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giovedì 31 gennaio 2013

Un aforisma al giorno (bello! vero! contro la menzogna! attuale!)

«La posizione che abbiamo raggiunto è questa: a partire dallo Stato, si cerca di porre rimedio ai fallimenti di tutte le famiglie, di tutti gli asili, le scuole, i laboratori, tutte le istituzioni secondarie che un tempo avevano una qualche autorità da sé. Tutto è in ultima analisi portato al Palazzo di Giustizia. Stiamo cercando di tappare la falla dalla parte opposta».

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 24/03/1923

Convegno di Roma del 16 Marzo e Mostra su Chesterton al Meeting di Rimini

Cari amici chestertoniani, soci e simpatizzanti,

ho il piacere di darvi due belle ed interessanti notizie.

La prima, in ordine di tempo, è  il Convegno su Chesterton dal titolo "All roads lead to Rome" che stiamo organizzando per il giorno 16 Marzo 2013 a Roma presso la Chiesa Nuova (la Chiesa dove visse San Filippo Neri, per intenderci, degli Oratoriani), dalle ore 10.00 sino alla sera.

Il Convegno è organizzato da noi della Società Chestertoniana Italiana, dalla Scuola Libera "G. K. Chesterton" di San Benedetto del Tronto, dall'American Chesterton Society e dalla Chesterton Academy di St. Paul nel Minnesota. Forse non tutti sapranno dell'esistenza di queste due scuole libere nate l'una all'insaputa dell'altra ma con gli stessi intendimenti e più o meno nello stesso periodo. Vi sarà anche un gemellaggio tra le due scuole.

I dettagli più precisi ve li daremo nei prossimi giorni ma è certo che sarà con noi Dale Ahlquist, presidente della Società Chestertoniana Americana e conferenziere di grido, uno dei massimi esperti al mondo di GKC.

Sarebbe utile conoscere chi con certezza parteciperà per ragioni di spazio (stiamo predisponendo tutto e vorremmo che tutti fossero comodi). Scrivete alla nostra segreteria.

La seconda è la presenza di una mostra su Chesterton al prossimo Meeting per l'Amicizia tra i Popoli a Rimini dal 18 al 24 Agosto 2013organizzata dal G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture e dalla nostra amica Gloria Garafulich - Grabois. Sapete tutti dei rapporti stretti che intercorrono tra noi ed il Chesterton Institute e della pubblicazione (alla quale collaboriamo assiduamente in molti modi) della edizione italiana della Chesterton Review, giunta al secondo numero.

L'ultima cosa è il mio costante invito a visitare il nostro blog (http://uomovivo.blogspot.com), la nostra pagina Facebook (http://www.facebook.com/groups/121407199255/?fref=ts) ed il nostro Twitter (@sochest). Sono modi per tenerci costantemente in contatto, perché la prima cosa che Chesterton ci regala è la nostra amicizia.

Vi aspetto.

Marco Sermarini, presidente della SCI

mercoledì 30 gennaio 2013

E' ufficiale: al Meeting per l'Amicizia tra i Popoli 2013 ci sarà una mostra su Chesterton!

Avevamo in serbo la notizia da qualche tempo ma ora è ufficiale: una delle sei mostre del Meeting per l'Amicizia tra i Popoli (che si celebrerà dal 18 al 24 Agosto 2013 a Rimini) sarà dedicata al nostro Chesterton!

Siamo decisamente felici per questa notizia, come pure che la mostra viene proposta in collaborazione con il G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture presso la Seton Hall University del New Jersey nella persona della nostra amica Gloria Garafulich - Grabois.

Il Chesterton Institute, fondato dal nostro amico padre Ian Boyd,  è una delle massime autorità su GKC e siamo lieti che sarà ancora una volta protagonista del Meeting (se ricordate, nell'edizione 2011 assistemmo alla messa in scena de La Ballata del Cavallo Bianco tradotta dalla nostra Annalisa Teggi per la regia di Otello Cenci con la partecipazione dell'attore Massimo Popolizio, e all'uscita del primo numero dell'edizione italiana della prestigiosa Chesterton Review, alla quale collaboriamo alacremente e personalmente come Società).

Per cui questa è un'ottima notizia che volevamo darvi.


Un aforisma al giorno

"Lo scopo della vita è il gradimento; non c'è alcun senso nel non apprezzare le cose; e non c'è alcun senso nell'aver più cose se hai meno gradimento da esse".

G.K. Chesterton, Autobiografia

martedì 29 gennaio 2013

Tremende Bazzecole - Se le liste le facesse Chesterton (di Annalisa Teggi)


«Non ho mai capito – si chiedeva il signor Chesterton nel libro Ortodossia – da dove è saltata fuori l’idea che la democrazia sia qualcosa di opposto alla tradizione». E aggiungeva: «È ovvio che la tradizione non è altro che la democrazia estesa nel tempo. È dare credito al consenso dell’intera comunità delle voci umane piuttosto che a qualche isolata testimonianza. La tradizione può essere definita come un’estensione del diritto di rappresentanza. Tradizione significa dare il diritto di voto alla più oscura delle classi, quella dei nostri predecessori».
Evidentemente, pur dicendo «è ovvio», sapeva bene di aver acceso la miccia di una discussione. Perché non è più affatto così ovvio; oggi, appena uno usa la parola «tradizione» per lo meno si tira addosso un sacco di imprecazioni. Bene, ce ne prenderemo la nostra razione! – pare aggiungere Chesterton, che così replica ai suoi oppositori: «Quelli che s’infervorano contro la tradizione, dicendo che gli uomini del passato erano ignoranti, possono andare a dirlo nei circoli alla moda, insieme alla dichiarazione che gli elettori delle periferie sono ignoranti. La democrazia ci insegna di non trascurare l’opinione di un brav’uomo, anche se è uno stalliere; la tradizione ci chiede di non trascurare l’opinione di un brav’uomo, anche se è nostro padre. Avremo i morti nei nostri consigli. Gli antichi Greci votavano con le pietre; i morti voteranno con le loro pietre sepolcrali. È una cosa del tutto regolare e ufficiale, visto che le schede elettorali tanto quanto le tombe si contrassegnano con una croce».

