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sabato 18 giugno 2011

Ma Chesterton era o no un conservatore? - Ecco che ne pensa Andrea Monda

Caro Marco,
grazie per questo stimolo (immenso per mole) a cui provo a rispondere con le parole di Chesterton: "Ma benchè le nostre simpatie, essendo umane, vadano alla tradizione, non è questo a imprimerle un carattere divino. Il marchio della Fede non è la tradizione: è la conversione. E' il miracolo in virtù del quale gli uomini scoprono la verità nonostante la tradizione, e spesso troncando tutte le radici dell'umanità". (La Chiesa Cattolica, p. 20).
Non dovrei aggiungere altro, mi viene in mente un libro che mi è molto caro (l'autore è mio zio, Riccardo Misasi, il titolo "Storia di un libero comune", Rubbettino) molto "chestertoniano" nello spirito, in cui si afferma che un cattolico non può essere conservatore. Se il segno del cristiano è la conversione (che come sappiamo per nostra personale esperienza non è un atto singolo ma un processo continuo) allora se ne deduce che il cristiano non conserva (non è un "imbalsamatore", direbbe Tolkien) ma lascia, abbandona, cambia strada o, meglio, il modo di vedere la sua strada, il suo proprio cammino, passato, presente e futuro. Non mi piace dire "riformista" (la parola è stata abusata dalla politica e svuotata) o, peggio, progressista, ma senz'altro la "forma" della propria esistenza (e di quella della società) non è mai data una volta per tutte e quindi è sempre perfettibile. Ecclesia semper reformanda (perchè, aggiungo io, è sempre ad un tempo casta et meretrix). Questo atteggiamento riformatore non vuol dire non amare le proprie radici, il cristiano è colui che ama e fa tutto con amore, ma vuol dire che il cristiano sa che il suo albero è capovolto e le sue radici stanno in alto, in cielo. Per dirla sempre con GKC (e questo è da L'uomo eterno):   "La piu' semplice verita' sull'uomo e' che egli e' un essere  veramente strano: strano quasi nel senso che che e' straniero a questa terra ... solo, fra tutti gli animali, e' scosso dalla benefica follia del riso; quasi avesse afferrato qualche segreto di una piu' vera forma dell'universo e lo volesse celare all'universo stesso". Siamo tutti stranieri su questa terra, di passaggio, pellegrini perchè, forse è proprio vero, la nostra vera patria è in cielo.

Un abbraccione chestertoniano a tutti

Andrea

1 commento:

  1. Concordo con lo zio di Andrea Monda. Per dirla con Peguy, non ci è stato dato qualcosa che dovessimo conservare in scatole, piccole o grandi. E mi par di capire che anche GKC la pensava allo steso modo!

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