Pagine

#150volteChesterton - Chesterton compie 150 anni, un antidoto contro il male dilagante | Paolo Gulisano sul suo blog.

Il 29 maggio 1874 nasceva a Londra Gilbert Keith Chesterton, il grande autore cattolico che nei suoi romanzi scrisse le ragioni della Fede. E che oggi è più che mai attuale.

Centocinquant’anni fa, il 29 maggio del 1874, nasceva a Londra Gilbert Keith Chesterton, un autore geniale di cui non si è mai detto abbastanza.

Dopo un secolo e mezzo dalla sua nascita, Chesterton è più attuale che mai, con la sua difesa della ragionevolezza, con quell’uso magistrale del paradosso che sempre lo caratterizzò. Un paradosso mai fine se stesso, non un gioco intellettuale, ma un metodo per risvegliare la mente e la coscienza. Chesterton difese la bellezza della Fede, dell’annuncio della Salvezza che è una persona: Gesù Cristo. E lo fece con passione, con decisione, con simpatia, perfino. Fu veramente un Uomo Vivo, come dice il titolo di un suo celebre romanzo. Un cristiano controcorrente. E per questo dopo tanti anni è ancora attuale: perché il conflitto tra la Chiesa e il Mondo sta assumendo – negli ultimi tempi – dimensioni drammatiche. Quando Chesterton vi nacque, il 29 maggio 1874, Londra era la più grande, popolosa e importante città del mondo: il cuore e la mente della civiltà occidentale e dell’ordine da lei stabilito.  L’adolescenza di Chesterton corrisponde agli anni disperati e crepuscolari del simbolismo e del decadentismo, dei nazionalismi che portarono alla tragedia della Prima Guerra Mondiale e ai totalitarismi del XX Secolo.  

Il resto nel collegamento qui sotto:

https://www.paologulisano.com/chesterton-compie-150-anni-un-antidoto-contro-il-male-dilagante/




giovedì 30 maggio 2024

#150volteChesterton - La gratitudine del ranocchio e altre storie | Andrea Monda su L'Osservatore Romano.

 La singolare testata di questa pagina: «150 anni con GKC/1» necessita di una breve spiegazione: queste parole vogliono significare semplicemente che 150 anni fa nasceva Gilbert Keith Chesterton, il famoso scrittore inglese («quello di padre Brown») che merita non uno ma più approfondimenti. Sono dunque 150 anni, dal 29 maggio del 1874 che GKC (così veniva indicato ai suoi tempi da amici e nemici) ci accompagna con il suo acume e il suo amore per l'umanità, amici e nemici.

GKC, ovvero il cantore dello stupore e della gratitudine. E si potrebbe aggiungere: ovvero della felicità. «La misura di ogni felicità è la riconoscenza» scrive nel 1908 nel saggio Ortodossia, «Tutte le mie convinzioni sono rappresentate da un indovinello che mi colpì fin da bambino, L’indovinello dice: che disse il primo ranocchio? La risposta è questa: “Signore come mi fai saltare bene”. In succinto c’è tutto quello che sto dicendo io. Dio fa saltare il ranocchio e il ranocchio è contento di saltellare». Dove il punto focale è quell’aggettivo: “primo”, il primo ranocchio. Lo sguardo di Chesterton è quello di Adamo nel primo giorno della creazione. Da qui la felicità che lo scrittore riesce comunicare al lettore. Uno dei suoi più grandi ammiratori, J.L.Borges dirà infatti: «La letteratura è una delle forme della felicità; forse nessun scrittore mi ha dato tante ore felici come Chesterton». Oltre a Borges tanti scrittori hanno riconosciuto il proprio debito nei confronti di questo artista geniale nato 150 anni fa e oggi, iniziando questa serie, pubblichiamo ampi stralci tratti dagli omaggi che due autori hanno voluto tributargli, C.S. Lewis e Anthony Burgess. (andrea monda)

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-05/quo-121/la-gratitudine-del-ranocchio-e-altre-storie.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR027yXyHTfPEXj9nSDGa1kBvMjzvASKyYHyia0GwsdW1KxKiDrY9TW5wyE_aem_ZmFrZWR1bW15MTZieXRlcw



mercoledì 29 maggio 2024

#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Una vita di simulazione.

