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venerdì 11 novembre 2022

Qualche cenno dall'articolo di Edward Short su padre Ian Ker.

Si tratta di uno di quei completissimi obituary che sanno narrare bene la vita e il senso delle opere della persona celebrata. In questo caso viene tinteggiata la vita e l'opera di padre Ker, che per noi chestertoniani ha una certa importanza. Ci sono moltissimi brani che vorrei proporvi (sulla sua gioventù, sulla carriera accademica, sulla conversione, su Newman...) ma sarebbe troppo lungo, per cui mi limito a due brevi cenni, lasciando a voi la lettura del resto (a proposito, se avete difficoltà con l'inglese potete usare un buon traduttore, www.deepl.com).

Padre Ian Ker

Il primo riguarda una sorta di filo rosso per me ignoto: la mamma di padre Ker era Joan May Knox, figlia di un funzionario del Servizio Indiano che era cugino di primo grado di mons. Ronald Knox, amico di Chesterton e come lui convertito al cattolicesimo dall'anglicanesimo.

L'altro è il brano che segue, che ritengo molto significativo perché riguarda il rapporto tra Newman e Chesterton:

Nella sua biografia di Chesterton, P. Ker ha sostenuto in modo convincente che GKC fu il successore di Newman proprio perché condivideva la passione del convertito per la realtà, una qualità che anche Hilaire Belloc aveva individuato nel suo amico. "La verità aveva per lui", ha ricordato Belloc, "l'attrazione immediata di un appetito. Aveva fame di realtà. Ma, cosa ancora più importante, non poteva concepire se stesso se non per soddisfare questa fame [...] non era possibile per lui tenere qualcosa che valesse la pena di tenere e che non fosse collegato alla verità nel suo insieme".

Marco Sermarini 


mons. Ronald Knox, legato da vincoli di parentela
a padre Ian Ker
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