Dal sito del quotidiano cattolico Avvenire vi proponiamo l'editoriale di oggi a firma del prof. Francesco D'Agostino, filosofo cattolico per anni membro del Comitato Nazionale di Bioetica, sulla questione della obiezione di coscienza dei farmacisti sollevata da Papa Benedetto XVI e da noi segnalata.
Il discorso che Benedetto XVI ha rivol to ai partecipanti al XXV Congresso internazionale dei farmacisti cattolici, stigmatizzando la commercializzazione di farmaci abortivi ed eutanasici, è im portante sotto diversi profili, su almeno due dei quali mi sembra opportuno ela borare in questa sede alcune riflessioni. In primo luogo, il discorso del Papa è ri levante sotto l’aspetto propriamente bioetico. Egli torna ad insistere sul dove re di lottare contro la progressiva «anestetizzazione » delle coscienze che caratterizza il nostro tempo e che induce così tante donne a pensare all’aborto non più come ad un’eventualità estrema, eccezionale e tragica, ma come ad una banale possibilità, gestibile attraverso altrettanto banali sussidi farmacologici (o meglio pseudo-farmacologici).
Ma c’è anche un altro punto da sottolineare e che per me possiede un rilievo ancora maggiore, per la sua forte carica di novità: il Papa delinea, in poche, ma perfette espressioni, l’essenza della deontologia del farmacista, che, se non vuole relegarsi al rango, indubbiamente onesto, ma riduttivo, del mero commerciante, deve percepire se stesso come in termediario tra medico e paziente ed esercitare nei confronti di quest’ultimo u na funzione di fondamentale informazione, che – data la delicatezza delle que stioni sanitarie – diviene inevitabilmente una funzione 'educativa'. Non è una mera e neutrale informazione lo spiega re a una donna che quella pillola che es sa sta per comprare non si limita a ren dere impossibile il concepimento, ma può produrre la morte di un figlio già concepito: quando è in questione né più né meno che la vita stessa ogni informa zione o è 'educativa' oppure, se il valo re della vita non viene adeguatamente ricordato e promosso, è per forza di co se 'diseducativa'.
In secondo luogo, il discorso del Papa ha una forte e legittima valenza politica. Sap piamo che già molti laicisti sono tornati a reiterare le loro logore proteste contro le 'invadenze' vaticane. Si tratta di pro teste indebite, per una ragione formale e per una ragione sostanziale. Formal mente, perché l’eutanasia in Italia è illegale e lo è anche l’aborto, se non viene praticato nel rispetto di una procedura difficilmente compatibile con la vendita in farmacia di pillole abortive (e qui pen so non solo alla RU 486, ma anche alla 'pillola del giorno dopo', che può di fat to produrre effetti abortivi): quindi, au spicare l’obiezione di coscienza alla ven dita di prodotti abortivi ed eutanasici è paradossalmente un ammonimento per ché non si violino, surrettiziamente, i principi normativi vigenti.
Ma il cuore della questione, ovviamente, non è formale, ma sostanziale. Nella sostanza, l’appello del Papa per il riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza per i farmacisti va molto al di là del caso, pur delicatissimo, che lo ha provocato: è un appello perché non si perda la consapevolezza che quando sono in gioco temi etici fondamentali (e quelli della vita e della morte sono – se così si può dire – i più fondamentali di tutti), te mi che suscitano gravissime questioni di coscienza, è dovere di tutti fermarsi e at tivare una riflessione ampia ed articolata, per evitare che simili questioni ven gano degradate a mere dispute di carattere ideologico o meno che mai confessionale. Fa impressione la superficialità con cui Repubblica del 30 ottobre (pag. 2) afferma che accogliere l’appello del Papa (definito riduttivamente «una parola d’ordine») equivarrebbe ad una «balcanizzazione » del nostro sistema sanitario, con una evidente allusione ai conflitti in sensati, ciechi ed ottusi, pregiudiziali e violenti, che hanno insanguinato i Balcani. Tutto, tranne questo, si può dire a ca rico di chi promuove la difesa della vita, affidandola all’obiezione di coscienza: dovrebbero ricordarselo soprattutto quei laicisti, che in altre occasioni hanno giu stamente e laicamente lottato perché l’obiezione ottenesse un doveroso ricono scimento nel nostro ordinamento.
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mercoledì 31 ottobre 2007
martedì 30 ottobre 2007
Ancora su Papa e farmacisti.
Una bella intervista ad un farmacista cattolico con le braghe su, come avrebbe detto la Buon'anima.
Si chiama Piero Uroda e sta a Fiumicino.
Lui la pillola del giorno dopo non la vende perché è un farmaco abortivo e non fa finta che non lo sia.
Dice alle donne queste cose, e qualcuna lo va a ringraziare perché ora ha un figlio.
Questo si chiama essere uomini.
Cliccate il titolo e verrete rinviati all'articolo, grazie al servizio di rassegna stampa del Forum delle Famiglie.
Si chiama Piero Uroda e sta a Fiumicino.
Lui la pillola del giorno dopo non la vende perché è un farmaco abortivo e non fa finta che non lo sia.
Dice alle donne queste cose, e qualcuna lo va a ringraziare perché ora ha un figlio.
Questo si chiama essere uomini.
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L'Uomo che sapeva troppo è in edicola.
Per gli incolti come me, faccio presente che il titolo L'Uomo che sapeva troppo lo troverete in edicola e non in libreria.
Fa parte della collana Il Giallo Mondadori, che si vende in edicola.
E' una soddisfazione averlo tra le mani e leggerlo, anzi propongo che chi vorrà ne parli su questo post, così apriamo una piccola discussione su Chesterton e il giallo.
Va bene?
Fa parte della collana Il Giallo Mondadori, che si vende in edicola.
E' una soddisfazione averlo tra le mani e leggerlo, anzi propongo che chi vorrà ne parli su questo post, così apriamo una piccola discussione su Chesterton e il giallo.
Va bene?
Chesterton è attuale - 14
Stavolta chi cita Chesterton non è uno qualunque, ma il più chestertoniano dei cardinali di Santa Romana Chiesa (e che Dio ce lo conservi quanto più è possibile), il Cardinale Giacomo Biffi, che chiude un suo pezzo su L'Occidentale, intitolato Piccola contestazione al Grande Digiunatore, così:
"Ma forse qui è il caso di ricordare l’osservazione di Chesterton: «Coloro che usano la ragione non la venerano, la conoscono troppo bene; coloro che la venerano non la usano».
Cliccare il titolo, leggere l'articolo.
Chesterton è attuale - 13
Da Il Velino.
L'articolo, che riguarda Salvador Allende, presidente socialista del Cile degli anni '70, si apre addirittura con una citazione del caro nostro Gilbert:
“È più facile morire in battaglia che dire la verità in politica”. Con questa massima di Gilbert Keith Chesterton, uno degli scrittori inglesi che conobbe le difficoltà della piccola editoria inglese, si apre il volume del germanista e docente di filosofia Victor Farìas Salvatore Allende. La fine di un mito (Medusa), uno dei libri più controcorrente dell’ultimo decennio".
Io forse mi ripeterò, ma Chesterton è sempre il più grande. Non abbiamo ancora scoperto abbastanza della sua grandezza.
Cliccate il nostro titolo, andrete all'articolo.
Luca Volontè e... il suo Furore!
E' uscito questo interessantissimo libro, casa editrice Aliberti www.alibertieditore.it, che mi permetto di segnalarvi per due validissimi ordini di motivi:
1) è una bella ed utile sintesi di due anni e mezzo di attacchi frontali alla Chiesa Cattolica, oltre che di accesi confronti su tanti argomenti. Dalla morte di Giovanni Paolo II, al referendum sulla legge 40, le minacce a Bagnasco, il Family Day (Luca c'era, lo abbiamo visto in maniche di camicia con il popolo, e questo gli fa onore... abbiamo sudato molto quel giorno...) e tanto altro. E' interessante perché svolge una prima funzione: quello di mettere insieme i tanti fatti, forti e ravvicinati nel tempo, che testimoniano l'esistenza di questo furore laicista e giacobino. Poi perché li narra, li rappresenta con occhi "nostri".
2) è giusto che la segnali perché Luca Volontè è chestertoniano a tutti gli effetti, e allora invito tutti a fare altrettanto, iscrivendosi alla nostra beneamata Società, visto che -come vedete- fa bene alla salute...
1) è una bella ed utile sintesi di due anni e mezzo di attacchi frontali alla Chiesa Cattolica, oltre che di accesi confronti su tanti argomenti. Dalla morte di Giovanni Paolo II, al referendum sulla legge 40, le minacce a Bagnasco, il Family Day (Luca c'era, lo abbiamo visto in maniche di camicia con il popolo, e questo gli fa onore... abbiamo sudato molto quel giorno...) e tanto altro. E' interessante perché svolge una prima funzione: quello di mettere insieme i tanti fatti, forti e ravvicinati nel tempo, che testimoniano l'esistenza di questo furore laicista e giacobino. Poi perché li narra, li rappresenta con occhi "nostri".
