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mercoledì 23 gennaio 2008

La Società Chestertoniana Italiana e Morganti Editori su Avvenire di oggi!


Sono molto molto contento che si parli di noi e di Morganti Editori sull'Avvenire di oggi 23 Gennaio 2008!

Cliccando il titolo andate alla pagina del sito di Avvenire (rubrica Agorà), ma sono così lieto che Chesterton sia nostro caro amico che l'articolo lo schiaffiamo tutto intero qui sotto.

Che bello!

La primavera di Chesterton
IL CASO. L’editoria italiana riscopre il grande scrittore inglese noto soprattutto per i gialli su Padre Brown. Il commento degli esperti.

L’editrice Morganti lancia un’intera collana dedicata a GKC. Dice il regista tv Enrico Ghezzi, che ha scritto la prefazione per due libri Bompiani: «Ne ho sempre subito l’incanto».

DI LORENZO FAZZINI

L’ alba di una splendente primavera per GKC? Una serie di indizi fanno intuire che per l’autore di Ortodossia (quest’anno cadono i 100 anni della sua pubblicazione) si stanno riaprendo, con successo, le porte delle librerie di casa nostra.
Gilbert Keith Chesterton, il noto scrittore inglese che si firmava con la sigla sopraproposta, sembra suscitare nuovo interesse nel mercato librario italiano. I fatti: Bompiani ha appena mandato in stampa le nuove edizioni de L’osteria volante e di L’uomo che fu Giovedì, entrambe con prefazione del 'padre' di 'Blob', Enrico Ghezzi; Lindau a breve lancerà una traduzione rinnovata di «San Francesco d’Assisi», testo pubblicato pochi mesi dopo la conversione di GKC al cattolicesimo, avvenuta nel 1922; Excelsior ha appena dato alle stampe l’inedito - in italiano - L’utopia degli usurai. Infine, Morganti ha lanciato un’intera collana dedicata allo scrittore morto a Beaconsfield nel 1936: realizzata in collaborazione con la Società Chestertoniana Italiana, la raccolta è appena iniziata con Il candore di Padre Brown, cui seguiranno - con cadenza bimestrale fino al termine del 2009 altri 11 volumi, anche qui una nuova traduzione, più fedele al testo originario. L’ultimo tentativo chestertoniano organico fu portato avanti, a metà degli anni Novanta, dalla casa editrice Piemme, che però oggi di GKC non ha nessun testo in catalogo.
Ghezzi, nella sua prefazione, scriveva di essersi augurato «con inane dolcezza» la ristampa di testi chestertoniani vista la sua «mancanza in questo presente, o semplicemente nelle librerie quando si va a cercare un’edizione anche recente». Anche il regista televisivo ha capitolato di fronte a GKC: «Mi è capitato di trovarmi di subirne riottoso l’incanto». Ma le lodi dell’autore tv restano soprattutto rivolte al tratto letterario di GKC più che al suo pensiero: in particolare Ghezzi ne enfatizza «il ciondolare della scrittura tra accensioni liriche e deviazioni descrittive», apprezzandone «l’indifferenza geniale alla dimensione temporale».
Ma è vera rinascita, questa, per l’amico di Hilaire Belloc?
Chesterton interessa più come giallista o come autore 'metafisico'? Una risposta a metà strada arriva dalla Morganti: «Da un’indagine di mercato - afferma la responsabile Stefania Conte Chesterton, soprattutto per i racconti del prete-investigatore padre Brown, si è rivelato uno scrittore ricercato da un pubblico eterogeneo di lettori che amano leggere opere di narrativa in grado di sollecitare un palese buon umore e domande di natura esistenziale, senza false retoriche o sterili ideologie».
Ferruccio Parazzoli, scrittore e già direttore degli Oscar Mondadori, tra i primi a rilanciare le storie del reverendo-detective di Chesterton, propende più per una riscoperta 'impegnata' di GKC: «Premesso che oggi il giallo non è un genere nella narrativa ma è narrativa tout court, non penso che i lettori di gialli vadano a prendersi Chesterton per leggere padre Brown. Ne rimarrebbero delusi, nel senso che il palato che si sono fatti con i thriller di oggi è abbastanza pesante: i romanzi attuali sono legati alla cronaca e la criminalità dei nostri giorni non è molto raffinata. In padre Brown invece si trovano cose sottilissime, c’è la metafisica e anche l’esoterismo; ci sono trabocchetti in mezzo a tanto divertimento». Per questo Parazzoli ritiene invece che, se per lo scrittore baffuto di Londra un interesse di ritorno esiste, esso è legato a «un’apertura metafisica, più che religiosa, presente in tutto Chesterton. Resta da vedere se, in tale riscoperta, questo autore può essere un’alternativa a quell’idea di narrativa che io ho definito 'dai tetti in giù'. Penso che ci sia bisogno di questa letteratura: non so dire se Chesterton sia la risposta giusta».
Per il gesuita Ferdinando Castelli, critico letterario de 'La Civiltà Cattolica', vale adesso più che mai la citazione di Emilio Cecchi su Chesterton: «È come un Padre della Chiesa obbligato dalle necessità dei tempi a predicare in uno stile burlesco alle turbe di degli scettici e dei gaudenti». E qui la chiosa di Castelli: «Tale definizione ha valore anche oggi, per più motivi.
Anzitutto nelle opere di Chesterton è riflessa l’immagine dell’uomo completo, che ama la birra e la sua donna, l’avventura e la novità.
Inoltre, vi è insito quella che lui stesso definiva 'il più grande segreto del cristianesimo', ovvero la gioia». Per il critico letterario, poi, «Chesterton oggi suscita simpatia perché fa risaltare la libertà che egli identifica con il dogma. Infine, nei suoi libri, valorizza tutte le piccole cose della vita, la libertà il sole, il sesso, l’aria, tutto in uno stile splendido e ricco di fantasia».

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