto è ancora vero e vivo, anche di più.

Marco Sermarini

Un gesuita... aiuta padre Brown!

I gesuiti aiutano a fare bene padre Brown.

Molti di voi sapranno che Padre Brown è tornato da qualche tempo sugli schermi della BBC, l'emittente radiotelevisiva britannica, con ben due serie basate sulle storie uscite dalla fantasia del nostro Gilbert. Le puntate sono andate in onda sul BBC1, il primo storico canale inglese, ed hanno avuto un largo e solido successo sin dalla prima serie, tanto da far pensare ad una seconda, altrettanto ben accolta.

L'articolo qui sotto (in inglese, dal sito Independent Catholic News), segnalatoci dall'amico Paolo Pegoraro, ci informa che la popolare serie televisiva avrà una terza edizione e che questa volta ci sarà l'aiuto del gesuita londinese Padre Nye a rendere più attendibili i riferimenti strettamente collegati alla liturgia e all'essere prete cattolico di padre Brown. Il prete investigatore è interpretato da Mark Williams.

In effetti, debbo dire che chi ha visto le serie precedenti mi aveva segnalato diverse incongruenze e anacronismi, come pure confusioni tra la liturgia cattolica e quella anglicana. Fu lo stesso Stratford Caldecott, una voce sicuramente autorevole, che piuttosto sconsolato me ne diede atto.

Ora la produzione ha pensato bene di incaricare padre Nye, anziano padre gesuita di stanza a Londra, entrato nella Compagnia nel 1955 e ordinato prete nel 1966. Il religioso inglese si è occupato di rendere credibili gli aspetti liturgici e teologici delle storie, ambientate in tempi in cui esisteva solo quella che oggi chiamiamo forma straordinaria del rito romano, le preghiere per i morti ("ci potrebbero essere un bel numero di cadaveri in giro!" ha detto padre Nye), l'uso del latino e della versione inglese secondo la Chiesa Cattolica della Bibbia (la Douai - Rheims, basata sulla Vulgata di San Girolamo) quando questa viene citata. Per fare un esempio, a volte nelle precedenti serie la sacrestia veniva chiamata col termine schiettamente anglicano "vestry" mentre i cattolici inglesi l'hanno sempre chiamata "sacristy".

Il primo episodio della nuova serie è andato in onda il 5 Gennaio 2015.

Credo che la puntata sia disponibile sul sito della BBC. Giudicate voi il lavoro, di certo quello di padre Nye ci voleva.

Marco Sermarini

http://www.indcatholicnews.com/news.php?viewStory=26415

giovedì 8 gennaio 2015

Padre Barron continua le riprese di The Pivotal Players nella Chesterton Library a Oxford

Padre Barron è in Inghilterra per un progetto televisivo su Chesterton e Newman, ed ora è ripreso in queste foto nella Chesterton Library, la biblioteca chestertoniana ricca di libri editi in inglese ma anche in altre lingue (c'è un'ampia sezione di libri di Chesterton in lingua italiana) e di memorabilia appartenuti al nostro amato Gilbert, che vede tra i suoi fondatori i nostri cari Stratford Caldecott e Aidan Mackey che hanno conferito oggetti e altro ancora appartenuti prima a Chesterton e poi a loro.

Per la cronaca c'è anche uno dei famosi teatrini delle marionette (guardate anche qui e qui) così importanti nella vita di Gilbert (non mi dite che non sapete di questa passione di Chesterton... è fondamentale saperlo! Se leggete la biografia di Stevenson (a proposito, compratela su Pump Street, un negozio serio!) e leggete Stevenson stesso senza averne mai sentito parlare e senza aver giocato con un teatrino della marionette state facendo solo "cultura" ed "accademia", non una lettura vitale  e feconda come Gilbert vuole).

Della Library abbiamo parlato varie volte in questo blog. Io personalmente ci sono stato lo scorso Marzo ed è stata un'impressione vivissima e bellissima, c'è tanto di vivo, vivissimo in  questo luogo. Andate a vedere nella colonna dei link amici e troverete che ci siamo tutti: noi, i gemelli americani, il nostro spettacolare inimitabile John Kanu... siamo una bella famiglia e il mondo ci deve temere e desiderare.

