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giovedì 18 ottobre 2007

Dichiarazioni sul caso Englaro.

"E' una sentenza inaccettabile. Non si possono avallare testimonianze orali di pazienti in coma. Bisogna dare le stesse garanzie che il Codice Civile assicura al testamento patrimoniale. Il coma irreversibile è una condizione impossibile da accertare. Si profila un altro caso Terry Schiavo": questa è la dichiarazione di Francesco D'Agostino, docente di Filosofia del diritto ed ex presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, cattolico, a proposito della sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro, che riapre il dibattito sul tema dell'eutanasia e -secondo me- la porta all'eutanasia stessa.

"Noi Vescovi ribadiamo la difesa della vita fino alla sua naturale conclusione, e il riconoscimento dell'idratazione indotta come diritto della persona alla vita e non come accanimento terapeutico" dice mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.

Metto queste dichiarazioni perché di quelle pro eutanasia sono stracolmi i giornali a caratteri cubitali, e questo fa veramente vomitare.

Invito tutti a riflettere su una circostanza: siamo arrivati al punto che bisogna che un vescovo dica agli italiani che dare acqua e cibo a una persona non è curare, ma nutrire, far vivere, e che acqua e cibo non sono medicine ma nutrimento.
Aveva ragione Chesterton quando in "Eretici" diceva che spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate, o che due più due fa quattro...

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