2) è giusto che la segnali perché Luca Volontè è chestertoniano a tutti gli effetti, e allora invito tutti a fare altrettanto, iscrivendosi alla nostra beneamata Società, visto che -come vedete- fa bene alla salute...
Il Papa e i farmacisti.
Ieri il Santo Padre ha fatto un bel discorso ai farmacisti cattolici, e ha ribadito che pure loro sono tenuti a rispettare le leggi della Chiesa sulla morale, e che hanno diritto di obiettare. Ha fatto anche un chiaro riferimento alla pillola del giorno dopo.
Il discorso vale la pena di essere letto. Cliccando il nostro titolo si viene rimandati alla buona sintesi che ne fa l'amico Andrea Tornielli su Il Giornale di oggi.
Devo dire che spesso, negli ultimi anni, mi sono trovato a parlare con certi medici e farmacisti che facevano dei distinguo circa quello che dice la scienza e quello che dice "la morale" (virgoletto perché spesso si fa riferimento alla morale come si fa riferimento all'amore, alla libertà, alla giustizia e alla pace, cioè parlando di una cosa e intendendone un'altra; per fare qualche esempio: amore=sesso, libertà=faccio quello che mi pare...), tirando poi la conclusione che se vuoi essere un buon medico o un buon farmacista, il primato ce l'ha sempre la Scienza. Attenzione: la Scienza, non la scienza, che già sarebbe qualcosina di meglio, seppure...
Ecco, questo discorso secondo me casca a fagiolo. Non ce l'ho con le categorie sanitarie (si può dire altrettanto a tutti i professionisti...), ma con la strana idea per cui la Scienza (?) è la panacea di tutti mali del mondo e che in fondo far prevalere il proprio approccio religioso su
quello tecnico è profondamente sbagliato, "medioevale", eccetera...
Grazie, Papa.
Il discorso vale la pena di essere letto. Cliccando il nostro titolo si viene rimandati alla buona sintesi che ne fa l'amico Andrea Tornielli su Il Giornale di oggi.
Devo dire che spesso, negli ultimi anni, mi sono trovato a parlare con certi medici e farmacisti che facevano dei distinguo circa quello che dice la scienza e quello che dice "la morale" (virgoletto perché spesso si fa riferimento alla morale come si fa riferimento all'amore, alla libertà, alla giustizia e alla pace, cioè parlando di una cosa e intendendone un'altra; per fare qualche esempio: amore=sesso, libertà=faccio quello che mi pare...), tirando poi la conclusione che se vuoi essere un buon medico o un buon farmacista, il primato ce l'ha sempre la Scienza. Attenzione: la Scienza, non la scienza, che già sarebbe qualcosina di meglio, seppure...
Ecco, questo discorso secondo me casca a fagiolo. Non ce l'ho con le categorie sanitarie (si può dire altrettanto a tutti i professionisti...), ma con la strana idea per cui la Scienza (?) è la panacea di tutti mali del mondo e che in fondo far prevalere il proprio approccio religioso su
quello tecnico è profondamente sbagliato, "medioevale", eccetera...
Grazie, Papa.
lunedì 29 ottobre 2007
Sulle beatificazione di questi giorni
Dall'agenzia Zenit
Al termine della beatificazione di 498 martiri della persecuzione religiosa avvenuta in Spagna negli anni Trenta del secolo scorso, Benedetto XVI ha presentato la lezione che lasciano al mondo di oggi: “la misericordia, la riconciliazione e la convivenza pacifica”.
L’allocuzione del Papa in occasione della preghiera mariana dell’Angelus è stata il fiore all’occhiello della celebrazione, svoltasi in piazza San Pietro in Vaticano, alla quale hanno partecipato circa 50.000 pellegrini e presieduta, a suo nome, dal Cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.
“Rendiamo grazie a Dio per il grande dono di questi eroici testimoni della fede che, mossi esclusivamente dal loro amore per Cristo, hanno pagato con il sangue la loro fedeltà a Lui e alla sua Chiesa”, ha riconosciuto il Pontefice parlando in spagnolo dalla finestra del suo studio al termine della beatificazione del più alto numero di martiri della storia.
Si tratta di uomini e donne, laici, religiose, religiosi e sacerdoti assassinati nel 1934, durante la Seconda Repubblica Spagnola, e tra il 1936 e il 1939, negli anni della Guerra Civile.
“Con la loro testimonianza illuminano il nostro cammino spirituale verso la santità, e ci esortano a dedicare la nostra vita come offerta d’amore a Dio e ai fratelli”, ha spiegato Benedetto XVI nella sua allocuzione.
“Allo stesso tempo, con le loro parole e i gesti di perdono verso i loro persecutori, ci spingono a lavorare instancabilmente per la misericordia, la riconciliazione e la convivenza pacifica”, ha aggiunto.
“La fecondità del loro martirio produca abbondanti frutti di vita cristiana nei fedeli e nelle famiglie; il loro sangue versato sia seme di numerose e sante vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie”, ha auspicato.
Il Papa ha ricordato che in questo mese di ottobre la Chiesa ha proclamato altri beati martiri, come nel caso di Franz Jägerstätter, contadino austriaco che sfidò Adolf Hitler, elevato alla gloria degli altari il 26 ottobre nella cattedrale di Linz (Austria).
Il 20 ottobre è stata beatificata nella piazza della cattedrale di Tubarão (Brasile) Albertina Berkenbrock, nata nel 1919 e martirizzata a dodici anni perché aveva voluto preservare la sua purezza e la sua verginità.
Il giorno dopo, sempre in terra brasiliana, sono stati beatificati Manuel Gómez González, sacerdote diocesano spagnolo, e il suo accolito, il giovanissimo laico brasiliano Adílio Daronch, entrambi martirizzati da un gruppo di soldati anticlericali il 21 maggio 1924 vicino a Nonai.
“Il loro esempio sta a testimoniare che il Battesimo impegna i cristiani a partecipare con coraggio alla diffusione del Regno di Dio, cooperandovi se necessario col sacrificio della stessa vita”, ha spiegato il Papa.
“Non tutti, certo, sono chiamati al martirio cruento. C’è però un ‘martirio’ incruento, che non è meno significativo”, ha aggiunto, ricordando che sabato è stata beatificata nella basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma, la polacca Celina Chludzińska Borzęcka (1833-1913), moglie, madre di quattro figli, vedova, fondatrice della Congregazione delle Suore della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, dedita all’educazione cristiana delle ragazze povere.
“È la testimonianza silenziosa ed eroica di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi, compiendo il loro dovere e dedicandosi generosamente al servizio dei poveri”, ha affermato il Papa.
“Questo martirio della vita ordinaria è una testimonianza quanto mai importante nelle società secolarizzate del nostro tempo”.
“E’ la pacifica battaglia dell’amore che ogni cristiano deve instancabilmente combattere; la corsa per diffondere il Vangelo che ci impegna sino alla morte”, ha aggiunto.
Al termine della beatificazione di 498 martiri della persecuzione religiosa avvenuta in Spagna negli anni Trenta del secolo scorso, Benedetto XVI ha presentato la lezione che lasciano al mondo di oggi: “la misericordia, la riconciliazione e la convivenza pacifica”.
L’allocuzione del Papa in occasione della preghiera mariana dell’Angelus è stata il fiore all’occhiello della celebrazione, svoltasi in piazza San Pietro in Vaticano, alla quale hanno partecipato circa 50.000 pellegrini e presieduta, a suo nome, dal Cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.
“Rendiamo grazie a Dio per il grande dono di questi eroici testimoni della fede che, mossi esclusivamente dal loro amore per Cristo, hanno pagato con il sangue la loro fedeltà a Lui e alla sua Chiesa”, ha riconosciuto il Pontefice parlando in spagnolo dalla finestra del suo studio al termine della beatificazione del più alto numero di martiri della storia.
Si tratta di uomini e donne, laici, religiose, religiosi e sacerdoti assassinati nel 1934, durante la Seconda Repubblica Spagnola, e tra il 1936 e il 1939, negli anni della Guerra Civile.
“Con la loro testimonianza illuminano il nostro cammino spirituale verso la santità, e ci esortano a dedicare la nostra vita come offerta d’amore a Dio e ai fratelli”, ha spiegato Benedetto XVI nella sua allocuzione.
“Allo stesso tempo, con le loro parole e i gesti di perdono verso i loro persecutori, ci spingono a lavorare instancabilmente per la misericordia, la riconciliazione e la convivenza pacifica”, ha aggiunto.
“La fecondità del loro martirio produca abbondanti frutti di vita cristiana nei fedeli e nelle famiglie; il loro sangue versato sia seme di numerose e sante vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie”, ha auspicato.
Il Papa ha ricordato che in questo mese di ottobre la Chiesa ha proclamato altri beati martiri, come nel caso di Franz Jägerstätter, contadino austriaco che sfidò Adolf Hitler, elevato alla gloria degli altari il 26 ottobre nella cattedrale di Linz (Austria).
