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domenica 31 luglio 2011

Città Nuova presenta La superstizione del divorzio

Città Nuova, il periodico focolarino, parla de La superstizione del divorzio:

"Apologetica– Gilbert Keith Chesterton, "La superstizione del divorzio", San Paolo, euro 14,00 – Arguto, sarcastico, penetrante: Chesterton non lascia da parte nemmeno una critica possibile ai sostenitori del divorzio. Perché l'amore coniugale è realtà. (p.p.)"

venerdì 29 luglio 2011

Al Meeting avrete il primo numero della Chesterton Review in versione italiana!




Nel collegamento qui sopra trovate il comunicato (il primo! quello lanciato da Civiltà Cattolica attraverso i media della Compagnia di Gesù) che annuncia la nascita e pubblicazione della Chesterton Review in versione italiana.

La Chesterton Review è la rivista più accreditata al mondo per quel che riguarda il Nostro Gilbert ed è prodotta dal G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture, l'istituto fondato da padre Ian Boyd collegato alla Seton Hall University del New Jersey, negli Stati Uniti.

Il Chesterton Institute for Faith and Culture, in collaborazione con la casa editrice Lindau e la Civiltà Cattolica, sono gli editori della edizione italiana. In redazione trovate padre Ian Boyd, Gloria Garafulich - Grabois, padre Antonio Spadaro, Andrea Monda, Dermot Quinn, il nostro presidente Marco Sermarini, il nostro vicepresidente Paolo Gulisano ed il nostro direttore Fabio Trevisan.

Il volume è introdotto da padre Ian Boyd per il Chesterton Institute, da padre Antonio Spadaro per la Civiltà Cattolica e riporta un breve scritto del nostro presidente Marco Sermarini. L'uscita coincide con la prima pubblicazione italiana della rivista internazionale.

Sarà presentato al Meeting di Rimini il 22 Agosto 2011.

Omosessualità, omofobia, omo... - Quando non si sa di cosa si sta parlando.

A proposito di omofobia, vi segnalo «Ero gay, ora ho una moglie Il professor Veronesi non sa di che sta parlando...», la bella intervista di Stefano Lorenzetto a Luca Tolve.

Segnalo un breve passaggio:

[...] Da quando Luca Di Tolve non è più gay, si ritrova tutti contro, specialmente dopo che ha avuto il coraggio di mettere nero su bianco la sua storia nelle 248 pagine del libro Ero gay, che è stato edito da Piemme col sottotitolo A Medjugorje ho ritrovato me stesso [...]. S’è trovato minacce di morte nella casella della posta, tanto che oggi è costretto a non rivelare a nessuno il luogo di residenza. Quando va a parlare in giro per l’Italia, deve farsi proteggere dalla Digos e dai carabinieri. A Brescia, nella Casa dei diaconi messagli a disposizione dalla curia vescovile, è stato assediato da circa 200 sostenitori dell’Arcigay, capeggiati dal presidente nazionale Aurelio Mancuso e da quello onorario Franco Grillini, ex deputato e leader storico del movimento gay. Portavano appeso al collo un certificato Asl di sana e robusta costituzione fisica e inalberavano cartelli con l’ammonizione «Non guarirete mai!» lanciata all’indirizzo di coloro che avevano accettato di partecipare alla sua conferenza. Alla fine è stato scortato da due poliziotti in un’altra sede, tenuta segreta per precauzione. Lo stesso è accaduto a Milano, nella parrocchia di San Giuseppe Calasanzio. «Per la visita del professor Nicolosi in Italia sono stati mobilitati 20 agenti. E poi i gay hanno il coraggio di sostenere che quelli discriminati sono loro! Mi considerano un reietto, un rifiuto umano. Hanno scritto che sono a libro paga del Vaticano e che prendo ordini da Rocco Buttiglione, escluso dalla Commissione europea per aver detto che come cattolico considera l’omosessualità un peccato, ma non un crimine. Evidentemente per loro è invece un delitto il matrimonio fra un ex omosessuale e una donna. Se un eterosessuale diventa gay viene salutato come un eroe, lo invitano in Tv, gli offrono un posto da opinionista nei giornali, mentre se un omosessuale compie il percorso inverso viene messo al bando».

L'intervista intera è qui: http://www.ilgiornale.it/interni/ero_gay_ora_ho_moglie_il_professor_veronesi_non_sa_che_sta_parlando/24-07-2011/articolostampa-id=536542-page=1-comments=1

Maria Grazia Gotti

Anche in Colombia leggono Chesterton!


di Maria Grazia Gotti
Porto una bella notizia: anche in Colombia leggono Chesterton!
Ho trovato questo bell’articolo che raccomando ai lettori di castigliano (anzi meglio: a tutti gli amanti di GKC che si destreggino un po’ col castigliano) scritto da Jesus Dulce Hernandez, su un quotidiano che si chiama “El Informador” e viene pubblicato a Santa Marta, Colombia.
L’ho trovato particolarmente piacevole, non solo per quel che dice di quello che sta leggendo, ma anche per la storia del suo primo incontro con Chesterton, con “la saggezza di Padre Brown” avvenuto in un Ostello a Firenze dove si praticava lo scambio di libri, e dove è iniziata una intensa relazione […]“Quel libro che scambiai nell’ostello fu l’inizio di una relazione, io la chiamerei sudditanza, fra l’opera di GKC e me. Non mi lasciò nemmeno un istante mentre rimasi a Firenze, o, per meglio dire, io non lo lasciai. Oggi mi rendo conto che la serie poliziesca non solo mi ha accompagnato in quel viaggio ma che ha deciso di fermarsi con me per sempre […]
Jesus Dulce Hernandez (JDH) sta leggendo “un libro del grande Gilbert K. Chesterton intitolato I libri, la pazzia e altri saggi” (potrebbe essere Lunacy and Letters?), che raccoglie articoli pubblicati sul  Daily News fra il  1901 e il 1911. Del libro JDH  dice che “[...] mostra la freschezza classica della letteratura di Chesterton. E dico classica perché non è scontato che al leggere questi saggi oggi, dopo più di 100 anni, sembra che ogni parola si adatti alla perfezione alla quotidianità dei nostri giorni [...]”.
Fra i saggi in esso contenuti JDH  parla in particolare di uno che si intitola “Lo specchio”, dedicato alla grandezza dell’uomo nella grandezza della natura, e di come il primo possa diventare lui stesso creatore della seconda attraverso l’arte.
Nel saggio per riferirsi all’uomo e alla creazione GKC utilizza il termine lillipuziano.
Traduco le parole di JDH  usa per commentare il saggio:
Lillipuziano è l’uomo in quanto  specchio di Dio, e lillipuziani sono i quadri che l'uomo dipinge, che sono lo specchio della creazione. Chesterton dice che il compito dell'artista è quello di rifare di nuovo il mondo. Quindi, anche se il pittore cerca di dipingere le cose come sono, le dipingerà invece come dovrebbe essere. Questa è la ragione più umana dell’arte.
Dalle riflessioni che fa Chesterton rimane sempre una sensazione di pienezza e, di più, di certezza. La sua prosa mi ha fatto sentire il più lillipuziano di tutti. Il suo esame sull’arte ha lasciato nella mia mente l’idea che il mondo così com'è, sarà sempre meno di quello che dovrebbe essere. Però, anche così, sono esistiti le sirene, i minotauri e gli unicorni.
La domanda è se siamo disposti a vivere felicemente a Lilliput, dove cerchiamo di essere dei, sapendo che siamo nani, o morire ingannandoci nella terra dei giganti, dove non solo cerchiamo di essere Dio, ma crediamo anche di esserlo.”