Mi è venuta in mente quest’ultima frase qualche giorno fa, mentre ascoltavo su un canale qualsiasi la cronaca sulla campagna elettorale: si sono messi in castigo gli impresentabili, si è fatta la cernita dei riciclati, si è verificato quanto e come è stato rispettato il sacro dogma delle quote rose e ora comincia il gioco dell’indovina chi-sta-con-chi per avere la maggioranza in Senato. Ed è a questo punto che mi sono venuti in mente i morti al governo di cui parla Chesterton, perché penso che la nostra situazione sia meno fragile di come ce la si fa vedere. È fragile pensare che il nostro futuro dipenda interamente e solo da ricette anti-crisi, agende di governo, contratti con gli italiani. È fragile, perché se è vero che noi siamo quelli che concretamente si inoltreranno nell’incerto futuro prossimo, è fatale incamminarsi giudicando che quello che è alle nostre spalle è solo passato. È falso che si insinui l’idea che questo oceano profondo della crisi sia fatto solo di vorticose correnti che ci possono inabissare da ogni parte e che, quindi, a noi non resta che aggrapparci a corde lanciate d’urgenza. Non dico che la situazione sia facile, ma che diventa fragile se dimentichiamo che nel senato civile della nostra comunità c’è già una maggioranza forte che ci tende la mano.
Geograficamente non siamo inabissati, la nostra penisola è un avamposto di terra in mezzo alle acque, e non sta a galla solo perché è attaccata all’Europa – dall’arco alpino. Sta a galla perché è edificata sulla grande storia che ha attraversato il Mediterraneo. La voce della tradizione non è una dittatura, ma ha la forza di ricordarci che sono vere quelle cose essenziali che da sempre gli uomini hanno in comune. Qualcosa che non si può mettere in discussione c’è, non è tutta burrasca e solo precipizio. Ma di sicuro questo avamposto di solida terra diventa invisibile, se noi cominciamo a dubitare di cose che Aristotele, San Benedetto e mio nonno ritenevano indubitabili.

Idealmente io vedo queste tre figure stabilmente sedute nel nostro senato, come protagonisti tuttora autorevoli della nostra cosa pubblica. I primi due sono cardini portanti della Storia di cui siamo fatti. Il terzo, adattando le sembianze al contesto personale di ciascuno, è ancora più concretamente all’origine della storia di cui siamo fatti; parlando per me, posso dire che la voce di grandi uomini come Aristotele e San Benedetto non mi è arrivata solo dopo aver fatto l’interrogazione di filosofia al liceo o dopo l’esame di storia medievale all’università, ma stava già nel sottofondo dell’esperienza semplice e contadina che ho conosciuto tenendo per mano chi ha messo al mondo mio padre. Quella voce antica è arrivata a me attraverso una viva catena umana di gente che, pur non avendo nozioni di greco o latino, sentiva nella vita quotidiana la verità delle cose essenziali e comuni già presenti nella Politica di Aristotele e nella Regola di San Benedetto.

Mi è facile immaginare pronunciate da mio nonno, di sicuro in dialetto, le parole con cui Aristotele si introduce a parlare della sua visione politica: «Guardando al modo in cui le cose nascono dal loro principio, si otterranno risultati migliori. Prima di tutto è necessario unire i termini che non possono sussistere separatamente, per esempio la femmina e il maschio in quanto strumenti di generazione; e tali non sono perché se lo propongono, ma perché è naturale per l’uomo come per gli altri animali e le piante il mirare a lasciare un qualche altro essere simile a sé». Insomma, la distinzione sessuale guardata nel suo dato naturale come principio generativo.

Mi è ancora più facile vedere nel lavoro di mio nonno la pratica quotidiana della visione economica con cui San Benedetto rimise in piedi l’Europa, in un tempo in cui ben si poteva usare la parola crisi. Ora et labora. È una sintesi eccellente, non certo uno slogan; non vuol semplicemente dire «recita il rosario e poi abbassa la testa e zappa». È una visione pienamente umana dell’umano: perché l’uomo normalmente ora et labora, e non solo labora. Ognuno può dare al pregare il significato che preferisce, perché è innanzitutto lo stare nel mondo con inter-esse. L’esserci immersi, il riconoscersi consistenti dentro la trama delle cose; non solo meramente operativi, ma operanti e reagentiall’accadere di tutto. Sentire la sostanza semplice di questa nostra consistenza è necessario, a maggior ragione quando si fa cupo l’orizzonte sul labora e ci vengono continuamente snocciolati i dati allarmanti sulla disoccupazione.