Il 20 ottobre è stata beatificata nella piazza della cattedrale di Tubarão (Brasile) Albertina Berkenbrock, nata nel 1919 e martirizzata a dodici anni perché aveva voluto preservare la sua purezza e la sua verginità.
Il giorno dopo, sempre in terra brasiliana, sono stati beatificati Manuel Gómez González, sacerdote diocesano spagnolo, e il suo accolito, il giovanissimo laico brasiliano Adílio Daronch, entrambi martirizzati da un gruppo di soldati anticlericali il 21 maggio 1924 vicino a Nonai.
“Il loro esempio sta a testimoniare che il Battesimo impegna i cristiani a partecipare con coraggio alla diffusione del Regno di Dio, cooperandovi se necessario col sacrificio della stessa vita”, ha spiegato il Papa.
“Non tutti, certo, sono chiamati al martirio cruento. C’è però un ‘martirio’ incruento, che non è meno significativo”, ha aggiunto, ricordando che sabato è stata beatificata nella basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma, la polacca Celina Chludzińska Borzęcka (1833-1913), moglie, madre di quattro figli, vedova, fondatrice della Congregazione delle Suore della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, dedita all’educazione cristiana delle ragazze povere.
“È la testimonianza silenziosa ed eroica di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi, compiendo il loro dovere e dedicandosi generosamente al servizio dei poveri”, ha affermato il Papa.
“Questo martirio della vita ordinaria è una testimonianza quanto mai importante nelle società secolarizzate del nostro tempo”.
“E’ la pacifica battaglia dell’amore che ogni cristiano deve instancabilmente combattere; la corsa per diffondere il Vangelo che ci impegna sino alla morte”, ha aggiunto.
giovedì 25 ottobre 2007
Un altro piccolo Chesterton
Vi segnaliamo, sempre da Thriller Magazine, che qualche mese fa è uscito L'ammiraglio alla deriva, esempio di scrittura collettiva, riproposto da Mondadori nella collana dedicata al Giallo Classico.
E' un giallo particolare: tredici grandi giallisti, da Agatha Christie a G.K. Chesterton, da Antony Berkeley a Dorothy Sayers a Freeman Wills Crofts, come in una staffetta, hanno costruito la trama del racconto, un capitolo ciascuno. C'è anche mons. Ronald Knox, e tutti gli autori sono membri del Detection Club. Vi daremo altre notizie su questa gang molto simpatica.
Cliccate il titolo, trovate la pagina di Thriller Magazine.
E' un giallo particolare: tredici grandi giallisti, da Agatha Christie a G.K. Chesterton, da Antony Berkeley a Dorothy Sayers a Freeman Wills Crofts, come in una staffetta, hanno costruito la trama del racconto, un capitolo ciascuno. C'è anche mons. Ronald Knox, e tutti gli autori sono membri del Detection Club. Vi daremo altre notizie su questa gang molto simpatica.
Cliccate il titolo, trovate la pagina di Thriller Magazine.
Il giorno è venuto!
Cari amici,
grazie alla segnalazione di Orthodox, un nostro lettore non meglio identificato, vi comunico che la Mondadori ha pubblicato questo libro mai pubblicato in Italia del Nostro Eroe!
Dicevano (e dicono...) gli irredentisti irlandesi: Thiocfaid ar la, che significa Il giorno (della vittoria) verrà!
Sono contento che qualcuno stia ripubblicando Gilbert. Per serietà non posso dirvi altro, ma tra poco avrete delle novità, se tutto andrà per il verso giusto!
Cliccando il nostro titolo si viene rimandati al sito di Thriller Magazine che segnala la pubblicazione con una brevissima recensione. Il volume non è ancora reperibile sui canali internet, ma Orthodox ci dice di averlo visto al supermercato... quindi è vero!
Grazie a Orthodox, annunciatore di un grande ritorno!
mercoledì 24 ottobre 2007
Culle vuote, aborto ed eutanasia ci negano il futuro.
"Nessuno può arrogarsi il diritto di decidere quando una vita non merita più di essere vissuta". È il monito che arriva dalla Cei, contenuto nel Messaggio per la 30^ Giornata nazionale per la vita che si celebrerà il 3 febbraio. "Servire la vita - scandiscono i vescovi - significa non metterla a repentaglio sul posto di lavoro e sulla strada e amarla anche quando è scomoda e dolorosa, perché una vita è sempre e comunque degna in quanto tale. Ciò vale anche per chi è gravemente ammalato, per chi è anziano o a poco a poco perde lucidità e capacità fisiche".
Da Il Giornale di oggi.
Cliccando il titolo si può leggere l'articolo.
Nella foto il cardinale designato mons. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Non ho parole - 2
Stamattina è veramente un'esperienza eloquente sfogliare su internet il Corriere, che -ripeto- sapevamo più serio. Stavolta non metto il link, non voglio più fare involontariamente pubblicità a questa gente.
Hanno messo su un bell'articolo di cronaca sulla campagna pubblicitaria antidiscriminazione fatta dalla Regione Toscana pubblicando una foto dove si vede un bel bimbetto appena nato in ospedale con al polso una fascetta con su scritto "homosexual".
Credo che sia una cosa ridicola far credere al mondo che si nasca omosessuali, perché non è vero, perché anche la scienza lo nega.
Ha ragione il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè, amico e chestertoniano, che giustamente giudica il manifesto raccapricciante: «Strumentalizzare i neonati per far credere che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata — dice — è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico e sociale».
Per la cronaca anni fa avevano messo in giro una ricerca, che più falsa non si poteva, con la quale volevano dimostrare che omosessuali si nasce (e, guardate, c'è tanta gente che lo crede a forza di sentire questi discorsi di scienziati-da-bar di cui è stracolma la televisione, i magazine che non filtrano niente e pubblicano tutto in barba alla deontologia professionale giornalistica...).
L'amico Bruto Maria Bruti, tostissimo medico e psicologo, l'ha smontata pezzo per pezzo in un articolo che trovate cliccando il nostro titolo.
Sempre dell'amico Bruto trovate altre cose interessanti sull'omosessualità sempre nel sito www.alleanzacattolica.org.
Hanno messo su un bell'articolo di cronaca sulla campagna pubblicitaria antidiscriminazione fatta dalla Regione Toscana pubblicando una foto dove si vede un bel bimbetto appena nato in ospedale con al polso una fascetta con su scritto "homosexual".
Credo che sia una cosa ridicola far credere al mondo che si nasca omosessuali, perché non è vero, perché anche la scienza lo nega.
Ha ragione il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè, amico e chestertoniano, che giustamente giudica il manifesto raccapricciante: «Strumentalizzare i neonati per far credere che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata — dice — è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico e sociale».
Per la cronaca anni fa avevano messo in giro una ricerca, che più falsa non si poteva, con la quale volevano dimostrare che omosessuali si nasce (e, guardate, c'è tanta gente che lo crede a forza di sentire questi discorsi di scienziati-da-bar di cui è stracolma la televisione, i magazine che non filtrano niente e pubblicano tutto in barba alla deontologia professionale giornalistica...).
L'amico Bruto Maria Bruti, tostissimo medico e psicologo, l'ha smontata pezzo per pezzo in un articolo che trovate cliccando il nostro titolo.
Sempre dell'amico Bruto trovate altre cose interessanti sull'omosessualità sempre nel sito www.alleanzacattolica.org.
Sempre su Padre Pio, dal blog di Tornielli.
Con maggiore pacatezza e rigore giornalistico l'amico Andrea Tornielli dice le stesse cose che ho detto nel post precedente.
Cliccate il nostro titolo e si va al post in questione nel blog di Tornielli.
Sono contento che qualcuno queste cose le dica e non taccia.
Non ho parole.
L'ennesima bufala su Padre Pio.
Cliccando il titolo, si viene rimandati al sito del Corriere, che sapevamo un po' più serio ma che si sta allineando agli stereotipi dell'anticlericalismo di fine '800, in cui si parla della storia ritirata fuori da Sergio Luzzatto secondo il quale le stimmate di San Pio da Pietrelcina sarebbero state provocate con l'acido fenico.
La tesi fu sbugiardata vivente padre Pio, al quale furono "sigillate" le mani con tanto di bolli, sigilli e quant'altro.
Non mi dilungo.
Pur di vendere qualche copia in più si direbbe anche che Cristo è morto di freddo, pur essendo il padrone della legna... ma d'altronde Dan Brown ha fatto scuola a tutti come fare qualche soldo.
venerdì 19 ottobre 2007
Ancora su mons. Ronald Knox
Non ci crederete, cari amici, ma in Italia si pubblica Ronald Knox! Eccovene la prova. Un giallo, Orme sul ponte, pubblicato dall'editore Polillo. Molto interessante.
Cliccando qui troverete la pagina del sito dell'editore con un breve schizzo della trama del libro qui sopra.
