In questo video che abbiamo trovato su YouTube trovate la Canzone di Padre Brown cantata da Renato Rascel.
Fu la sigla delle sei puntate de I Racconti di Padre Brown che la Rai trasmise tra il 29 Dicembre 1970 e il 2 Febbraio 1971. Gli episodi erano tratti dai racconti La croce azzurra, Le colpe del principe Saradine, Il duello del dottor Hirsch, Il re dei ladri, I tre strumenti di morte, La forma sbagliata. La regia fu di Vittorio Cottafavi (cui abbiamo accennato in questo post), che rese molto bene il personaggio e consentì che venisse fuori in maniera eccellente il pensiero di Chesterton. Difatti troverete nei dialoghi dei film interi passaggi tratti da Ortodossia o da altri volumi di Chesterton, che nel contesto campeggiano ottimamente, rendono esplicito il pensiero dell'autore e sottolineano bene i passaggi dell'episodio. Sceneggiatore fu Edoardo Anton, direttore della fotografia Corrado Bartoloni con Sandro Messina, i costumi di Corrado Colabucci, le scenografie di Cesarini da Senigallia. Il cast era composto da Renato Rascel nei panni di padre Brown, Arnoldo Foà in quelli di Flambeau, e poi da Patrizia De Clara, Filippo De Gara, Paolo Bonacelli, Enrico Lazzareschi, Luigi Sportelli, Siria Betti e Giuditta Saltarini.
Ebbero una media di ascolto di 18,9 milioni di spettatori con punte di 21 milioni, e un indice di gradimento (non esisteva l'Auditel) altissimo.
La sigla fu scritta e cantata da Renato Rascel, le musiche del film erano di Vito Di Tommaso.
A seguire, il testo della canzone, che -come abbiamo già detto- è un eccezionale summa del Chesterton-pensiero:
Ho la sottana celebre,
e sono un prete celibe
che si interessa al crimine
solo per salvar l'anima d'un povero ladro.
Il vero crimine è il pessimismo
di chi non crede nella vita.
Si sbaglia per sfiducia,
si sbaglia per pigrizia,
si sbaglia per rancore o per invidia.
Rit.: Giusto, padre Brown! Giusto, padre Brown! Ma la vita è molto spesso faticosa
Dicci, padre Brown, che cos'è la vita.
Spesso ruba la gente
perché non ha niente,
così crede la gente
d'esser nullatenente.
Ma se ciò che hai
fosse solo quello che ti resta
da un naufragio
sopra un'isola deserta...
Grideresti di gioia
di avere una coperta
da mettere addosso
ed un bottone d'osso
e un berrettino rosso,
una cannuccia,
un temperino nelle tue mani.
Avresti un piffero dai suoni strani
per fare il verso ai gabbiani,
sapessi che bellezza,
sapessi che ricchezza,
sapessi che allegria e così sia.
Rit.: Giusto, padre Brown! giusto, padre Brown, questa vita è una cosa favolosa!
Grazie, padre Brown! Grazie, padre Brown! Ora noi sappiamo la Verità!
Fu la sigla delle sei puntate de I Racconti di Padre Brown che la Rai trasmise tra il 29 Dicembre 1970 e il 2 Febbraio 1971. Gli episodi erano tratti dai racconti La croce azzurra, Le colpe del principe Saradine, Il duello del dottor Hirsch, Il re dei ladri, I tre strumenti di morte, La forma sbagliata. La regia fu di Vittorio Cottafavi (cui abbiamo accennato in questo post), che rese molto bene il personaggio e consentì che venisse fuori in maniera eccellente il pensiero di Chesterton. Difatti troverete nei dialoghi dei film interi passaggi tratti da Ortodossia o da altri volumi di Chesterton, che nel contesto campeggiano ottimamente, rendono esplicito il pensiero dell'autore e sottolineano bene i passaggi dell'episodio. Sceneggiatore fu Edoardo Anton, direttore della fotografia Corrado Bartoloni con Sandro Messina, i costumi di Corrado Colabucci, le scenografie di Cesarini da Senigallia. Il cast era composto da Renato Rascel nei panni di padre Brown, Arnoldo Foà in quelli di Flambeau, e poi da Patrizia De Clara, Filippo De Gara, Paolo Bonacelli, Enrico Lazzareschi, Luigi Sportelli, Siria Betti e Giuditta Saltarini.
Ebbero una media di ascolto di 18,9 milioni di spettatori con punte di 21 milioni, e un indice di gradimento (non esisteva l'Auditel) altissimo.
La sigla fu scritta e cantata da Renato Rascel, le musiche del film erano di Vito Di Tommaso.
A seguire, il testo della canzone, che -come abbiamo già detto- è un eccezionale summa del Chesterton-pensiero:
Ho la sottana celebre,
e sono un prete celibe
che si interessa al crimine
solo per salvar l'anima d'un povero ladro.
Il vero crimine è il pessimismo
di chi non crede nella vita.
Si sbaglia per sfiducia,
si sbaglia per pigrizia,
si sbaglia per rancore o per invidia.
Rit.: Giusto, padre Brown! Giusto, padre Brown! Ma la vita è molto spesso faticosa
Dicci, padre Brown, che cos'è la vita.
Spesso ruba la gente
perché non ha niente,
così crede la gente
d'esser nullatenente.
Ma se ciò che hai
fosse solo quello che ti resta
da un naufragio
sopra un'isola deserta...
Grideresti di gioia
di avere una coperta
da mettere addosso
ed un bottone d'osso
e un berrettino rosso,
una cannuccia,
un temperino nelle tue mani.
Avresti un piffero dai suoni strani
per fare il verso ai gabbiani,
sapessi che bellezza,
sapessi che ricchezza,
sapessi che allegria e così sia.
Rit.: Giusto, padre Brown! giusto, padre Brown, questa vita è una cosa favolosa!
Grazie, padre Brown! Grazie, padre Brown! Ora noi sappiamo la Verità!
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