Anche in questo caso mi vengono in soccorso altre parole del signor Chesterton, che colgono il punto in modo più spicciolo e concreto: «È semplicemente falso pensare che la politica non sia altro che espressione dell’economia. Significa confondere le condizioni indispensabili della vita con le normali preoccupazioni della vita, che sono tutt’altra cosa. È come dire che, visto che si cammina su due gambe, si cammina solo per andare a comprarsi le scarpe.  [...] Quello che più occupa la mente dell’uomo non è il meccanismo necessario alla sua esistenza, ma piuttosto l’esistenza stessa, il mondo che egli vede ogni mattina quando si sveglia. Qualche cosa gli preme più del vitto, ed è la vita. Per una volta che pensa ai problemi del lavoro e al guadagno che gli permette o meno di campare, egli penserà almeno dieci volte che la giornata è magnifica, o che il mondo è proprio strano, o che la vita è degna di essere vissuta, o che la vita matrimoniale non è poi così rose e fiori, e si compiacerà o si dispererà coi suoi bambini, o rimpiangerà la sua giovinezza. E questo avviene alla maggioranza degli schiavi salariati di questo nostro moderno e morboso industrialismo, la cui schifosa inumanità spinge in prima linea i fatti economici. [...] Anche questi aridi pedanti, che fanno dipendere la morale dall’economia, devono ammettere che l’economia dipende dall’esistenza. Le nostre quotidiane incertezze e fantasticherie riguardano l’esistenza: non il come possiamo vivere, ma il perché si vive» (daL’uomo eterno).


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lunedì 28 gennaio 2013

DaLibero - La mia bellissima Siena alla ricerca della sua anima

Scivolare sulla finanza derivata. Tragicomico destino quello del Monte dei Paschi, l'unica banca – che io sappia – che sia stata celebrata in un'opera letteraria: i "Cantos" di Ezra Pound.

Celebrata dal poeta americano perché nei suoi Statuti seicenteschi scoprì una banca per il popolo che si fondava sulla fertilità della terra e sul lavoro, al contrario del modello della Banca d'Inghilterra.

Siena per Pound era il simbolo della lotta allo strapotere della finanza e dell'usura.

Non so se ora Siena perderà la "sua" banca. Mi addolora molto di più che – da tempo – abbia perso la sua anima. "Che vale all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso?".

Fra l'altro è proprio l'anima cristiana della città (oggi dimenticata) che è storicamente alle origini delle sue fortune (anche economiche) e della sua gloria.

Lo sanno gli attuali padroni di Siena e i suoi cittadini?

Sta scritto perfino nel simbolo più antico della sua ricchezza, la moneta della Repubblica di Siena, che riportava la formula: "Sena vetus Civitas Virginis". Città della Vergine. Non era un'espressione celebrativa, ma giuridica e politica.

A tutte le mire dei conquistatori che, nei secoli, si affacciavano all'orizzonte, Siena opponeva la sovranità della sua Regina, la Madonna, garante della libertà e dell'indipendenza della città.

E' a lei, l' "Advocata senensium", che sempre la città si è affidata, perfino con atto notarile, nei momenti di pericolo (dalla battaglia di Montaperti alla "peste nera" del XIV secolo, dai terremoti fino alla Seconda guerra mondiale).

Anche il famoso ciclo di affreschi politici, detti del Buongoverno e del cattivo governo, realizzato da Ambrogio Lorenzetti nel palazzo pubblico, in filigrana, celebra proprio la regalità di Maria su Siena.

Non a caso a Siena tutto parla di lei e canta la più "umile e alta" delle creature.

Dal campanone della Torre del Mangia (si chiama "Sunto" in onore della Madonna Assunta) alla Cattedrale che è un poema di marmo, un trattato di teologia della storia incentrato su Maria; dal Palio (sia quello di luglio che quello di agosto sono feste della Vergine) allo stesso simbolo della città, quella Balzana (lo scudo bianco e nero) che rimanda al bianco e nero della Cattedrale.

Secondo il Gigli, ripreso dal Vannini, la balzana senese sarebbe la "realizzazione araldica dell'aretologia mariana (castità e umiltà) o addirittura (si potrebbe aggiungere) delle Sue ossimoriche attribuzioni (umile e alta, vergine e madre) o del mistero della Sua maternità (Verbum caro)".

Alla Madonna è dedicato anche l'Ospedale che sorge ai piedi della cattedrale, fondato nel X secolo dai canonici del Duomo per i bambini esposti e i pellegrini. E' uno dei più antichi e gloriosi ospedali del mondo.

L'immagine della Madonna a Siena si trova dovunque, da tutti i palii alle antiche biccherne (le tavole dei libri contabili), dalle porte della città all'altar maggiore della Cattedrale (dov'era posta la Maestà di Duccio), dalla sala del palazzo pubblico, dove si trova la Maestà di Simone Martini, ai crocicchi delle strade.

La stessa della piazza del Campo ha la forma del mantello della Madonna della misericordia, l'icona dove tutta la città si raccoglie sotto la protezione della Madre di Dio.

Dicevamo della moneta con la scritta mariana.

Perduta la "Civitas Virginis" (cioè la fede che era il vero tesoro della città), oggi si perde anche la "moneta", ovvero la banca e la prosperità.

E' inevitabile, perché quella prosperità germogliò e fruttificò su un terreno spirituale, di forti valori cristiani.

Il Monte dei Paschi – la più antica banca del mondo – nasce infatti come monte di pietà. I monti di pietà sono quelle istituzioni finanziarie senza scopo di lucro pensate dai francescani, e fondate alla fine del XV secolo, per aiutare la crescita economica dei ceti più disagiati e sottrarli da una parte alla miseria, dall'altra all'usura.