Di Knox abbiamo pure trovato questa citazione che segue:
“È molto stupido che la civiltà moderna abbia smesso di credere nel diavolo, quando il diavolo è l’unica spiegazione della civiltà moderna”.
Non era stupido, la buon'anima.
giovedì 18 ottobre 2007
Ancora sul caso Englaro
Cliccando il titolo trovate un giudizio di Eugenia Roccella uscito su Il Giornale di ieri.
La Roccella paventa giustamente un altro caso Terry Schiavo.
Ringrazio il Forum delle Famiglie per il buon servizio di rassegna stampa che fa.
Leggere.
La Roccella paventa giustamente un altro caso Terry Schiavo.
Ringrazio il Forum delle Famiglie per il buon servizio di rassegna stampa che fa.
Leggere.
Non so com'è, ma lui aveva sempre ragione...
"Se c'è qualcosa di peggio dell'odierno indebolirsi dei grandi principi morali è l'odierno irrigidirsi dei piccoli principi morali".
(G. K. Chesterton, Tremendous Trifles)
Dichiarazioni sul caso Englaro.
"E' una sentenza inaccettabile. Non si possono avallare testimonianze orali di pazienti in coma. Bisogna dare le stesse garanzie che il Codice Civile assicura al testamento patrimoniale. Il coma irreversibile è una condizione impossibile da accertare. Si profila un altro caso Terry Schiavo": questa è la dichiarazione di Francesco D'Agostino, docente di Filosofia del diritto ed ex presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, cattolico, a proposito della sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro, che riapre il dibattito sul tema dell'eutanasia e -secondo me- la porta all'eutanasia stessa.
"Noi Vescovi ribadiamo la difesa della vita fino alla sua naturale conclusione, e il riconoscimento dell'idratazione indotta come diritto della persona alla vita e non come accanimento terapeutico" dice mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Metto queste dichiarazioni perché di quelle pro eutanasia sono stracolmi i giornali a caratteri cubitali, e questo fa veramente vomitare.
Invito tutti a riflettere su una circostanza: siamo arrivati al punto che bisogna che un vescovo dica agli italiani che dare acqua e cibo a una persona non è curare, ma nutrire, far vivere, e che acqua e cibo non sono medicine ma nutrimento.
Aveva ragione Chesterton quando in "Eretici" diceva che spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate, o che due più due fa quattro...
"Noi Vescovi ribadiamo la difesa della vita fino alla sua naturale conclusione, e il riconoscimento dell'idratazione indotta come diritto della persona alla vita e non come accanimento terapeutico" dice mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Metto queste dichiarazioni perché di quelle pro eutanasia sono stracolmi i giornali a caratteri cubitali, e questo fa veramente vomitare.
Invito tutti a riflettere su una circostanza: siamo arrivati al punto che bisogna che un vescovo dica agli italiani che dare acqua e cibo a una persona non è curare, ma nutrire, far vivere, e che acqua e cibo non sono medicine ma nutrimento.
Aveva ragione Chesterton quando in "Eretici" diceva che spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate, o che due più due fa quattro...
martedì 16 ottobre 2007
La storia di Eluana Englaro. Ecco un altro inconsapevole strumento della campagna pro eutanasia.
Ci sarà un nuovo processo sul caso di Eluana Englaro, la giovane in coma dal 1992 a seguito di un incidente stradale. La I Sezione civile della Corte di Cassazione, presieduta da Maria Gabriella Luccioli, e composta dal relatore Alberto Giusti, dai consiglieri Massimo Bonomo, Paolo Giuliani e Maria Rosaria San Giorgio, ha deciso che "il giudice può, su istanza del tutore, autorizzarne l’interruzione soltanto, dovendo altrimenti prevalere il diritto alla vita, in presenza di due circostanze concorrenti: a) la condizione di stato vegetativo del paziente sia apprezzata clinicamente come irreversibile, senza alcuna sia pur minima possibilità, secondo standard scientifici internazionalmente riconosciuti, di recupero della coscienza e della capacità di percezione; b) sia univocamente accertato, sulla base di elementi tratti dal vissuto del paziente, dalla sua personalità e dai suoi convincimenti etici, religiosi, culturali e filosofici che ne orientavano i comportamenti e le decisioni che questi, se cosciente, non avrebbe prestato il suo consenso alla continuazione del trattamento".
I giudici hanno infatti annullato con rinvio il decreto con cui la Corte d’appello di Milano, nel dicembre 2006, aveva respinto la richiesta del padre di Eluana di interrompere l’alimentazione artificiale che tiene in vita la ragazza. Il provvedimento dei giudici milanesi, per la Cassazione "ha omesso di ricostruire la presunta volontà" della paziente, nonchè "di dare rilievo ai desideri da lei precedentemente espressi, alla sua personalità, al suo stile di vita e ai suoi più intimi convincimenti".
Il giudice, si legge nella sentenza, può autorizzare il distacco della spina di un apparecchio che tiene in vita un paziente in coma quando "tale istanza sia realmente espressiva, in base a elementi di prova chiari, concordanti e convincenti, della voce del rappresentato, tratta dalla sua personalità, dal suo stile di vita e dai suoi convincimenti, corrispondendo al suo modo di concepire, prima di cadere in stato di incoscienza, l’idea stessa di dignità della persona", e quando "la condizione di stato vegetativo sia, in base a un rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile e non vi sia alcun fondamento medico, secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello internazionale, che lasci supporre che la persona abbia la benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno a una percezione del mondo esterno".
L’avvocato Vittorio Angiolini, difensore della famiglia di Eluana, non esclude che l’accoglimento del ricorso possa in futuro aprire nuovi spiragli per arrivare al distacco del sondino che tiene ancora in vita Eluana. "Tuttavia - avverte il legale - bisogna vedere se questo principio nuovo possa essere applicato anche al caso di Eluana. La mia sensazione è che i presupposti ci siano tutti, anche alla luce di quello che sosteneva la Corte d’appello che riteneva che nel caso in cui bisogna salvare una vita non si deve accertare altro. Ebbene, su questo punto la Cassazione smentisce i colleghi di merito".
Non esistono "criteri precisi per accertare con sicurezza quando si è in presenza di uno stato vegetativo irreversibile". Lo afferma Vincenzo Carpino, presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi).
"Noi vescovi ribadiamo la difesa della vita fino alla sua naturale conclusione e il riconoscimento dell’idratazione indotta come diritto della persona alla vita e non come accanimento terapeutico". Così il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori, ha risposto a chi gli chiedeva come la Chiesa valuti il caso di Eluana Englaro, la ragazza di Lecco in coma da tredici anni dopo un incidente stradale, sul cui caso si è espressa oggi la Cassazione disponendo un nuovo processo. "Non vorrei entrare nel caso specifico - ha commentato mons. Betori - ma noi vescovi ribadiamo la difesa della vita sempre".
"Non staccate il sondino nasogastrico" che tiene in vita in stato neurovegetativo irreversibile Eluana Englaro, la ragazza di Lecco che da 15 anni, 9 mesi e 16 giorni e' in coma dopo un incidente stradale. Questo tipo di trattamento infatti, "non rientra nei casi di accanimento terapeutico". Ecco perche' il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giacomo Caliendo, ha chiesto ai giudici della prima sezione civile di rigettare il ricorso presentato dal papa' di Eluana contro il decreto della Corte d'appello di Milano del dicembre del 2006.
In sostanza il pg, nel chiedere il rigetto del ricorso, ha sottolineato che dal momento che "la vita e' un valore supremo tutelato dalla Costituzione, la decisione di come vivere o di come morire va lasciato al diretto interessato e non puo' essere gestito da altri". Anche se, ha affermato la pubblica accusa della Cassazione, "il trattamento cui e' sottoposta Eluana e' invasivo, non c'e' il consenso della ragazza", e quindi nessun altro puo' arrogarsi il diritto di decidere di staccare il sondino che ancora la tiene in vita.
Il sostituto procuratore generale Caliendo ha rilevato che "il trattamento al quale e' sottoposta Eluana è difficile qualificarlo come trattamento sanitario, in quanto si tratta soltanto della somministrazione del nutrimento".
"Chiedo il rigetto del ricorso avanzato dal padre e dalla curatrice della ragazza - ha proseguito Caliendo - perche' il nostro ordinamento tutela piu' di ogni altra cosa, il valore supremo rappresentato dal bene della vita, ancor piu' del valore della dignita' umana: la decisione se vivere e morire e come vivere e morire, deve essere lasciata alle persone direttamente interessate e non ad altri". Il pg ha ricordato che nulla si sa della volontà di Eluana a proposito del trattamento di alimentazione artificiale al quale è sottoposta, "che è certamente invasivo, ma non può essere considerato un trattamento terapeutico in senso stretto". In poche parole, ad avviso del rappresentante della Procura del Palazzaccio, le testimonianze rese dinanzi alla Corte d'Appello di Milano dalle amiche di Eluana sulla volontà della ragazza di non continuare a vivere nelle sue condizioni, non sono "né rilevanti né attuali in quanto non riguardano il consenso di Eluana all'alimentazione col sondino". A margine della sua requisitoria, Caliendo si e' poi lasciato andare ad alcune considerazioni, ad esempio - si e' domandato problematicamente - "Se venisse staccato il sondino, la ragazza sarebbe lasciata morire tra dolori atroci, a meno che non le fossero somministrate delle medicine, ma allora ci sarebbe forse un nuovo accanimento".
