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domenica 14 aprile 2024

Un aforisma (spettacolare, tra i più belli, assolutamente inedito) al giorno - Uno degli articoli contenuti in Black and White, pubblicati da poco grazie all'amico Geir Hasnes.

Credo che una divisione molto irregolare, una vita molto altalenante, una vita vissuta agli estremi della ricchezza e della povertà sia di gran lunga la più morale e migliorativa... Perciò consideriamo i due aspetti della questione: il primo è la necessità per lo spirito umano di un certo grado di abnegazione, il secondo la necessità di un certo grado di eccitazione. L'uomo della vita regolare impara l'abnegazione? Per niente. Non ha mai assaporato la stravaganza e quindi non ne sente la mancanza. Non ne sente la mancanza e quindi non vi rinuncia affatto. Se una cosa è molto lontana dall'intero modo di vivere di un uomo, lontana come un secolo o un continente diverso, è assurdo dire che vi rinuncia. È assurdo dire che sono così sobrio nel mio modo di vivere da aver vissuto un anno a Battersea senza gondola. È assurdo dire che penso a mia moglie e al mio piccolo reddito, e che resisto all'acquisto di un elefante indiano... A questa vita facile e autoindulgente della rispettabile classe media si contrappone l'eroismo oscuro, l'abnegazione ferrea, l'austerità religiosa dell'uomo stravagante e difficile. Passa accanto alle tentazioni, ma come il santo nella Chiesa trionfante, sa quali sono, e quali sono la loro bellezza e il loro pathos. Abbandona il sigaro, ma non con ignoranza, bensì con una triste e sacra consapevolezza. È davvero un asceta... E per effetto della sua precedente stravaganza sulle sue risorse attuali, guadagna davvero un controllo su se stesso, una conoscenza della vita umana dura e sana, come è stata per tutti gli uomini fin dall'inizio del mondo... Credo che un carattere morale più severo e più fine sia prodotto dall'essere stravaganti un giorno e parsimoniosi il giorno dopo. Perché così sviluppiamo sia le virtù pagane che quelle puritane. E conserviamo l'unico elemento essenziale della vita, la meraviglia; sappiamo quando la vediamo nella notte più buia; la siepe bassa e trascurata che si trova tra la terra e il paese delle fiabe.

Gilbert Keith Chesterton, Black and White, 14 marzo 1903 (contenuto in Chesterton in Black and White, edito da Geir Hasnes).



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