Soltanto l'adulto vive una vita di simulazione e finzione. È lui che ha la testa tra le nuvole.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Meno valore di Punch e Judy a Campden Hill.

Senza darmi le arie di un avventuriero o di un globe-trotter, posso dire di aver visto il mondo. Ho viaggiato in luoghi interessanti e parlato con uomini interessanti; mi sono acceso in discussioni politiche, spesso sfociate in scontri faziosi; ho conversato con uomini di Stato in momenti delicati e cruciali per i loro paesi; ho incontrato quasi tutti i grandi poeti e i grandi romanzieri del mio tempo; ho viaggiato sulla scia di tornadi e terremoti alle quattro estremità del mondo; ho abitato in case distrutte dal fuoco nelle tragiche guerre d'Irlanda; mi sono aggirato tra le macerie di palazzi polacchi abbandonati dall'Armata rossa; ho sentito parlare dei segnali in codice del Ku Klux Klan ai confini del Texas; ho visto arabi fanatici venire fin dal deserto per far saltare in aria ebrei a Gerusalemme. Altri giornalisti ne hanno viste di peggio, sono stato giornalista anch'io e ho visto tutto questo, su cui non avrei difficoltà a redigere capitoli interi. Ma rimarrebbero capitoli privi di significato, se nessuno capisce che per me hanno meno valore di Punch e Judy a Campden Hill. In una parola: non ho mai abbandonato l'idea che quella fosse la mia vera vita, il vero esordio di ciò che poi sarebbe stata una vita più reale, un'esperienza perduta sulla terra del vivere. 

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Credo nell'infanzia protratta.

Credo nell'infanzia protratta, e non mi dispiace affatto essere stato un bambino tardivo.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Nessun conflitto tra magie nella mia mente.

La mia passione inalterata per Punch e Judy spiegava lo stesso fatto e la stessa fallacia. Non ero grato soltanto per il divertimento, ma giunsi a sentirmi grato per la messa in scena e per l'apparato del divertimento: la torre di tela a quattro lati, l'unica finestra quadrata in cima e tutti i dettagli dello scenario, convenzionale e ovviamente dipinto. Eppure proprio questo avrei dovuto rabbiosamente fare a pezzi, ornamenti dell'inganno, se avessi pensato che la spiegazione potesse sciupare l'esperienza. Fui contento, e non scontento, quando scoprii che le figurette magiche erano mosse da tre dita umane. E avevo ragione; perché quelle tre dita umane erano più magiche di qualsiasi altro dito magico. Le tre dita che tengono la penna, e la spada, e l'archetto del violino; le tre dita con cui il sacerdote impartisce la benedizione, simbolo della Santa Trinità. Tra le due magie non c'era conflitto nella mia mente.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.




#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Un tocco di mattino eterno.

Oggi sono molto più propenso a immaginare che un melo sotto la luce della luna sia un fantasma o una ninfa del color dell'argento; o a vedere i mobili trasformarsi in modo fantasmagorico e trascinarsi nel crepuscolo, come in un racconto di Poe o di Hawthorne. Da bambino, invece, ero colto come da uno stupore fiducioso a contemplare il melo come se fosse un melo. Ero sicuro della sua realtà, come ero sicuro della sorpresa che provocava: sicuro, per citare il pro-verbio, come è sicuro che è Dio ad aver creato le piccole mele asprigne. Le mele potevano essere piccole come ero io; ma erano solide e anch'io lo ero. C'era un tocco di mattino eterno in quell'umore. E preferivo contemplare il fuoco piuttosto che immaginare i volti illuminati dal suo bagliore. Fratello Fuoco, che san Francesco amava, mi sembrava un fratello più di quei volti sognanti che appaiono agli uomini che hanno conosciuto emozioni diverse dalla fraternità. Non so se, come si suol dire, io abbia mai pianto perché volevo la luna, ma sono certo che mi sarei aspettato che fosse solida come un'immensa palla di neve; e mi sarebbe rimasta una brama maggiore per quelle lune lì, ben concrete, che per gli inconsistenti bagliori di luna.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Saggiare la prontezza a incontrare la comune varietà del genere umano.