C'è soprattutto un santo francescano di Siena, san Bernardino (sulla scia del francescano Giovanni Olivi), alle origini della teoria dell'utilità soggettiva in economia. Luigino Bruni e Alessandra Smerilli hanno dimostrato nel libro "Benedetta economia" che proprio i francescani (e prima i benedettini) hanno posto le basi del sano pensiero economico e della prosperità dei nostri popoli (Rothbard lamentava che gli economisti si fossero poi allontanati dai pensatori cattolici).

E' quella che Stefano Zamagni ha chiamato "l'invenzione dell'economia di mercato civile".

Ma la Siena di oggi neanche ricorda che san Bernardino – una grande figura – è un santo di questa città. Così come santa Caterina, che è patrona d'Italia, compatrona d'Europa e dottore della Chiesa, ma il cui santuario, a Siena, è pressoché sempre deserto e dimenticato.

Piccolo emblema di questo smarrimento dell'identità e della memoria è stato – tre anni fa – il palio dove attorno al volto della Madonna sono stati disegnati alcuni versetti del Corano, la sura 19. La banale Sinistra del politically correct lasciava il segno di un superficiale sincretismo.

E' sempre stato problematico per una classe politica non raffinatissima come quella del Pci (poi Pds, Ds e Pd), amministrare una città così carica di storia, di cultura, dove tutto parla della sua antica fede cristiana.

Agli inizi del Novecento Siena era una città in parte ancora cattolica e laica. Un po' isolata e asfittica come appare nei romanzi di Federico Tozzi.

Dal 1945, con l'urbanizzazione di molti nuclei familiari dalle campagne, il Pci conquista la maggioranza e negli enti locali assume il potere, tenuto pressoché senza interruzione fino ad oggi (sono 67 anni).

Ma la borghesia senese, un po' laica, un po' cattolica, ha governato istituzioni importanti come l'Ospedale, il Monte dei paschi e l'Università (anch'essa fondata, nel 1240, in pieno medioevo cristiano).

Con i decenni il potere della Sinistra si è allargato sempre più. Vent'anni fa solo il Monte, governato da Dc e socialisti, faceva eccezione. Ma da allora, dalla nascita delle Fondazioni, gli enti locali rossi hanno preso il sopravvento. E la Sinistra a Siena domina senza rivali e senza alcuna opposizione.

Esprime però una classe politica che sembra del tutto estranea alla grande storia della città. Ricordo che negli anni Ottanta il Pci tirò fuori un manifesto per le elezioni che raffigurava la Piazza del Campo. Volevano così celebrare il loro buon governo.

Come se quella piazza di sogno l'avessero fatta loro. Ahimé il Pci a Siena ha saputo fare solo una quartiere satellite, San Miniato, che, nella sua triste bruttezza, ricorda le grigie periferie dei regimi dell'Est. E' il perfetto simbolo dell'epoca rossa.

Sono rarissimi (uno o al massimo due) i dirigenti comunisti che abbiano saputo sintonizzarsi con la spiritualità e la storia di Siena. Ma va anche detto che tutti sono stati mandati al potere per decenni dal voto degli attuali senesi.

Siamo un popolo attaccato alle sue antiche tradizioni, ma immemore delle sue origini cristiane. Questa è una città che, grazie al Monte, è vissuta per decenni al di sopra delle sue possibilità e il dorato benessere ha addormentato gli spiriti e annichilito le energie migliori.

Oggi un'eredità immensa (e immeritata) sembra sia stata dilapidata. E la città, bella addormentata, si sveglia in un deserto, senza più un tessuto economico, un'identità e un futuro.

Si ripresenteranno, per il governo del Comune di Siena (e tutto il resto), i soliti che da anni sono sulla scena politica, oltretutto senza alcuna idea del futuro?

Eppure a Sinistra c'è chi riconosce lealmente che "non siamo stati all'altezza". Possibile che non si sentano in dovere di cambiare tutto?

L'unica speranza per questa bella città è la discontinuità: che facciano tutti un passo indietro, emergano nuove energie, nuove idee e nuovi volti.

Questo cataclisma potrebbe portare una rinascita. Ma prima che la sua banca, Siena deve ritrovare un'anima.

 

Antonio Socci

Da "Libero", 27 gennaio 2013

La serie inglese dei telefilm su Padre Brown va per il secondo ciclo!

http://www.guardian.co.uk/media/2013/jan/25/bbc1-daytime-tv-revamp-ratings

Sembra che una buona parte del successo della fascia oraria giornaliera della BBC sia dovuto anche a Padre Brown... 

The network's adaptation of GK Chesterton's Father Brown, starring Mark Williams,

part of the successful new afternoon schedule launched earlier this month, 

has also been commissioned for a second series.


venerdì 25 gennaio 2013

Da Tempi - Il vescovo di Trieste accusato di essere razzista e omofobo. «Sono rimasto confinato in casa»

Segnaliamo questo articolo perché il clima è simile a quello segnalato a proposito della Croazia.