Da Il Foglio di oggi 29 Luglio 2011 - Gnocchi e Palmaro: Accorata invettiva contro il cattolicesimo rinunciatario e accomodante


Se si ci si guarda attorno nella Chiesa del terzo millennio, dire che il sale della terra sia ormai tutto tramutato in zucchero sarebbe ingeneroso. Ma sarebbe ancor più fuorviante nascondersi che la radicale diversità del cattolicesimo, per sua natura antagonista al mondo, sia stata dilapidata da una gioiosa macchina di pace votata a un dolciastro laicizzare, a un mellifluo omologare. L’asprezza del dogma non piace più, la spigolosità della verità spaventa proprio chi dovrebbe amare la fatica della via stretta. 
Ma non è colpa del mondo, che troppo spesso i cattolici rincorrono scriteriatamente, salvo poi imputargli la mondanizzazione del cattolicesimo. Nell’inedito tentativo di conquistare il consenso della modernità, invece che convertirla, il cattolicesimo di questi decenni ha annunciato l’avvento di un villaggio globale praticamente privo di dogmi: una sorta di “serenopoli” da spot pubblicitario su cui il Concilio Vaticano II ha appiccicato l’etichetta di “pastorale” e dove nulla più è urticante al punto da richiedere un “sì” o un “no”. Ma il mondo moderno aveva già una “serenopoli” siffatta e si è ben guardato dal comprare l’imitazione cattolica. Così, gli unici a invaghirsi della “serenopoli” cattolica a dogma variabile sono stati i cattolici stessi. Solo loro, abitanti della cittadella del rigore dogmatico, potevano percepire, tra il proprio universo e quello libero da vincoli proposto dal nuovo corso, una differenza tale da provarne un desiderio incontrollabile. 
Ma senza dogma non c’è rigore, senza rigore non c’è obbedienza, senza obbedienza non c’è unità e senza unità non c’è forza. Così oggi, quando va bene, la Chiesa balbetta là dove dovrebbe urlare in faccia al mondo che le logiche democratiche le lascia volentieri alle democrazie mondane.
Per farlo, però, non basta l’impeto fugace di reazioni anche meritorie. Bisogna andare alla radice del problema, a quella deriva luterana che ha conquistato vasti settori della Chiesa. Pur con tutte le dichiarazioni congiunte possibili, non si può essere cattolici e anche filo luterani, cattolici e anche anticattolici, romani e anche antiromani: lo chiede la ragione prima che la fede.
Però è innegabile che Lutero, il monaco agostiniano che non comprese Agostino, eserciti un fascino prepotente nella cittadella del dogma, minata a suo tempo da tomisti che non compresero Tommaso. Quel geniaccio tedesco è riuscito là dove schiere di eretici avevano fallito. Il motivo lo ha spiegato nel XIX secolo dom Prosper Guéranger, abate benedettino di Solesmes in uno scritto che si intitola L’eresia antiliturgica e la riforma protestante: “Lutero (…) non disse nulla che i suoi precursori non avessero detto prima di lui, ma pretese di liberare l’uomo, nello stesso tempo, dalla schiavitù del pensiero rispetto al potere docente, e dalla schiavitù del corpo rispetto al potere liturgico”.
Proclamando la liberazione della ragione e del corpo, Lutero ha conquistato l’individuo illudendolo di poter essere maestro, sovrano e sacerdote a se stesso. Ma, di fatto, lo ha condannato alla dissoluzione. Che il cattolicesimo oggi sia su questa china lo si scopre osservando che i risultati della riforma luterana, lucidamente enunciati nella sua opera da Guéranger nell’Ottocento, sono gli stessi che flagellano la Chiesa cattolica dagli Anni Sessanta del Novecento: “Odio della Tradizione nelle formule del culto”, “Sostituzione delle formule ecclesiastiche con letture della Sacra Scrittura”, “Introduzione di formule erronee”, “Eliminazione delle cerimonie e delle formule che esprimono i misteri”, “Uso del volgare nel servizio divino”, “Odio verso Roma e le sue leggi”, “Distruzione del sacerdozio, “Il principe capo della religione”.
Un elenco terribile e attuale su cui urge riflettere. 

Trovata la tomba dell'Apostolo San Filippo - da L'Osservatore Romano

"Abbiamo trovato la tomba di san Filippo"

È stata probabilmente ritrovata la tomba dell'apostolo passato alla storia per il celebre rimprovero rivoltogli da Gesù: "Filippo, da tanto tempo sono con voi e non mi hai conosciuto?" (Giovanni, 14, 9). Il ritrovamento è avvenuto in Anatolia occidentale, precisamente a Pamukkale, l'antica Hierapolis, città in cui Filippo, dopo aver predicato in Grecia e Asia Minore, morì. La scoperta si deve alla missione archeologica italiana avviata già nel 1957, e composta oggi da un'équipe internazionale diretta dal 2000 da Francesco D'Andria, docente all'università del Salento. 
La ricerca della tomba di san Filippo va dunque avanti da molto tempo. Un risultato importante si ebbe già nel 2008, quando l'équipe riportò alla luce la strada processionale percorsa dai pellegrini per raggiungere il sepolcro dell'apostolo. E finalmente quest'anno - ci racconta telefonicamente dalla Turchia il direttore della missione - "accanto al Martyrion (edificio di culto ottagonale costruito sul luogo dove forse Filippo fu martirizzato), abbiamo individuato una basilica del V secolo a tre navate. Questa chiesa fu costruita intorno a una tomba romana del I secolo che, evidentemente, era tenuta in enorme considerazione se si decise più tardi di edificarvi attorno una basilica. Si tratta di una tomba non a fossa, ma a sacello, con tanto di frontone e camera funeraria". 
Ebbene, collegando tra loro questi e molti altri elementi, "siamo giunti alla certezza - conclude D'Andria - di aver individuato la tomba dell'apostolo Filippo, che era al centro di tutto il sistema di pellegrinaggio a lui legato". 
Nel IV secolo, Eusebio di Cesarea scrisse che due stelle brillavano in Asia: Giovanni, sepolto a Efeso, e Filippo "che riposa a Hierapolis". In effetti non vi sono dubbi che l'apostolo di Betsaida di Galilea, poi al centro di alcuni testi apocrifi di tendenza gnostica, terminò i suoi giorni a Gerapoli. E la città a lungo si gloriò di lui e delle sue quattro figlie, dotate - stando al racconto di Eusebio (Storia ecclesiastica, III, 39, 9) - di carisma profetico. Controversa, invece, è la questione legata alla morte dell'apostolo. Secondo la tradizione più antica infatti egli non morì martire - così sostiene Eracleone, negli Stromatèis di Clemente Alessandrino (IV, 71, 3) - mentre gli apocrifi raccontano che subì il martirio per mano romana. 