Il modo migliore per cui un uomo potrebbe saggiare la sua prontezza a incontrare la comune varietà del genere umano, sarebbe quello di scendere per un camino nella prima casa che gli capiti e trovare un accordo, per quanto gli riesca, con le persone che la abitano. Questo, in sostanza, è ciò che ognuno di noi ha fatto quando è nato.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.



#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - L'infanzia e la chiarezza.

Per me l'infanzia possiede una sua qualità, forse difficile da descrivere, ma per nulla vaga. Anzi, è più netta della differenza tra il buio color pece e la luce del giorno, o tra l'avere e il non avere mal di denti. Per continuare la storia, è necessario insistere sul primo e più complesso dei suoi capitoli. E io devo chiarire cosa intendo quando dico che la mia infanzia ebbe una consistenza, o una qualità, assai diversa dal resto della mia vita, immeritatamente piacevole e gioiosa. L'aspetto più evidente di questa qualità è la chiarezza. E qui mi discosto da Stevenson per esempio, che pure ammiro e che dice che il bambino vaga con la testa tra le nuvole. Ne parla come se vivesse normalmente in una sorta di sbalordito sogno a occhi aperti, incapace di distinguere realtà e fantasia. Certo, bambini e adulti sono talvolta fantasiosi, ma non è questo, nella mia mente e nella mia memoria, che distingue gli adulti dai bambini. Ho il ricordo di una sorta di luce bianca che si stendeva su ogni cosa, divideva gli oggetti con chiarezza e ne intensificava la solidità. E ciò che conta è che quella luce bianca sprigionava un alone meraviglioso come se il mondo fosse nuovo quanto me; nuovo, non discosto dal reale.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Da piccolo esistevano già le premesse del Chesterton grande...

(...) La mia vita si dischiuse all'epoca dell'evoluzionismo, il quale vuol dire proprio dischiudersi, manifestarsi. Per molti evoluzionisti di quell'epoca sembrava invece significare il manifestarsi di ciò che non c'era. Da allora, in un certo senso, ho cominciato a credere allo sviluppo, che significa il manifestarsi di ciò che c'è. Sarebbe una vanteria tracotante e di dubbio gusto dire che nella mia infanzia c'era già tutto. Almeno, molti di coloro che mi conobbero, ne dubiterebbero. Intendo soltanto dire che esistevano già le premesse delle distinzioni fondamentali: non ne ero consapevole, ma le avevo interiorizzate. Vivevano in me di una loro esistenza infantile, in una condizione che si definisce implicita, anche se sicuramente non si esprimevano nella cosiddetta ubbidienza implicita.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Scienza e braciole di maiale...

La scienza può analizzare una braciola di maiale e dire quanto fosforo e quante proteine contiene; ma la scienza non può analizzare il desiderio umano di braciole di maiale e dire quanto sia dettato dalla fame, quanto dall'abitudine, quanto da un capriccio passeggero, quanto da un ossessionante amore per il bello. Il desiderio umano di braciole di maiale rimane letteralmente mistico ed etereo come il desiderio umano di paradiso. Pertanto, qualsiasi tentativo di sviluppare una scienza delle cose umane, una scienza della storia, del folclore o della sociologia è, per sua stessa natura, non solo vano ma folle.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.



#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Piegandomi con cieca credulità...

Piegandomi con cieca credulità, come son solito fare, alla mera autorità e alla tradizione dei miei maggiori, ingoiando superstiziosamente una storia che non mi fu possibile controllare a suo tempo con l'esperienza personale, io sono d'opinione fermissima di essere nato il 29 Maggio 1874 a Campden Hill, Kensington, e d'esser stato battezzato, secondo le formule della Chiesa d'Inghilterra, nella chiesetta di San Giorgio, situata di fronte alla grande torre serbatoio che domina quella posizione elevata. Non pretendo che vi sia alcun significato particolare, nella relazione in cui si trovano le due costruzioni e mi rifiuto sdegnosamente di credere che tale chiesa fu scelta perché ci voleva tutta la potenza idrica della parte occidentale di Londra per farmi diventar cristiano.


Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.


Sempre Sheffield Terrace,
ci portai altri amici...






E questa è la famosa torre dell'acqua,
che ora non c'è più...

#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Bevi...