Intervista a monsignor Crepaldi, accusato da giornali del gruppo Espresso e assessori del comune di sinistra di essere omofobo per aver espresso le sue idee sul matrimonio gay
La notizia è di qualche giorno fa, ma vale comunque la pena di essere segnalata per la sua gravità. Sul settimanale di Trieste Vita Nova è apparsa un'intervista del direttore Stefano Fontana all'arcivescovo della città, monsignor Giampaolo Crepaldi. L'articolo è esplicitamente intitolato "Due assessori comunali alla manifestazione per dare del razzista al Vescovo". 



http://www.tempi.it/il-vescovo-di-trieste-accusato-di-essere-razzista-e-omofobo-dallarcigay-sono-rimasto-confinato-in-casa#.UQK1oKUQi64

Il ritorno di Padre Brown sulla BBC


Cari amici dell'Uomo Vivo,



chi vi scrive è un neochestertoniano modenese che, rallegrandosi per il vostro interessante blog, gradirebbe segnalarvi questa elegante nuova serie dedicata a Padre Brown dalla BBC:



I primi episodi stanno andando in onda in queste settimane, ed avendo avuto l'occasione di visionarne alcuni devo riconoscere che li ho trovati molto fedeli allo spirito originario dei racconti, a tratti fin troppo didascalici rispetto alle artistiche trasposizioni con Rascel ma molto suggestivi in virtù delle incantevoli atmosfere di una campagna inglese ben fotografata, di sceneggiature serrate ed efficaci e di un cast molto equilibrato e dalle indubbie capacità teatrali.


Augurandovi i meritati successi per le vostre future iniziative vi rinnovo la mia stima salutandovi cordialmente.

Francesco Pullè (Modena)

Un aforisma al giorno

«Libertà, Uguaglianza e Fraternità hanno assunto il significato di plutocrazia, Pubblicità e pornografia».

Gilbert Keith Chesterton, G.K. 's Weekly, 15 dicembre 1928

Uomini e tristezze - Embrioni al massacro in Inghilterra

STRAGE DI EMBRIONI NELL'INGHILTERRA SENZA REGOLE
In vent'anni più di 3 milioni e 300mila quelli creati e non impiantati nell'utero materno perché distrutti o congelati

Autore: Lorenzo Schoepflin - Fonte: Avvenire
LEGGI >>> http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2620 

La nuova battaglia: l'imposizione dell'ideologia di genere

NEL 2016 IN TUTTA EUROPA NELLE CARTE D'IDENTITA' IL TERMINE ''SESSO'' SARA' SOSTITUITO DALLA PIU' MODERNA DIZIONE ''IG'' (IDENTITA' DI GENERE)
Vengono così applicati i ''Principi di Yogyakarta'' stilati da 31 ''esperti'' che hanno deciso di abolire le leggi di natura perché antiquate e hanno stabilito il futuro dell'intera umanità

Autore: Dina Nerozzi - Fonte: Corrispondenza Romana
LEGGI >>> http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2623 


Croazia, gli ex comunisti la buttano sul sesso
di Josip Horvaticek
Stanno introducendo per legge a scuola l'ideologia di genere.

Da La Nuova Bussola Quotidiana - Croazia,gli ex comunisti la buttano sul sesso

Croazia, gli ex comunisti la buttano sul sesso
di Josip Horvaticek23-01-2013
La Chiesa croata sta affrontando il più massiccio e potente attacco
contro la fede cattolica del popolo croato dai tempi
dell'invasione dei turchi, un attacco perfino più grave
e pericoloso dei quasi cinquant'anni di dittatura comunista jugoslava.

Incapace di risolvere la gravissima crisi economica
che sta portando il Paese sull'orlo della bancarotta
e della povertà di massa, il nuovo governo di sinistra
guidato dall'ex (ma non troppo) comunista Milanovic
cerca di mantenere unita la propria
base elettorale puntando tutte le sue carte
su uno scontro diretto contro la Chiesa cattolica
e su una radicale rivoluzione di valori che trasformi la cattolica Croazia in un Paese
dalla legislazione tra le più liberal del mondo.

Negli ultimi mesi, infatti, viene sempre più limitata la presenza 
pubblica della Chiesa: in alcune classi della scuola superiore è
stata eliminata la lezione di religione, provvedimento che rappresenta
con tutta probabilità un esperimento che precede la sua abolizione
nelle scuole di ogni ordine e grado; viene ristretta la libertà di azione
pastorale della Chiesa tra i militari e la polizia; con il nuovo codice di procedura
penale si è cercato di abolire l'esenzione dall'obbligo di testimonianza
concessa ai sacerdoti a motivo del segreto confessionale, tentativo fallito 
per la decisa reazione dei vescovi.

Anche la vita e la famiglia sono oggetto di un durissimo attacco 
da parte del governo. Dopo avere infatti reso la Croazia un Paese
con una tra le più liberali legislazioni al mondo in materia di
fecondazione artificiale, e in attesa della già annunciata nuova 
Legge sulla famiglia che autorizzerà i matrimoni omosessuali 
e darà alle coppie gay la possibilità di adottare bambini, 
della liberalizzazione delle droghe leggere e della legalizzazione 
dell'eutanasia, il suo governo ha imposto l'introduzione nelle 
scuole quale materia obbligatoria - a partire dalla terza elementare 
fino al termine della scuola superiore - un programma di educazione 
sessuale ispirato alla teoria di genere (o gender), con la manifesta 
intenzione di aprire le porte alla pratica della sessualità da parte dei 
bambini fin dalla più tenera età.

