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venerdì 13 aprile 2007

Chesterton è attuale - 6

LIBERTA' di giovedì 5 aprile 2007 > Provincia

Borgonovo - Lo scrittore Agnoli ha presentato il suo libro "Voglio una vita manipolata"
«Troppe mistificazioni sul fronte della bioetica»

All rights reserved to legal owner.BORGONOVO - Le principali questioni bioetiche, dalla fecondazione artificiale all'aborto, dall'uso delle droghe all'eutanasia, ma anche le problematiche legate ai Pacs e al nuovo concetto di famiglia che sottintendono, sullo sfondo, una più generale riflessione del nichilismo verso il quale sembra incamminata la società contemporanea. Sono alcuni dei temi affrontati da Francesco Agnoli nel libro Voglio una vita manipolata (edizioni Ares), che è stato presentato all'auditorium della rocca di Borgonovo, in una serata organizzata dall'assessorato alla cultura del Comune. All'iniziativa è intervenuto l'assessore Franco Cravedi. L'autore, collaboratore del Foglio e di Avvenire, fondatore del circolo culturale "Il castello", nel volume segue un preciso filo conduttore: mettere in luce «tutte le modalità attuali, violente, contro natura, con cui la vita viene riplasmata, pianificata, ricostruita o distrutta dal piacere del singolo, dell'individuo». Sotto accusa finisce «la scienza che oggi rischia di tradire se stessa e la sua storia», rinnegando «l'ammirazione e lo stupore originari, sostituendoli con la presunzione e l'orgoglio».
Pubblicato nel 2005, quando si dibatteva sul referendum abrogativo della legge 140 sulla fecondazione assistita, il libro è recentemente uscito in una seconda edizione riveduta e ampliata. Nella prefazione, il direttore di Avvenire, Dino Boffo, cita il romanziere cattolico inglese G. K. Chesterton (papà dell'investigatore padre Brown), che nel 1922 aveva dato alle stampe il saggio Eugenetics and other evils (Eugenetica e altri mali), «tra le primissime denunce pubbliche delle teorie eugenetiche». Pochi anni dopo sarebbero state applicate con agghiacciante sistematicità nella civilissima Europa, ma allora - fa notare Boffo - costituivano «il verbo della scienza à la page, all'avanguardia». Chi vi si opponeva, rischiava accuse di «ingenuo allarmismo» o di «scarsa comprensione delle dinamiche del progresso». Anche Agnoli nella sua esposizione non ricerca il politicamente corretto. Espone con chiarezza e senza giri di parole il suo pensiero contrario a quello che ritiene, scrive Boffo, «un sistema di progressiva mistificazione sul fronte della bioetica», conseguenza di un relativismo, per il quale «ogni scelta è messa sullo stesso piano». Per arrivare a soluzioni condivise l'auspicio di Agnoli è che si cominci a evitare contrapposizioni preconcette, come quella tra laici e credenti: «La ragione è il minimo comune denominatore di tutti. Guarda prima i fatti e poi ci discute sopra, non viceversa».
Anna Anselmi

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