«Bevi - (...) - perché il mondo intero è rosso come questo vino, cremisi come l'amore e l'ira di Dio. Bevi, perché le trombe inneggiano alla battaglia e questo è il bicchiere della staffa. Bevi, perché quello che ti offro è il mio sangue del Nuovo Testamento. Bevi, perché so da dove vieni e perché. Bevi, perché so quando ripartirai e dove sei diretto.»

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.




#150volteChesterton - Un aforisma al giorno - Pinnacoli audaci...

È evidente che un uomo il quale voglia fare grande il suo mondo, deve far piccolo sé stesso. Anche le superbe visioni, le alte città, i pinnacoli audaci, sono creazioni dell’umiltà. I giganti che calpestano le foreste come erba sono creazioni dell’umiltà; le torri che svaniscono nel cielo, al di sopra della stella più solitaria, sono creazioni dell’umiltà; perché le torri non sono alte se non ci giriamo in su per guardarle e i giganti non sono giganti se non sono più grandi di noi. Tutte queste figurazioni gigantesche, che danno forse all’uomo il più potente piacere, sono in fondo di una perfetta umiltà. Senza umiltà è impossibile godere di qualunque cosa, anche dell’orgoglio. 

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia



#150volteChesterton - A Sheffield Terrace mi è successo qualcosa centocinquanta anni fa...




Centocinquanta anni fa nasceva un bimbo nella famiglia Chesterton a Kensington!


Ci fu gran festa per Edward e Marie Louise, la gioia si comprende dalle parole che Chesterton usa in uno dei suoi capolavori, Eretici, quando vuole descrivere cos'è nascere:


L'avventura suprema è nascere. Così noi entriamo all'improvviso in una trappola splendida e allarmante. Così noi vediamo qualcosa che non abbiamo mai sognato prima. Nostro padre e nostra madre stanno acquattati in attesa e balzano su di noi, come briganti da un cespuglio. Nostro zio è una sorpresa. Nostra zia, secondo la bella espressione corrente, è come un fulmine a ciel sereno. Quando entriamo nella famiglia, con l'atto di nascita, entriamo in un mondo imprevedibile, un mondo che ha le sue strane leggi, un mondo che potrebbe fare a meno di noi, un mondo che non abbiamo creato. In altre parole, quando entriamo in una famiglia, entriamo in una favola.


Per lui è andata così il 29 Maggio 1874, a Kensington, al numero 32 di Sheffield Terrace,nella casetta che Mr. Ed e Marie Louise avevano preso in affitto sulla collina di Campden Hill, a pochissime yarde da Notting Hill.


Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe cambiato qualcosa proprio quel giorno ed in quel posto, per me?


È così vero e così bello che per gratitudine ci ho voluto portare i miei figli.


Marco Sermarini




#150volteChesterton - Altre foto del nostro eroe.

Chesterton e
suo cognato Lucian Oldershaw


Chesterton giovane, non ancora trentenne

Chesterton, la moglie Frances
e il nipotino a Overroads, la prima
casa di Beaconsfield dei Chesterton

I Chesterton a Overroads

I Chesterton a Top Meadow

I Chesterton a Overroads

#150volteChesterton - Una bella immagine italiana di Chesterton e qualche commento.


 

Oggi, cari amici, ricorre il centocinquantesimo compleanno di Chesterton e grazie al caro amico e socio Angelo Bottone riusciamo a proporvi quest'immagine che di certo non è inedita ma è assolutamente dimenticata.

Si trova nell'Almanacco dei Visacci, anno 1937, fascicolo 01, rivista edita da Vallecchi, al titolo "Ricordo di Chesterton". Il grande giornalista inglese era morto l'anno precedente, e in Italia evidentemente si coltivava la sua memoria e si era dispiaciuti per la recente scomparsa. 

Nel medesimo numero tra le altre cose troviamo un articolo di Eugenio Montale (Il Giardino delle Muse: Keepsake), uno di Domenico Giuliotti [La monaca di Faenza e Baffi (Vincenzo) ovvero della gloria], la Breve storia del «Frontespizio» di Piero Bargellini, Aldo Palazzeschi e il suo Come i fiorentini amano Firenze, Ardengo Soffici [Paesaggio (disegno)]e un altro di Emilio Cecchi (La piuma dell'angiolo), ed altro ancora.