Siamo di fronte a un pericolo gravissimo, come ha ricordato 
recentemente il Papa, più grave delle ideologie che hanno
insanguinato lo scorso secolo: l'imposizione di una visione
del mondo e un sistema di valori che sovvertono i tradizionali
valori cristiani e dell’uomo. Con l’ideologia gender si cerca di
sconvolgere le fondamenta naturali dell’essere umano creato
da Dio come uomo e donna, di pervertire l’animo umano fin
dalla più tenera infanzia rendendolo schiavo di una sessualità
disordinata, e potremmo dire anche perversa, al solo scopo
di giustificare e glorificare tendenze sessuali disordinate e contronatura.
L'ideologia di genere è un'ideologia totalitaria, al pari di fascismo,
nazismo e comunismo, e non può essere proposta, bensì imposta;
di conseguenza il governo Milanovic ha introdotto il programma
di educazione sessuale nel sistema scolastico croato con il sopruso,
la violenza morale e l'inganno.

Questo programma, realizzato dall’Agenzia per l’educazione 
e la formazione del Ministero dell’istruzione, è stato infatti introdotto
con la definizione ingannevole di Educazione alla salute, caratterizzata
da quattro capitoli, dei quali i primi tre, del tutto condivisibili,
riguardano l’educazione alla pulizia personale e a un mangiare sano, 
la prevenzione di comportamenti violenti e la prevenzione dalle dipendenze (droga, alcol e gioco d’azzardo).

Il quarto capitolo, intitolato Parità di diritti di genere tra i sessi e 
comportamento sessuale responsabile, si pone due scopi: attraverso
l'ideologia di genere 'convertire' il popolo croato all'accettazione
dell'omosessualità e di tutte le altre degenerazioni della galassia LGBT,
nonché introdurre una precoce sessualizzazione dei bambini,
partendo dai principi di sessuologia del malfamato Kinsey Institute.
Compito invero arduo, poiché i croati, sebbene si stiano sempre più
allontanando dalla vita sacramentale e religiosa cattolica, hanno
mantenuto una mentalità tradizionale sul tema della famiglia quale
comunione di padre, madre e figli, tanto che ai Gay Pride
partecipano sempre pochi intimi, mentre un massiccio
dispiego di forze di polizia deve 'proteggere' i manifestanti
omosessuali dall'ira popolare.

Questo programma è stato introdotto in violazione di una lunga 
serie di disposizioni di legge, fatto che evidenzia come la
coalizione governativa abbia voluto avviarlo subito e a tutti
i costi, con citazioni errate di leggi nel decreto di introduzione
del ministro Jovanovic, nella totale violazione della procedura di
introduzione di nuovi programmi scolastici, senza recensione del
programma da parte di agenzie indipendenti e senza formazione degli insegnanti.

Ai genitori viene negato il diritto di scelta se fare partecipare 
o meno i propri figli a tali lezioni, in questo modo violando l'art.
63 della Costituzione della Repubblica di Croazia che assicura
loro «il diritto e la libertà di decidere autonomamente sull'educazione
dei figli», nonché da altre leggi croate e da diverse convenzioni
internazionali. Manca un manuale, ma c'è una ricca bibliografia
«consigliata» - questa l'espressione ufficiale - in maggior parte
pubblicata dalle associazioni orbitanti attorno alla galassia
LGBT, e che a un'attenta lettura mostra chiaramente quali sono
 gli scopi di questo programma.

Così nel libro Spol i rod pod povecalom (Sesso e genere
 sotto la lente d’ingrandimento) di Amir Hodzic, Natasa Bijelic e
Sanja Cesar del 2003, leggiamo a pagina 81: «Il sesso è qualcosa
 che ci è stato imposto molto tempo prima che avessimo la
possibilità di esprimere la nostra opinione a tale proposito».
Ne consegue che «alcuni distinguono il sesso e il genere dicendo
ad esempio: “Il mio sesso è femminile, ma il mio genere è maschile”».
Perché quindi «non dire: io sono un maschio con la vagina? Perché
non smontare anche questo imperativo biologico che contrassegna
gli organi genitali come maschili e femminili?».
Mariela Castro Espín, psicologa cubana, figlia dell’attuale presidente
Raúl Castro, in Cosa succede nella pubertà afferma (pag. 82 della
versione croata): «E’ importante comprendere che l’omosessualità e
la bisessualità non sono malattie né comportamenti immorali,
bensì l’espressione di diversi aspetti della sessualità del genere
 umano … L’orientamento sessuale inizia a modellarsi durante
 la pubertà. In questo periodo i rapporti eterosessuali, omosessualità e bisessuali possono essere solamente una delle esperienze che si vivono durante la scoperta e lo sviluppi dei
propri orientamenti sessuali».
In With Pleasure: Thoughts on the Nature of Human Sexuality,
di Paul R. Abramson and Steven D. Pinkerton, a pagina 146
della versione in lingua croata, leggiamo: «Nonostante gli attacchi
e i divieti da parte dei genitori, il godimento sessuale rappresenta
un importante elemento dell’infanzia. Storicamente l’infanzia è
 stata considerata come un rifugio protetto dalle preoccupazioni
 e dalle responsabilità degli adulti … un periodo, quindi, nel
quale nel modo migliore ci si può dedicare ai godimenti,
sessuali e di altra natura. Tenendo conto che nel corso
dell’infanzia la riproduzione è impossibile, si può godere
dei piaceri sessuali in modo multidimensionale – orale,
anale, genitale, eccetera – senza possibilità di procreazione».  A pag. 215 gli autori affermano inoltre: «La pornografia ha uno scopo didattico, poiché accresce la
conoscenza della sessualità e l’utilizzo della pornografia
a scopi terapeutici può ridurre le inibizioni, offrire nuova
ispirazione sessuale, fornire un insegnamento tecnico e
accrescere la comunicazione tra i partner. Oltretutto,
la visione, la lettura o l’ascolto della pornografia,
accompagnato o meno dalla masturbazione,
rappresenta una forma di sesso sicuro».

