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venerdì 31 ottobre 2008

L'elenco delle cose salvate dal naufragio di Robinson Crusoe


L'isola dove verosimilmente soggiornò Alexander Selkirk, il naufrago che ispirò racconto di Daniel Defoe.

Riportiamo questa notizia per il suo nesso che ha con Chesterton.
Ricordate Ortodossia, in cui Chesterton dice che la parte più bella del romanzo Robinson Crusoe era l'elenco delle cose salvate dal naufragio? Ecco, questa sarebbe l'isola interessata.
E' una scusa per ricorda quel bellissimo passaggio di Ortodossia, una sorta di manifesto del Chesterton - pensiero.
Anzi, lo riportiamo:

(...) Il libro "Robinson Crusoe" (...) deve la sua perenne vitalità al fatto che esso celebra la poesia dei limiti o meglio ancora il romanzo stravagante della prudenza. Crusoe è un uomo sopra un piccolo scoglio con poca roba strappata al mare: la parte più bella del libro è la lista degli oggetti salvati dal naufragio. La più grande poesia è un inventario. Ogni utensile da cucina diviene ideale perché Crusoe avrebbe potuto lasciarlo cadere nel mare. E' un buon esercizio nelle ore vuote o cattive del giorno stare a guardare qualche cosa, il secchio del carbone o la cassetta dei libri, e pensare quanta sarebbe stata la felicità d'averlo salvato e portato fuori del vascello sommerso sull'isolotto solitario. Ma un migliore esercizio ancora è quello di rammentare come tutte le cose sono sfuggite per un capello alla perdizione: tutto è stato salvato da un naufragio. Ogni uomo ha avuto una orribile avventura: è sfuggito alla sorte di essere un parto misterioso e prematuro come quegli infanti che non vedono la luce. Sentivo parlare, quand'ero ragazzo, di uomini di genio rientrati o mancati; sentivo spesso ripetere che più d'uno era un grande "Avrebbe-potuto-essere". Per me, un fatto più solido e sensazionale è che il primo che passa è un grande "Avrebbe-potuto-non-essere".


(da G. K. Chesterton, Ortodossia, Morcelliana, Brescia)

Da Il Corriere della Sera del 31 Ottobre 2008.

Nella stesura del celebre romanzo d'avventura The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe lo scrittore londinese Daniel Defoe si ispirò alla storia vera di Alexander Selkirk, naufragato su una delle isole dell'arcipelago Juan Fernandez, al largo delle coste del Cile, nel lontano 1704. Come vuole il racconto, il marinaio scozzese fu salvato dopo più di 4 anni trascorsi in solitudine ad Agua Buena (poi battezzata Isola Robinson Crusoe), ma solo oggi il mondo ha finalmente a disposizione prove concrete a testimonianza dell'effettiva presenza di Selkirk sull'isola.

LA SCOPERTA - Un articolo pubblicato sulla rivista Post-Medieval Archaeology spiega infatti che degli scavi archelologici sull'isola hanno riportato alla luce i segni di un accampamento di quello che si ritiene fosse un occupante europeo. Come riferisce Science Daily, fra le prove più eloquenti vi sarebbe una coppia di compassi nautici, il che si accorda con il racconto fornito da colui che ha riportato al mondo il vero Robinson Crusoe (il capitano Woodes Rogers) in merito a ciò che Selkirk aveva con sé al momento del salvataggio, nel 1709.


VITA DA CRUSOE - Il ritrovamento ha inoltre permesso di comprendere come il naufrago abbia potuto sopravvivere sull'isola. In particolare, l'articolo riferisce che Selkirk aveva costruito due ripari nei pressi di un ruscello e che da lì aveva accesso a un punto panoramico dal quale tenere sotto controllo la riva e il mare. Il tutto va quindi ad arricchire il resoconto stilato successivamente al ritrovamento del marinaio, dove si dice che lo scozzese avesse con sé anche una Bibbia e che il periodo trascorso in solitudine ad Agua Buena sia stato per lui più beato e pacifico di qualsiasi altro momento della sua vita.

Alessandra Carboni
30 ottobre 2008

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