Mi sono imbattuto in questo sito internet di poesia che profitto di segnalarvi. Vi ho trovato con molto piacere traccia di Gilbert, come vedrete, ma anche di sua moglie Frances (una sola poesia, How far is it to Bethlehem? che - come sapete - è stata anche messa in musica, e ne trovate traccia in questo blog più e più volte), di Cecil (una sola poesia, France) e di Hilaire Belloc (che gode di un'amplissima pagina a lui dedicata, pari se non maggiore di quella di Chesterton, e viene annoverato come 75° tra i primi 500 poeti).
Mi ha molto colpito il profilo di Chesterton, breve ma appropriato e significativo nelle sue sottolineature, alcune delle quali mi permetto di tradurre per voi qui di seguito:
(...) Uomo dalle opinioni forti e con un enorme talento nel difenderle, la sua personalità esuberante gli permise comunque di mantenere una calda amicizia con persone - come George Bernard Shaw e H. G. Wells - con le quali era in forte disaccordo.
Chesterton non ebbe difficoltà a difendere ciò in cui credeva. Fu uno dei pochi giornalisti ad opporsi alla guerra boera. Il suo Eugenics and Other Evils del 1922 attaccò quella che all'epoca era la più progressista delle idee, l'idea che la razza umana potesse e dovesse allevare una versione superiore di se stessa. Nell'esperienza nazista, la storia ha dimostrato la saggezza delle sue opinioni un tempo "reazionarie".
(...) Durante i giorni bui del 1940, quando la Gran Bretagna era praticamente sola contro la potenza armata della Germania nazista, furono spesso citati questi versi della sua Ballata del cavallo bianco del 1911:
Non vi dico nulla per il vostro conforto,
Sì, niente per il vostro desiderio,
se non che il cielo diventa ancora più scuro
E il mare sale più in alto.
Sebbene non siano state scritte per un pubblico di studiosi, le sue biografie di autori e personaggi storici come Charles Dickens e San Francesco d'Assisi contengono spesso brillanti intuizioni sui loro soggetti.
(...) La sua politica si adattava alla sua profonda sfiducia nei confronti della ricchezza concentrata e del potere di qualsiasi tipo. Insieme all'amico Hilaire Belloc e in libri come What's Wrong with the World del 1910, sostenne un punto di vista chiamato "Distributismo", che è meglio riassunto dalla sua espressione che ogni uomo dovrebbe essere autorizzato a possedere "tre acri e una mucca". Sebbene non sia noto come pensatore politico, la sua influenza politica ha fatto il giro del mondo. Alcuni vedono in lui il padre del movimento "piccolo è bello" e si attribuisce a un suo articolo di giornale il merito di aver spinto Gandhi a cercare un nazionalismo "genuino" per l'India. (...)
In Italia abbiamo diverse traduzioni della poesia di Chesterton anche se non sono che una piccola parte: campeggia tra tutte La ballata del cavallo bianco, edito da Raffaelli (ci sono decine di riferimenti a quest'opera nel nostro blog, anche fotografie ai luoghi ove essa è ambientata, non saprei cosa segnalarvi in particolare), e seguono la raccolta La ballata di Santa Barbara, edita da Itaca, Il cavalier pazzo (che trovate qui e https://uomovivo.blogspot.com/2018/12/il-cavaliere-pazzo-una-piacevole-novita.html) e Lepanto, edita da Pathos (per la traduzione in rima di Giulio Mainardi; esiste anche una traduzione di Rodolfo Caroselli, anch'essa rinvenibile nel blog). Ma c'è ancora tanto, tantissimo da tradurre. Dobbiamo considerare che ebbe grande fortuna come poeta e che uno come John Ronald Reuel Tolkien lo preferiva poeta piuttosto che saggista.
Per cui qui sotto trovate le poesie richiamate nel sito e la citata presentazione, degna di particolare nota.
Marco Sermarini
https://allpoetry.com/Gilbert-Keith-Chesterton
Un autografo di Chesterton, i versi intitolati "Triolet of the Self-Examining Journalist" |
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