La copertina del numero XV
del 1937 della rivista,
da cui si dovrebbe comprendere
 il nome della testata...


Si tratta, come dice la precisa didascalia, dell'uscita del Nostro Caro Eroe (a cui facciamo tanti, tanti auguri in questo giorno: ma questi auguri serviranno a noi! Lui sta molto, ma molto meglio di noi, e se la ride di gusto, e sicuramente per gratitudine dirà qualcosa di buono per noi a Nostro Signore Gesù Cristo!) da Palazzo Vecchio a Firenze, nel Maggio 1935, quando diede la nota conferenza in occasione del cosiddetto Maggio Fiorentino, esattamente il giorno 14.

Guardate con che ammirazione e anche con che stupore lo osservano gli astanti. Quell'anno Chesterton fu anche candidato al Premio Nobel per la Letteratura (che per la cronaca non fu assegnato), dunque parliamo di un momento di grandissima notorietà e di gloria per il Nostro Eroe.

Qui sotto alcuni vecchi post per documentarvi a proposito della conferenza del Maggio Fiorentino. Nei primi due c'è solo un accenno ma c'è molto di interessante da leggere della relazione di Chesterton con l'Italia:

https://uomovivo.blogspot.com/2011/08/unaltra-novita-chestertoniana-al.html

https://uomovivo.blogspot.com/2012/06/il-soprannaturale-e-naturale-scritti.html

Qui si mostrano Palazzo Vecchio e Chesterton che vi entra:

https://uomovivo.blogspot.com/2019/12/maggio-fiorentino-1935-qui-il-nostro.html

Qui un simpaticissimo aneddoto italiano su Chesterton, sua moglie Frances e le doti di pilota di Dorothy Collins:

https://uomovivo.blogspot.com/2022/01/aneddoti-frances-gilbert-dorothy-e-i.html

Qui si parla della ripubblicazione della famosa conferenza:

https://uomovivo.blogspot.com/2020/08/la-letteratura-inglese-e-la-tradizione.html

Qui la moglie Frances annota il suo diario "italiano":

https://uomovivo.blogspot.com/2015/11/frances-blogg-e-firenze.html

Qui a proposito della candidatura al premio Nobel di Chesterton:

https://uomovivo.blogspot.com/2018/03/il-nobel-mancato-di-chesterton-un.html

TANTI AUGURI, GILBERTONE NOSTRO!!! TI VOGLIAMO TANTO BENE!!!

#150volteChesterton - Visto che oggi fanno 150, che ne dite di usare la famosa preghiera...?




Dio Nostro Padre,

Tu riempisti la vita del tuo servo Gilbert Keith Chesterton di un senso di meraviglia e gioia,

e desti a lui una fede che fu il fondamento del suo incessante lavoro,

una carità verso tutti gli uomini, in particolare verso i suoi avversari,

e una speranza che scaturiva dalla sua gratitudine di un'intera vita per il dono della vita umana.

Possano la sua innocenza e e le sue risate,

la sua costanza nel combattere per la fede cristiana in un mondo che perde la fede,

la sua devozione di una vita per la Beata Vergine Maria

e il suo amore per tutti gli uomini, specialmente per i poveri,

portare allegria ai disperati,

convinzione e calore ai tiepidi

e la conoscenza di Dio a chi non ha fede.

Ti chiediamo di concedere le grazie cheTi imploriamo

attraverso la sua intercessione (e specialmente per...)

perché la sua santità possa essere riconosciuta da tutti

e la Chiesa possa proclamarlo beato.

Te lo chiediamo per Cristo Nostro Signore


Amen.



Qui c'è il primo post in cui proponemmo la preghiera, tradotta da noi dall'inglese:

https://uomovivo.blogspot.com/2009/07/la-santita-di-chesterton-ora-ce-una.html

Qui si vedono gli effetti della preghiera:

https://uomovivo.blogspot.com/2021/06/g-k-chesterton-ha-aiutato-ad-affondare.html

Un aforisma al giorno - Elogio del droghiere.