(giulia galeotti)

(©L'Osservatore Romano 29 luglio 2011)

Stavolta non ce l'ha fatta nessuno... Il premio di Grande Detective Chestertoniano rimane in palio!

Allora, cari amici, bisogna dare atto a "Stefano" (non meglio identificabile, purtroppo), a Biolove, a JCarlini, ad Alberto Anghileri e a Maria Grazia Gotti di aver accettato la sfida e di aver dato un'indicazione possibile, ma purtroppo non esatta.

Quoodle, è vero, si merita addirittura una poesia (The song of Quoodle) e per la precisione essa fa parte de "L'Osteria Volante", da cui fu estratta assieme alle altre ballate e canzoni e poesie per finire in  un volume dal titolo "Wine, water and songs" (in pratica il volume raccoglie tutte le ballate dell'Osteria Volante, numerose e spettacolari e che andrebbero realmente cantate).

Chi era Quoodle? E' il cane di Lord Ivywood che, vista la simpatia dei nemici del suo padrone cioè Patrick Dalroy e Umphrey Pump, li segue e diventa il loro cane.

Ma il nome del primo e vero cane dei Chesterton è un altro...!


La partita resta aperta!

______

Dieci anni dopo aggiungiamo: era vero che uno dei cani di Chesterton era Quoodle, ma il primo fu Winkle. Resta che Quoodle era anche il nome del cane di Lord Ivywood e che diventerà il cane di Dalroy e Pump.

giovedì 28 luglio 2011

Nuova tenzone per il titolo di Grande Detective Chestertoniano!

Stavolta è tosta...

Diteci il nome del cane di Gilbert Keith Chesterton!

Altra tenzone, altro titolo di Grande Detective Chestertoniano in palio (pochissimi in Italia se ne possono fregiare e siamo l'autorità preposta ad assegnare questo titolo insindacabilmente).

Risposte nei commenti qui sotto (no Facebook, no Twitter, no casella di posta elettronica). Chi primo arriva, vince.

Luca Negri recensisce I paradossi del signor Pond

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-07-28/chesterton-negri-libri-190318.shtml?uuid=Aa3nn3rD

Qui sopra Luca Negri (che si sta guadagnando sul campo la patente di giornalista chestertoniano) recensisce I paradossi del signor Pond su Il Sole 24 Ore.

L'articolo si chiude così:

"Parrebbe forse ad una lettura superficiale che manchi in questi racconti il grande tema toccato da Chesterton nelle sue opere principali, ovvero l'apologia del cristianesimo e della Chiesa cattolica "dove tutte le verità si danno appuntamento". Eppure se consideriamo l'essenza fondamentalmente paradossale della religione in cui Dio si fa uomo e l'unità è al contempo trinità, il signor Pond non ci appare meno devoto di Padre Brown".

Un aforisma al giorno

"Il vero problema è: può il leone giacere con l’agnello e mantenere ancora la sua regale ferocia? Questo è il problema che la Chiesa ha risolto, questo è il miracolo che ha compiuto".


Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

Un aforisma al giorno

"L’amore non è cieco, anzi, è tutto tranne che questo. L’amore è un vincolo, e quanto più è stretto, tanto mento è cieco".


Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

mercoledì 27 luglio 2011

Un aforisma al giorno (acuto ed assolutamente umoristico se ci si figura la situazione...)

"Noi possiamo gettarci su un’amaca in un accesso di divina indolenza. Ma siamo felici che l’artigiano non abbia intrecciato l’amaca in un accesso di divina indolenza. Noi possiamo saltare per gioco sul cavallino a dondolo di un bimbo. Ma siamo felici che il falegname non ne abbia, per gioco, lasciate le zampe senza colla".


Gilbert Keith Chesterton, Eretici

L'Osservatore Romano si occupa di McLuhan ergo di Chesterton

http://www.news.va/it/news/mcluhan-supercitato-ma-poco-conosciuto


«Quando il massmediologo Derrick de Kerckhove parla del suo maestro - l'acuto analista che capì e analizzò l'influenza della tecnologia sulla vita quotidiana quando ancora internet non esisteva - ci tiene a ricordare un elemento spesso rimosso da chi ama citare, ma non leggere, i saggi del professore canadese, la sua "fortissima componente cattolica". La conversione arrivò dopo una cena con Chesterton, a Cambridge, nel 1936; dall'autore di Ortodossia McLuhan mutuò il tono della sua fede e, quel che più conta, della sua persona pubblica. "Era il tipo antropologico - scrive Guido Vitiello su "Il Foglio" dello scorso 5 giugno - del cattolico ridens del tomista allegro, tutto umorismo, sprezzatura cavalleresca e meraviglia per le cose di questo mondo"».

Un aforisma al giorno

"Sono gli dei che non si stancano dell’iterazione delle cose; per lo­ro, il calar della sera è sempre nuovo, e l’ultima rosa è rossa come la prima".


Gilbert Keith Chesterton, Eretici

L'intervista di "Vita Nuova" al nostro presidente sulla Scuola Libera "G. K. Chesterton"


Il nostro presidente, come forse qualcuno saprà, è tra i fondatori di una Scuola Libera (leggete bene di cosa si tratta) intitolata al Nostro.

Ha recentemente rilasciato sull'argomento un'intervista a Fabio Trevisan, qui nella veste di collaboratore del settimanale della Diocesi di Trieste "Vita Nuova".

La potete leggere nel ritaglio qui sopra (basta cliccarlo).

