"E' una sentenza inaccettabile. Non si possono avallare testimonianze orali di pazienti in coma. Bisogna dare le stesse garanzie che il Codice Civile assicura al testamento patrimoniale. Il coma irreversibile è una condizione impossibile da accertare. Si profila un altro caso Terry Schiavo": questa è la dichiarazione di Francesco D'Agostino, docente di Filosofia del diritto ed ex presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, cattolico, a proposito della sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro, che riapre il dibattito sul tema dell'eutanasia e -secondo me- la porta all'eutanasia stessa.
"Noi Vescovi ribadiamo la difesa della vita fino alla sua naturale conclusione, e il riconoscimento dell'idratazione indotta come diritto della persona alla vita e non come accanimento terapeutico" dice mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Metto queste dichiarazioni perché di quelle pro eutanasia sono stracolmi i giornali a caratteri cubitali, e questo fa veramente vomitare.
Invito tutti a riflettere su una circostanza: siamo arrivati al punto che bisogna che un vescovo dica agli italiani che dare acqua e cibo a una persona non è curare, ma nutrire, far vivere, e che acqua e cibo non sono medicine ma nutrimento.
Aveva ragione Chesterton quando in "Eretici" diceva che spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate, o che due più due fa quattro...
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