Una parola va detta anche su dove si trova: la Chesterton Library è nell'Oratorio di Oxford, cioè nella Chiesa retta dai Padri di San Filippo Neri (detti appunto dell'Oratorio). Uno dei mentori della Library è padre Jerome, un grande conoscitore di Chesterton, dei Padri della Chiesa e della liturgia romana antica.

Insomma, un bellissimo posto che noi chestertoniani italiani amiamo molto. Personalmente invito tutti ad andarci e a dire che "siete dei nostri", con orgoglio e affetto.

Marco Sermarini

Padre Robert Barron nella galleria della Chesterton Library di Oxford

Padre Barron fotografa la macchina da scrivere di Gilbert (sapete tutti che lì ci sono anche i suoi occhialini, il cappello, il Rosario comprato in Terra Santa, bastoni da passeggio e tante altre cose...)

Padre Robert Barron e il dott. Michael Ward, uno dei Trustee della Chesterton Library
 
Padre Barron nel piano terra della Chesterton Library con in mano una prima edizione de L'Uomo Eterno

mercoledì 7 gennaio 2015

Ecco l'attribuzione del premio da parte degli amici spagnoli...

http://hilairegilbertyfrances.blogspot.it/2015/01/chestertonianos-2015.html

Un messaggio dal nostro grande amico Fran dalla Spagna...

Riceviamo e volentieri portiamo a vostra conoscenza. Gli amici chestertoniani spagnoli sono sempre di grande cuore:

«Cari amici:

Il premio Chestertoniani 2015, dal Blog http://hilairegilbertyfrances.blogspot.com.es/ é stato concesso a voi...!

Auguri e vi desidero un buon anno di 2015!

Saluti»

Padre Robert Barron sta lavorando dedica una trasmissione televisiva a Chesterton e Newman

Fr. Robert Barron (@FrRobertBarron)
Another great day of filming in London for new series Catholicism: The Pivotal Players. Thank you to crew and Word on Fire team!

Padre Robert Barron (che ho avuto il piacere di conoscere negli Stati Uniti) è il Rettore del Seminario di Mundelein, a Chicago, una delle più prestigiose istituzioni cattoliche d'America.

Ma è anche un blogger (www.wordonfire.org) e un conduttore radiofonico e televisivo con grande seguito. Come leggete dal post, ora sta lavorando ad una trasmissione dal titolo Catholicism: The Pivotal Players (una possibile traduzione è: Cattolicesimo: I Giocatori Fondamentali - se preferite anche centrali va bene, è molto da basket...), ed una puntata, girata proprio ieri (padre Barron ce l'ha fatto sapere direttamente) in Inghilterra, è dedicata al Nostro Eroe e al beato John Henry Newman.

Ecco, come vedete Chesterton è sempre attuale e Newman è davvero da scoprire bene (Chesterton lo lesse largamente e vi consiglio di leggere Gli Ariani del IV secolo, praticamente introvabile ma attualissimo; come pure gli Scritti universitari, tradotti dal nostro Angelo Bottone, che ne è uno dei massimi conoscitori. In realtà tutto Newman è da leggere).

Vi terremo informati sulla faccenda.

Marco Sermarini 

lunedì 5 gennaio 2015

Marshall McLuhan and the divine message

Un articolo su Marshall McLuhan, convertito al cattolicesimo e ammiratore di Chesterton (anzi, convertitosi grazie a Chesterton, come abbiamo più volte documentato qui su questo blog).

sabato 3 gennaio 2015

Tweet da G.K. Chesterton (@GKCDaily)

G.K. Chesterton (@GKCDaily)
If you want the workingman to fight for progress you must offer him the thing for which he fights best, his own honour and his own home.


Tweet da G.K. Chesterton (@GKCDaily)

G.K. Chesterton (@GKCDaily)
A miracle is not a disorganization, but a change of plan—as a general might make a change in his plans in rushing his army through a battle.