Un interessante articolo di Giuliano Ferrara sulla presente situazione della Chiesa Cattolica

Chiesa e mondo, la grande guerra - da Il Foglio del 26 Luglio 2011

Notizie di ogni giorno ci dicono della grande guerra tra chiesa e mondo. C'è sempre stata, oggi ha una radicalità speciale e un significato speciale. La durezza del confronto dipende dal fronte interno, l'ala del clero e del pensiero cattolico che imbraccia come un bazooka le sue suggestive e potenti ansie riformatrici: le regole mondane, nella loro forma ideologica più elementare, come arieti dell'ideologia di massa e del pensiero unico più forti e pervasivi che siano mai comparsi sulla scena storica, pretendono di farsi valere nella chiesa cattolica senza il dramma luterano del dubbio, senza il dramma claustrale del monaco riformatore agostiniano, senza dramma teologico del tutto, niente san Paolo e niente sant'Agostino. La penetrazione invasiva nella tradizione dilaga come pura omologazione della costituzione apostolica della chiesa latina al dettato della modernità. Il carattere tremendamente significativo della battaglia deriva da questo: il moderno vuole scardinare l'ultimo bastione clericale della religione tradizionale perché si comprende ormai come una religione rituale e secolare, integra in modo suadente e irrecusabile ciò che la lotta tra liberalismo e totalitarismi aveva violentemente separato nel Novecento, incarna sempre nuove utopie egualitarie, psicologie educative prive del senso dell'obbedienza e della gerarchia, filosofie di genere e mitologie salutiste in nome delle quali si compie nell'ultimo mezzo secolo la più grande strage della storia dell'umanità, l'annientamento seriale dei non nati e la selezione eugenetica della razza umana su scala industriale con il mezzo multiforme dell'ingegneria biologica e di altre tecniche del transumanesimo.

Il governo irlandese trasforma i casi di pedofilia del clero in un processo alla chiesa e al sacramento della penitenza mediante confessione, esige di fare chiarezza nell'anima, fa decadere la complessità irrimediabile del peccato a ipotesi di reato. I preti austriaci a centinaia, nelle diocesi governate da un vescovo e cardinale illuminato, intelligente e colto come Christoph Schoenborn, si appellano alla rivolta e guidano la rivolta dei fedeli contro il celibato sacerdotale, a favore dell'ordinazione delle donne, per una tolleranza zero in materia sessuale liquidatoria dell'autonomia pastorale del clero, repressione di stato contro espiazione e correzione pastorale. Anche molti preti americani, australiani, africani non sopportano più il giogo di ciò che è tramandato. Il loro nuovo eroe, il prete mariano Roy Bourgeois, dice che non può recedere dalla sua decisione di accettare e incentivare l'ordinazione delle donne, il matrimonio dei preti, la benedizione eucaristica delle coppie divorziate e risposate, perché quella è la sua idea e il dettato della coscienza gli impone di non mentire. Obbedire è un verbo che non si coniuga più o si considera con estrema fatica, anche nelle caserme e nelle scuole, per non dire nella politica e nelle faccende di stato, dunque anche un prete non ha più da obbedire a nulla che non sia la sua opinione di coscienza, che in Lutero fondava nuove chiese e una nuova alleanza antiromana con i principi tedeschi, oggi fonda la perfetta pretesa di sottomissione dei canoni ecclesiastici alle ideologie del mainstream sociale e alla legge dello stato.

Lo scardinamento della chiesa parte, come progetto, dalla sua debolezza profetica, dalle difficoltà effettive della fede cristiana come dimensione privata e pubblica, dai suoi errori storici e dalle sue astruserie talvolta vagamente e banalmente eticizzanti, ma anche da bisogni reali: i preti scarseggiano, bisogna provvedere, c'è un marketing da affermare nel mercato del lavoro del sacro. Ma il bisogno profondo di settori militanti e simbolicamente forti della chiesa è di abolire ogni dissimiglianza con il mondo, di aderire senza troppe riserve allo schema della democrazia eguale e dei diritti, di sradicare la costituzione dogmatica in cui è cresciuta per secoli la tradizione con i suoi dogmi, con i suoi libri.

Non sono problemi interni del Vaticano, delle conferenze episcopali. Sono i segni di una grande guerra culturale che è destinata ad avere riflessi giganteschi anche sul mondo secolare, laico, su tutti noi, sul nostro modo di concepire l'esistenza, prima di tutto nell'ambito della civiltà occidentale ebraica e greco-latina, e di raccordare passato e futuro nel problematico tempo presente. E' difficile decidere che cosa si debba pensare di tutto questo, le remore e le varianti possibili sono tante, ma l'ipotesi non più così remota della caduta in disgrazia e della soppressione identitaria della chiesa che sopravvisse alla Riforma nel Cinquecento non è materia di ricerca per gli storici di domani. E' ansia per noi laici di adesso.


martedì 26 luglio 2011

Alcuni articoli di stampa sulla questione del Rapporto Cloyne (tratti dal Blog degli amici di papa Ratzinger)

Noi siamo comunque e sempre con il Papa, tanto per capirci...



Alcuni commentatori avanzano l'ipotesi che in Irlanda sia in atto il tentativo di creare una chiesa cattolica nazionale separata da Roma. Si inizia anche a parlare del possibile ghost-writer del discorso di Kenny


Abusi in Irlanda, la Santa Sede richiama il nunzio (Cardinale)


L'Irlanda e la Chiesa di Roma (Pellicciari)


La Santa Sede ha richiamato a Roma il Nunzio Apostolico (Gasparroni)


Una nave in rotta verso gli scogli (Rodari)


Vaticano-Irlanda, guerra (poco) diplomatica (Speciale)


Dalla lettura integrale del Rapporto Cloyne emerge che l'unico elemento portato contro il Vaticano è la lettera del 1997 col parere giuridico informale della Congregazione per il clero. Tutti gli altri elementi di fatto depongono contro i presuli di Cloyne e a favore di Roma


Cina-Vaticano, per il governo le scomuniche sono da ritirare (Vatican Insider)


Critica serrata del teologo Alberto Cozzi al Gesù improbabile di Flores d'Arcais (Tempi)


L'inutile bagarre di Flores d'Arcais sul Gesù storico (Marco Rizzi)


La Santa Sede richiama per consultazioni il nunzio in Irlanda (R.V.)


David Quinn: la prossima mossa del Vaticano è di grandissima importanza


Pechino pontifica contro "le minacce" del Vaticano (Bernardo Cervellera)


L'astro della Spagna. La solennità dell'apostolo Giacomo patrono del Paese (Luis F. Ladaria Ferrer)


Il testo integrale del Rapporto Cloyne (Cloyne Report)


Nunzio Apostolico in Irlanda richiamato a Roma per consultazioni nel vero senso del termine (Izzo)


Il Papa presenterà in Benin la "road map" della Chiesa in Africa. Visiterà il Paese dal 18 al 20 novembre (Zenit)


Per l'Italia politica ci vorrebbe un re Salomone (Magister)


La Santa Sede richiama nunzio di Dublino per consultazioni dopo reazioni governo a dossier diocesi Cloyne (Ansa)


Annunciato oggi il richiamo "per consultazioni" del nunzio apostolico in Irlanda. La Radio Vaticana anticipa per un errore la notizia sotto embargo (Izzo)


Il Nunzio Apostolico in Irlanda, mons. Giuseppe Leanza, è stato richiamato per "consultazioni" dalla Segreteria di Stato vaticana (Sir)


Padre Benedettini (Sala Stampa): Il richiamo del nunzio in Irlanda, essendo misura cui raramente la Santa Sede fa ricorso, denota la serietà della situazione. Sorpresa e rammarico per alcune reazioni eccessive


DICHIARAZIONE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: RICHIAMO DEL NUNZIO APOSTOLICO IN IRLANDA PER CONSULTAZIONI


Repubblica non tiene conto della precisazione del governo irlandese sulla frase " non più di tre anni fa, non trent'anni fa"


Il caos mediatico di questi giorni (Irlanda, caso Orlandi e San Raffaele) nel commento di Salvatore Izzo


La Segreteria di Stato richiama per consultazioni il nunzio in Irlanda (R.V.)