Le metodologie di lavoro da attuare durante le
 lezioni di Educazione alla salute sono rappresentate
 da gruppi di lavoro che richiedono la partecipazione
attiva degli alunni, toccandosi gli uni gli altri, rappresentando
scenette, facendo esercizi pratici, disegnando o svolgendo
discussioni in classe. Vediamo nel dettaglio alcuni tra i temi
affrontati da questo capitolo del programma di ’Educazione
alla salute’ (si tenga presente che in Croazia gli alunni vanno
a scuola a sette anni e che il ciclo elementare dura otto anni, con il successivo passaggio alla scuola superiore che dura quattro anni).

In terza elementare – quindi a nove anni di età – gli alunni
apprendono quali sono i toccamenti ‘accettabili’ e quelli ‘inaccettabili’.
Gli insegnanti inviteranno i bambini a toccarsi gli uni gli altri in
determinate parti del corpo, ivi incluse quelle ‘indesiderabili’;
in seguito vi sarà una discussione nella quale gli alunni saranno
invitati ad analizzare se e per quale motivo essi si sono sentiti a disagio.
In quarta elementare viene introdotta l'ideologia di genere 
(gender) che da questo momento verrà trattata fino alla fine
della scuola superiore. Gli alunni vengono invitati a riconoscere
gli stereotipi sessuali e di genere, le discriminazioni e le
stigmatizzazioni delle minoranze sessuali. Le bambine dovranno
 imparare a mettere su di sé i tamponi davanti a tutta la classe.
In quinta elementare viene analizzata «la masturbazione quale
parte integrante della sessualità dell'uomo» nonché «le credenze,
un tempo dominanti, che ritenevano la masturbazione come
dannosa». Per i bambini di dodici anni che frequentano la
sesta elementare il programma prevede l'analisi della pornografia.
Gli alunni dovranno «discutere il modo in cui la pornografia mostra
la sessualità dell'uomo nonché i ruoli sessuali maschili e femminili».

Secondo uno dei fogli di lavoro diffusi dal Ministero, i ragazzi di
quattordici anni, che frequentano l'ottava e ultima classe del ciclo
 elementare, dovranno essere suddivisi in gruppi nei quali ‘reciteranno’
alcune situazioni di vita quotidiana. Una di queste situazioni,
sicuramente la più scabrosa, viene descritta dal Ministero nel
modo seguente: «E' venerdì sera, e Tanja sta partecipando a
una festa organizzata da alcuni coetanei che conosce solo di vista.
Le hanno offerto da bere, e ha consumato due vodke mescolate a
succhi di frutta. Comincia a ballare, sente il calore inondare il suo
corpo e la stanza comincia a girare attorno a lei. Si accorge
che Kristijan la sta guardando, un ragazzo di appena
qualche anno in più che è molto popolare nella sua
compagnia. E' un ragazzo che tutte le sue amiche vorrebbero
averlo come ragazzo. Kristijan le si avvicina, e Tanja fatica
a credere ai suoi occhi. Ballano abbracciati molto forte.
Kristijan le propone di andare al piano di sopra perché lì
fa caldo. Mentre sta andando via con lui, si accorge che
sopra è buio e non c'è nessuno. Prega Kristijan di tornare
là dove sono gli altri. Egli sorride e le dice: “Forse non mi
credi”. Kristijan comincia a toccarla su tutto il corpo e la
spinge sul divano. Tanja gli dice “no“, di smettere, cerca
di divincolarsi da lui. Comincia a piangere, ma egli continua,
 ignorando le sue suppliche. La obbliga al rapporto sessuale».
Ribadiamo il concetto: questa scena deve essere recitata da
 due o più alunni di quattordici anni.

A quindici anni l'atto sessuale viene presentato come un 
normale atto fisico senza alcuna connotazione morale e
senza alcun valore. Gli alunni impareranno, attraverso esercizi 
pratici, come indossare il preservativo, come utilizzare le pillole 
anticoncezionali (la questione della cosiddetta 'protezione' 
rappresenta il punto focale dell'intero programma della scuola 
superiore); dovranno discutere sulle diverse posizioni esistenti 
riguardo all'aborto, definito eufemisticamente ’interruzione della 
gravidanza’. Agli studenti di terza superiore (diciassette anni) 
verrà presentato l'atto omosessuale come del tutto naturale; 
le unioni omosessuali vengo definite con la parola di 'matrimonio' 
e messe sullo stesso piano della comunione matrimoniale fra uomo e donna.

In tutto il programma non vi è alcuna educazione ai valori,
all'amore, alla vita che si forma quale frutto del rapporto fisico
tra due persone che si amano, alla famiglia. In tutto il programma,
la parola amore viene menzionata una sola volta, e non si fa la
benché minima menzione dell'atto sessuale quale strumento di trasmissione della vita.

