7 Agosto 1936
Mio caro Fausto,
sei contento di un carteggio seguìto; e carteggiamo dunque!
(...)
Ieri, dalle 10 alle 11.50 fui in conversazione con Cecchi. Niente Defoe, allora, Una traduzione, egli dice, è lavoro infinito. A tradurre come traduce lui, s'intende. Odia e detesta la versione corrente d'Ortodossia*, vera ingiuria a Chesterton. Niente antologia di Belloc. Ci siamo fermati sull'idea di fare una plaquette su Chesterton: 80 pp., non più; ma come Cecchi potrebbe fare, che molto l'ha amato, l'ebbe ospite in sua casa e amico dei figli, e lo conosce dal 1909. Non ne ha voluto scrivere sin qui, per pudore, rifiutandosi alla N[uova] Antologia, all'It[alia] Lett[eraria] e dovunque. E se ne scrive come se ne parlò, gran cosa viene. Qualcosa, gli dissi, come Ma sour Henriette di Renan: che tu saprai che deliziose pagine sono. - L'idea ti piace? Vorrei sperare. Ma parlami, ciononostante, chiarissimo. Comunque, se ne riparlerà con Cecchi a settembre. Ora è dietro a finir due libri, né si sposta da Roma.
(...)
Avrei caro mi dicessi se intendi intavolar trattative con gli editori, pel Dickens**: perché io tanto lo traduco, e sto già un po' innanzi. Se tu hai difficoltà, non fa nulla, né mi dolgo per questo. Lo dico a Croce, e lo metto nella collezione Laterza. Ma una tua parola in proposito non mi spiacerebbe: parola ferma, come quando la dai.
(...)
Addio, caro Fausto, e scaraventami addosso un'epistola d'improperii: impavidum ferient, il tuo
d. Giuseppe
Don Giuseppe De Luca - Fausto Minelli, Carteggio, II, 1935 -1939.
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* La versione, ristampata da vari editori, di Raffaello Ferruzzi che aveva tradotto il testo anche per la Morcelliana. Invero un giudizio secondo me ingeneroso (m.s.).
** Il Dickens è il Charles Dickens di Chesterton. In italiano è sinora uscito solo Una gioia antica e nuova. Scritti su Charles Dickens e la letteratura (Marietti) cioè le prefazioni di Chesterton alle varie opere dickensiane, e ciò solo nel 2011 (m.s.).
Marco Sermarini
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