Gaffe del governo irlandese e dei media internazionali sulla frase del premier: "Il Rapporto Cloyne ha evidenziato il tentativo della Santa Sede di bloccare un'inchiesta in uno Stato sovrano e democratico non più di tre anni fa, non trent'anni fa"


Chi ha scritto il discorso del premier irlandese gli ha fatto un pessimo servizio. Profondamente ingiusto prendersela con Papa Benedetto XVI (Vincent Twomey)


David Quinn: Il Vaticano di oggi non merita l'attacco del governo irlandese. (Monumentale!)

Ancora su I paradossi del signor Pond riediti da Lindau

Guardate che il signor Pond non è mica uno qualunque... E' un personaggio interessantissimo.


lunedì 25 luglio 2011

Chesterton è attuale - Leggiamo i fatti alla luce della ragione

http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-come--difficilestare-davanti-alla-realt-2560.htm

Un articolo di Riccardo Cascioli da La Bussola Quotidiana, vi si cita Chesterton...

Nasce un Gruppo Chestertoniano a Roma...





Riceviamo dall'amico Tommaso Patrizi questa notizia che estendiamo a tutti, soprattutto quelli della zona di Roma, perché se interessati si possano unire all'iniziativa e se son rose fioriranno:

"Si è incontrato a Roma per la prima volta Giovedì 14 Luglio 2011 il Gruppo Chestertoniano Ethandune.

Dodici persone praticamente sconosciute tra di loro: filosofi, ricercatori, neo mamme, maestre... si sono ritrovate attorno al libro "Cosa c'è di sbagliato nel mondo" per iniziare un cammino sulle orme di G. K. Chesterton che possa portare nell'immediato alla definizione di una serie di principi irrinunciabili di buon senso e legati al bene comune ed in futuro a qualsiasi cosa Dio abbia immaginato per loro nella sfera sociale/politica.


Il prossimo incontro si terrà il 15 Settembre, per informazioni contattare Tommaso Patrizi (tommasop@gmail.com)".

domenica 24 luglio 2011

Un aforisma al giorno

"Esistono alcune cose di cui il mondo odierno è inconsciamente annoiato a morte. Non sempre le riconosce perché in genere sfoggiano etichette grandi anche se scolorite, che le descrivono come il nuovo movimento o l'ultimissima scoperta".

Gilbert Keith Chesterton, La mia fede

Un aforisma al giorno

"La verità è che il mondo moderno ha subito un disfacimento mentale molto più rilevante di quello morale".

Gilbert Keith Chesterton, La mia fede

venerdì 22 luglio 2011

Un aforisma al giorno

"Non è nelle fredde sale intellettuali dove sembra che le persone celebri assumano importanza che si devono cercare i grandi, il salotto intellettuale è semplicemente la palestra di un’unica facoltà, è nelle nostre case, nel vicinato, nelle vecchie bambinaie, nei vecchi signori un pochino maniaci, nelle vecchie zitelle chiacchierone, nei grossi impareggiabili maggiordomi che sentiamo la presenza di quel sangue degli dei".

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Comune

William Oddie torna sulla questione dell'(inesistente) antisemitismo di Chesterton

Nel collegamento in calce trovate un coraggioso articolo di William Oddie, presidente della Società Chestertoniana Inglese e editorialista nonché ex direttore del Catholic Herald, su Chesterton e le accuse di antisemitismo.

Il titolo suona così: «'Il mondo deve Dio agli ebrei,' scriveva Chesterton, semmai era filo-ebraico, piuttosto che - come sostiene la calunnia - antisemita».


Definiamo l'articolo coraggioso perché oggi, quando qualcuno acquisisce gratuitamente (come nel caso di Chesterton) la fama di essere antisemita, è davvero coraggioso tentare di opporvisi, tanta è la virulenza e la apoditticità di chi invece vi insiste.

Noi per conto nostro abbiamo sempre detto che tra i migliori amici di Chesterton c'erano numerosi ebrei con cui ebbe sempre, per ammissione degli ebrei stessi, ottimi rapporti.

Per cui coraggiosamente affermiamo che l'accusa è del tutto infondata ed inesistente.

Oddie ha già detto sull'argomento nel suo volume collettaneo The Holiness of G. K. Chesterton.

Vi proponiamo anche questo articolo.

http://www.catholicherald.co.uk/commentandblogs/2011/07/08/%E2%80%98the-world-owes-god-to-the-jews%E2%80%99-wrote-chesterton-if-anything-he-was-pro-jewish-rather-than-%E2%80%93-as-the-calumny-alleges-%E2%80%93-anti-semitic/

Un contributo per fare chiarezza su ellaOne


Abbiamo ospitato nelle scorse settimane alcuni articoli sull'argomento, oggi ospitiamo il contributo del prof. Bruno Mozzanega sulla questione ellaOne.
Aprire gli occhi e non rimanere inerti, ecco quello che cerchiamo di fare.


Considerazioni su ellaOne® (Ulipristal Acetato) 
Bruno Mozzanega
Ricercatore Universitario presso la Clinica Ginecologica di Padova
Fra pochi giorni l’AIFA si esprimerà in relazione alla immissione in commercio di ellaOne® quale “contraccettivo di emergenza”. Ai fini di questa decisione ritengo che sia necessario valutare con la maggiore precisione possibile quale sia il suo effettivo meccanismo d’azione che appare essere, almeno prevalentemente, post-concezionale, e domandarsi se esso sia compatibile o meno con un quadro legislativo posto a tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento, e ancora domandarsi se esso sia utile in un quadro ambientale in cui il prevenire è divenuto prioritario in tutti i temi che riguardano la salute e sembra essere invece, in questo caso, sistematicamente omesso se non del tutto ignorato.