Il problema vero è che qui si sta costruendo mediaticamente una cultura che porti ad un consenso diffuso sull'argomento del testamento biologico (il cavallo di Troia dell'eutanasia) e poi sull'eutanasia stessa.
Questa è la sola granitica certezza di fronte a tutto questo. Avvoltoi di vario genere (non parlo ovviamente dei genitori e congiunti di questa povera ragazza, sconvolti dal dolore di una vita che essi giudicano non-vita, -dico tranquillamente- sbagliando) girano intorno a questa poveretta per farne strame nel peggiore dei modi.
I giudici hanno infatti annullato con rinvio il decreto con cui la Corte d’appello di Milano, nel dicembre 2006, aveva respinto la richiesta del padre di Eluana di interrompere l’alimentazione artificiale che tiene in vita la ragazza. Il provvedimento dei giudici milanesi, per la Cassazione "ha omesso di ricostruire la presunta volontà" della paziente, nonchè "di dare rilievo ai desideri da lei precedentemente espressi, alla sua personalità, al suo stile di vita e ai suoi più intimi convincimenti".
Il giudice, si legge nella sentenza, può autorizzare il distacco della spina di un apparecchio che tiene in vita un paziente in coma quando "tale istanza sia realmente espressiva, in base a elementi di prova chiari, concordanti e convincenti, della voce del rappresentato, tratta dalla sua personalità, dal suo stile di vita e dai suoi convincimenti, corrispondendo al suo modo di concepire, prima di cadere in stato di incoscienza, l’idea stessa di dignità della persona", e quando "la condizione di stato vegetativo sia, in base a un rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile e non vi sia alcun fondamento medico, secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello internazionale, che lasci supporre che la persona abbia la benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno a una percezione del mondo esterno".
L’avvocato Vittorio Angiolini, difensore della famiglia di Eluana, non esclude che l’accoglimento del ricorso possa in futuro aprire nuovi spiragli per arrivare al distacco del sondino che tiene ancora in vita Eluana. "Tuttavia - avverte il legale - bisogna vedere se questo principio nuovo possa essere applicato anche al caso di Eluana. La mia sensazione è che i presupposti ci siano tutti, anche alla luce di quello che sosteneva la Corte d’appello che riteneva che nel caso in cui bisogna salvare una vita non si deve accertare altro. Ebbene, su questo punto la Cassazione smentisce i colleghi di merito".
Non esistono "criteri precisi per accertare con sicurezza quando si è in presenza di uno stato vegetativo irreversibile". Lo afferma Vincenzo Carpino, presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi).
"Noi vescovi ribadiamo la difesa della vita fino alla sua naturale conclusione e il riconoscimento dell’idratazione indotta come diritto della persona alla vita e non come accanimento terapeutico". Così il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori, ha risposto a chi gli chiedeva come la Chiesa valuti il caso di Eluana Englaro, la ragazza di Lecco in coma da tredici anni dopo un incidente stradale, sul cui caso si è espressa oggi la Cassazione disponendo un nuovo processo. "Non vorrei entrare nel caso specifico - ha commentato mons. Betori - ma noi vescovi ribadiamo la difesa della vita sempre".
"Non staccate il sondino nasogastrico" che tiene in vita in stato neurovegetativo irreversibile Eluana Englaro, la ragazza di Lecco che da 15 anni, 9 mesi e 16 giorni e' in coma dopo un incidente stradale. Questo tipo di trattamento infatti, "non rientra nei casi di accanimento terapeutico". Ecco perche' il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giacomo Caliendo, ha chiesto ai giudici della prima sezione civile di rigettare il ricorso presentato dal papa' di Eluana contro il decreto della Corte d'appello di Milano del dicembre del 2006.
In sostanza il pg, nel chiedere il rigetto del ricorso, ha sottolineato che dal momento che "la vita e' un valore supremo tutelato dalla Costituzione, la decisione di come vivere o di come morire va lasciato al diretto interessato e non puo' essere gestito da altri". Anche se, ha affermato la pubblica accusa della Cassazione, "il trattamento cui e' sottoposta Eluana e' invasivo, non c'e' il consenso della ragazza", e quindi nessun altro puo' arrogarsi il diritto di decidere di staccare il sondino che ancora la tiene in vita.
Il sostituto procuratore generale Caliendo ha rilevato che "il trattamento al quale e' sottoposta Eluana è difficile qualificarlo come trattamento sanitario, in quanto si tratta soltanto della somministrazione del nutrimento".
"Chiedo il rigetto del ricorso avanzato dal padre e dalla curatrice della ragazza - ha proseguito Caliendo - perche' il nostro ordinamento tutela piu' di ogni altra cosa, il valore supremo rappresentato dal bene della vita, ancor piu' del valore della dignita' umana: la decisione se vivere e morire e come vivere e morire, deve essere lasciata alle persone direttamente interessate e non ad altri". Il pg ha ricordato che nulla si sa della volontà di Eluana a proposito del trattamento di alimentazione artificiale al quale è sottoposta, "che è certamente invasivo, ma non può essere considerato un trattamento terapeutico in senso stretto". In poche parole, ad avviso del rappresentante della Procura del Palazzaccio, le testimonianze rese dinanzi alla Corte d'Appello di Milano dalle amiche di Eluana sulla volontà della ragazza di non continuare a vivere nelle sue condizioni, non sono "né rilevanti né attuali in quanto non riguardano il consenso di Eluana all'alimentazione col sondino". A margine della sua requisitoria, Caliendo si e' poi lasciato andare ad alcune considerazioni, ad esempio - si e' domandato problematicamente - "Se venisse staccato il sondino, la ragazza sarebbe lasciata morire tra dolori atroci, a meno che non le fossero somministrate delle medicine, ma allora ci sarebbe forse un nuovo accanimento".
Il problema vero è che qui si sta costruendo mediaticamente una cultura che porti ad un consenso diffuso sull'argomento del testamento biologico (il cavallo di Troia dell'eutanasia) e poi sull'eutanasia stessa.
Questa è la sola granitica certezza di fronte a tutto questo. Avvoltoi di vario genere (non parlo ovviamente dei genitori e congiunti di questa povera ragazza, sconvolti dal dolore di una vita che essi giudicano non-vita, -dico tranquillamente- sbagliando) girano intorno a questa poveretta per farne strame nel peggiore dei modi.
lunedì 15 ottobre 2007
L’UNICEF FINANZIA UNA CAMPAGNA GLOBALE PER L’ABORTO SICURO
La denominazione è paradossalmente “agisci ora per le donne e i bambini”
Leggiamo su 32, il bollettino del Movimento per la Vita, questa folle notizia.
"Una nuova iniziativa globale, che include un invito a legalizzare l’aborto, è stata lanciata a New da diverse agenzie dell’Onu e Ong. Tra i patrocinatori dell’iniziativa – denominata paradossalmente Deliver now for women and children (Agisci ora per donne e bambini) – c’è anche il Fondo delle Nazioni Unite per i bambini (Unicef), che ufficialmente continua a negare ogni proprio sostegno all’aborto sotto qualsiasi forma esso sia.
Presentata come una campagna facente parte dei Millennium development goals (gli Obiettivi del Millennio decisi dall’Onu nel 2000) per sensibilizzare sulla salute delle donne e dei bambini, il programma di “Deliver Now” prevede tra l’altro un invito all’ “aborto sicuro”, che è sinonimo di aborto legale. La campagna è coordinata dalla Partnership for maternal, newborn & child health, diretta da Kul Gautam, vice direttore esecutivo dell’Unicef e assistente del Segretario generale dell’Onu, e i cui membri comprendono tra gli altri: la Fondazione Bill & Melinda Gates, la International planned parenthood federation (IPPF), le agenzie per lo sviluppo di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Bangladesh, nonché OMS e UNFPA.
Il sito web di Deliver Now presenta questa durissimo slogan: “Oltre 10milioni di morti l’anno. Troppe per poterle ignorare”. Questa enorme cifra è la sintesi di due dati: il numero di donne morte per cause legate alla maternità, una cifra (altamente sospetta) che diverse agenzie dell’Onu fissano a 500mila e il numero di bambini morti ogni anno per qualsiasi causa, all’incirca 10 milioni. Insomma per evitare i 10 milioni di bambini morti dopo la nascita se ne programma la morte di centinaia di milioni prima della nascita".
Leggiamo su 32, il bollettino del Movimento per la Vita, questa folle notizia.