Qual è il puntello più solido della città? È il rapido e cavalleresco farmacista, o il benefico droghiere che sa antevedere e provvedere a tutti i nostri bisogni? In un dubbio simile, non è possibile scegliere se non obbedendo ai nostri istinti superiori e attendere il risultato. Comunque sia, io ho scelto. Mi si perdoni se la scelta è ingiusta, ma io ho scelto il droghiere.

- Buon giorno, signore, - disse il droghiere che era un uomo di mezza età, in parte calvo con baffi e barba rossa, e la fronte solcata da tutte le rughe che gli avevano impresso le cure dell’esercente al minuto. - Che cosa posso fare per voi, signore?

Wayne s’era tolto il cappello entrando nel negozio, e quel gesto cerimonioso sebbene discreto, era stato seguito dal mercante con uno sguardo in cui c’era una punta di sorpresa.

- Vengo, signore, - disse egli con semplicità - vengo a fare appello al vostro patriottismo.
- Signore, - rispose il droghiere - questo mi fa ricordare il tempo in cui ero giovane, quando c’erano le elezioni.

- Vi saranno rese le elezioni e cose anche più grandi - rispose Wayne con energia. - Ascoltatemi, signor Mead. Io so come un droghiere sia tentato di considerare le cose da un punto di vista cosmopolita; mi rendo conto di ciò che deve essere il passare come fate voi tutta la santa giornata attorniato da merci che provengono da tutti i cantoni della terra, dal fondo di strani mari che non abbiamo mai esplorati, dal fondo di strane foreste che non potremmo neanche immaginare. Nessun Re d’Oriente riceveva simili carichi da Levante o da Ponente, e Salomone, con tutta la sua gloria, non viveva fra ricchezze pari alle vostre. L’India è alla nostra destra, - esclamò egli indicando con la punta del bastone un cassetto di riso, mentre il commerciante, intimorito, indietreggiava di un passo - la Cina è davanti a voi, Demerara dietro, l’America è sopra la vostra testa, e in questo momento, voi, simile ad un vecchio ammiraglio spagnolo, tenete Tunisi fra le vostre mani!

Il signor Mead lasciò cadere la cassetta dei datteri che aveva in mano, poi la raccattò con gesto vago. Wayne proseguì, col volto rosso, abbassando un po’ la voce:
- Conosco dunque tutta la tentazione che vi è in una visione di ricchezza così internazionale, così universale. Lo so: voi non affrontate, come tanti altri commercianti, il rischio di rinchiudervi in una specialità troppo angusta e meccanica; ma piuttosto rischiate di perdervi per eccesso di larghezza, di generosità, di liberalità. Come un nazionalismo angusto rappresenta il pericolo del pasticciere che fabbrica sotto il cielo della patria i prodotti che vende, così il cosmopolitismo rappresenta il pericolo del droghiere. Ma io vengo a voi in nome di quel patriottismo che nessuna stravaganza, nessun progresso di lumi potranno mai bandire e vi chiedo di non dimenticare Notting Hill. Giacché, in fondo, in questa magnificenza cosmopolita nella quale voi troneggiate, Notting Hill ha il suo posto. Senza dubbio, i vostri datteri sono nati sulle grandi palme delle coste barbaresche, senza dubbio il vostro zucchero viene dalle isole meravigliose dei Tropici, e il vostro tè da villaggi misteriosi dell’Impero del Drago. Per approvvigionare questo negozio, è stato necessario abbattere delle foreste sotto la Croce del Sud, e arpionare dei leviatani sotto la Stella Polare; ma voi stesso, voi che siete un tesoro non meno prezioso, che siete il cervello che ordina questi vasti interessi, voi almeno siete cresciuto in forza e saggezza fra queste grigie case, sotto questo cielo piovoso. Ora, questa città che vi ha creato, e che vi ha permesso così d’accumulare i vostri tesori, questa città si vede minacciata di guerra. Venite dunque e che in capo al mondo si sappia questo: l’olio viene dal Settentrione, la frutta dai paesi Australi; il riso viene dall’India e le spezie da Ceylon; i montoni appartengono alla Nuova Zelanda, ma gli uomini a Notting Hill!
 
