Pagine

martedì 17 aprile 2007

Trevisan a Pinerolo (grande!).





Ecco il resoconto dell'ultima avventura chestertoniana del nostro ottimo e simpaticissimo Fabio Trevisan (mi raccomando, con l'accento sulla a, lui ormai ci tiene che lo si dica e Alessandro Gnocchi sostiene che se non si pronuncia correttamente il nome del nostro eroe veneto, egli poi possa morirne di un coccolone...).
E' un caro amico, Fabio. Ed inoltre mi è molto simpatico, per questo suo indomito spirito di avventuriero, con quel suo occhio da cannoniere che punta sempre l'infinito...
E' un vero chestertoniano e quindi tutte le imprese dei chestertoniani vanno giustamente strombazzate ai Quattro Venti (notate l'inutile uso della maiuscola, così chestertoninano...).
Poi questa merita tantissimo: Chesterton amava intrattenere durante noiosissimi party inglesi i bambini presenti lanciando in aria carote e riprendendole con la bocca...
Poi guardate che belle facce! Basterebbero quelle!
Io sono sinceramente commosso di tutto questo ambaradam messo su da Fabio, e vi dico che a Giugno a Grottammare lo replicheremo, con tutto il nostro popolo, al Chesterton Day "grasso".
Siete tutti invitati già da ora!

Chesterton day at school

Venerdì 16 marzo 2007, grazie al gentile e prezioso invito di Suor Claudia Frencia, insegnante presso l’ Istituto Maria Immacolata di Pinerolo (TO), ed alla fattiva collaborazione dell’amico Luca Finatti di Torino, ho proposto ai genitori, ai docenti e agli alunni della scuola media un incontro di formazione che battezzerei volentieri “Chesterton Day at school”.
Scusate il paragone, ma mi sono sentito un po’ come Innocenzo Smith ed il suo bagaglio dell’ottimista, quando ho iniziato ad estrarre dal cilindro (pardon, dalla valigia) due burattini che potevano ricordare vagamente l’intrepido “Uomo Vivo” che tutti i chestertoniani conoscono ed il rettore del Brakespeare College, prof. Eames, illustre filosofo pessimista.
Davanti agli occhi sgranati delle incuriosite e un po’ sbigottite insegnanti, ho fatto passare tra le mani - anzi, tra le dita - dei divertiti ragazzi quei burattini di tela che ho animato con quelle tre (sì, proprio tre) magiche dita che il grande Chesterton paragonava alle tre dita benedicenti del sacerdote.
Con uno splendido schermo alle spalle e sotto la sapiente regia di Suor Claudia ( a proposito, rivelo ora un segreto che è secondo solo a quello di Padre Brown: sssst, Suor Claudia è una grande attrice, invitatela a Grottammare) ho proiettato delle immagine tratte dalle favole : “La bella e la bestia” e “Alice nel Paese delle Meraviglie” commentandole, prendendo lo spunto dalla morale delle favole di chestertoniana memoria.
Con i ragazzi abbiamo fotocopiato le illustrazioni del grande Raffaele Bruni (lo ringrazio per le geniali caricature messe a disposizione) per poterle ricopiare o colorare a piacimento.
Non solo, su suggerimento della mia gentil consorte, abbiamo consegnato loro alcune fotocopie tratte da fotografie che illustravano le fasi evolutive (macchè evoluzione, Chesterton c’era già tutto fin da bambino) del grande inglese.
Ho fatto scrivere ai ragazzi, per poter fare apprezzare lo stile di Chesterton, alcune rinomate frasi paradossali tipo : “Tutte le strade portano a Roma; per questo molta gente non c’è mai stata” che hanno fatto trasalire momentaneamente le insegnanti, le quali, dopo aver cancellato ogni dubbio sull’incipiente demenza del sottoscritto, si sono asciugate le fronti madide di sudore in segno di serena accettazione del fatto ( o meglio, qualcuno dirà del fato).
Con l’ausilio di Suor Claudia, abbiamo fatto sperimentare l’ebbrezza della scrittura paradossale ai ragazzi (ad imitazione chestertoniana), con esiti molto incoraggianti almeno per il sottoscritto (non so quanto per le insegnanti).
Scherzi a parte, c’è sembrato che le stesse insegnanti fossero coinvolte nella lezione paradossale suggerita dal grande G.K.C.

Nel pomeriggio, assieme alla “grande” suora (sì, ora possiamo dirlo, rivelando un altro terribile segreto: Suor Claudia è una appassionata chestertoniana!) abbiamo provato con un gruppo di ragazzi e ragazze a recitare alcuni passi tratti dalle opere di Gilbert ed a cantare quella fantastica canzone che tutti ormai conosciamo e che bisognerebbe imparare e far imparare obbligatoriamente (questa è la sana democrazia di cui tutti abbiamo bisogno) in tutte le scuole: la canzone di Padre Brown di Renato Rascel.
Si è canticchiato pure l’inno : “O God of earth and altar” composto da Chesterton nel 1912 e si è letto, distribuendone le copie anche ai genitori, la toccante poesia : “Se solo fossi nato” (già letta con i Gruppi Chestertoniani Veronesi del nostro Roberto Prisco durante la Giornata per la Vita).
Con i ragazzi abbiamo quindi recitato, cantato, pregato, mangiato, giocato… un po’ di tutto ciò di cui abbiamo un impellente bisogno e un desiderio struggente.
Alla sera, nel teatrino della Casa Madre, davanti ai genitori, abbiamo riproposto le scene chestertoniane provate nel pomeriggio: inutile dire che i ragazzi ne erano entusiasticamente coinvolti.
Con l’amico Luca Finatti (che ha vestito gli insoliti, sdruciti panni di un imponderabile Padre Brown ) abbiamo recitato alcune scenette con la comparsa del celebre ladro Flambeau, poi convertitosi alle buone opere sotto la sapiente regia di Padre O’Connor (alias Padre Brown).
I ragazzi, dopo aver studiato con Suor Claudia alcuni particolari della vita di Chesterton, hanno escogitato un’intervista postuma (un po’ sulla falsariga di quella da me scritta ) al grande scrittore inglese, sottoponendo il sottoscritto a delle brucianti e intelligenti domande dal vivo sotto alcuni pseudonimi da loro brillantemente inventati, tipo Diana McKenzie o Konrad Royce.
Anche i genitori sono stati, forse loro malgrado, coinvolti in questa dilettevole e spero istruttiva ed insolita serata chestertoniana.
Considerazione finale : sarebbe molto bello poter riproporre questa fantastica esperienza anche in altre scuole italiane.

Fabio Trevisan (con l’accento sulla a)

Nessun commento:

Posta un commento