"Una nuova iniziativa globale, che include un invito a legalizzare l’aborto, è stata lanciata a New da diverse agenzie dell’Onu e Ong. Tra i patrocinatori dell’iniziativa – denominata paradossalmente Deliver now for women and children (Agisci ora per donne e bambini) – c’è anche il Fondo delle Nazioni Unite per i bambini (Unicef), che ufficialmente continua a negare ogni proprio sostegno all’aborto sotto qualsiasi forma esso sia.
Presentata come una campagna facente parte dei Millennium development goals (gli Obiettivi del Millennio decisi dall’Onu nel 2000) per sensibilizzare sulla salute delle donne e dei bambini, il programma di “Deliver Now” prevede tra l’altro un invito all’ “aborto sicuro”, che è sinonimo di aborto legale. La campagna è coordinata dalla Partnership for maternal, newborn & child health, diretta da Kul Gautam, vice direttore esecutivo dell’Unicef e assistente del Segretario generale dell’Onu, e i cui membri comprendono tra gli altri: la Fondazione Bill & Melinda Gates, la International planned parenthood federation (IPPF), le agenzie per lo sviluppo di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Bangladesh, nonché OMS e UNFPA.
Il sito web di Deliver Now presenta questa durissimo slogan: “Oltre 10milioni di morti l’anno. Troppe per poterle ignorare”. Questa enorme cifra è la sintesi di due dati: il numero di donne morte per cause legate alla maternità, una cifra (altamente sospetta) che diverse agenzie dell’Onu fissano a 500mila e il numero di bambini morti ogni anno per qualsiasi causa, all’incirca 10 milioni. Insomma per evitare i 10 milioni di bambini morti dopo la nascita se ne programma la morte di centinaia di milioni prima della nascita".
Ad Ancona si parlerà di Chesterton, Guareschi e altri.
Il Centro studi Oriente Occidente di Ancona organizza dal 17 al 25 ottobre 2007 una serie di conversazioni dal titolo: “XX secolo: Incontri per capire – Perché non tutto è permesso”.
I vari appuntamenti si terranno nella Sala del Rettorato dell’Università di Ancona.
Ci permettiamo di segnalare in particolare il 24 ottobre alle 16.30 l'amico Alessandro Gnocchi, saggista e scrittore, che parlerà di “Dio e Guareschi” e, insieme a Mario Palmaro, saggista, scrittore, di “Laicità e laicismo: istruzioni ai cattolici ‘infanti’ per sopravvivere nella confusione regnante fra i credenti del XX secolo”.
L’ultimo appuntamento sarà il 25 ottobre alle 16.30 con il giornalista e saggista Marco Respinti e Claudio Siniscalchi, giornalista, critico cinematografico, saggista, che parleranno di “Benson, Chesterton e Lewis: sorpresi dalla gioia” mentre Siniscalchi interverrà su “Il Dio di Hollywood e la New Age cinematografica”.
venerdì 12 ottobre 2007
Chesterton è attuale - 13
Nel sito di Repubblica oggi compare la recensione di alcuni libri, a firma di Dario Olivero.
Di uno si dice quel che segue:
“Disse G. K. Chesterton: "I poeti non impazziscono, i giocatori di scacchi sì". Partiamo da qui per affrontare questo esperimento sociale creato da Michael Chabon nel suo Il sindacato dei poliziotti Yiddish (tr. it. M. Colombo, Rizzoli, 19 euro). Il protagonista è un agente di polizia che ha un problema con gli scacchi come suo padre prima di lui“.
Grande Gilbert.
Di uno si dice quel che segue:
“Disse G. K. Chesterton: "I poeti non impazziscono, i giocatori di scacchi sì". Partiamo da qui per affrontare questo esperimento sociale creato da Michael Chabon nel suo Il sindacato dei poliziotti Yiddish (tr. it. M. Colombo, Rizzoli, 19 euro). Il protagonista è un agente di polizia che ha un problema con gli scacchi come suo padre prima di lui“.
Grande Gilbert.
I Martiri Spagnoli beatificati. Vedremo se se ne potrà parlare.
Domenica 28 Ottobre 2007 alle ore 10.00 in Piazza San Pietro Papa Benedetto XVI beatificherà 498 Martiri della Guerra di Spagna del 1936-1939.
Vedremo se se ne potrà parlare o se si dovrà ripetere la solita vulgata manichea e finta secondo la quale i compagni erano tutti buoni e bravi (salvo fare una carneficina di cattolici, in particolare di vescovi, preti e monache) e i franchisti tutti sporchi e bastardi. Basti tra tutti questo motto, pronunciato da un insospettabile: "Nessuno che abbia insieme buona fede e buone informazioni può negare gli orrori di quella persecuzione: per anni bastò il solo fatto di essere cattolico per meritare la pena di morte, inflitta spesso nei modi più atroci" (Salvador De Madariaga, che pur parteggiava per i rebubblicani).
Sta di fatto che il Papa beatificherà 498 persone che sono state uccise in odium fidei, cioè in odio alla fede, la Fede, quella cattolica. Ci metterà davanti 498 esempi da seguire e amici da invocare, qualora non bastassero quelli che già abbiamo.
Va detto per precisione ed esaustività che non sono i primi martiri di quella guerra che vengono beatificati. Con questi nuovi beati si avvicinano già ai mille (per l’esattezza 977, tra cui 11 santi). E che questa è la beatificazione più massiccia della storia della Chiesa: quattrocentonovantotto in un solo colpo. Padre Juan Antonio Martínez Camino, Segretario generale della Conferenza Episcopale Spagnola, ha spiegato a Zenit che “una beatificazione così numerosa non è stata preparata per coltivare alcuna megalomania. La cerimonia e la festa saranno grandi perché grande è la pagina della storia della Chiesa in Spagna che in esse si riflette”.“La persecuzione religiosa degli anni Trenta del XX secolo ha caratteristiche proprie in Spagna, ma non è un caso isolato né originale spagnolo. Si inserisce nella grande persecuzione subita dai cristiani di tutte le confessioni nel XX secolo nel mondo e, in particolare, in Europa”, ha chiarito.
“La Chiesa non cerca colpevoli quando beatifica i suoi martiri" -ha continuato padre Martìnez Camino- "Cerca solo la gloria di Dio e il bene degli uomini. Cerca di promuovere la causa di Gesù Cristo, che è la causa dell’essere umano”.
Va bene così. Il Papa non si pone il problema se questo è politicamente corretto. Non dovremmo porcelo neppure noi.
Per la cronaca: volevo mettere una foto degli eccidi di cattolici che vennero fatti in quell'epoca ad opera dei repubblicani, ma internet è talmente politicamente corretto che non se ne trova una...
Vedremo se se ne potrà parlare o se si dovrà ripetere la solita vulgata manichea e finta secondo la quale i compagni erano tutti buoni e bravi (salvo fare una carneficina di cattolici, in particolare di vescovi, preti e monache) e i franchisti tutti sporchi e bastardi. Basti tra tutti questo motto, pronunciato da un insospettabile: "Nessuno che abbia insieme buona fede e buone informazioni può negare gli orrori di quella persecuzione: per anni bastò il solo fatto di essere cattolico per meritare la pena di morte, inflitta spesso nei modi più atroci" (Salvador De Madariaga, che pur parteggiava per i rebubblicani).
Sta di fatto che il Papa beatificherà 498 persone che sono state uccise in odium fidei, cioè in odio alla fede, la Fede, quella cattolica. Ci metterà davanti 498 esempi da seguire e amici da invocare, qualora non bastassero quelli che già abbiamo.
Va detto per precisione ed esaustività che non sono i primi martiri di quella guerra che vengono beatificati. Con questi nuovi beati si avvicinano già ai mille (per l’esattezza 977, tra cui 11 santi). E che questa è la beatificazione più massiccia della storia della Chiesa: quattrocentonovantotto in un solo colpo. Padre Juan Antonio Martínez Camino, Segretario generale della Conferenza Episcopale Spagnola, ha spiegato a Zenit che “una beatificazione così numerosa non è stata preparata per coltivare alcuna megalomania. La cerimonia e la festa saranno grandi perché grande è la pagina della storia della Chiesa in Spagna che in esse si riflette”.“La persecuzione religiosa degli anni Trenta del XX secolo ha caratteristiche proprie in Spagna, ma non è un caso isolato né originale spagnolo. Si inserisce nella grande persecuzione subita dai cristiani di tutte le confessioni nel XX secolo nel mondo e, in particolare, in Europa”, ha chiarito.
“La Chiesa non cerca colpevoli quando beatifica i suoi martiri" -ha continuato padre Martìnez Camino- "Cerca solo la gloria di Dio e il bene degli uomini. Cerca di promuovere la causa di Gesù Cristo, che è la causa dell’essere umano”.
Va bene così. Il Papa non si pone il problema se questo è politicamente corretto. Non dovremmo porcelo neppure noi.