  1. Il quadro legislativo.
la Legge che delinea il significato della procreazione responsabile, della quale la contraccezione non può che porsi come semplice strumento, è la Legge n. 405 del 1975 che istituisce i Consultori Familiari: nel suo art.1 essa pone come obiettivo della procreazione responsabile la tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento”, e il concepito è indiscutibilmente l’individuo che origina dall’incontro dell’uovo e dello spermatozoo. 
La Legge n. 40 del 2004 che disciplina la procreazione medicalmente assistita, assicura esplicitamente i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito che viene posto sullo stesso piano degli altri soggetti e al centro della normativa. Questa tutela è stata ribadita nei vari interventi della Corte Costituzionale.
Del resto la Legge n. 194 del 1978 sulla tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza pone come principio fondamentale, nell’art.1, la tutela della vita umana dal suo inizio. La Legge n. 194 del 1978 riconosce alla madre che si trovi in grave conflitto la possibilità di scegliere fra la propria vita o la propria salute e la vita del figlio, come una sorta di bilanciamento fra due valori ugualmente importanti, lasciando la decisione ultima alla donna. Ma questa facoltà (ed è l’unica eccezione nel contesto sopra descritto) viene consentita a condizioni precise:
  • a gravidanza diagnosticata ed in evoluzione (e la diagnosi è successiva all’impianto);
  • attraverso una procedura finalizzata ad evitare l’aborto, che aiuti la donna a superarne le cause.
E’ l’unica ipotesi ammessa, e la legge prevede tutta una serie di compiti affidati ad enti, istituzioni e alla società stessa affinché l’aborto possa limitarsi a dolorose eccezioni e si sviluppi una cultura di rispetto della vita sin dal suo inizio.
E dunque neppure la L.194/78 consente di eliminare il concepito prima che si annidi. Anzi, la L.194/78 affida ai consultori, ad enti e regioni il compito di informare, promuovere e sostenere la procreazione responsabile.
Va da sé che le nostre Leggi e i nostri princìpi escludono esplicitamente che i metodi post-concezionali possano essere strumenti della procreazione responsabile.
  1. Il meccanismo d’azione di Ulipristal Acetato
Si sostiene che Ulipristal somministrato nel periodo fertile del ciclo, e quindi nei quattro - cinque giorni che precedono l’ovulazione, abbia la capacità di posticipare l’ovulazione stessa e quindi impedisca l’incontro di uovo e spermatozoo. 
Va premesso che il concepimento può avvenire soltanto se il coito si è verificato nei quattro - cinque giorni fertili pre-ovulatori, durante i quali il muco cervicale consente agli spermatozoi di entrare nei genitali femminili, e che il concepimento di norma avviene entro 24 ore dalla liberazione dell’uovo.
Nei giorni fertili si verificano, a livello della ghiandola ipofisi, i fenomeni che preparano e determinano l’ovulazione: nell’ordine, un progressivo aumento nel rilascio dell’ormone LH che culmina, dopo 48 ore, nel picco stesso dell’LH che a sua volta, nel giro di ulteriori 24-48 ore, esita nella liberazione dell’ uovo (1).
Se visualizziamo questi eventi su di un grafico che rappresenti i quattro – cinque giorni fertili del ciclo mestruale, ci rendiamo conto del fatto che il periodo che precede il rialzo dell’LH si identifica con l’inizio del periodo fertile; quello durante il quale l’LH aumenta (48 ore) coincide verosimilmente con il secondo e terzo giorno fertile del ciclo, mentre i giorni successivi (24-48 ore dopo il picco dell’LH) sono verosimilmente gli utimi giorni fertili, quelli immediatamente pre-ovulatori.
Ciò premesso, vi è un unico studio che valuta l’efficacia di Ulipristal (un’unica dose di 30 mg per os) sulla ovulazione, quando viene somministrato nel periodo fertile del ciclo (2). Il numero di donne studiate è esiguo: 34; esse vengono suddivise in tre gruppi a seconda che ricevano il farmaco prima che l’LH inizi ad aumentare, oppure durante la fase di incremento dell’LH, o ancora dopo il picco dell’LH.
L’ovulazione risulta ritardata soltanto nelle otto donne trattate all’inizio del periodo fertile. Se l’LH ha già iniziato a crescere l’ovulazione è ritardata in 11 donne su 14. Nelle pazienti in cui il picco dell’LH è già avvenuto l’ovulazione è ritardata in un solo caso su 12.
Va da sé che è per lo meno inesatto affermare che ellaOne® assunta nel periodo fertile del ciclo, e cioè prima della ovulazione, agisca con meccanismo anti-ovulatorio. Anche dando per scontato che un gruppo di otto donne sia un numero adeguato e sufficiente alla statistica e consenta deduzioni universalmente valide, solo il trattamento all’inizio del periodo fertile sembra realmente ritardare l’ovulazione. In questo caso, però, un rapporto risalente da 1 a 5 giorni prima sarebbe avvenuto in un periodo del ciclo verosimilmente non ancora fertile e quindi il farmaco verrebbe assunto inutilmente.
Quando invece Ulipristal viene assunto nei successivi giorni fertili, i tre o quattro giorni che precedono l’ovulazione, la maggioranza delle donne ovulano regolarmente ed evidentemente possono concepire; l’endometrio, invece, risulterà gravemente  compromesso e sarà del tutto inadeguato all’impianto.
Infatti l’assunzione di una sola dose del farmaco altera profondamente la recettività del tessuto, sia che essa avvenga a metà della fase follicolare (3) (prima ancora che inizi il rialzo dell’LH), sia che essa avvenga esattamente a metà ciclo nel giorno stesso dell’ovulazione o in quello immediatamente successivo (4), sia che essa avvenga infine a metà della fase luteale (5) (proprio nei giorni in cui l’embrione dovrebbe impiantarsi). 
L’effetto inibitorio sulla maturazione dell’endometrio è diretto: è legato alla inibizione dei recettori tissutali per il Progesterone (esattamente lo stesso meccanismo con cui agisce la RU486) e si verifica anche con i dosaggi più bassi di Ulipristal (1 mg e 10 mg di). L’effetto inibitorio sull’endometrio, infine, non risulta correlato a variazioni nei livelli degli ormoni del ciclo mestruale, che si osservano soltanto con dosaggi di farmaco più elevati.
In conclusione, le donne che assumono il farmaco dopo un rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo mestruale prevalentemente ovulano e possono concepire. L’endometrio, però è irrimediabilmente compromesso, indipendentemente dal momento in cui il farmaco venga assunto.
D’altra parte, la grande e reclamizzata novità di ellaOne®, presentata come “la pillola dei cinque giorni dopo”, è proprio quella di essere totalmente efficace anche se presa cinque giorni dopo il rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo. 
Se immaginiamo un rapporto sessuale avvenuto il giorno prima dell’ovulazione, con il concepimento entro le successive 24 ore (e quindi 48 ore dopo quel rapporto sessuale), come potrà invocarsi un’azione anti-ovulatoria e anti-concezionale per un farmaco assunto fino a cinque giorni da quel rapporto e quindi tre giorni dopo il concepimento? Si avrà esclusivamente un’azione anti-annidamento.
Ma questo effetto non è compatibile, come sopra si è detto, con i principi fondamentali su cui si fondano le nostre Leggi e la nostra stessa Costituzione.
  1. Il contesto ambientale
I dati che emergono dalle relazioni ISTAT del 2005*, del 2008** e del 2010*** (6) segnalano un tasso di IVG in costante riduzione, ma un costante incremento nella abortività spontanea.