Il droghiere rimase per un po’ con gli occhi vaganti e la bocca spalancata come un pesce. Si grattò la nuca e non disse nulla. Infine pronunziò:
- Volete qualche cosa, signore?
Wayne girò lo sguardo per la bottega, un po’ sbalordito, e scorgendo degli ananassi canditi, li indicò con la punta del bastone.
- Sì, - disse - prenderò questi.
- Tutti? - domandò il droghiere, imbarazzato al massimo grado.
- Sì, sì, tutti - rispose Wayne, sempre stupito, come uno che riceveva una doccia fredda.
- Benissimo, signore. Grazie, signore - rispose il droghiere vivacemente. - Fate affidamento sul mio patriottismo, signore.
- Ci faccio grande affidamento, - rispose Wayne, e uscì nella notte incombente.
Il droghiere rimise a posto la cassetta dei datteri.
- Che delizioso ragazzo! - diceva. - È strano vedere come sono simpatici, molto più di quelli che sono perfettamente a posto.

Gilbert Keith Chesterton, Il Napoleone di Notting Hill.

lunedì 27 maggio 2024

Un aforisma al giorno - Costretto dalla propria ragione.

L'uomo non può immaginare che l'universo sia stato creato, e quindi è "costretto dalla sua ragione" a pensare l'universo senza inizio né fine, cosa che (mi permetto di osservare) non può nemmeno immaginare.

Gilbert Keith Chesterton, Utopia degli usurai.



Un aforisma al giorno - Paradosso e moda.


Un paradosso è una cosa fantastica che viene detta una volta: una moda è una cosa più fantastica che viene detta un numero sufficiente di volte.

Gilbert Keith Chesterton, The Crimes of England.

sabato 25 maggio 2024

Un aforisma al giorno - Odio...

L'odio è bello, quando è odio per la bruttezza dell'anima.

Gilbert Keith Chesterton, The Crimes of England.



venerdì 24 maggio 2024

Un aforisma al giorno - Spazio per un uomo.

La terra non è tale senza il paradiso, come un paesaggio non è tale senza il cielo. E in un universo senza Dio non c'è abbastanza spazio per un uomo.

Gilbert Keith Chesterton, The Crimes of England.



giovedì 23 maggio 2024

Un'offerta imperdibile di Geir Hasnes - La Bibliografia di Chesterton a metà prezzo!

Salve di nuovo!

Spero che la bibliografia vi sia piaciuta (almeno al Papa).

Per l'anniversario di Chesterton sto offrendo la bibliografia e i due libri che ho curato con uno sconto del 50%.

Forse può essere interessante per qualche chestertoniano del vostro gruppo?

Cordiali saluti, 


Geir.

In sintesi, a cento euro!

È un'opera mastodontica e utilissima agli appassionati.

Per informazioni scrivete alla mail della Società.

Qui sotto: Geir con il nostro caro padre Spencer Howe:

https://uomovivo.blogspot.com/2023/07/dalla-chesterton-conference-2023-di.html


Un aforisma al giorno - Un mistero di ambizione microscopica.

Forse una cosa veramente grande cerca sempre di diventare piccola; e qui si nasconde un mistero di ambizione microscopica. Infatti, anche se il Magnificat magnifica il Signore, è solo dopo che il Signore ha minimizzato se stesso.

Gilbert Keith Chesterton, La resurrezione di Roma.



Un aforisma al giorno - Immaginazione, giornalismo e narrativa...

L'immaginazione è il segnale dell'istinto. Il giornalismo ci dice solo quello che gli uomini fanno; è la narrativa che ci dice quello che pensano, e ancora di più quello che sentono... Tutta la narrativa è solo un diario di sogni ad occhi aperti invece che di giorni. E questa profonda occupazione delle menti degli uomini con certe cose alla fine ha sempre un effetto anche sull'espressione esteriore dell'epoca. 

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 21 aprile 1923.



Un aforisma al giorno - Quella sottile sfumatura...

.... è davvero un uomo liberale e ragionevole. Ma essendo sempre impegnato in una carica, ha lasciato che quel comportamento pomposo peggiorasse sempre di più, fino a sembrare che gli crescesse addosso....Cosa serve in un caso del genere? ... Qualche settimana salutare... meditando su quella sottile sfumatura di distinzione tra se stessi e Dio Onnipotente, che viene così facilmente trascurata.

Gilbert Keith Chesterton, Four Faultless Felons.