Per la cronaca: volevo mettere una foto degli eccidi di cattolici che vennero fatti in quell'epoca ad opera dei repubblicani, ma internet è talmente politicamente corretto che non se ne trova una...
giovedì 11 ottobre 2007
Chesterton è attuale - 12
Sfuggito inspiegabilmente ai nostri chesterton-hounds, cani dai sottilissimi sensi che colgono odore, sapore, riflessi, ciccia e rumore di chestertonismo, vi segnaliamo questo bell'articolo uscito su Tempi dello scorso 30 agosto 2007.
Berlicche parla dei "dubbi" di Madre Teresa e usa anzi bestemmia Chesterton, ma guardate come...
Mio caro Malacoda, ho apprezzato l'entusiasmo con cui ti sei buttato sulle lettere di Madre Teresa di Calcutta in cui confessava la sua "notte oscura", consigliando giornalisti a destra e a manca per un adeguato sfruttamento delle medesime ai fini della nostra causa. Ma ti devo correggere. Primo perché l'entusiasmo non è sentimento che un diavolo possa permettersi (è cosa che ha a che fare con il calore per Dio, mentre noi dobbiamo mantenerci freddi), secondo perché l'argomento della "notte oscura" è per noi controproducente. Perché tu lo capisca ti invito a leggere questa pagina di quel maledetto convertito inglese che ci ha procurato tanti problemi, Chesterton.
Il seguito lo trovate cliccando il titolo dell'articolo.
Bello. Grazie a... "Berlicche". Chesterton è sempre più attuale.
Torniamo a pubblicare Chesterton, editori svegli e intelligenti!
Berlicche parla dei "dubbi" di Madre Teresa e usa anzi bestemmia Chesterton, ma guardate come...
Mio caro Malacoda, ho apprezzato l'entusiasmo con cui ti sei buttato sulle lettere di Madre Teresa di Calcutta in cui confessava la sua "notte oscura", consigliando giornalisti a destra e a manca per un adeguato sfruttamento delle medesime ai fini della nostra causa. Ma ti devo correggere. Primo perché l'entusiasmo non è sentimento che un diavolo possa permettersi (è cosa che ha a che fare con il calore per Dio, mentre noi dobbiamo mantenerci freddi), secondo perché l'argomento della "notte oscura" è per noi controproducente. Perché tu lo capisca ti invito a leggere questa pagina di quel maledetto convertito inglese che ci ha procurato tanti problemi, Chesterton.
Il seguito lo trovate cliccando il titolo dell'articolo.
Bello. Grazie a... "Berlicche". Chesterton è sempre più attuale.
Torniamo a pubblicare Chesterton, editori svegli e intelligenti!
Mons. Ronald Knox, Il giallista anglicano che si innamorò della Messa in latino.
Figlio di un vescovo della Chiesa inglese e nipote di altri due, si fece prete cattolico per difendere il cristianesimo dalla deriva progressista. A cinquant'anni dalla morte, un bel ritratto di monsignor Ronald Knox, un uomo legato a doppio anzi a triplo filo al nostro carissimo Gilbert.
Lo firma il caro amico Bobo Persico, inossidabile chestertoniano, dalle colonne del settimanale Tempi.
Voglio ringraziare pubblicamente il caro Bobo, perché, come pure altri amici, ci regala occasioni per conoscere meglio gli uomini che hanno resa nota con particolare forza la ragionevolezza del cristianesimo.
Lo leggerete con grande profitto.
L'articolo si trova qui, o comunque nel sito di Tempi, www.tempi.it.
Devo pure segnalare che esiste la Ronald Knox Society, e questo è il suo sito:
www.ronaldknoxsociety.com.
mercoledì 10 ottobre 2007
Saranno beatificati a Nagasaki i 188 martiri cattolici.
La storia poco nota ma eroicissima dei martiri cattolici di Nagasaki. Finalmente la beatificazione. La notizia dall'agenzia Zenit.
TOKYO/ROMA, martedì, 9 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Si terrà a Nagasaki, il 24 novembre prossimo, la beatificazione dei 188 martiri giapponesi uccisi nella prima metà del XVII secolo a causa della loro fede cattolica. Lo ha annunciato il Segretario generale della Conferenza episcopale giapponese, padre Manyo Maeda, che ha letto la lettera inviata dalla Santa Sede al Presidente dell'espicopato e Vescovo di Tokyo, monsignor Takeo Okada, secondo quanto riferito dall'agenzia “AsiaNews.it”. Alla cerimonia prenderà parte il Cardinale José Saraiva Martins, C.F.M., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come inviato speciale di Benedetto XVI. Secondo padre Isao Hashimoto, Cancelliere della diocesi di Nagasaki, oltre 20.000 fedeli hanno già dichiarato di voler intervenire alla messa di beatificazione. In una lettera ai cattolici giapponesi – riporta “AsiaNews.it” –, monsignor Okada ha annunciato “con grande gioia” la decisione vaticana, ed ha aggiunto: “Spero che tutti noi riusciremo a tenere nel cuore il significato di questa decisione, ed il tesoro rappresentato dalla fede che i nostri predecessori ci hanno lasciato, anche con il sangue”. Fra i 188 martiri giapponese uccisi tra il 1603 e il 1639, a causa della loro fede, vi sono sacerdoti, religiose e laici; la causa è nota come “beatificazione di padre Kibe e dei suoi 187 compagni”. Il padre gesuita Pietro Kibe Kasui nasce nel 1587, nell'anno in cui Toyotomi Hideyoshi, allora al Governo, emette un editto che ingiungeva ai missionari stranieri di lasciare il Paese, da poco uscito da un lungo periodo di guerre intestine. A cinque anni entra nel seminario di Nagasaki, dove gli studenti a convitto venivano preparati ad assimilare il latino, a compiere studi umanistici e di letteratura giapponese. Lì rimane per sei anni. Intanto, nel febbraio 1614 la comunità cattolica viene messa a dura prova dai provvedimenti anticristiani del governo Togukawa, che portano alla chiusura di tutte le chiese del Paese, e al raggruppamento di tutti i missionari, stranieri e locali, a Nagasaki. Nel novembre 1614 laici cristiani e autorevoli esponenti della società sono costretti ad andare in esilio. Così fa anche padre Kibe che si ferma dapprima al seminario di Macao e poi si dirige a Roma, all'inizio del 1618. Viene ordinato sacerdote il 15 novembre 1620 e, dopo aver completato il noviziato a Lisbona, pronuncia i primi voti da gesuita il 6 giugno 1622. Tornato in Giappone per esercitare il suo ministero fra i cattolici perseguitati, nel 1639 viene catturato a Sendai insieme ad altri due sacerdoti. Interrogato e torturato per dieci giorni di fila, dopo essersi rifiutato di abiurare, sarà martirizzato nel luglio 1639.
TOKYO/ROMA, martedì, 9 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Si terrà a Nagasaki, il 24 novembre prossimo, la beatificazione dei 188 martiri giapponesi uccisi nella prima metà del XVII secolo a causa della loro fede cattolica. Lo ha annunciato il Segretario generale della Conferenza episcopale giapponese, padre Manyo Maeda, che ha letto la lettera inviata dalla Santa Sede al Presidente dell'espicopato e Vescovo di Tokyo, monsignor Takeo Okada, secondo quanto riferito dall'agenzia “AsiaNews.it”. Alla cerimonia prenderà parte il Cardinale José Saraiva Martins, C.F.M., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come inviato speciale di Benedetto XVI. Secondo padre Isao Hashimoto, Cancelliere della diocesi di Nagasaki, oltre 20.000 fedeli hanno già dichiarato di voler intervenire alla messa di beatificazione. In una lettera ai cattolici giapponesi – riporta “AsiaNews.it” –, monsignor Okada ha annunciato “con grande gioia” la decisione vaticana, ed ha aggiunto: “Spero che tutti noi riusciremo a tenere nel cuore il significato di questa decisione, ed il tesoro rappresentato dalla fede che i nostri predecessori ci hanno lasciato, anche con il sangue”. Fra i 188 martiri giapponese uccisi tra il 1603 e il 1639, a causa della loro fede, vi sono sacerdoti, religiose e laici; la causa è nota come “beatificazione di padre Kibe e dei suoi 187 compagni”. Il padre gesuita Pietro Kibe Kasui nasce nel 1587, nell'anno in cui Toyotomi Hideyoshi, allora al Governo, emette un editto che ingiungeva ai missionari stranieri di lasciare il Paese, da poco uscito da un lungo periodo di guerre intestine. A cinque anni entra nel seminario di Nagasaki, dove gli studenti a convitto venivano preparati ad assimilare il latino, a compiere studi umanistici e di letteratura giapponese. Lì rimane per sei anni. Intanto, nel febbraio 1614 la comunità cattolica viene messa a dura prova dai provvedimenti anticristiani del governo Togukawa, che portano alla chiusura di tutte le chiese del Paese, e al raggruppamento di tutti i missionari, stranieri e locali, a Nagasaki. Nel novembre 1614 laici cristiani e autorevoli esponenti della società sono costretti ad andare in esilio. Così fa anche padre Kibe che si ferma dapprima al seminario di Macao e poi si dirige a Roma, all'inizio del 1618. Viene ordinato sacerdote il 15 novembre 1620 e, dopo aver completato il noviziato a Lisbona, pronuncia i primi voti da gesuita il 6 giugno 1622. Tornato in Giappone per esercitare il suo ministero fra i cattolici perseguitati, nel 1639 viene catturato a Sendai insieme ad altri due sacerdoti. Interrogato e torturato per dieci giorni di fila, dopo essersi rifiutato di abiurare, sarà martirizzato nel luglio 1639.