In particolare, rispetto al 1988 (ma anche al 1993), anno in cui gli aborti spontanei erano 55.000, essi sono aumentati di 11.000* unità all’anno nel 2001 (+20%), di 17.000** all’anno nel 2005 (+30%) e di 22.000*** unità all’anno nel 2007 (+37%). Nel 2010 è segnalato un incremento estremamente elevato nell’abortività spontanea delle donne oltre i 35 anni di età e soprattutto delle 40-44enni (gli aborti spontanei sono oltre 33.000 nella decade 35-44 anni). E’ però a carico delle giovanissime che si registrano gli incrementi massimi: +67% nel 2005 e +80% nel 2010. Va ricordato, a questo proposito, come le teen-agers siano le maggiori consumatrici di Norlevo®, la “pillola del giorno dopo” a base di Levonorgestrel: il 55% delle 360.000 confezioni annue, e come esse tendano ad agire non in un’ottica di prevenzione, ma al contrario in un’ottica di emergenza. 
E’ drammatico l’incremento dai 66.000 casi del 2001 ai 77.000 del 2007, in un periodo di soli sei anni e in assenza di qualunque modifica significativa sia nella popolazione sia nelle sue abitudini. E’ un incremento non giustificato che deve far riflettere.
Non mi dilungo sulla disponibilità del Cytotec® (misoprostolo) nelle Farmacie e sul suo possibile utilizzo nella clandestinità. Allego un mio contributo del 2008 (7). Esiste certamente una rete di operatori sanitari italiani in grado di assistere le donne nella clandestinità e Silvio Viale ne ha illustrato i modi in termini minuziosi, (http://www.lucacoscioni.it/cytotec_legittima_difesa) lamentando le restrizioni (minime peraltro) alle quali è stata sottoposta la sua prescrizione (8). Il farmaco, se utilizzato fra la sesta e la settima settimana di gravidanza, ha  un’efficacia intorno al 95%. Se anche solo la metà degli aborti spontanei in più, cioè 10.000 sui 22.000, rappresentasse quel 5% di aborti clandestini farmacologici che non vanno a buon fine e richiedono il completamento in ospedale,  otterremmo numeri impressionanti.
In questo contesto l’immissione di un ulteriore prodotto come Ulipristal, che condivide le proprietà anti-progestiniche della RU486, non farebbe altro che allargare la disponibilità di sostanze capaci di determinare l’aborto anche dopo la positivizzazione del test di gravidanza. 
Non può infine sfuggire che, una volta reso disponibile, ellaOne® potrà essere acquistato e conservato dalla donna e venire utilizzato solamente in caso di gravidanza accertata. La richiesta alla donna di un test di gravidanza negativo appare quindi illusoria, se non addirittura ingenua.
La contraccezione d’emergenza e il Levonorgestrel 
Da ultimo due parole sulla contraccezione d’emergenza con Levonorgestrel (Norlevo® o Levonelle®) e sulle modalità attraverso le quali le Società Scientifiche più rappresentative divulgano l’informazione circa il suo meccanismo d’azione, attraverso Posizioni ufficiali che inevitabilmente vengono recepite come Verità.
La Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO), in una sua Posizione Ufficiale (9) del 2011 che conferma i contenuti già espressi nel 2008, sostiene che il meccanismo d’azione principale del Levonorgestrel è quello di impedire o ritardare l’ovulazione.
Studi recenti (2,10-12) invece iniziano ad ammettere, in contrasto con quanto finora preteso e riportato ufficialmente nella Posizione (9) della FIGO, che il Norlevo® non è in grado di interferire con l’ovulazione, se non quando venga somministrato prima che i livelli dell’LH inizino a salire, e cioè soltanto all’inizio del periodo fertile. 
Questo dato rimanda anche il meccanismo d’azione del Norlevo® a effetti prevalentemente post-concezionali e anti-annidamento, anche quando venga assunto prima dell’ovulazione. 
E’ evidente la necessità di rivalutare con cura anche questi dati scientifici, al fine di poter discernere se l’uso del Levonorgestrel sia realmente compatibile con la tutela della vita umana dal suo inizio, come ribadito e preteso nella legislazione vigente. 
Concludo con una nota polemica: la ESC (European Society for Contraception and Reproductive Health), nella pagina web (http://www.escrh.eu/about-esc/news/how-do-levonorgestrel) di cui riporto l’immagine in coda alla bibliografia, ringrazia esplicitamente i quattro estensori dello Statement (9) “per la loro incredibile attenzione ai dettagli e per la costante preoccupazione di essere sicuri che questo Statement fosse accurato e riflettesse pienamente gli studi più recenti”.
La prima a essere ringraziata è Vivian Brache, la prima Autrice di uno studio (2) del 2010, in cui essa conclude (terz’ultimo paragrafo della discussione) che “dall’analisi combinata di diversi studi, il Levonorgestrel somministrato nel periodo fertile avanzato inibisce l’ovulazione soltanto in 7 donne su 48, e cioè nel 14,6% dei casi”. Basandosi sui medesimi dati bibliografici la stessa Brache, insieme agli altri Esperti della FIGO, sosterrà con estrema enfasi esattamente il contrario nello Statement del 2011 (9) in cui si afferma, in modo ufficiale e definitivo, che il meccanismo d’azione principale del Levonorgestrel è quello di impedire o ritardare l’ovulazione.
Questo Statement apparirà come la Verità ufficiale condivisa unanimemente da tutto il mondo della Ginecologia internazionale. 
In base ad essa i medici effettueranno le proprie scelte etiche e professionali. Ad essa gli Stati e i Governi faranno riferimento quando si troveranno a legiferare su questi temi vitali.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
  1. Behre HM, Kuhlage J, Gassner C, Sonntag B, Schem C, Schneider HP, Nieschlag E. Prediction of ovulation by urinary hormone measurements with the home use ClearPlan Fertility Monitor: comparison with transvaginal ultrasound scans and serum hormone measurements. Hum Reprod 2000;15:2478-82
  2. Brache V, Cochon L, Jesam C, Maldonado R, Salvatierra AM, Levy DP, Gainer E, Croxatto HB. Immediate pre-ovulatory administration of 30 mg ulipristal acetate significantly delays follicular rupture. Hum Reprod 2010;25:2256–2263
  3. Stratton P, Hartog B, Hajizadeh N, Piquion J,  Sutherland D, Wei Q, Merino M, Lee YJ, Nieman LK. A single mid-follicular dose of CDB-2914, a new antiprogestin, inhibits folliculogenesis and endometrial differentiation in normally cycling women. Hum Reprod 2000;15:1092–1099.
  4. Stratton P, Levens ED, Hartog B, Piquion J,  Wei Q,  Merino M, Nieman LK. Endometrial effects of a single early luteal dose of the selective progesterone receptor modulator CDB-2914. Fertil Steril 2010;93:2035-2041
  5. Passaro D, Piquion J, Mullen N, Sutherland D, Zhai S, Figg WD, Blye R, Nieman LK. Luteal phase dose±response relationships of the antiprogestin CDB-2914 in normally cycling women. Hum Reprod 2003;18:1820-1827
  6. ISTAT 2010, Capitolo 3:7-9
  7. Mozzanega B. La diffusione del Cytotec pone tanti inquietanti interrogativi: “l’altro” aborto clandestino quello con le compresse antiulcera. Newsletter di Scienza & Vita 2008;  n°18, 24 Novembre
  8. http://www.lucacoscioni.it/cytotec_legittima_difesa
  9. http://www.escrh.eu/sites/escrh.eu/files/attachments/moafinal2011eng.pdf 
  10. Durand M, Koistinenc R, Chirinosa M, Rodríguez JL, Zambrano E, Seppälä M, Larreaa F. Hormonal evaluation and midcycle detection of intrauterine glycodelin in women treated with levonorgestrel as in emergency contraception. Contraception 2010;82:526–533
  11. Mozzanega B, Cosmi E. Come agisce il levonorgestrel nel prevenire la gravidanza quando viene usato come contraccettivo d’emergenza (LNG ECPs)?  Considerazioni sullo statement congiunto di ICEC e FIGO. Atti 86°Congresso Nazionale SIGO, Milano 14-17 Novembre – 2010
  12. Mozzanega B, Cosmi E. How do levonorgestrel-only emergency contraceptive pills prevent pregnancy?  Some considerations. Gynecol Endocrinol 2011;27:439-442. Epub 2010 Jul 29