Dal momento in cui sono stati resi noti questi programmi 
del Ministero dell'Istruzione (verso la fine settembre del 2012),
le associazioni dei genitori che promuovono i valori umani e cristiani,
in particolare VIGILARE e GROZD, hanno avviato una campagna
di forte sensibilizzazione dei genitori di bambini in età scolare
sui contenuti di questi corsi di educazione sessuale.

Ben presto la gerarchia ecclesiastica ha assunto la guida di 
questa lotta, nella quale si è distinto in modo particolare
l’arcivescovo di Zagabria, Cardinal Josip Bozanic, e tra i
sacerdoti, il cappellano degli studenti universitari di Zagabria
don Damir Stojic, salesiano, conosciuto in tutto il Paese
poiché nelle sue catechesi egli tratta frequentemente il tema della
 “Teologia del corpo” di Giovanni Paolo II. La Conferenza Episcopale
croata ha avviato una serie di conferenze per i genitori in tutte le
diocesi e parrocchie, e il giorno di Natale ha fatto distribuire
volantini in tutte le chiese, nei quali venivano illustrati
con dovizia di particolari i contenuti di questo programma
di educazione sessuale, e fornite indicazioni ai genitori su
cosa fare per proteggere i loro figli, ivi inclusa l’extrema
ratio del ritiro dei figli da queste lezioni, sebbene tale
assenza venga sanzionata dai dirigenti scolastici come
‘assenza ingiustificata’.

Ben presto i vescovi sono stati fatti oggetto di una 
campagna denigratoria da parte degli organi di stampa
schierati con il governo di sinistra, nonché di insulti e
provocazioni provenienti direttamente dalle fila del
governo medesimo. La Chiesa è stata ammonita
dall’esecutivo a non ’immischiarsi' nei programmi
scolastici ed è stata accusata di mentire. Il Ministro
dei reduci della Guerra per la Patria, Predrag Matic,
è giunto perfino a paragonare il cardinale Bozanic al defunto
presidente serbo e criminale di guerra Slobodan Milosevic.
Oggetto di pesanti critiche è stato anche il vescovo ausiliare 
di Zagabria Valentin Pozaic, il quale in occasione di una tavola
rotonda sull'argomento tenuta due settimane fa ha tenuto un
coraggioso e chiaro discorso contro la politica governativa sull'educazione
 dei giovani. Prendendo a pretesto
l'appello di Mons. Pozaic a una nuova Oluja (il nome dell'operazione
che nel 1995 ha portato alla liberazione delle zone del Paese
occupate dai ribelli serbi), la stampa filo-governativa l'ha accusato
di volere istigare a una rivolta
armata per il rovesciamento delle istituzioni democratiche,
giungendo perfino ad associarlo a uno squilibrato che
in quegli stessi giorni aveva fatto esplodere alcuni ordigni
esplosivi a Zagabria.

I metodi totalitari dell'esecutivo nell'attuazione di 
questo programma sono confermati dal fatto che esso
minaccia di licenziamento gli insegnanti e i presidi degli
istituti scolastici qualora non attuino il programma nella sua
interezza, negando così loro il diritto all'obiezione di coscienza.
 Nella Croazia di oggi, un Paese che fra cinque mesi entrerà
 nell'Unione Europea, chi osa parlare contro il governo
rimane senza lavoro. I migliori esempi di questa politica
sono rappresentati dall'ondata di licenziamenti di presidi di
fine 2012 - chiaro avvertimento alla categoria che non ci
sarebbe stato spazio per alcun dissenso -, nonché dal
licenziamento di una giornalista dell'ente radiotelevisivo
 pubblico per avere mostrato un servizio sul maniaco
Alfred Kinsey, fondatore dell'omonimo istituto di sessuologia,
sui cui presupposti pseudoscientifici si fonda il
programma di educazione sessuale imposto al
sistema scolastico dal governo. Allo stesso modo,
un professore universitario di Zara è stato sospeso
dal servizio dopo avere parlato dell'ideologia gender
a un gruppo di giovani in una parrocchia.

martedì 22 gennaio 2013

Da Tempi: «Rehman si è battuta per Asia Bibi, la difenderemo. Ma il processo per blasfemia forse non ci sarà»

http://www.tempi.it/rehman-si-e-battuta-per-asia-bibi-la-difenderemo-ma-il-processo-per-blasfemia-forse-non-ci-sara#.UP7PrqUQi64

Intervista a Peter Jacob, direttore esecutivo Commissione giustizia e pace della Cei pakistana: «L'ambasciatrice negli Usa ha proposto di cambiare la legge sulla blasfemia ma non è blasfema. Per ora è partita l'indagine».



Leggi di Più: Pakistan, blasfemia: «Rehman forse non andrà a processo»

Chesterton su R. L. Stevenson


"Penso che i suoi viaggi e capi da doppiare e ritorni rivelino un'idea di fondo, forse persino una dottrina. Eppure, era una dottrina in cui lui stesso forse non credeva, o in ogni caso in cui non credeva di credere. In altre parole, penso che la sua importanza sarà più evidente in relazione a problemi più ampi, che tornano ora a fare capolino alla mente degli uomini; problemi che al nostro tempo sono ancora abbastanza sconosciuti alla maggior parte delle persone e che al tempo di Stevenson erano totalmente ignoti (...). Perché Stevenson aveva l'onestà splendida e squillante di testimoniare, con una voce simile a una tromba a favore di una verità che lui stesso non comprendeva" 

(da G. K. Chesterton, R. L. Stevenson, edizioni Rubbettino, Soveria Mannelli 2012, pagg. 23 - 24).