San Colombano, un santo per l'Europa.
E' uscito in questi giorni in libreria il nuovo volume dell'amico Paolo Gulisano, autore di diversi volumi sulla storia del Cristianesimo, dal titolo “Colombano un santo per l’Europa” (Ancora, 186 pagine, 15 Euro).
Sul retro di copertina campeggia una frase di Robert Schuman, uno dei padri dell’unità europea: “San Colombano è il santo patrono di coloro che si prodigano per la causa dell'Europa unita”.
Lo scorso anno la Conferenza Episcopale d’Irlanda, terra di origine di san Colombano, portò all’attenzione del Santo Padre la proposta di proclamare san Colombano Copatrono d’Europa e Protettore di coloro che si impegnano alla costruzione dell’unità europea.
Cliccando il titolo troverete l'intervista rilasciata dall'amico Paolo Gulisano all'Agenzia Zenit.
Sul retro di copertina campeggia una frase di Robert Schuman, uno dei padri dell’unità europea: “San Colombano è il santo patrono di coloro che si prodigano per la causa dell'Europa unita”.
Lo scorso anno la Conferenza Episcopale d’Irlanda, terra di origine di san Colombano, portò all’attenzione del Santo Padre la proposta di proclamare san Colombano Copatrono d’Europa e Protettore di coloro che si impegnano alla costruzione dell’unità europea.
Cliccando il titolo troverete l'intervista rilasciata dall'amico Paolo Gulisano all'Agenzia Zenit.
martedì 9 ottobre 2007
La congiura anticattolica... a Lecco.
Segnaliamo agli amici lombardi e limitrofi (ma anche ai siculi, mica c'è la dogana...) l'incontro organizzato da Identità Europea dal titolo:
LA CONGIURA ANTI-CATTOLICA: UN’EMERGENZA CULTURALE
cui interverranno:
l'on. Luca Volontè, saggista, presidente dei deputati dell'UDC
il dott. Paolo Gulisano, medico e scrittore.
il dott. Paolo Gulisano, medico e scrittore.
Introdurrà il dott. Mauro Invernizzi, Assessore alla cultura Comune di Lecco
L'incontro si terrà
VENERDI’ 12 OTTOBRE ORE 20,45 PRESSO SALA UNIONE COMMERCIANTI
P.zza GARIBALDI, 4
LECCO
LECCO
venerdì 5 ottobre 2007
Il compito dei vescovi, la fede dei semplici
Dal blog del giornalista Andrea Tornielli, un post sulla catechesi del Papa di mercoledì. Una interessante riflessione sul ruolo dei Vescovi, un monito importante.
"Ieri il Papa ha tenuto una bella catechesi all’udienza del mercoledì, parlando di Cirillo d’Alessandria e della sua controversia con Nestorio. Oggi (giovedì 4 Ottobre 2007, ndr) sul Giornale la sintetizzo in un articolo. In una lettera a Nestorio, ha spiegato il Papa, Cirillo fa «una chiara affermazione del dovere dei pastori di preservare la fede del Popolo di Dio. Questo era il suo criterio, valido peraltro anche oggi: la fede del Popolo di Dio è espressione della tradizione, è garanzia della sana dottrina». Parole che il Papa attualizza e che ha fatto sue da molti anni. Da arcivescovo di Monaco, all’inizio degli anni Ottanta, aveva infatti affermato che il «compito democratico» del magistero era quello di salvaguardare «la fede dei semplici». Ratzinger ha quindi citato un brano di Cirillo: «Bisogna esporre al popolo l’insegnamento e l’interpretazione della fede nel modo più irreprensibile e ricordare che chi scandalizza anche uno solo dei piccoli che credono in Cristo subirà un castigo intollerabile». Non credete siano parole quanto mai attuali?".
"Ieri il Papa ha tenuto una bella catechesi all’udienza del mercoledì, parlando di Cirillo d’Alessandria e della sua controversia con Nestorio. Oggi (giovedì 4 Ottobre 2007, ndr) sul Giornale la sintetizzo in un articolo. In una lettera a Nestorio, ha spiegato il Papa, Cirillo fa «una chiara affermazione del dovere dei pastori di preservare la fede del Popolo di Dio. Questo era il suo criterio, valido peraltro anche oggi: la fede del Popolo di Dio è espressione della tradizione, è garanzia della sana dottrina». Parole che il Papa attualizza e che ha fatto sue da molti anni. Da arcivescovo di Monaco, all’inizio degli anni Ottanta, aveva infatti affermato che il «compito democratico» del magistero era quello di salvaguardare «la fede dei semplici». Ratzinger ha quindi citato un brano di Cirillo: «Bisogna esporre al popolo l’insegnamento e l’interpretazione della fede nel modo più irreprensibile e ricordare che chi scandalizza anche uno solo dei piccoli che credono in Cristo subirà un castigo intollerabile». Non credete siano parole quanto mai attuali?".
mercoledì 3 ottobre 2007
Elogio del maestro. Meno male!
Da un vecchio numero del settimanale Tempi (anno 2001) questo bell'articolo.
Leggetelo subito!
Elogio del maestro
Se avete a che fare con adolescenti, sicuramente vi sarà di aiuto leggere il capitolo III della “Autobiografia” di G. K. Chesterton.
di Tempi
Se avete a che fare con adolescenti, sicuramente vi sarà di aiuto leggere il capitolo III della “Autobiografia” di G. K. Chesterton. “Su tutto ciò che fu già il fanciullo cresce una specie di protezione spinosa, simile ai capelli, una callosità, una noncuranza, una curiosa combinazione di energia senza scopo e senza direzione e di prontezza ad accettare le convenzioni… la convenzione cioè che ciascuno di noi bastava a se stesso”. Continua G. K.: “i ragazzi tendono tutti a tre cose: ad andare in giro in tre, a non avere assolutamente scopo alcuno nell’andare in giro e, quasi senza eccezione, ad assalirsi improvvisamente e a cessar dall’attacco con la stessa subitaneità”. Ora, se noi abbiamo trovato lo scopo del nostro andare in giro, come aiuteremo i nostri figli a fare altrettanto? Anche per Chesterton è stato quello che è e sarà per tutti noi e i nostri ragazzi. “I maestri erano interessantissimi. Il mio debito personale è infinito verso uno di loro. Egli riuscì, Dio sa come, a penetrare nel mio desiderio profondo e disperatamente saldo di sembrare stupido, ed a scoprire il segreto orribile che io, dopotutto, ero dotato del dono della ragione al di sopra dei bruti”.
Pezzotta e Roccella scrivono a Prodi su famiglie e Finanziaria - 2
Pezzotta e Roccella scrivono a Prodi su famiglie e Finanziaria.
"Natalità, emergenza dimenticata" titola l'Avvenire di oggi 3 Ottobre 2007.
E' la lettera scritta da Savino Pezzotta e Eugenia Roccella, portavoce del Family Day dello scorso 12 Maggio 2007, al presidente del Consiglio Romano Prodi.
Serve ben altro, dicono giustamente i due esponenti.
E' la lettera scritta da Savino Pezzotta e Eugenia Roccella, portavoce del Family Day dello scorso 12 Maggio 2007, al presidente del Consiglio Romano Prodi.
Serve ben altro, dicono giustamente i due esponenti.
BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: LA FEDE CRISTIANA È INNANZITUTTO UN INCONTRO CON GESÙ
“La fede cristiana è innanzitutto incontro con Gesù, una persona che dà alla vita un nuovo orizzonte”.
Lo ha detto il Papa, che ha dedicato la catechesi odierna – nella prima udienza al rientro definitivo da Castelgandolfo, davanti a circa 21 mila persone – a S. Cirillo d’Alessandria, definito “un instancabile e fermo testimone”, soprattutto dell’”unità”.
Cliccando il titolo il testo integrale della catechesi.
Cliccando il titolo il testo integrale della catechesi.
Chesterton è attuale - 11
Dal sito www.gofluid.com, il portale dell'oleoidraulica (fantastico!) c'è un'intervista a Paolo Preti, docente della Bocconi, che spiega perché piccole e medie imprese devono continuare a essere l'asse portante dell'economia italiana.
Preti cita Chesterton: “Chesterton dice che la più grande verità meno qualcosa corrisponde alla più grande menzogna"...
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Preti cita Chesterton: “Chesterton dice che la più grande verità meno qualcosa corrisponde alla più grande menzogna"...
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