 


 
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Una segnalazione su leoni, uomini e accanimenti terapeutici...

Abbiamo ricevuto qualche giorno fa questa segnalazione e ve la giriamo, le considerazioni non sono peregrine, anzi...

"Corriere on-line di oggi. Un leone paralizzato, Ariel, è oggetto di una campagna di raccolta fondi per sostenere le spese per curarlo. Nelle foto allegate due donne lo curano amorevolmente, allattandolo e baciandolo e il popolo del web si commuove.
Immaginiamo di mettere al posto del leone un essere umano, il popolo del web si commuoverebbe o non accuserebbe chi lo accudisse di essere cattivo ed egoista, e di essere un fanatico perché impedisce al malato di morire?
Proviamo a dire che sarebbe meglio lasciar morire il povero animale e verremo lapidati…
Un saluto

Luciana Montecolli - Roma"

Qui le foto:


Qui l'articolo che "vorrebbe dire ma non può"

http://archiviostorico.corriere.it/2011/luglio/15/appello_per_Ariel_leone_paralizzato_co_9_110715006.shtml

Cento anni di padre Brown in Argentina


ll G.K. Chesterton Institute for Faith & Culture e la Società Chestertoniana Argentina celebreranno a Buenos Aires i 100 anni dalla prima edizione di Padre Brown con un evento internazionale e un concorso per studenti delle scuole superiori che consiste nella realizzazione di un saggio su un racconto di Padre Brown.

Bella iniziativa!

L'evento internazionale si terrà il 2 novembre 


Maria Grazia Gotti

martedì 19 luglio 2011

Un aforisma al giorno (policromo! esplosivo!)

"Un uomo dovrebbe riconoscersi pazzo, prima di rico­noscersi eretico. Il bohémien, con la sua cravatta rossa, do­vrebbe farsi un vanto della sua ortodossia. Il dinamitardo, nell’atto di mettere una bomba, dovrebbe sentire che, qua­lunque altra cosa sia, perlomeno è ortodosso".


Gilbert Keith Chesterton, Eretici

Un aforisma al giorno (grandioso!)

"Mentre ero in America un giornale puntò i riflettori su una stupefacente bambina di sei anni con il cervello di una di dodici. L'unica prova fornita, e apparentemente l'unica per cui l'esperimento aveva funzionato, era che lei sapeva comprendere e usare in modo corretto la parola 'annichilire'. Di fronte alla richiesta di provare la cosa, quella felice bambina condivise questo raffinato aforisma: «Appena compare il buon senso, la superstizione è annichilita». A cui io replico, mostrandomi a mia volta intelligente come un bambino di dodici anni, e senza la benché minima intenzione di arrestare la mia crescita, con la medesima elegante dizione: «Appena compare la psicologia nell'educazione, il buon senso è annichilito»".


Gilbert Keith Chesterton, What I saw in America

Un aforisma al giorno (splendido! da diffondere! grandioso!)

"L'abbellimento del mondo non è un lavoro della natura, ma un'opera d'arte, quindi presume un artista"


Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 18.09.1909

domenica 17 luglio 2011

Fabio Trevisan ci segnala una novità editoriale... brasiliana: A Irrelevância da Evolução (scritta da un certo Chesterton...)

Anche in Brasile non scherzano con le pubblicazioni di GKC!
Fabio

A Irrelevância da Evolução
 Por  G. K. Chesterton
Tradução de Wendy A. Carvalho
Públicado: América, 15 de Março, 1930



A Mente Moderna é assim chamada para diferenciar-se da Mente. Sem dúvida, este rótulo e esta ênfase são desnecessários. Se diz pouco, ou quase nada, sobre o que é concebido como Modernismo pra que o estudante mais desleixado possa confundi-lo no momento de atividade intelectual e no rotineiro uso da razão; uma coisa curiosa e tosca é que talvez seu único elemento redentor seja o fato de que, sendo fundado nos humores e nas emoções, é cheio de surpresas.

Por exemplo: o Bispo Barnes, numa incrível explosão, pediu ao Papa que fizesse uma declaração infalível a respeito da verdade da Evolução. A respeito de uns cem mil Modernistas que têm uivado aos nossos ouvidos, por vinte anos, que o Papa e a Igreja destruíram cada descoberta científica, cada tipo ou moda de Evolução; que enterraram a Evolução sob dogmas monumentais tão arcaicos quanto a Idade da Pedra, e então, um daqueles Modernistas de repente traz à tona o argumento de que este não é o caso e apressadamente propõe que o Papa deveria voltar sua total atenção ao novo tópico de Evolução.

Leia mais: http://chestertonbrasil.blogspot.com/2011/07/g.html#ixzz1SBUE9wf8