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martedì 6 agosto 2024

Chesterton in altre parole - C. S. Lewis, Sorpreso dalla gioia, più senso di tutti gli altri moderni messi assieme.

Tutti i libri cominciavano a rivoltarsi contro di me. In effetti, dovevo essere cieco come una talpa per non aver visto, molto tempo prima, la ridicola contraddizione tra la mia teoria della vita e le mie reali esperienze di lettore. George MacDonald mi aveva influenzato più di qualsiasi altro scrittore; naturalmente era un peccato che avesse quel pallino per il cristianesimo. Era bravo nonostante questo. Chesterton aveva più senso di tutti gli altri moderni messi insieme; a parte, ovviamente, il suo cristianesimo. Johnson era uno dei pochi autori di cui sentivo di potermi fidare ciecamente; curiosamente, aveva la stessa tendenza. Anche Spenser e Milton, per una strana coincidenza, lo avevano. Anche tra gli autori antichi si riscontra lo stesso paradosso. I più religiosi (Platone, Eschilo, Virgilio) erano chiaramente quelli di cui potevo davvero nutrirmi. D'altra parte, gli scrittori che non soffrivano di religione e con i quali, in teoria, la mia simpatia avrebbe dovuto essere totale - Shaw e Wells e Mill e Gibbon e Voltaire - mi sembravano tutti un po' sottili; quello che da ragazzi definivamo "magro". Non è che non mi piacessero. Erano tutti (specialmente Gibbon) divertenti, ma non di più. Sembrava che non ci fosse profondità in loro. Erano troppo semplici. La crudezza e la densità della vita non apparivano nei loro libri.

Clive Staples Lewis, Sorpreso dalla gioia.



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