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sabato 4 febbraio 2023

The Glass Walking-Stick - Una prima edizione e un inedito (traduzione di Marco Sermarini).



Alla ricerca di vecchie prime edizioni, mi sono imbattuto in questo, un libro uscito postumo nel 1955 grazie al lavoro di Dorothy Collins, la segretaria che divenne come una figlia per i due sposi. La Collins è la collazionatrice di alcuni volumi di materiale non pubblicato in vita da Chesterton oppure collazionato solo dopo la sua morte. E questo è una delle antologie create da Dorothy.

Solo parte del profluvio di articoli che Chesterton scrisse per la rubrica Our Note-Book (di cui era titolare sull'Illustrated London News dal 1905) è finita raccolta in libri durante la sua vita. Quasi venti anni dopo la morte di GKC Dorothy Collins pensò bene di celebrare la popolare rubrica e il suo autore con un'antologia dei suoi articoli. La selezione comprende articoli sulla Spagna e sulla Francia, sulla letteratura e sulla storia inglesi, gli articoli dopo la morte di due re, Edoardo VII nel 1910 e Giorgio V nel 1927. Chesterton aveva curato Our Note-book per trentun'anni, e lo fece fino alla sua morte nel giugno del 1936. Gli succedette Arthur Bryant, cui fu chiesto di sostituire l'editorialista fino a quando non fosse stato possibile trovare il sostituto permanente. Sarà per la speciale difficoltà dell'incarico o per la bravura del nuovo autore, sta di fatto che Bryant sostituì GKC per i successivi quaranta anni. Addizioniamo i due periodi e vediamo che la rubrica è durata ben settantuno anni.

Bryant nella sua prefazione tesse un omaggio glorioso al suo predecessore: "Chesterton ha dedicato tutta la sua vita a insegnare agli altri come vivere. Ancora oggi il suono del suo nome è come uno squillo di tromba. Per lui il mondo era un campo in cui si combatteva contro il male affinché il bene potesse perdurare... Se un nome letterario della nostra generazione diventerà una leggenda che trascende le lettere, credo che sarà il suo".

Qui sotto la traduzione © di un brano di uno dei saggi finiti nel libro.

Marco Sermarini

Questo desiderio di fare naufragio su di un'isola deriva in parte da un'idea che è alla base di tutte le arti: l'idea di separazione. Il romanzo cerca di dividere alcune persone dal grumo dell'umanità, come la statua è divisa dal grumo di marmo. Leggiamo un buon racconto non per conoscere più persone, ma per conoscerne di meno. Invece del frenetico brulichio di esseri umani, parenti, clienti, servitori, postini, clienti pomeridiani, commercianti, sconosciuti che ci dicono l'ora, sconosciuti che fanno osservazioni sul tempo, mendicanti, camerieri e fattorini del telegrafo - invece di questo sconcertante brulichio umano che ci passa davanti ogni giorno, la narrativa ci chiede di seguire costantemente una figura (per esempio il postino) attraverso le sue estasi e le sue agonie. È questo che rende così insofferente quel tipo di ribelle pessimista che si lamenta sempre della ristrettezza della sua vita e chiede una sfera più ampia. La vita è troppo grande per noi così com'è: abbiamo troppe cose di cui occuparci. Tutto il vero romanzo è un tentativo di semplificarla, di ridurla a proporzioni più semplici e pittoresche. Il tedio che c'è nella nostra vita deriva soprattutto dalla sua rapidità: le persone ci passano davanti troppo velocemente per mostrarci il loro lato interessante. Alla fine della settimana abbiamo parlato con un centinaio di noiosi; mentre, se ci fossimo soffermati su uno di loro, avremmo potuto trovarci a parlare con un nuovo amico, o con un umorista, o con un assassino, o con un uomo che aveva visto un fantasma.

Gilbert Keith Chesterton, "The Inside on Life", The Glass Walking Stick.

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